• Refine Query
  • Source
  • Publication year
  • to
  • Language
  • 19
  • 17
  • 5
  • 2
  • 2
  • 1
  • Tagged with
  • 45
  • 45
  • 36
  • 35
  • 18
  • 10
  • 9
  • 9
  • 9
  • 9
  • 9
  • 8
  • 7
  • 6
  • 5
  • About
  • The Global ETD Search service is a free service for researchers to find electronic theses and dissertations. This service is provided by the Networked Digital Library of Theses and Dissertations.
    Our metadata is collected from universities around the world. If you manage a university/consortium/country archive and want to be added, details can be found on the NDLTD website.
21

BUSINESS AND HUMAN RIGHTS: TOWARDS GREATER RESPONSIBILITY OF BUSINESS ENTERPRISES AND ACCESS TO REMEDIES IN A LEGALLY BINDING TREATY? / Business and Human Rights: Towards Greater Responsibility of Business Enterprises and Access to Remedies in a Legally Binding Treaty?

CONCONI, MARTA 16 April 2018 (has links)
La tesi esamina questioni relative alla responsabilità delle imprese e all'accesso alla giustizia per vittime di violazioni dei diritti umani, commesse da imprese, per suggerire misure e proposte da inserire in un trattato giuridicamente vincolante in materia di imprese e diritti umani, la cui negoziazione è attualmente in corso sotto l'egida del Consiglio per i Diritti Umani. Conformemente alla Risoluzione 26/9 del Consiglio per i diritti umani, un gruppo di lavoro intergovernativo è stato incaricato di elaborare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per regolamentare, nel diritto internazionale dei diritti umani, le attività delle imprese multinazionali e altre imprese. Ricostruendo il background storico (Capitolo 1) e il percorso che ha condotto all’adozione della Risoluzione 26/9 (Capitolo 2), la tesi analizza alcune delle questioni ancora aperte in materia, partendo dalla responsabilità delle imprese e se queste possiedano personalità giuridica internazionale e di conseguenza se le imprese possono essere considerate duty-bearers nel futuro trattato (Capitolo 3). In secondo luogo, la tesi analizza la questione di come migliorare l'accesso alla giustizia per le vittime di violazioni dei diritti umani e superare ostacoli esistenti (Capitolo 4). Infine, sono proposte alcune alcune misure e modelli di riferimento da considerare nel futuro trattato, al fine di colmare alcune delle lacune ancora esistenti in materia. / The thesis examines key issues relating to the responsibility of business entities and access to justice for victims of business-related human rights violations, to suggest measures and proposals to be incorporated in a prospective legally binding treaty on business and human rights, whose negotiation and drafting is in progress under the aegis of the UN Human Rights Council. Under the terms of Human Rights Council Resolution 26/9, an Open-Ended Intergovernmental Working Group was mandated to elaborate an international legally binding instrument to regulate, in international human rights law, the activities of transnational corporations and other business enterprises. After recalling the historical background (Chapter 1) and the process leading to the adoption of Resolution 26/9 (Chapter 2), the thesis analyses the outstanding issues regarding the responsibility of business enterprises and whether corporations may potentially be considered as duty-bearers in the prospective binding treaty (Chapter 3). The thesis turns to the question about how to overcome existing barriers and improve access to justice and judicial remedies for victims of business-related human rights abuses (Chapter 4). The thesis concludes with measures and models of reference to be considered in the prospective treaty, to close the so called “accountability and governance” gaps.
22

Il ruolo delle Corti Supreme latinoamericane nello sviluppo del diritto penale internazionale: tendenze giurisprudenziali nella ricostruzione delle fattispecie incriminatrici

Maculan, Elena January 2012 (has links)
Le Corti Supreme latinoamericane svolgono un ruolo protagonista nell’evoluzione del diritto penale internazionale. La loro giurisprudenza sembra riproporre e confermare una tendenza di portata più ampia, che interessa il diritto penale lato sensu, ad accrescere sempre più il ruolo dei giudici nella funzione propriamente normopoietica, fino a trasformarlo in un vero e proprio protagonismo giudiziario. Al tempo stesso, su tale fenomeno si innestano fattori nuovi, che derivano in parte dai tratti peculiari del diritto penale internazionale, nuovo spazio giuridico di natura ibrida e reticolare, in parte dalla specificità del contesto latinoamericano, reduce da atroci esperienze di criminalità di Stato ed impegnato in un processo di transizione e nella risoluzione dei dilemmi che esso pone. La necessità di misurarsi con i crimini commessi dai passati regimi dittatoriali e di superare una serie di ostacoli – quali la prescrizione e l’esistenza di disposizioni di amnistia - che impedivano la persecuzione penale dei loro responsabili hanno indotto i giudici latinoamericani a sviluppare dei percorsi argomentativi assai originali. In questo senso, la sussunzione dei fatti nelle fattispecie penali internazionali ha fornito uno strumento essenziale, poiché ad essa consegue l’applicazione del c.d. regime speciale che disciplina tali crimini, e che consente appunto di aggirare gli ostacoli temporali e di natura beneficiale summenzionati. Di conseguenza, gli organi giudiziari hanno maturato differenti percorsi ermeneutici che, mediante un’interpretazione estensiva – al limite della forzatura – degli elementi tipici o delle fonti normative, permettano un ampliamento della portata delle fattispecie penali internazionali e della disciplina loro applicabile. Accanto a questa tendenza interpretativa espansiva se ne manifesta un’altra di segno opposto, che mira a meglio precisare i contorni delle fattispecie penali internazionali o a ridurre le distanze che ancora permangono tra la norma che le tipizza all’interno dei vari ordinamenti nazionali e la corrispondente definizione internazionale, contribuendo in tal modo alla loro progressiva armonizzazione. L’impatto provocato da queste tendenze giurisprudenziali, più intenso quando proviene dalle Corti Supreme – per effetto della loro speciale autorità persuasiva e, dove prevista, della loro efficacia vincolante -, è destinato a ripercuotersi anche oltre i confini del continente latinoamericano, grazie al fenomeno di circolazione giurisprudenziale e di cross-fertilization, lasciando presagire la formazione di un nuovo ordine mondiale.
23

Le misure di prevenzione del terrorismo e dei traffici criminosi internazionali

Pasculli, Lorenzo January 2012 (has links)
Obiettivo della presente ricerca è stata la ricognizione, la sistematizzazione e la critica delle misure di prevenzione negative praeter delictum del crimine globale previste dal diritto internazionale e sovranazionale. Si è cercato di adottare un metodo rispondente al carattere, appunto, globale della materia, nonché all’esigenza di offrirne una lettura sistematica universale. In questo senso, si è fatto largo uso della comparazione giuridica, al fine di individuare principi, categorie e prassi comuni, con cui interpretare anche il diritto internazionale e sovranazionale. Il lavoro si è strutturato in quattro parti. Nella prima si è introdotto il problema della possibile confusione fra pene e misure preventive predelittuali, che, applicate senza idonee garanzie di certezza legale, si prestano a fungere da pene del mero sospetto. Nella seconda parte si è affrontata l’evoluzione della prevenzione negli ordinamenti contemporanei, con particolare riferimento all’impiego di misure negative da parte del potere politico in tempi di emergenza. Nella terza parte sono state esaminate, in un quadro d’insieme, le esperienze e le categorie maturate da vari ordinamenti nazionali in materia di prevenzione. Nell’ultima parte si è cercato di interpretare alla luce di tali strumenti i modelli di prevenzione di diritto internazionale e sovranazionale. All’esito della nostra ricerca è emerso come il ricorso a misure di prevenzione negativa praeter delictum sia prerogativa comune ad ogni ordinamento giuridico, se non altro nei casi in cui vengano meno l’efficacia deterrente della pena e l’efficacia di interventi di prevenzione positiva. In certi paesi tali misure sono uno strumento ordinario di lotta alla criminalità pur sempre riconducibili ai principi garantistici del diritto penale, in altri contesti esse vengono usate quali misure eccezionali o di guerra, in una concezione utilitaristica che, in nome della ragione politica, tende a giustificare indiscriminati sacrifici delle libertà e dei diritti individuali, come la tortura e i “targeted killings”. Nonostante alcuni significativi interventi della Corte di Giustizia dell’Unione europea, la disciplina delle misure negative adottate dagli ordinamenti internazionali e sovranazionali risulta ancora troppo legata a logiche politiche e troppo svincolata da principi e garanzie in grado di tutelare, quanto meno, un nucleo inderogabile di diritti e libertà fondamentali.
24

Cultural diversity and indigenous peoples' land claims: argumentative dynamics and jurisprudential approach in the Americas

Fuentes, Alejandro January 2012 (has links)
The present study is divided in two differentiable but conceptually interrelated sections. Within the first section (Chapters I, II, and III), the focus is on the assessment of the argumentative logic behind the multiculturalist proposal for equally divided societies, among equally positioned ethno-cultural groups. A critical and analytical review of the multiculturalist argumentative constructions shows that its justification lies on the dogmatic assumption of the equal worth or dignity of cultures, which is ontologically incorrect. Cultures cannot be axiologically compared. Instead, this study proposes a new approach focused on the equal functional value of each culture vis-à-vis the cultural producer and beneficiary (the individual). Therefore, it is argued that multiculturalism plea for equal ethno-cultural partition of the public societal space is based on political aspirations and then subjected to –in open, pluralist and democratic societies– the dynamics and methodological procedures of the so-called ‘democratic game’. The second section of this work (Chapters IV, V, and VI) focuses on the specific case of indigenous peoples from both a theoretical and jurisprudential point of view. First, the very notion of indigenous peoples is deconstructed and critically examined. Their special relationship with their traditional lands has been identified as the main objective characteristic that sustains their claims for cultural distinctiveness and differential legal treatment. Then, Chapters V and VI refer to a critical legal analysis of the jurisprudence of the Inter-American Court of Human Rights in connection with indigenous peoples’ land claims, and the role that the element of ‘special relationship with traditional lands’ has played in the recognition of their right to communal property over traditional lands as protected by the American Convention on Human Rights (Article 21 ACHR). In this sense, special attention is given to the interpretative methods applied by the Court, and –in particular– its underlined ontological assumptions.
25

A Story of Law and Incentives: A Comparative Legal Understanding of Corporate Risk and Incentives in Relation to Human Rights Liability

Kaeb, Caroline January 2012 (has links)
This work examines the concept of Corporate Social Responsibility (CSR), particularly corporate human rights responsibility, by telling a “story of law and incentives” in way that fosters a comparative legal understanding of corporate risks and motivational drivers. The 2008 financial crisis has shown that trustworthiness on the part of corporations is indispensable for the sustainable well-being of society and corporate success alike. This reality mandates assessing the current legal and economic system and the incentives that it induces for corporations to ensure that the ‘social contract’ is not unconditional anymore, but rather encourages, induces, and eventually rewards trustworthiness. For this purpose, this work analyses the behavioral economics of legal liability enforcement as an exogenous measure of CSR implementation. The goal is to assess to what extent liability rules across different legal systems are incentive-compatible and affect corporate behavior as predicated under the ‘deterrence theory.’ It fills a troublesome gap in the literature that has not yet tested the ‘deterrence theory’ for legal CSR enforcement. This analysis shows that liability schemes in their current design and structure do not always influence corporate behavior in the desired way, but instead can generate ‘hidden costs’ of legal enforcement and therefore yield non-monotonic and suboptimal compliance results. Applying psychological game theory, it is concluded that, under specific legal regimes (here, corporate tort liability under the U.S. Alien Tort Statute (ATS)), incentives induced by liability enforcement are limited since intrinsic motivation is ‘crowded out.’ It is argued that law is not the only driver for CSR compliance and that it can be effectively complemented by economic self-interest and particularly social norms as endogenous compliance mechanisms. Underlying is the discussion about the tradeoff between personal trust and institutional trust as well as intrinsic and extrinsic motivation in the context of CSR compliance mechanisms. In an effort to map corporate legal risk before domestic courts and corresponding incentives, this work conducts a comparative legal analysis identifying key commonalities and differences between liability schemes for corporate human rights violations in the U.S. and selected European jurisdictions, namely France and Belgium. A civil-criminal divide can be observed, with the U.S. providing for civil human rights redress and European jurisdictions allowing for a ‘partie civile’ claim attached to the principal criminal proceedings. Rather than siding with existing scholarship that those differences are merely a country-specific “translation” into the “language” of the respective legal system, this dissertation illustrates that those differences arise for far more complex reasons. The question addressed focuses on why almost all major litigation against corporations for their overseas human rights performance has been brought in U.S. courts under the ATS, rather than in the courts of their European counterparts. It is concluded that aside from substantive law, differences in procedures (in terms of civil and criminal liability) and legal culture (in terms of a common law and civil law tradition) implicate corporate risk, the victim’s litigation preferences, and the overall effectiveness of the respective liability system in terms of deterrence. A critical look at the apparent supremacy of the ATS in human rights litigation against corporations shows that its immediate appeal to victims’ plaintiffs does not match-up with the long-term deterrence effect in behavioral economics terms. Thus, showcasing the landmark case of Kiobel v. Royal Dutch Petroleum Co. before the U.S. Supreme Court confirms the need for a strict deference to the criminal or civil nature of the proceedings, rather than conflating both concepts interchangeably and at will (as has often been done in ATS jurisprudence). Conflating civil and criminal elements has unintended consequences which undermine the incentive-compatibility of corporate liability under the ATS. Eventually, a paradox emerges: Whereas the European approach is in concept designed to yield incentive-compatible compliance results and is thus superior to the ATS structure, it in practice surrenders to the American approach with its unparalleled procedural rules, which are emblematic of the litigious character of American society. The overall goal of this work has been to move beyond pre-set notions of what lawyers believe does and does not work and present a fresh perspective on the doctrine of corporate liability informed by an empirical approach grounded in behavioral economics. The intent is to create a dialogue and provide a framework to assess the legal order per se (“de jure condito”) in the context of corporate human rights liability that informs normative innovation (“de jure condendo”) for more effective, i.e., incentive-compatible, liability regulation and enforcement in the field of CSR.
26

Forced Labour in International Law and Responsibility of States for Private Actors

Tulli, Filomena Medea 14 June 2024 (has links)
The severity of the phenomenon of forced labour, among other forms of human exploitation, has garnered paramount significance in the context of contemporary socioeconomic changes. For this reason, the present work seeks to address the issue through the lens of international law with two primary objectives. Firstly, to delineate the actual legal status surrounding the prohibition of forced labour and secondly, to clarify the nature of State responsibility for the utilisation of forced labour by private actors. Built upon this foundation, the research unfolds in a tripartite structure. The first chapter is introduced by an historical overview focused on States’ acknowledgement of forced labour alongside abolitionist movements against slavery between the XIX and XX centuries. The overview serves as a basis for an in-depth examination of relevant key international agreements drafted within the League of Nations and later the United Nations, as well as the International Labour Organization, up to the latest developments. The analysis then extends to forced labour provisions enshrined in regional human rights conventions and other pertinent international agreements as well as to the most recent contribution developed within practice of international organisations. The second chapter is divided into two sections. In the first part, the focus lies on the case law on the prohibition of forced labour as interpreted by the International Court of Justice and regional human rights courts. In the subsequent part, examples of national legislation aimed at combating forced labour through corporate accountability are outlined, alongside supranational initiatives aligned with this overarching objective. Drawing from the insights garnered in the preceding chapters, the concluding chapter presents an exploration of the status of the prohibition of forced labour within the framework of international law. This is followed by the analysis of three potential hypotheses aimed at elucidating the nature of State responsibility regarding the employment of forced labour by private actors. On these grounds, the prominence of forced labour in contemporary international law and the critical role of States in addressing it is ultimately unveiled. The outcomes of the work assess if States’ strategies align with the urgency of the issue, suggesting future approaches to effectively tackle forced labour in the actual global landscape.
27

Ex-post Liability Rules in Modern Patent Law

Castro, Rosa Julieta Fiorella Maria <1977> 17 September 2010 (has links)
This doctoral thesis examines the use of liability rules to protect patent entitlements, focusing on a specific type of rule named ex-post since it is applied and designed ex-post by a court or an agency. The research starts from the premise that patents are defined by the legal and economic scholarship as exclusive rights but nevertheless, under certain circumstances there are economic as well as other compelling reasons to transform the exclusiveness of patent rights into a right to receive compensation.
28

O direito internacional do meio ambiente e a aplicação de seus princípios e de suas normas pela empresa / Il diritto internazionale dellambiente e lapplicazione dei suoi principi e le sue regole da parte dellazienda

Leite, Ícaro Demarchi Araujo 07 May 2011 (has links)
A presente dissertação de Mestrado é um estudo sobre a aplicação de normas e princípios do Direito Internacional do Meio Ambiente pela empresa. O estudo inicia-se com o exame da matéria Direito Internacional do Meio Ambiente, perpassa um breve histórico do seu surgimento, seguido da conceituação, a indicação de suas principais fontes e princípios. Após, é analisada a segunda parte do fulcro dessa dissertação, qual seja, o nascimento da empresa moderna. Para tal, foi realizado levantamento histórico sobre o comércio, consequentemente, sobre o Direito Comercial, perpassando pelo conceito econômico e jurídico de comércio, analisando a dicotomia entre Direito Econômico e Direito Comercial. Por fim, foi realizada pesquisa mais aprofundada sobre o surgimento do termo empresa com a delimitação de sua natureza jurídica e conceituação no Direito brasileiro. Em item apartado, foi analisada a conceituação de empresa transnacional, instituição esta de grande relevância para o desenvolvimento do presente estudo. No terceiro capítulo foram analisadas as externalidades positivas e negativas da economia e como essas externalidades se tornaram, por meio do Direito, um custo para a atividade empresarial, especialmente no que concerne ao meio ambiente. Em seguida, realizou-se um levantamento mais detalhado do histórico do Direito Internacional do Meio Ambiente, a partir da Conferência das Nações Unidas sobre o Meio Ambiente Humano de 1972 em Estocolmo. Nesse ponto da dissertação é mais bem visualizado como se deu o surgimento consensual do princípio do desenvolvimento sustentável, sob uma perspectiva direcionada para o alcance desse ponto importante do meio ambiente para o universo empresarial. Por fim, tem-se a análise da aplicação dos princípios e normas do Direito Internacional do Meio Ambiente por parte do universo empresarial, indicando quais são os tipos de recepções possíveis, demonstrando o atual desenrolar da agenda global ambiental, bem como os novos cenários que se descortinam para o desenvolvimento sustentável do Meio Ambiente pelo Direito Internacional. / Questa tesi è uno studio sull\'applicazione delle norme e dei principi del diritto ambientale internazionale da parte della società. Lo studio inizia con un esame della questione in Diritto Internazionale dellAmbientale, passa attraverso una breve storia della loro nascita, seguita dalla concettualizzazione, l\'indicazione delle principali fonti e principi. Dopo, si analizza la seconda parte del nucleo di questa tesi, e cioè la nascita della moderna impresa. A tal fine, abbiamo raccolto i dati storici sul commercio in tal modo il Diritto Commerciale, passando attraverso il concetto giuridico ed economico del commercio, analizzando la dicotomia tra Diritto dell\'Economia e Diritto Commerciale. Infine, abbiamo effettuato ulteriori ricerche sulla nascita dell\'impresa termine con la delimitazione della sua natura giuridica e la concettualizzazione di diritto brasiliano. Nella voce a parte, ha analizzato il concetto di società transnazionali, questa istituzione di grande importanza per lo sviluppo di questo studio. Nel terzo capitolo abbiamo analizzato le esternalità positive e negative dell\'economia e di come queste esternalità è diventato, attraverso la legge, un costo per l\'attività aziendale, soprattutto in relazione all\'ambiente. Dopo, abbiamo effettuato una indagine più approfondita della storia del Diritto Internazionale dellAmbientale dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull\'ambiente umano a Stoccolma nel 1972. A questo punto il lavoro viene meglio visualizzato come se desse l\'aspetto del principio del consenso dello sviluppo sostenibile, una prospettiva rivolta verso il raggiungimento di questo importante aspetto dell\'ambiente per il mondo dellazienda. Infine, si deve analizzare l\'applicazione dei principi e delle norme di Diritto Internazionale per la protezione dell\'ambiente dal mondo delle imprese, indicando quale types di ricevimenti possibile, mostrando le attuali progressi dell\'agenda ambientale globale, cosi come nuovi scenari che si rivelano per lo sviluppo sostenibile del Diritto Internazionale dell\'Ambiente.
29

Dalla guerra giusta alla pace giusta. Etica e pratica del conflitto armato nel sistema internazionale contemporaneo / From Just War to Just Peace. Ethics and Practice of Armed Conflict in the Contemporary International System

AMATO, ALESSANDRA 04 July 2007 (has links)
I cambiamenti verificatisi nel sistema internazionale nel corso degli ultimi anni hanno avuto una profonda incidenza sul dibattito teorico circa l'uso della forza e i conflitti armati. In particolare, il cambiamento che si è avuto nel warfare ha portato a concentrare l'attenzione su due aspetti particolari della guerra, ovvero la sua giustificazione morale e la relazione tra uso della forza e diritto internazionale. Inoltre, rispetto al passato, la fase successiva ai conflitti assume una rilevanza sempre maggiore. Scopo di questo lavoro è, quindi, da un lato analizzare la teoria della guerra giusta in relazione al diritto internazionale e alle sfide poste dall'attuale sistema internazionale, evidenziandone gli elementi teorici più problematici e, dall'altro, delineare gli elementi normativi necessari per una teoria della pace giusta. Se, infatti, la tradizione teorica relativa a ius ad bellum e ius in bello è ben consolidata, i problemi teorici ed empirici che si pongono circa lo ius post bellum sono nuovi e ancora senza risposta. Il lavoro cerca quindi di formulare gli elementi normativi che dovrebbero regolare lo ius post bellum affinché vengano soddisfatti i requisiti di giustizia post-conflittuale Infine, alla luce degli elementi teorici emersi sono stati analizzati tre conflitti che ben si prestano a valutare empiricamente la teoria della guerra giusta, ovvero il primo conflitto in Iraq del 1991, l'intervento in Kosovo del 1999 e il secondo conflitto in Iraq del 2003. / The changes occurred in the international system during the last decade had a deep influence on the theoretical debate about use of force and armed conflicts. In particular, changes in warfare focused attention on two different aspects of war its moral justifiability and the relation between the use of force and international law. Furthermore, the post-conflict phase is becoming more and more important. The aim of this work is twofold: on one hand, to analyse the relationship between Just War Theory and international law and the challenges raising from the new international system, underlining the most problematic aspects from a theoretical point of view. On the other hand, the aim is to sketch some normative elements of Just Peace Theory. If jus ad bellum and jus in bello theories are well-established, there are many theoretical and empirical problems related to jus post bellum Consequently, this work tries to advance some normative elements required to regulate jus post bellum in order to satisfy requirements of post-conflict justice. Finally, in the light of the elements arisen in the theoretical part of the work, three conflicts particularly relevant for Just War Theory are taken into account: the 1991 war in Iraq, the 1999 intervention in Kosovo e and the 2003 conflict in Iraq.
30

L'ACCESSO ALL'ACQUA POTABILE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE / ACCESS TO SAFE AND DRINKABLE WATER IN INTERNATIONAL LAW

DE SOCIO, VALENTINA 21 February 2011 (has links)
La tesi mira a verificare l'effettiva esistenza del diritto umano all'acqua potabile. A questo fine viene studiata l'evoluzione del pensiero giuridico sull'accesso all'acqua potabile attraverso i principali strumenti di soft law, i le posizioni della dottrina e della giurisprudenza. Dal momento che l'accesso all'acqua potabile non compare nelle principali convenzioni dedicate ai diritti umani viene studiato il processo inferenziale che ha portato buona parte della dottrina a sostenere l'esistenza di tale diritto. Una volta individuato una comune definizione di diritto all'acqua, se ne analizzano le componenti, le obbligazioni ad esso relative e i legami tra tale diritto e gli altri diritti umani; a questo proposito viene proposta una breve analisi dell'esistenza di un diritto di accesso a fini agricoli. La conclusione si articola intorno all'ipotesi di un processo consuetudinario di formazione del diritto. Particolare attenzione a questo riguardo è posto sulle opinio iuris degli Stati che si sono espressi sul diritto all'acqua nelle più recenti risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e del Consiglio per i Diritti dell'Uomo. / This thesis aims to investigate the existence of a human right to safe and potable water within the international law. As none of the main covenant related to human rights explicitly mentions the right to water, an inferential process used by doctrine had to be analysed in order to verify whether it was consistent with the purpose of affirming the existence of such a human right. Also main instruments of soft law have been studied. Particularly the latest resolution of the United Nations General Assembly and Human Rights Council have been accurately studied in order to verify the existence of a common "opinio iuris" among States. We consider that today a common opinion has actually emerged and therefore we suggest in conclusion to address a future research on the issue towards the analysis of State practices in order to verify the emerging of a customary right.

Page generated in 0.0891 seconds