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Codici quattrocenteschi di "pistole" e "dicerie". Per lo studio della tradizione"

Russo, Camilla January 2016 (has links)
Il lavoro completa il censimento dei codici di lettere e orazioni in volgare del XV secolo e avvia uno studio d'insieme, di carattere filologico e critico-letterario, dell'intera tradizione.
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Il dio ipoumano". Storia delle teologie degli atomisti antichi."

Piergiacomi, Enrico January 2016 (has links)
Il lavoro compie una ricostruzione sistematica delle teologie degli atomisti antichi (Democrito, Epicuro, i tardi Epicurei), delineando le somiglianze e le differenze che esse intrattengono. La dissertazione si compone di cinque capitoli. I primi quattro ricostruiscono le teologie degli atomisti, mentre il quinto evidenzia le ricadute etiche delle stesse. L'idea principale che viene argomentata è che, pur nelle loro differenze a volte molto marcate, questi autori costituiscono una tradizione di pensiero unitaria, che propone che una divinità esista ma non sia provvidente, senza con ciò scadere in una posizione ateistica. Infatti, gli atomisti comunque rileggono in chiave dialettica il modo di intendere usuale della pietà religiosa, arrivando così ad esempio a rileggere in chiave innovativa l'uso della preghiera. Da richiesta di assistenza diretta dell'essere umano a Dio, questa diventa un modo per conoscere e percepire la natura divina.
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Cosmologia e ideologia: la teoria dell'espansione dell'Universo nello spazio pubblico (1922-1992)

Stenico, Mauro January 2013 (has links)
Cosmologia e ideologia: la teoria dell’espansione dell’Universo nello spazio pubblico (1922-1992). È a prima vista sorprendente sentir parlare di cosmologia moderna nel contesto di una tesi dottorale dedicata al tema della comunicazione politica: che cos’ha a che vedere, infatti, la teoria dell’Universo in espansione con tale àmbito? Superficialmente, la risposta potrebbe essere di puro scetticismo. Tuttavia, la documentazione da me vagliata in questi anni ha recato supporto ad una serie di ipotesi alle quali cominciai a lavorare ai tempi della laurea specialistica, confortato dalla lettura di un manuale di storia della cosmologia (Singh, 2004). Nonostante le difficoltà iniziali da me attraversate durante la ricerca – spesso i rapporti tra cosmologia moderna e politica sono tutt’altro che espliciti – risultati concreti cominciarono a giungere dopo qualche mese, portandomi infine a comporre una bibliografia consistente in documenti tratti da circa 50 tra riviste e quotidiani, ripartibili per: 1) Lingua: 26 in tedesco, 12 in inglese, 6 in italiano, 3 in francese, 5 in russo. 2) Settori di competenza: 7 di astronomia specialistica, 4 di astronomia divulgativa o semidivulgativa, 7 di fisica specialistica, 1 di fisica divulgativa, 9 di scienze varie specialistiche, 10 di scienze varie divulgative, 7 di filosofia o materia politico-sociale, 4 giornali. A ciò si aggiunga il materiale proveniente da interviste da me eseguite (6), archivi (2), filmografia, enciclopedie. Il materiale è stato raccolto in Italia, in Germania (Göttingen, Frankfurt a.M.), in Belgio, in Svizzera (CERN) e da oltre oceano tramite il Prestito Interbibliotecario di Trento. In tutto, la bibliografia conta 893 articoli e 408 monografie. Oggetto centrale della dissertazione è la teoria dell’espansione cosmica, per la quale l’Universo si troverebbe in uno stato di espansione da circa 13.7 miliardi di anni a partire da un BB primordiale, che la scienza non dichiara osservabile, ma al quale si giunge per estrapolazione. Friedmann (1922) e Lemaître (1927) elaborarono le loro proposte in forma ipotetica; nei decenni successivi vi furono osservazioni giudicate generalmente come prove empiriche: a parte il redshift, si devono citare il calcolo del numero degli elementi chimici primordiali, la CMBR e COBE (1992). Nella ricerca non ho voluto presentare tanto argomentazioni apologetiche sul BB, quanto mostrare il dibattito che la teoria ha generato, coinvolgendo livelli comunicativi vari: 1) Specialistico. 2) Teologico-filosofico. 3) Pubblico (divulgativo). 4) Politico. 5) Strumentale. È la cosmologia stessa a prestarsi al dibattito multidisciplinare. Pur non godendo di un consenso assoluto, il BB rappresenta oggi il paradigma astrofisico per eccellenza. Nell’introduzione della dissertazione, presento uno schema dei livelli comunicativi coinvolti nel dibattito, senza pretendere di procedere per “compartimenti stagni”, ossia per cesure nette tra uno e l’altro. Un singolo individuo, infatti, può essere coinvolto in più piani: non mi è stato possibile inserire la ricerca solo in alcuni di essi o in uno solamente, sebbene possa affermare di aver dato molto risalto al momento del pubblico-divulgativo. Si prenda, ad esempio, Lemaître: egli fu coinvolto nel livello specialistico, divulgativo, religioso, politico, strumentale. Primo capitolo: la cosmologia moderna. Nel primo capitolo ho tracciato una storia dell’ipotesi del BB. Grazie ad alcuni manuali guida (Kragh 1999, Singh 2004) mi sono potuto orientare nella lettura di documentazione specialistica e divulgativa, aggiungendo l’analisi del dibattito filosofico europeo sulla cosmologia moderna, del BB nel cinema, nella narrativa e nel contesto neocatastrofista. Ho rilevato come il contesto della Guerra Fredda e della ricerca nucleare abbia giocato un ruolo essenziale nell’elaborazione delle ipotesi sull’Universo primordiale (es. legame BB-bomba atomica). Mi sono in particolare concentrato sulla vicenda biografica di Lemaître. Ho desiderato mostrare come la filosofia, la teologia e pure l’estetica non siano state assenti dal dibattito. A fianco del BB, si sono sostenute altre ipotesi come lo Steady State e l’Universo ciclico, oggi generalmente dismesse. Tuttora la discussione sul BB prosegue. Secondo capitolo: la Germania dal 1918 al 1945. Nel caso tedesco del periodo 1918-45, un gruppo di scienziati e tecnici tentò di sfruttare un’ideologia dapprima diffusa a livello popolare (antigiudaismo) e poi al potere per contrastare la relatività generale e la cosmologia relativistica. Dai primi anni ‘20, fisici come Lenard e Stark e pubblicisti vari si opposero all’‘einsteinismo’ perché espressione dello ‘spirito giudaico’, cioè di uno stile superficiale e astratto (‘formalista’) di concepire la Natura. Secondo opuscoli dell’epoca, la ‘scienza giudaica’ rappresentava la sovversione dei valori tradizionali della scienza classica newtoniano-euclidea: falso il continuum spazio-temporale quadridimensionale, falsa la concezione di un Cosmo spazialmente finito. Nel 1920, una trentina di scienziati e tecnici fondò a Berlino un gruppo per la conservazione della purezza della scienza (Arbeitsgemeinschaft deutscher Naturforscher zur Erhaltung reiner Wissenschaft), gruppo che riteneva che solo la manipolazione dell’opinione pubblica a mezzo dei media – in mano ebraica – consentì la diffusione di una ‘suggestione di massa’ come la relatività, cosa che aveva condotto ad una crisi della ‘fisica tedesca’. Ora, la vicenda dei ‘fisici ariani’ è già da tempo nota agli studiosi; è stato mio interesse verificare se essa avesse un corrispettivo in campo cosmologico. Da quanto ho constatato, esistettero sì critici “ideologi” della cosmologia relativistica, ma essi operarono come “elementi sciolti”, ossia senza dar vita ad un movimento coeso. Gli anti-einsteinisti non ottennero nuova linfa dalle speranze riposte nell’NSDAP, nonostante gli appelli politici alla purezza della ‘cultura ariana’ (es. Mein Kampf). Gli sforzi degli anti-einsteinisti degli anni ’20 e ’30 si limitarono alla produzione di opere non prese in considerazione dal resto della comunità scientifica tedesca (es. Hundert Autoren gegen Einstein, 1931); Heckmann e Vogt, astrofisici membri dell’NSDAP, portarono avanti la disamina sulla cosmologia relativistica. L’inizio del III Reich modificò parzialmente la situazione: Einstein lasciò la Germania (1933) e fu contestato dal regime, Rosenberg encomiò Lenard e le sue opere (1929), Stark divenne Presidente della DPG (1934), Müller successe a Sommerfeld a Monaco (1939), il Partito vietò la diffusione di “Nature” (1938). Vi furono numerosi convegni nei quali politici vari enfatizzarono il ruolo della popolazione ‘nordica’ per l’astronomia; si poteva certamente citare di meno Einstein e la relatività; i ‘fisici ariani’ fecero sì proseliti all’estero tra fine anni ‘30 e inizio ‘40. Tuttavia, nella «Zeitschrift für Astrophysik», nella «Astronomische Nachrichten» e in riviste divulgative le pubblicazioni sulla cosmologia moderna furono presenti per tutta la durata del Reich. Alla fine del 1937, Rosenberg diramò un comunicato nel quale il Partito ammetteva una libera discussione sulle teorie fisiche coeve. Heisenberg poté anche contare sull’aiuto di Himmler per difendersi dalle accuse di Stark (‘ebreo bianco’). Nella seconda metà degli anni Trenta, Bruno Thüring tentò la costruzione di un’‘astrofisica tedesca’, accusando Einstein di aver ‘talmudizzato’ l’Universo. Ma, lasciati soli dal potere all’epoca del programma nucleare, i fisici e gli astronomi ‘ariani’ subirono dure sconfitte, preparate dal fisico Finkelnburg, tesserato del Partito: il 15 novembre 1940 a Monaco e l’1-3 novembre 1942 a Seefeld. Come ho mostrato, Thüring continuò la sua battaglia contro la relatività, la cosmologia relativistica e il Big Bang anche dopo il crollo del Reich, senza ottenere esiti notevoli. Terzo capitolo: l’Unione Sovietica. Il rapporto degli scienziati sovietici con la cosmologia risulterebbe poco comprensibile senza tener conto del diamat, filosofia ufficiale del PCUS. Dalle opere dei padri del materialismo si evince come la materia, eterna e infinita, sia soggetta a leggi dalle quali si sarebbero prodotte l’Universo e le sue forme materiali, legate all’accumulo, nel lungo periodo, di variazioni quantitative generanti un’improvvisa variazione qualitativa. La perpetua dinamicità della materia esclude ogni intervento esterno e configura un Cosmo in perenne mutamento. Sorge in tale contesto la distinzione tra una ‘scienza materialista’ e una ‘borghese’. Lenin chiamò a raccolta gli scienziati materialisti per la battaglia contro la ‘scienza occidentale’, ma il periodo della NEP (1921-28) lasciò relativa libertà in campo astronomico (es. Friedmann). Si crearono diverse posizioni sulla relatività e sulla cosmologia relativistica (l’ortodossia marxista le oppone critiche simili a quelle degli ‘ariani’). Con il trionfo di Stalin e la fine della NEP, la strategia staliniana del ‘Socialismo in un solo Paese’ trovò il suo corrispettivo nella ‘scienza proletaria’, espressa dallo Stato operaio, protagonista della Rivoluzione. Mentre a Stalin si tributavano onori quasi “divini”, i filosofi marxisti si fecero giudici delle dottrine scientifiche naturali; i congressi del Partito e culturali di quegli anni esortarono alla partiinost’, a rinvigorire la sorveglianza contro i ‘nemici’ e ad eliminare gli ultimi ‘residui capitalistici’ dalla mente del popolo (religione anzitutto): le scienze naturali divennero strumento della causa comunista e della propaganda antireligiosa, gli intellettuali-ideologi poterono scatenarsi, e le organizzazioni del Partito ‘bolscevizzavano’ riviste ed istituzioni scientifiche. La retorica del potere insisteva sul tracollo imminente del capitalismo e della ‘scienza borghese’. Gli astrofisici specialisti divennero filosofi marxisti in cosmologia, elaborando alternative varie alla ‘cosmologia borghese fideistica’, che sosteneva l’inizio e la fine del Mondo (tesi dell’alleanza occidentale tra Chiesa, scienza e capitale contro il comunismo). L’alternativa più usata fino al crollo dell’URSS fu declassare l’espansione da fenomeno globale a locale (metagalassia); negli anni ’30 e ’40 una discussione cosmologica specialistica fu assente in «AZ»: i ‘resistenti’ più ostinati morirono o subirono l’arresto nel corso delle Grandi Purghe, mentre alla fine del 1938 l’Accademia delle Scienze dettò la linea cosmologica ‘corretta’. Dopo la guerra, Zhdanov condusse la campagna ideologica definitiva (Zhdanovshchina) contro la ‘scienza borghese’ coeva, astronomia inclusa, troppo “teologizzata”. La comunità astronomica sovietica rimase coesa nel seguire la causa comunista e il diamat. Nel 1951, la polemica con l’Occidente si inasprì per la mancata convocazione dell’assemblea U.A.I. a Leningrado e per un discorso di Pio XII alla Pontificia Accademia delle Scienze. Dopo Stalin e il XX Congresso del Partito si aprì progressivamente una nuova èra per le scienze sovietiche: gli ideologi ultraortodossi vennero gradualmente banditi, le riviste specialistiche tradotte in inglese, scienziati e filosofi cominciarono a discutere più o meno serenamente di cosmologia moderna (mea culpa di Ambartzumian nel 1956). Gli scienziati erano ora i giudici delle teorie cosmologiche, non più (o non solo) i filosofi; il diamat rimaneva il riferimento filosofico imprescindibile, ma in versione “modernizzata”. Pressoché unanime rimase invece la propaganda atea nelle scienze. Nonostante l’apertura scientifica all’Occidente, il BB venne inteso come teoria riguardante il Cosmo intero da parte di giovani scienziati post-staliniani, mentre limitata alla sola metagalassia da parte dei ‘conservatori’. Nel 1963, due giovani astrofisici sovietici predissero l’esistenza della CMBR. Sotto Brežnëv, la cosmologia sovietica portò a termine il proprio processo di modernizzazione, mettendosi al passo con l’Occidente; crescenti i contatti sovietici con cosmologi occidentali in suolo russo o straniero. La denominazione BB dovette attendere il 1978 per comparire in «AZ». Nel 1976, la Great Soviet Encyclopedia accolse tutte le istanze della cosmologia moderna. Sotto Gorbačëv, l’astrofisica sovietica tentò persino di anticipare COBE. Quarto capitolo: la Germania dell’Est. Dopo la guerra, l’influenza del diamat si diffuse nella parte della Germania occupata dall’Armata Rossa (dal 1949: DDR). La Zhdanovshchina vi trovò terreno fertile: gli scienziati tedesco-orientali, abituati per più di un decennio ai capisaldi dell’ideologia nazista, dovettero ora fare i conti con il diamat, sostenuto dai politici, dalle Kulturtagungen della SED e dai congressi del Partito. La propaganda riteneva la BRD responsabile della frammentazione politica e culturale tedesca, accusando gli scienziati tedesco-occidentali di ‘idealismo’ o ‘neotomismo’. «Urania», «Neue Welt», «Einheit» parteciparono attivamente alla campagna contro l’‘astronomia borghese’, campagna che entro pochi anni mise radici anche nella DDR, mentre nelle riviste specialistiche il dibattito cosmologico fu nei primi anni Cinquanta piuttosto sterile. Hollitscher subì provvedimenti (1951) per aver tenuto una serie di lezioni a Berlino senza essersi soffermato abbastanza sulla battaglia contro le ‘dottrine borghesi’ nelle scienze naturali. Ulbricht esortò accademici e scienziati a lasciare che il diamat permeasse l’indagine naturale, affermando che il Partito era particolarmente interessato alla fisica. Dopo Stalin, la morsa ideologica sulla cultura rimase attiva: la condanna politica ufficiale degli “errori” scientifici occidentali non venne meno. Nella seconda metà degli anni Cinquanta – dopo il XX Congresso del PCUS – nacque un movimento di critica al dogmatismo staliniano e in alcune riviste specialistiche e divulgative cominciò a comparire qualche articolo in più su temi della cosmologia moderna, mentre ideologi come Hager negavano pubblicamente e in maniera risoluta la scientificità della cosmologia dinamica. Nel 1963-64, la figura di Robert Havemann si impose all’attenzione nazionale per il temerario giudizio contro i classici del marxismo e il dogmatismo della cosmologia marxista. Nonostante la punizione inflitta ad Havemann, la retorica sull’ateismo e sul diamat in astronomia, alla fine degli anni Sessanta la cosmologia della DDR si avvicinò gradualmente a quella occidentale (ruolo della CMBR). Dagli anni Settanta, l’«Astronomische Nachrichten» pubblicò articoli cosmologici moderni con regolarità. Quando Honecker prese il potere (1971), la teoria del BB stava ottenendo un consenso internazionale crescente. Lo scontro tra materialismo e idealismo sussisteva ancora, ma in forma nuova. Pur non vietandone la discussione, i ‘conservatori’ continuarono a guardare con sospetto il BB. La comunità astronomica tedesco-orientale si trovò spesso divisa, come quella sovietica coeva, tra ‘innovatori’ (BB come teoria del Cosmo intero) e ‘conservatori’ (limitazione dell’espansione alla sola metagalassia): in comune vi era sempre il rifiuto del BB come teoria sostenente un inizio assoluto dell’Universo. Comunque inteso, negli anni Ottanta il BB divenne il modello standard anche nell’astrofisica della DDR. Quinto capitolo: la Chiesa Cattolica. Legata al dogma della creazione del Mondo, la teologia cattolica legge nei cieli la manifestazione della gloria divina e rinviene nel creato le tracce conducenti la ragione a Dio, secondo le indicazioni fornite da S. Paolo e dalla tradizione cattolica, per la quale a Dio si giunge per fede nella Rivelazione ma anche tramite argomentazioni razionali. I pontefici romani del XX secolo dovettero confrontarsi con una cosmologia che reclamava la necessità di attribuire all’Universo un’evoluzione di miliardi di anni e faceva della Via Lattea una tra le innumerevoli galassie. Sulla scia di Pio IX, Leone XIII negò che la Chiesa fosse di intralcio alla scienza naturale e condannò il socialismo quale forma fallace di risoluzione dei conflitti sociali (Rerum Novarum, 1891). S. Pio X si concentrò sulla lotta contro la dottrina filosofica del ‘modernismo’, che in molteplici forme sosteneva la variabilità (o evoluzione) temporale delle verità di fede. Con Pio XI, la Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei assunse il nome di Pontificia Accademia delle Scienze (1936). Papa Ratti fu un fermo assertore del dialogo tra scienza e fede e ammirava l’Universo, che nelle sue leggi sembrava manifestare una sapienza ordinatrice. Egli lottò duramente contro il bolscevismo (es. Divini Redemptoris, 1937) e contro la ‘scienza materialista’: il diamat negava la scala degli esseri viventi, l’esistenza di Dio, dell’anima, l’autorità della Chiesa, l’Incarnazione e i dogmi. Con Pio XII la cosmologia moderna fece il proprio ingresso ufficiale in Vaticano. Pacelli vedeva nell’Universo una scala a Dio e nell’astronomia una scienza privilegiata in tal senso; la Pontificia Accademia divenne protagonista di settimane di studio sulla cosmologia, e poté contare sulla presenza di membri devoti come Whittaker. Pio XII prese posizione più volte nei confronti dell’Universo dinamico, soprattutto nel 1951, sulla scia della scomunica del comunismo (1949), della Humani generis (1950), della polemica con lo Steady State (es. «CC» con Stein). Per il Papa l’Universo era caduco, e al fondo della sua mutabilità si rivelava l’essere immutabile per eccellenza, quel Dio che presiedette al «potente inizio» del Mondo (Fiat lux!). Il discorso del 1951 non fu oggetto di dogmi o di encicliche, ma rappresentava un’opinione privata di Pacelli in qualità di studioso delle scienze naturali e comunque teneva distinte fisica e metafisica. Esso generò tuttavia una violenta reazione da parte comunista e una vaticana interna. Pio XII non rinunciò mai a sostenere la vicinanza tra dottrina cattolica e scienze naturali moderne, né alla condanna del comunismo (1958: gli astronomi vaticani non poterono recarsi a Mosca). Con Giovanni XXIII, il Vaticano II, Paolo VI e l’‘aggiornamento’, la situazione venne stravolta. «CC» continuò a ribadire l’adesione alla cosmologia lemaîtriana, la condanna del diamat, dello Steady State e del modello ciclico. Nel 1967, tuttavia, 4 astronomi vaticani presero parte alla XIII Assemblea dell’U.A.I. a Praga. Nel 1970, la Pontificia Accademia ospitò Ambartzumian in Vaticano; nel 1975, l’Accademia consegnò la medaglia Pio XI a Hawking. Giovanni Paolo II sosteneva l’armonia tra scienza e religione, confermando comunque la distinzione tra fisica e metafisica. Il Vaticano continuò ad ospitare simposi astrofisici internazionali (es. 1979) e scienziati sovietici (es. 1981). Rispetto ai tempi di Pio XII, il BB costituiva negli anni Ottanta un modello cosmologico forte. Nel 1988, Giovanni Paolo II esortò i teologi a non rimanere passivi, ma ad acquisire competenze scientifiche per evitare un uso acritico di teorie come il BB. Nel 1992, la Pontificia Accademia ufficializzò le scoperte di COBE. Prese di posizione sulla cosmologia moderna vennero assunte anche da Benedetto XVI (es. 2010. 2011). Conclusione. Essendo l’uomo situato nell’Universo e non creatore del medesimo, non può escludersi che egli possa non giungere mai ad una teoria definitiva sul Mondo. La cosmologia ha interessato e interessa le generazioni umane succedutesi nel corso dei millenni più per gli interrogativi e le riflessioni da essa suscitate, che per le pretese di esaustività empirica. Se in cosmologia si può essere dogmatici almeno su un punto, ciò è la certezza che gli interrogativi cosmologici rappresentino parte integrante dell’esistenza umana. Nel caso del BB, se pure un giorno si riuscisse a determinare in che cosa esso sia consistito e – ipoteticamente – da che cosa sia stato generato, ebbene anche in tal caso emergerebbe inevitabilmente la domanda sulla causa scatenante la causa stessa del BB, in una sorta di regressus ad infinitum del quale forse, come affermato da S. Tommaso, non la fisica ma la metafisica può rappresentare il termine. Ciò che io ho presentato nel mio lavoro riguardo all’interazione tra uomo, società, filosofia, scienza specialistica e cosmologia a livello generale è solo uno scorcio minimale su una storia che viene scritta di continuo, all’interno di un libro le cui pagine sono in costante aggiornamento.
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La riscoperta della poesia antica italiana nei compositori del primo Novecento in Italia. Dalla generazione dell'Ottanta a Luigi Dallapiccola

Corrent, Vinicio January 2017 (has links)
The main purpose of this research was to study the motivations and requirements of a group of Italian composers, born around 1880, and for this chronological coincidence defined by Massimo Mila, as the composers of « The generation of the eighties» to use the lyrics of ancient Italian poetries for some of their operas. It was a path of investigation taking into account many factors, in particular the interweaving of artistic and literary interests and the cultural historical complexity of the context of the late nineteenth and early twentieth centuries. Fundamental in the first place was the need to set up chronological indicative terms of the change, in fact of the real breakthrough determined at European level by the general crisis of positivism reflected in various ways in Italy in the form of a strong reaction to Verismo in literature and to Melodrama specifically within the music. One of the first important aspect that we focused on in the present work was the fact that there were composers creating not only pieces made for the theater, but also symphonic and instrumental compositions. We proceeded to emphasize the reaction to melodrama expressed by the two most innovative composers of the Generation of the 80s: Casella, Malipiero and Pizzetti and in the In the third part, a great emphasis was given to two composers, Malipiero and Dallapiccola, who strived strongly for musical renewal, whose fundamental part was the reintroducing of the ancient. In fact, initiating with the analysis of the dynamics of the cultural context of the late nineteenth and early twentieth centuries the brink of the Second World War has been reached. In conclusion, it was found that the desire to create something new even in the terms of music and its literary element has been conditioned by many factors, among which the strong willingness to depart from the nineteenth-century melodrama must be mentioned in the first place. The explanation of the revaluation of the texts of ancient Italian poetry by the composers of the early twentieth century is conditioned by numerous factors affected by the social, economic, cultural and historical aspects.
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On Computational Representations as Explanatory Tools for Intensional Reference

Guazzini, Jodi 13 November 2020 (has links)
A causa del nuovamente crescente interesse per un approccio computazionalista alla filosofia della mente, dovuto in parte significativa alla possibilità di applicare nuovi e più raffinati strumenti computazionali – teorici e pratici – allo studio delle neuroscienze, lo scritto si propone di esaminare la fondatezza della spiegazione offerta dal modello di mentale e di operazione mentale sottesoall’approccio suddetto. Per sviluppare tale esame, si segue il duplice filo conduttore della domanda sulla legittimità di parlare di “rappresentazioni computazionali” e sulla legittimità esplicativa di tali costrutti teorici, sulla scorta delle riflessioni di William Ramsey. Lo scritto si articola come segue. Il primo capitolo si propone di chiarire il concetto di “rappresentazione computazionale” esaminando la sua genesi storica in seno al contrasto tra Comportamentismo e Cognitivismo, allo stesso tempo sforzandosi di reperire i principi-cardine che hanno guidato la costruzione del modello di mente in esame. Il secondo e il terzo capitolo proseguono il chiarimento storico-teoretico prendendo in esame il funzionamento concreto dei modelli paradigmatici di computazione, ideali e concreti. Al termine dei tre capitoli, si argomenta che la stretta connessione con il Comportamentismo, nonché con l'idea di scienza come metodo sperimentale incentrato sulla riproducibilità a esso sotteso, conduce a porre un modello che pare impossibilitato in linea di principio a produrre rappresentazioni. Secondo il parere dell'autore, a causa delle specifiche ragioni di suddetta impossibilità, il modello di mente computazionale soffre gli stessi limiti che Cassirer aveva a suo tempo obbiettato alla pretesa compiutezza degli approcci Hilbertiani di stampo finitista all'artimetica; il suo carattere riduzionistico, inoltre, lo rende vulnerabile alla questione già Husserliana di confondere il problema della causa naturale del pensare con il problema della fondazione della conoscenza da parte del pensiero razionale. Un'argomentazione autonoma in difesa di queste ultime conclusioni viene proposta nel capitolo conclusivo.
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The control of auxin homeostasis through the regulation of IAMT1 by DELLA proteins

Abbas, Mohamad 03 September 2014 (has links)
The plant hormones gibberellins (GAs) and auxin display overlapping activities in the regulation of multiple developmental processes, including the differential growth that mediates the response to tropic stimuli and the formation of the apical hook. Several mechanisms have been proposed that explain the interaction between these two hormones, such as the regulation of auxin transport by GAs, and the regulation of GA biosynthesis by auxin. GAs are known to exert their action at the transcriptional level by promoting the degradation of DELLA proteins, which in turn interact with numerous transcription factors and modulate their activity. We have identified INDOLE-3-ACETIC ACID METHYLTRANSFERASE 1 (IAMT1) as one of the earliest target genes upregulated after conditional expression of the DELLA protein GAI in Arabidopsis thaliana. In this Thesis, we have addressed two main issues: (1) the contribution of IAMT1 to auxin homeostasis and its biological relevance; and (2) the molecular mechanism by which DELLAs are able to induce the expression of IAMT1. Using combinations of iamt1 loss-of-function mutants and reporter lines for auxin accumulation and activity, we have found that IAMT1 activity is essential for proper generation and maintenance of the auxin gradients that underlie differential growth. According to our results, the role of IAMT1 would be to restrict polar auxin transport especially during the response to tropic stimuli, preventing excessive auxin accumulation in the responding tissues, and IAMT1 exerts this function, at least in part, by inhibiting the expression of the PIN genes, encoding auxin efflux carriers. Regarding the regulation of IAMT1 expression by DELLAs, dissection of the promoter, in silico analysis of putative DELLA partners, and molecular genetic analysis of reporter lines has allowed us to identify two mechanisms with different relevance depending on the environmental conditions, and through different cis elements. In etiolated seedlings, DELLA proteins are recruited by DORNRÖSCHEN (DRN) to the IAMT1 promoter to induce IAMT1 expression. In the light and in a temperature-dependent manner, DELLA proteins inhibit the DNA-binding activity of PHYTOCHROME-INTERACTING FACTOR4 (PIF4) and BRI1 EMS-SUPPRESSOR1(BES1), which act as repressors of IAMT1 expression. The work presented here highlights how GAs may affect local accumulation of auxin, being particularly relevant in processes that involve differential growth. / Abbas, M. (2014). The control of auxin homeostasis through the regulation of IAMT1 by DELLA proteins [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/39348
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Gli unica inediti del ms. 10077, BNE, Madrid

Torregiani, Violetta 31 October 2019 (has links)
Il lavoro ha lo scopo di offrire l’edizione critica e il commento dei testi che il ms. 10077 della Biblioteca Nazionale di Spagna, a Madrid (M), tramanda come unico testimone. Si tratta di 25 componimenti in versi, di diverso metro e diversa struttura, ma tutti di argomento morale e religioso. L’edizione vera e propria è preceduta da un’ampia introduzione suddivisa in cinque sezioni: la prima è dedicata alla descrizione e alla storia del manoscritto; la seconda si concentra sul corpus oggetto di edizione; la terza offre invece un quadro di riferimento storico utile non solo per dare uno sfondo alla produzione del codice ma anche per comprendere eventuali riferimenti presenti nei testi; la quarta sezione è dedicata agli appunti sulla lingua; nella quinta, infine, si trovano esposti i criteri di edizione. All'introduzione seguono i testi. Ogni testo è preceduto da una breve introduzione e seguito da un commento, volto soprattutto a cercare di identificare i possibili riferimenti culturali e le possibili fonti dei testi, nonché a mettere in evidenza quelle vicinanze utili ad inserire i componimenti in un clima culturale e spirituale, o in una tradizione, specifici. La scelta di allestire l’edizione degli inediti in unica attestazione (status, è necessario ricordarlo, di per sé molto precario) risiede nella convinzione che alcuni di questi testi tramandati dal solo M hanno una qualche probabilità di essere frutto dell’ambiente in cui M è stato prodotto, cioè la zona orvietana, e di essere rimasti chiusi in quell'ambiente di produzione senza aver trovato poi circolazione altrove. Questi testi possono essere allora molto interessanti per approfondire una realtà culturale ben specifica che acquisisce al suo attivo nuove, preziose, testimonianze.
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A responsabilidade civil dos pais pelos atos ilícitos praticados pelos seus filhos capazes / A responsabilidade civil dos pais pelos atos ilícitos praticados pelos seus filhos capazes.

Oliveira, Gustavo Henrique de 27 April 2011 (has links)
A responsabilidade civil, um dos mais importantes institutos do sistema jurídico, evoluiu sobremaneira no transcorrer da história. Passou da fase da vingança privada à Lei de Talião, desenvolveu-se até chegar ao conceito de culpa para, finalmente, culminar com a teoria objetiva que confere mais justiça nesse ramo jurídico. Da mesma forma, a responsabilidade civil dos pais desenvolveu-se de maneira cíclica, iniciando-se de forma a dispensar o elemento subjetivo, perante o direito romano, para, posteriormente, incorporar a teoria subjetiva da responsabilidade civil dos genitores. Hodiernamente, após passar pela teoria objetiva indireta, em que havia uma presunção relativa de culpa, por parte dos progenitores, o texto normativo brasileiro perfilhou, com fundamento em expressa disposição legal, a responsabilidade independentemente de culpa, ou seja, a responsabilidade objetiva. Não obstante toda essa evolução da responsabilidade civil, máxime com a consagração pela nossa Carta Magna do princípio do solidarismo social e a consequente colocação dos interesses da vítima, no centro do sistema desse instituto do direito das obrigações, a antecipada aquisição da capacidade de fato da pessoa e o prematuro rompimento do poder familiar podem dificultar, em muitos casos, a devida indenização de vítimas de atos ilícitos praticados por jovens adultos. Ocorre que, o sistema jurídico pátrio, mesmo após a aquisição da plena capacidade de fato da pessoa natural, confere ao jovem adulto uma tutela especial, por meio de alguns institutos jurídicos, reconhecendo, por conseguinte, que a maioridade, por si só, não afasta a pessoa de um regime jurídico mais protetivo, uma vez que reconhece algumas peculiaridades na vida dessa pessoa. A maior abertura do sistema civilista, por meio da consagração das cláusulas gerais e dos conceitos jurídicos indeterminados, aliados a uma interpretação sistemática e analógica do instituto da responsabilidade civil por fato de outrem, a nosso ver, permite uma extensão da responsabilidade civil dos pais, mesmo após o atingimento da capacidade de fato de seus filhos, desde que estes últimos vivam sob a dependência econômica de seus genitores. Essa responsabilidade surge da extração da essência da responsabilidade civil indireta, manifestada pelos vocábulos dependência e subordinação e da extensão do poder familiar, nas circunstâncias fáticas relatadas, conjugada com o risco inerente dessa atividade, somada à imperiosa necessidade de indenizar a vítima de um dano qualquer. / La responsabilità civile, uno dei più importanti istituti del sistema giuridico, ha evoluito molto nel trascorrere della storia. Ha passato dalla fase della vendetta privata alla legge di taglione. Ha sviluppato fino ad arrivare al concetto della colpa per, alla fine, culminare con la teoria oggetiva che conferisce più giustizia a questo campo giuridico. Allo stesso modo, la responsabilità dei genitori si è sviluppata di forma ciclica, iniziando di modo a dispensare l elemento soggetivo nel diritto romano, per dopo incorporare la teoria soggetiva della responsabilità civile dei genitori. Attualmente, dopo aver passato dalla teoria oggetiva indiretta, in cui predominava una presunzione relativa di colpa dalla parte dei genitori, il testo normativo brasiliano ha adottato, in base a una espressa disposizione legale, la responsabilità indipendentemente della colpa, cioè, la responsabilità oggettiva. Nonostante tutta questa evoluzione della responsabilità civile, principalmente con la consagrazione dalla nostra Costituzione del principio del solidarismo sociale e la conseguente preoccupazione maggiore con gli interessi della vittima, lacquisizione precoce della piena capacità della persona ai 18 anni e la rottura prematura della patria potestà, in molti casi, ha fatto con che la giusta indennizzazione della vittima di un atto illecito praticato da un giovane adulto sia diventato più difficile. Il sistema giuridico, tuttavia, anche se dopo lacquisizione della piena capacità della persona naturale, conferisce al giovane adulto una tutela speciale, da parte di alcuni istituti giuridici, riconoscendo, dunque, che la sola maggioranza non esclude questa persona di un regime giuridico più protettivo, già che riconosce alcune peculiarità nella sua vita. La maggiore apertura del sistema civile, in ragione della consagrazione delle clausole generali e dei concetti giuridici a contenuto indeterminato, alleati a uma interpretazione sistematica e analogica dellistituto della responsabilità civile indiretta, nella nostra opinione, permettono una estensione della responsabilità civile dei genitori, anche dopo lacquisizione della piena capacità dei figli, quando essi continuano a vivere nella dipendenza economica dei loro genitori. Tutta questa responsabilità emerge dal riconoscimento della essenza della responsabilità civile indiretta, espressa dalle parole dipendenza e subordinazione e anche in ragione dell estenzione della patria potestà nelle circostanze segnalate, sommato al rischio inerente di questa ativittà e con la prevalente necessità di indennizzare la vittima di un danno.
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LAW ENFORCEMENT, VIOLENCE AND GLOBALIZATION: AN ANALYSIS OF THE PRICE DECLINE IN EUROPEAN DRUG MARKETS

GIOMMONI, LUCA 02 March 2015 (has links)
Pochi studi hanno analizzato I prezzi delle droghe in Europa nonostante I risultati forniti da questo tipo di analisi in altri paesi. In America, l’analisi sui prezzi delle droghe costituisce la base dell’attuale conoscenza su domanda e offerta del mercato delle droga e dell’effetto delle forze di polizia. Questa tesi analizza il prezzo delle droghe illecite (eroina e cocaina) in Europa. In particolare questo studio ha due obiettivi 1) identificare quali fattori influenzano i prezzi delle droghe; 2) identificare quali fattori hanno portato al declino dei prezzi delle droghe negli ultimi venti anni. In linea con la precedente letteratura, questo studio ha impiegato un’analisi della variazione geografica e temporale dei prezzi, un “Risk and price model” ed una analisi panel. I risultati mostrano che le forze di polizia e il livello di violenza hanno un effetto marginale sul prezzo delle droghe e non sono capaci di spiegare il loro declino negli anni. La globalizzazione sembra la principale spiegazione. La globalizzazione ha tagliato i costi nel traffico di droga, riducendo le inefficienze causate dalla sua illegalità (per esempio nel trasporto). Di conseguenza la globalizzazione può essere considerata la componente principale nello spiegare il declino dei prezzi delle droghe in Europa. / There are few studies on drug prices in Europe, despite the insight this type of analysis has provided in other countries. In the USA, the examination of drug prices has improved the knowledge of the demand and supply in drug markets and the impact of law enforcement. The dissertation aims to analyze the prices of illicit drugs (heroin and cocaine) in Europe. The study has two objectives: (1) identifying which factors affect drug prices; (2) analyzing which factors drove the price decline in the last twenty years. In line with the previous literature, the methods include the analysis of the trends of prices over time and across countries, a risk and price model, and a panel regression. The results show that law enforcement and violence have marginal impact on drug prices and they are unable to explain the decline over time. In fact, globalization is the key explanatory factor. Globalization has likely cut the costs of the drug trade, reducing the inefficiencies caused by illegality (e.g. transportation). As a result, it may be regarded as the most important factor in the price decline in European drug markets.
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Cidadania e direito em Galvano Della Vope

Pinheiro, Vinícius Magalhães 27 August 2008 (has links)
Made available in DSpace on 2016-03-15T19:34:40Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Vinicius Magalhaes Pinheiro.pdf: 574897 bytes, checksum: c05bf43fc9b0fc439704b93a5580bd82 (MD5) Previous issue date: 2008-08-27 / The present research has as object the investigation of the work of the Italian Marxist Galvano Della Volpe, in order to reconstruct his concept of law and his legalist s critic. In this construction, it was aimed at to study the author s works as a whole, in reading of his diverse texts. Still, it was looked to contrast the thought of Galvano Della Volpe ideas of other philosophers and lawyers, consulting with the works of the same ones. / A presente pesquisa tem como objeto a obra do marxista italiano Galvano Della Volpe, tentando construir seu conceito de direito e sua crítica da legalidade. Nesta construção, buscou-se entender a obra do autor como um todo, a partir da leitura de seus diversos textos. Ainda, procurou-se contrastar o pensamento de Galvano Della Volpe às concepções de outros filósofos e juristas, com consulta às obras dos mesmos.

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