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LA CITTA' DI MILANO TRA IL VI E IL XII SECOLO.CARATTERISTICHE E TRASFORMAZIONI TOPOGRAFICHE, INSEDIATIVE E MONUMENTALI DI UN CONTESTO URBANO MEDIOEVALEVASSENA, MAURO 30 April 2020 (has links)
La tesi ha lo scopo di individuare le coordinate fondamentali delle dinamiche di trasformazione che la città di Milano conobbe tra il VI ed il XII secolo dal punto di vista topografico, insediativo e monumentale. Attraverso l'analisi combinata di fonti scritte ed evidenze materiali vengono sistematicamente esaminati i quattro principali elementi caratterizzanti il fenomeno urbano in età medioevale: la topografia delle difese, la topografia cristiana, la topografia del potere e la topografia dell'insediamento. / The thesis aims to identify the fundamental coordinates of the transformation dynamics that the city of Milan underwent between the Sixth and the Twelfth Centuries from a topographical, settlement and monumental point of view. Through the combined analysis of written sources and material evidences, the four main elements characterizing the urban phenomenon in the Middle Ages are systematically examined: the topography of the defenses, the Christian topography, the topography of power and the topography of the settlement.
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[pt] A UNIDADE DOS SACRAMENTOS DA INICIAÇÃO: CAMINHO DE RENOVAÇÃO PASTORAL A PARTIR DO CONCEITO DE MYSTÉRION / [it] L UNITÀ DEI SACRAMENTI DELL INIZIAZIONE: CAMMINI DI RINNOVAMENTO PASTORALE DAL CONCETTO DI MYSTÉRIONELZA FERREIRA DA CRUZ 12 May 2023 (has links)
[pt] O objetivo desta dissertação é discutir a necessidade da recuperação teológico-pastoral do sentido unitário dos três sacramentos da Iniciação à Vida Cristã, como caminho de renovação pastoral, a partir da compreensão dos sacramentos como mystérion. Diante de um mundo que vive uma ‘crise de sentido,’ com as relações fragmentadas e uma consciência predominantemente autorreferencial e individualizante, e ao mesmo tempo busca um retorno ao sagrado, através de espiritualidades sensibilizantes, o cristianismo tem muito o que oferecer à humanidade: o senso de comunhão, de unidade na diversidade. Atendendo à convocação do Magistério de Francisco, que convida a pastoral a uma conversão em estado permanente de missão, os pastoralistas apontam que a inspiração catecumenal é um caminho renovador para iniciar na vida cristã. Iniciar é formar o cristão na sua integralidade, o que requer novos processos de transmissão da fé com um itinerário mistagógico que una Palavra, celebração e se desdobre em atos na comunidade eclesial e na existência mundana. Como passo fundamental, é necessário uma nova relação entre catequese e sacramentos, a partir da recuperação do sentido pleno dos sacramentos como espaço de realização da história salvífica. Fizemos um percurso em três capítulos, começando com uma análise das reflexões apresentadas pela Igreja sobre a Iniciação à Vida Cristã no Magistério de Francisco, nos documentos 107 da CNNB e no Novo Diretório para Catequese de 2020. A ótica presente nesse primeiro capítulo nos conduziu à necessidade de realizar, no segundo capítulo, um discernimento através de uma abordagem histórica do sentido unitário dos sacramentos de Iniciação cristã a partir do conceito de mystérion. Os primeiros cristãos testemunham que Cristo visibiliza o mistério e compreendem as ações de Cristo, da Igreja e de suas ações celebrativas como mistérios. Nessa relação, batismo, unção e eucaristia formam um conjunto unitário, iniciar-se era celebrar porque o celebrar era mergulhar na ação de Deus, na história para salvação dos homens, e na nova vida cristã numa dinâmica triunitária. Ao longo da história, essa relação sacramentos-mistério, unidade dos três sacramentos, foi se fragmentando com consequências no campo pastoral, na imagem de Deus, na forma de se vivenciar os atos celebrativos como ‘coisas’ separadas da vida. O Movimento Litúrgico, a teologia sacramental do século XX, desembocam no Concílio Vaticano II, que recupera o conceito de Igreja Mistério, iluminando o ser sacramental da Igreja e ressignificando o sentido dos sete sacramentos. O Concílio pede também a recuperação do catecumenato, a revisão da crisma, em vista da unidade entre os sacramentos, além de expressar a centralidade da eucaristia. Esse caminho iniciado no Concílio continua sendo construído e, assim, no terceiro capítulo buscamos evidenciar a importância da recuperação pastoral e teológica da unidade dos três sacramentos e, dentro dessa ótica, apontar um caminhar juntos, para renovação pastoral que leve a efetivas mudanças na vida eclesial, na construção de uma cultura eucarística a fim de contribuir para desenvolver uma sociedade fraterna, na qual o cristão possa viver do que celebra. / [it] L obiettivo di questa dissertazione è proprio discutere la necessità della ripresa di una teologia pastorale in senso unitario, attraverso i tre sacramenti dell iniziazione cristiana, come un percorso di rinnovamento pastorale dalla comprensione dei sacramenti come mystérion. Di fronte a un mondo che ci si trova in una crisi esistenziale, senza un senso, con dei rapporti in frammenti, una coscienza prevalentemente autoreferenziale e individualista, la quale tramite la spiritualità prova di avvicinarsi al sacro, il cristianesimo ha molto da offrire all umanità: il senso della comunione, l unità nella diversità, ecc. Accogliendo il richiamo del magistero di Papa Francesco, il quale invita la pastorale a una conversione in modo permanente di missione, i pastoralisti segnano che l inspirazione catecumenale è um cammino di rinnovamento da iniziare nella vita cristiana. Iniziare significa formare il cristiano di maniera integrale, il che richiede dei nuovi processi per trasmettere la fede con una via mistagogica che sia condotta dalla Parola alla celebrazione e si allarga nei gesti dentro la comunità ecclesiale e fuori d essa. È imprescindibile che ci sia un nuovo rapporto tra la catechesi e i sacramenti attraverso il pieno recupero dei sacramenti come posto per la realizzazione della salvezza. Abbiamo fatto un percorso in tre capitoli, incominciando con l analisi sulle riflessioni presentate dalla Chiesa riguardo l Iniziazione alla Vita Cristiana nel magistero di Francesco, nei documenti 107 della CNNB e nel Nuovo Direttorio per la catechesi 2020. Il punto di vista presentato nel capitolo primo ci há condotto a realizzare, nel capitolo secondo, un discernimento tramite un approccio storico di senso unitario dei sacramenti dell Iniziazione cristiana secondo la definizione di mystérion. I primi cristiani testimoniano che Cristo consente il mistero e comprende le azioni di Cristo, della chiesa e i gesti delle celebrazioni come misteri. In questa relazione il battesimo, l unzione e l eucaristia formano un insieme unitario. Iniziare significava celebrare, perché festeggiare era immergersi nell azione di Dio, nella storia per la salvezza degli uomini, e anche nella nuova vita cristiana composta da una dinamica trinitaria. Iniziare significa addentrare in una nuova esistenza, in una storia di un Dio che è Padre, figlio e Spirito Santo, in una connessione tra celebrare ed esistere. Nel corso della storia la relazione tra sacramento e mistero, unità dei tre sacramenti, è stata frammentata con delle conseguenze nell ambito della pastorale, nell immagine di Dio, e nel modo di vivere le celebrazioni come qualcosa staccata dalla vita. Il movimento liturgico, la teologia sacramentaria del XX secolo sboccano nel Concilio Vaticano II, il quale riprende la definizione del Mistero della Chiesa, chiarendo l essere sacramentario della chiesa e portando nuovo significato ai sette sacramenti. Il Concilio richiede ancora il recupero del catecumenato, la riforma della Cresima riguardo i sacramenti, inoltre esprimere la centralità dell eucaristia. Il percorso, iniziato nel Concilio, continua a essere costruito e così al capitolo terzo evidenziamo l importanza del recupero della pastorale, dell unità dei sacramenti, del camminare insieme, sinodale, per il rinnovamento della pastorale che ci porti cambiamenti efficaci nella vita ecclesiale, nella costruzione di una cultura eucaristica con l obiettivo di sviluppare una società fraterna, in cui i cristiani possano vivere quello che celebrano.
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"Tienen que comer a Cristo” : corporización del cristianismo y moralidad asháninka evangélica en la comunidad de TsiriariCastillo Jayme, Jackeline Nelly 16 January 2024 (has links)
La presente investigación tiene como propósito indagar la vivencia
cristiana de los asháninkas evangélicos desde la corporización del cristianismo
y la moralidad evangélica entre creyentes vinculados a la Asociación de Iglesias
Evangélica Asháninka y otras Etnias del Perú - YHAVEH YIREH (AIEAEP), en la
Comunidad Nativa de Tsiriari, ubicada en el distrito de Mazamari, provincia de
Satipo, departamento de Junín, para hacer audible sus voces, a casi tres cuartos
de siglo del proceso de evangelización por la iglesia evangélica. La investigación
ha sido realizada desde un enfoque cualitativo y siguiendo el método etnográfico,
explora la vida de la comunidad de fe en el entorno de la comunidad nativa, a
partir del recojo de testimonios, opiniones y de la observación participante. Bajo
el perspectivismo amerindio, describe la corporización del cristianismo desde la
comensalidad, la sanación y los afectos; en cuanto a la moralidad de los
asháninkas evangélicos, lo hace desde la ética evangélica y las prácticas de la
disciplina espiritual cristiana. La tesis concluye la propensión en los asháninkas
para adoptar el punto de vista cristiano evangélico por las equivalencias parciales
entre las expresiones del pensamiento indígena y el cristiano evangélico,
vivenciándose el cristianismo evangélico asháninka en el proceso de
transformación corporal que se inicia con la conversión, pasando por la práctica
de ejercicios espirituales y sus efectos en la ingesta del masato, las terapéuticas
de sanación y el vínculo afectivo para un vivir bien a nivel individual, familiar y
social. Se expresan variantes de autonomía y de pertenencia para encorporizar
lo evangélico, lo que da lugar a la pluralización religiosa en un mismo espacio de
organización eclesial, mediada por ser evangélico desde el vientre materno o ser
evangélico de conversión, la generación de evangélico a la que se pertenece, la
exposición al mundo moderno y la experiencia personal de la trayectoria de vida.
Así, se afirma la identidad asháninka en el sistema de pensamiento cristiano
evangélico. / The purpose of this research is to investigate the Christian experience of
the evangelical Asháninkas from the embodiment of Christianity and evangelical
morality among believers linked to the Association of Evangelical Asháninka
Churches and other Ethnicities of Peru - YHAVEH YIREH (AIEAEP), in the Native
Community of Tsiriari, located in the district of Mazamari, province of Satipo,
department of Junín, to make their voices audible, almost three quarters of a
century into the process of evangelization by the evangelical church. The
research has been carried out from a qualitative approach and following the
ethnographic method, it explores the life of the faith community in the
environment of the native community, based on the collection of testimonies,
opinions and participant observation. Under Amerindian perspectivism, it
describes the embodiment of Christianity from commensality, healing and
affections; as for the morality of the evangelical Asháninkas, it does so from the
evangelical ethics and the practices of Christian spiritual discipline. The thesis
concludes the propensity in the Asháninkas to adopt the evangelical Christian
point of view due to the partial equivalences between the expressions of
indigenous and the evangelical Christian thought, living Asháninka evangelical
Christianity in the process of bodily transformation that begins with conversion,
passing by the practice of spiritual exercises and their effects on the ingestion of
masato, healing therapies and the emotional bond for living well at an individual,
family and social level. Variants of autonomy and belonging are expressed to
embody what is evangelical, which gives rise to religious pluralization in the same
space of ecclesial organization, mediated by being an evangelical from the
mother's womb or being an evangelical by conversion, the generation of
evangelicals to which one belongs, exposure to the modern world and personal
experience of life path. Thus, the Asháninka identity is affirmed in the evangelical
Christian system of thought.
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LA PARROQUIA DE SAN ESTEBAN DE VALENCIA Y EL PALACIO DEL MARQUES DE CARO: UNA HISTORIA PARALELA_ PROPUESTAS E HIPÓTESIS PARA UNA RECONSTRUCCION URBANÍSTICA Y ARQUITECTÓNICA 1238 _ 1519Máñez Testor, Santiago 18 April 2016 (has links)
[EN] This master thesis is a study about the urban evolution in the perimeter of the San Esteban church between the conquest of Valencia in 1238 by King Jaime I and the accession of the artisan guilds (Germanías) in 1519.
It stress the image and urbanism of the Islamic city, the urban development within the perimeter of the parish with special emphasis on the Islamic wall of both taifa and almohade and the landmarks used to limit the district, is also part ot this study.
Several of the phases of urbanization are being analyzed: The first donations gained in El Llibre del Repartiment, that are shown and identified, the private urban development through Las Poblas, the construction of the new Christian Wall and the name-giving of streets in the 15th and early 16th century.
The constructive evolution of the Palacio del Marqués de Caro is analyzed simultaneously showing the historic background, the image in the moment of the conquest and different phases and models using the Islamic tower as a starting point and continuing with the first Christian construction in the 13th century, modifications in the 14th century and a restructuration at the end of the 15th and the beginning of the 16th century.
Moreover, from this work we derive the hypothetic location of the Islamic gate Bab-Al-Carrac, En Esplugues gate, the dimensions of the second and third Jewish quarter, the Pobla of Jaume Marc and the Almoyna in La Xerea. / [ES] La presente tesis estudia la evolución urbanística del ámbito de la Parroquia de San Esteban desde la conquista de la Valencia por Jaime I en 1238, hasta el advenimiento de las Germanías en 1519.
Se incide en la imagen de la ciudad islámica, estudiando su urbanismo y la influencia posterior dentro de la circunscripción de la Parroquia, haciendo especial hincapié en la muralla islámica, tanto taifa cómo almohade, así como los hitos que sirvieron para la definición del distrito parroquial.
Se analizan las fases de urbanización del sector:las primeras donaciones recogidas en el Llibre del Repartiment que se identifican y grafían, los procesos de urbanización privada a través de las Poblas, el levantamiento de la nueva muralla cristiana y la fijación de los nombres de las calles en el siglo XV y los albores del XVI.
De forma paralela se estudia la evolución constructiva del Palacio del Marqués de Caro, sus antecedentes, su imagen al momento de la conquista, y las diferentes fases y modelos por los que atravesó desde la torre islámica que le sirvió de base, pasando por la primera construcción cristiana en el siglo XIII y las intervenciones del siglo XIV, hasta la gran transformación del edificio a finales del siglo XV y principios del XVI.
Derivado de este trabajo se proponen además hipótesis sobre la ubicación de la puerta islámica de Bab al-Carrac, del portal d'EnEsplugues, de la dimensión de la segunda y tercera judería, y de la pobla de Jaume Marc y de la Almoyna en la Xerea. / [CA] La present tesi estudia l'evolució urbanística de l'àmbit de la Parròquia de ''San Esteban'' des de la conquesta de la València per Jaume I en 1238, fins a l'adveniment de les Germanies a 1519.
S'incideix en la imatge de la ciutat islàmica, estudiant el seu urbanisme i la influència posterior dins de la circumscripció de la Parròquia, fent especial èmfasi en la muralla islàmica, tant taifa com almohade, així com les fites que van servir per a la definició del districte parroquial .
S'analitzen les fases d'urbanització del sector: les primeres donacions recollides en el Llibre del Repartiment que s'identifiquen i grafien, els processos d'urbanització privada a través de ''les Pobles'', l'aixecament de la nova muralla cristiana i la fixació dels noms dels carrers en el segle XV i els albors del XVI.
De forma paral·lela s'estudia l'evolució constructiva del Palau del Marqués de Caro, els seus antecedents, la seua imatge al moment de la conquesta, i les diferents fases i models pels quals va travessar des de la torre islàmica que li va servir de base, passant per la primera construcció cristiana al segle XIII i les intervencions del segle XIV, fins la gran transformació de l'edifici a la fi del segle XV i principis del XVI.
Derivat d'aquest treball es proposen a més hipòtesis sobre la ubicació de la porta islàmica de Beb al-Carrac, del portal d'en Esplugues, de la dimensió de la segona i tercera jueria, i de la pobla de Jaume Marc i de la Almoyna a la Xerea / Máñez Testor, S. (2016). LA PARROQUIA DE SAN ESTEBAN DE VALENCIA Y EL PALACIO DEL MARQUES DE CARO: UNA HISTORIA PARALELA_ PROPUESTAS E HIPÓTESIS PARA UNA RECONSTRUCCION URBANÍSTICA Y ARQUITECTÓNICA 1238 _ 1519 [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/62684
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SOPRA IL "DE OPIFICIO MUNDI" DI GIOVANNI FILOPONO / About John Philoponus' "De opificio mundi"OTTOBRINI, TIZIANO 04 April 2016 (has links)
I sette libri del "De opificio mundi" dell'alessandrino Giovanni Filopono (metà VI p.Ch.) sono il primo commento speculativo alla pericope cosmopoietica del Genesi mediante la fruizione di categorie filosofiche aristoteliche. Presentandone la prima traduzione italiana, si illustra il conato di novità che il Filopono esercita nell'esegesi biblica giacché interpreta Genesi non già attraverso il paradigma demiurgico del "Timeo" platonico, come in àmbito giudaico (Aristobùlo e Filone Ebreo) e nella produzione esameronale patristica (Cappàdoci), bensì attingendo alle opere fisiche e logiche dello Stagirita. Invece della struttura mitico-allegorica sottesa alla lettura cristiana del "Timeo" si impone l'approccio analitico di Aristotele: Filopono rifiuta l'interpretazione allegoretica, impiegando l'argomentazione sillogistico-deduttiva dell'"Organon" aristotelico, ricorrendo a filosofemi cardinali in Aristotele e nella tradizione scientifica che dal medesimo fiorì in Alessandria. Così Filopono in-venta un nuovo modello esegetico: superando l'allegorismo tradizionale (arbitrario e infedele al messaggio rivelato) e il letteralismo della scuola antiochena di Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto, Cosma (banalizzante e senza metodo critico) Filopono conia un letteralismo metodologicamente forte, ove il metodo proviene formalmente dalla logica aristotelica e contenutisticamente dalla fisica aristotelica. Già commentatore dello Stagirita, Filopono fa incontrare Rivelazione e filosofia aristotelica, lasciando nel "De opificio mundi" un singolarissimo prodromo della scolastica cristiana. / The present essay is meant to illustrate the philosophical and exegetic work intitled "De opificio mundi" (seven books) written by John Philoponus in Alexandria in the middle of the sixth century A.D. about the kosmopoiesis of the first chapter of Genesis. It is argued this treatise is the first evidence of Biblical exegesis led not according to Plato's "Timaeus" but according to Aristotelian corpus, specially "Physics" and "Organon". Philoponus rejects the allegorical method based upon demiurgic "Timaeus" since he thinks it is arbitrary and untrue compared with the Revelation literalism; therefore Philoponus passes the limit of Aristoboulos, of Philo's "De opificio mundi" and also the limit of Christian tradition of Hexaemerons (Fathers of the Church just like Cappadocians). Philoponus replaces allegorism with a new kind of Biblical literalism: not the trivializing one led by the school of Antioch (Theodore of Mopsuestia, Theodoret of Cyrrhus, Cosmas Indicopleustes) but a scientific and methodic literalism relied on Aristotelian logic and on the (meta)physical concepts derived from Aristotle (kinesis, dynamis, hexis, hypokeimenon, etc.); so "De opificio mundi" has a syllogistic and deductive structure, not a mythic-allegorical one. Last philosopher in Late Antiquity, Philoponus is in-ventor of a striking Christian-Aristotelian scholasticism.
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Poetica della metamorfosi e poetica della conversione: scelte formali e modelli del divenire nella letteratura / Poetics of metamorphosis and poetics of conversion: formal choices and examples of the eternal change in the history of literatureBISI, MONICA 17 February 2009 (has links)
Questo lavoro mira ad offrire una nuova prospettiva dalla quale leggere la dialettica fra cultura pagano-mitica e cultura cristiana che attraversa tutta la tradizione letteraria italiana. Tema comune alle due visioni del mondo, la trasformazione è figura guida dell’intera ricerca, figura che assume declinazioni differenti e prende il nome di metamorfosi nella cultura mitica e quello di conversione nella cultura cristiana. La novità della prospettiva consiste nel tentativo di una lettura di carattere retorico di questi due fenomeni, con lo scopo di formalizzare due tipi di poetica che corrispondano al tema della metamorfosi e a quello della conversione. Applicando al vasto materiale offerto da Divina Commedia, Gerusalemme liberata, Adone, Promessi sposi, tragedie manzoniane e da alcune poesie tratte dall’Alcyone di d’Annunzio gli strumenti derivati dagli studi antropologici sui sacrifici arcaici di Girard e dalle intuizioni di Bottiroli a proposito della traduzione letteraria di alcuni schemi logici propri alla cultura occidentale si è potuta constatare una corrispondenza costante tra le forme dei contenuti ‘metamorfosi’ e ‘conversione’ e le particolari forme dell’espressione con cui essi sono stati rappresentati. Una volta individuate, le particolari forme dell’espressione sono state codificate in figure retoriche, tanto che si è giunti ad indicare lo schema, in generale, dell’antitesi come marca propria alla poetica della metamorfosi e la figura della correctio come caratteristica della poetica della conversione. / This work aims at offering a new perspective from which it is possible to read the dialectic between the heathen-mythical culture and the Christian culture that runs through the whole literary Italian tradition. Transformation is the theme in common between the two visions of the world, it is the leading figure of the whole research and it assumes different forms. It takes the name of metamorphosis in the mythical culture and of conversion in the Christian culture. The novelty of this perspective consists in the attempt of a rhetorical reading of these two phenomena, in order to formalize two kinds of poetics., that could correspond to the theme of metamorphosis and conversion.
Applying to the large materials offered by Divina Commedia, Gerusalemme liberata, Adone, Promessi sposi, tragedies by Manzoni and some poems from Alcyone by d’Annunzio the instruments deriving from the anthropological studies about archaic sacrifices by Girard and from the intuitions of Bottiroli about literary transposition of some logical schemes, which are typical of the Western culture, it was possible to notice a constant correspondence between forms of contents ‘metamorphosis’ and ‘conversion’ and the particular forms of the expression, with which they have been represented. Once they have been pointed out, the particular forms of expression have been codified in figures of speech, so that it was possible to indicate the overall scheme of the antithesis as the proper sing of the poetics of metamorphosis and the figure of correctio as the feature of the poetics of conversion.
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