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Il concorso apparente di norme nel diritto penale internazionale

Bortoluzzi, Marco January 2018 (has links)
La commissione sistematica o su larga scala dei crimini internazionali non sembra lasciare molto spazio a singole ed isolate violazioni. Il diritto penale internazionale costituisce, per sue caratteristiche intrinseche, luogo del molteplice e della pluralità, in cui il concorso di norme e di reati trova la sua più naturale e logica manifestazione. La ricerca ha ad oggetto il concorso apparente di norme nel diritto penale internazionale e, in particolare, le ipotesi di convergenze normative che si instaurano tra il crimine di genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra così come definiti dallo Statuto di Roma e applicati dalla Corte penale internazionale. Rilevata l’assenza, negli Statuti dei tribunali internazionali, di disposizioni dedicate al concorso di norme, e viste le criticità e insufficienze che emergono dalle soluzioni adottate dalla giurisprudenza, lo studio privilegia un approccio di diritto comparato volto a individuare – se esistono – principi e criteri di soluzione da applicarsi alle ipotesi di convergenza che si verificano tra i crimini codificati all’interno dello Statuto di Roma. L’analisi tiene distinte i casi di concorso intra-categoriale, che ricomprendono le convergenze che si verificano all’interno della stessa categoria di crimine, e le ipotesi di concorso inter-categoriale, avente ad oggetto le convergenze che si verificano tra le diverse categorie di crimini. Sullo sfondo la consapevolezza che qualsiasi strada intrapresa verso la razionalizzazione e semplificazione del concorso di norme deve fare i conti con l’impossibilità di eliminare o annientare a priori il fenomeno della convergenza, in quanto esso è inevitabile.
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Il principio di legalità penale tra ordinamento interno e ordinamento UE: un approccio integrato

Materia, Antonio January 2010 (has links)
Questa tesi ha avuto lo scopo di analizzare, dalla prospettiva penalistica, le possibili novità dell’adesione italiana all’a odierna Unione Europea; più in particolare, le possibili influenze derivanti dall’adesione originaria ai trattati CECA, CEE ed EURATOM, oggi UE, sul principio di legalità penale nazionale e,, quindi,, da più ampia prospettiva sul rapporto tradizionale tra, da un lato, lo Stato e i suoi poteri statuali da un lato e, dall’altro lato , i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini dall’altro lato. Il settore sanzionatorio e quello inerente alla tutela dei diritti fondamentali non sono più, infatti, settori d’esclusiva competenza statale. L’attuale UE è uno Spazio comune di Libertà, Sicurezza e Giustizia, in cui il cittadino italiano è titolare del nuovo status di cittadino europeo e da cui derivano nuove situazioni giuridiche soggettive tali da riscrivere i rapporti tra Stato e Cittadino, tra Autorità e Libertà. Il problema non è stato certamente posto sul tappeto dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e dal relativo riconoscimento di una competenza penale in capo all’ente sopranazionale UE; è piuttosto il prodotto di un processo pluridecennale e articolato in base al quale si sono progressivamente aperte le porte del diritto penale nazionale all’odierna UE. In quest’ottica, nella presente tesi si è optato a favore di un’esposizione diacronica dell’integrazione europea (dai Trattati istitutivi all’entrata in vigore del Trattato di Lisbona) al fine di dimostrare che la lenta ma costante integrazione dell’ordinamento nazionale con quello dell’UE ha avuto l’effetto di rimaneggiare profondamente la portata del principio di legalità penale nazionale. Le tradizionali fasi della formazione, formulazione, interpretazione e applicazione della legge penale non sono più espressione di mere prerogative statali, ma viceversa, vivendo in uno Spazio comune di Libertà, Sicurezza e Giustizia, si sono integrate con l’ente sopranazionale UE. Il diritto (anche penale) è del resto un fenomeno sociale, espressione della società, che muta al cambiare della società.
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Diritto penale industriale: problemi attuali, contorni dogmatici e linee di riforma

Speranza, Barbara January 2009 (has links)
La presente tesi ha lo scopo di ricondurre ad unità la materia, di per sé molto frammentaria, del diritto penale industriale. La trattazione prende le mosse dall’analisi degli strumenti normativi, ormai obsoleti, contenuti nel codice penale a tutela della proprietà intellettuale, per poi analizzare il percorso intrapreso dalla giurisprudenza nazionale che, intravedendo le necessità di tutela promananti dal mondo delle imprese e della proprietà industriale in genere, ha iniziato un percorso ermeneutico finalizzato a dare un volto più efficace alle summenzionate norme codicistiche. Il presente studio affronta poi le modifiche introdotte negli ultimi anni dal legislatore nel settore del diritto penale industriale, cercando di rendere agevole la comprensione anche a chi non abbia familiarità con la tematica industriale e le normative civilistiche ad essa sottese. Infine, si è reso necessario affrontare il ruolo svolto dall’Unione europea nella creazione di strumenti giuridici davvero in grado di promuovere un’efficace lotta alle varie forme di aggressione ai diritti di proprietà intellettuale. Il risultato della presente ricerca mette in evidenza le lacune presenti nel quadro normativo di riferimento, nonché gli spiragli offerti dal nostro ordinamento all’introduzione di norme penali poste a tutela della proprietà intellettuale.
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Prescrizione del reato; tra antica eredità e moderne sfide politico-criminali

Cabezas, Carlos January 2014 (has links)
Questo lavoro ha come obiettivo l’esame dell’istituto della prescrizione del reato, attraverso un’analisi comparata fra tre ordinamenti giuridici (Italia, Germania e Cile) che prende in considerazione anche aspetti di carattere storico e filosofico. La prescrizione del reato si trova davanti ad importanti sfide politico-criminali, dato che è stata oggetto di sospetti e di diffidenze se posta in relazione con i bisogni ed esigenze della comunità. In questo scenario risulta di interesse comparare la realtà attuale della prescrizione con il suo sviluppo storico, al fine di ricostruire il complesso quadro contemporaneo, nel senso di determinare se l’attuale fisionomia della prescrizione sia l’ultima tappa di uno sviluppo “fisiologico” o, invece, una pericolosa fuga dal diritto penale ed un cambiamento dei principi giuspenalistici ereditati dall’Illuminismo. La prospettiva comparata, invece, offre la possibilità di analizzare come la prescrizione concretamente operi, al di là del modo in cui è stata recepita negli ordinamenti e delle dispute dommatiche sul suo fondamento e sulla sua natura. È però la prospettiva della filosofia giuridica l’unica che può offrire qualche risposta alle questioni più complesse dell’istituto in esame. Come punto di partenza pare essere corretta la tesi secondo cui la prescrizione ha un fondamento collegato alla sicurezza giuridica/certezza del diritto ed alla idea di umanità. Tuttavia, sembra necessario specificare la portata ed operatività di questi principi. In questo senso sembra particolarmente problematico il concetto di sicurezza giuridica, intesa come prevedibilità ex ante delle conseguenze giuridiche sfavorevoli.
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Laicità e diritto penale

Manfrini, Giacomo January 2017 (has links)
Scopo del presente studio à ̈ individuare e declinare i possibili àmbiti di interazione tra diritto penale e laicità: tale analisi muoverà, innanzitutto, da una ricerca, a livello definitorio, circa la nozione di “laicità†e circa il (fisiologico) carattere di “vaghezza†che connota il concetto de quo, con la conseguente difficoltà di individuarne un significato, se non unitario, quantomeno condiviso (si ricorrerà, a tal fine, anche ad unâ€TMindagine in chiave comparata). Si procederà quindi ad esaminare il diritto positivo e giurisprudenziale – in primis attraverso la lettura delle sentenze della Corte costituzionale, e della relativa elaborazione della “laicità†in termini di “equidistanza†ed “imparzialità†– ed effettuando poi una ricognizione sulle fonti del diritto penale (dove si registrerà la “crisi†del legislatore penale e la crescente centralità del giudice e della giurisprudenza, anche alla luce dellâ€TMincidenza e dellâ€TMinfluenza esercitata, sul diritto interno, dalle fonti sovranazionali, in particolare dal diritto dellâ€TMUnione europea e dal diritto convenzionale della CEDU). Lo studio si concentrerà sul tentativo di individuare alcune declinazioni di “laicità†nel peculiare àmbito del diritto penale, interrogandosi al contempo sul relativo status della/delle “laicità†, ossia la qualificazione come “carattere†, ovvero come “principio†. Si proporrà una lettura – valorizzando la necessaria (anzi, pretesa) autonomia delle regole che debbono connotarlo (le «regole proprie del diritto penale»), dalle influenze “distorsive†ad opera di agenti “esterni†al diritto penale o al diritto stesso – in termini di “laicità†anzitutto «come metodo», quale frutto di un procedimento dialogico, nella ricerca di (ri)affermare il «fatto» quale “centro gravitazionale†verso cui orientare la politica criminale e lâ€TMattività di interpretazione. Il concetto di “laicità†verrà poi accostato alle condizioni di legittimazione del diritto penale, laicità «come canone politico-criminale» orientato alla individuazione ed allâ€TMaffermazione di un diritto penale che rigetti forme di «paternalismo» e di «moralismo», ed alla concreta dimensione applicativa (interrogandosi sugli spazi della laicità «come ausilio interpretativo»), proponendosi infine unâ€TManalisi di istituti di parte generale e di fattispecie di parte speciale che si presentano (astrattamente e concretamente) idonee al penetrare di istanze “esterne†al diritto penale.
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RESPONSABILITA' PENALE DEGLI OPERATORI DI PROTEZIONE CIVILE PER LE ATTIVITA' DI PREVISIONE, VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO

AMATO, DAVIDE 30 March 2016 (has links)
La ricerca prende spunto dalla recente accresciuta attenzione, da parte della magistratura, all’attività di protezione civile in relazione alla previsione, valutazione e gestione del rischio. Ciò è agevolato dal fatto che l’ordinamento italiano, a fronte del verificarsi di eventi avversi, reagisce usualmente facendo ricorso al diritto penale. Si tratta però di una scelta non priva di conseguenze e che, come già avvenuto in settori affini, quale quello sanitario, rischia di produrre delle significative conseguenze negative, a discapito della stessa efficacia del Sistema di Protezione civile. La prima parte della tesi è così dedicata alla ricognizione del fenomeno della “criminalizzazione” dell’attività di protezione civile e delle conseguenze che ciò ha comportato. Si passa poi all’individuazione delle cause, sia sociologiche, sia giuridiche, che hanno condotto a questo recente, esasperato controllo giudiziale sulla Protezione civile. Nel terzo capitolo è svolta una disamina dei ruoli e compiti della Protezione civile, nonché di alcune sentenze particolarmente rappresentative dei vari orientamenti giurisprudenziali che si sono sviluppati in questo settore. L’ultima parte contiene una ricognizione delle criticità che ancora affliggono l’operato della Protezione civile e che inducono all’adozione di comportamenti difensivi, cui segue l’analisi del progetto di riforma della materia, nonché la formulazione di alcune ulteriori considerazioni personali. / The research has been inspired by the recent increased judicial focus on Civil protection activities. This phenomenon depends on the fact that the Italian legal system reacts to the failure of Civil protection duties essentially by using criminal law. This kind of reaction, as it has already been demonstrated in other cases, such as medical malpractice, has some contraindications, because it leads to defensive behaviours. The first part of the thesis is thus dedicated to the recognition of the judicial focus on civil protection activities and the relevant consequences. Then are studied the factors, both sociological and juridical, which have led to this recent exaggerated judicial control over Civil protection. The third chapter concerns the roles and duties of Italian Civil protection and then are examined some leading cases in this matter. In the last part it is conducted a recognition of the crucial problems that still affects Civil protection and that lead to defensive behaviours. It follows an analysis of the reform project of Civil protection and at last some personal proposal to solve the problem of “defensive civil protection” are given.
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DAL FATTO ALL'AUTORE: PERCORSI DI PERICOLOSITA' SOCIALE

ZULPO, CHIARA 10 March 2017 (has links)
L’oggetto della ricerca attiene alla rilevanza del concetto di pericolosità del soggetto imputabile, autore di reato, nell’ambito del diritto penale e, in particolare, alla centralità che tale nozione assume sia nel tradizionale campo delle misure di sicurezza, sia, in misura crescente, nell’ambito della stessa pena. La ricerca si propone innanzitutto di indagare le origini anche sociali di una prospettiva connessa alla pericolosità del soggetto, in larga parte da attribuirsi all’allarme sociale che il recidivismo legato a determinate tipologie delittuose suscita. Attraverso un’analisi empirica della categoria e delle difficoltà legate al suo accertamento si mettono poi in luce le problematiche che una sua valorizzazione fa emergere, in particolare qualora il rischio di recidiva venga assunto a presupposto di un quantum sanzionatorio ulteriore alla pena, dato dalla misura di sicurezza. Ma numerosi interrogativi sorgono anche dalla constatazione del rilievo che la pericolosità assume all’interno della stessa pena, dove “tipi d’autore”, considerati pericolosi, assumono importanza, in funzione di pura neutralizzazione del soggetto, nell’ambito di fattispecie astratte di reato, di circostanze aggravanti, di percorsi penitenziari peculiari. Dalla prospettiva empirica emerge, infine, il ruolo che la valutazione del rischio di recidiva potrebbe rivestire, se adeguatamente valorizzata, nella creazione di un percorso rieducativo e trattamentale individualizzato e conforme a Costituzione. / The focus of this research is the concept of dangerousness in criminal law and its increasing relevance not only in the context of measures to prevent dangerousness, but also under the penalty deserved for the wrongdoing. The research investigates the origins of the concept to include the social perspective of dangerousness, due to the social alarms that recidivism of certain types of crimes arouses. Empirical analysis of the predictable level of dangerousness identifies and expands on the implications that prediction carries, especially when the risk of recidivism is assumed and increased punishments are applied. Additionally, more questions arise relating to the credence given to the level of dangerousness within the penalty itself. Whenever different types of perpetrators, deemed dangerous, are punished with increased sentences, dangerousness gains relevance, without regard to the mere neutralization of an offender, aggravating factors, or peculiar imprisonment history. Finally, from empirical observations arises the possibility that the risk of recidivism could assume, if adequately considered, the creation of a rehabilitation plan individually tailored and conforming to the Constitution.
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"CAPITALE SOCIALE" E "SVILUPPO UMANO". PROFILI DI RILEVANZA PENALE

LIPAROTI, FEDERICA 23 June 2015 (has links)
Il lavoro è il risultato di una ricerca finalizzata a realizzare una tipica “integrazione tra saperi” (giuridici, empirico-criminologici e filosofico-politici), che si è dedicata particolarmente alla riflessione sulla rilevanza politico-criminale di nozioni ormai ben conosciute e studiate dalle scienze sociali, quali quelle di “capitale sociale” e di “sviluppo umano”. Dopo averne esplorato alcune essenziali corrispondenze con i princìpi della Costituzione italiana (innanzi tutto quelli espressi dall’art. 3), si è dedicata a una ricognizione della giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha applicato tali princìpi in materia penale e processuale-penale, per verificare possibili percorsi ricostruttivi delle categorie penalistiche in grado di valorizzarne significati e contenuti normativi. / The dissertation is the outcome of a research lead according to a method of “knowledge integration” (namely compounding the legal, criminological and political-philosophical fields), which has dealt mainly with “social capital” and “human development”: two highly thought-provoking concepts, widely studied by social sciences. After having pinpointed some parallels thereof in principles of the Italian Constitution (mainly to be found in the art. 3), a set of relevant decisions of the Constitutional Court applying them in criminal cases have been considered. Some hints and proposals are finally advanced in order to improve, aptly through this sort of “constitutional reading” of “social capital” and “human development”, the meaning and possible development of essential conceptual schemes well established in the criminal law.
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La prevenzione del danno da prodotto alimentare: aporie del reato colposo d'evento e modelli di tutela anticipata

RIBOLI, ORESTE 24 February 2011 (has links)
Quali siano i più adeguati strumenti normativi volti ad assicurare un’efficace attività di prevenzione dei rischi alimentari e quali le possibilità di azione di un diritto penale che sia parimenti efficace allo scopo di governare i sempre più complessi processi sociali e legittimato rispetto ai principi, costituiscono gli interrogativi essenziali che la ricerca in oggetto ha inteso affrontare. A riscontro di quest’ultima dichiarazione d’intenti, si è cercato di chiarire innanzitutto i punti di torsione del diritto penale classico, ricostruendo i tratti caratterizzanti il complesso rapporto tra diritto penale tradizionale e Risikogesellschaft, e successivamente di verificare se vi siano spazi per un intervento punitivo che possa coniugare in modo efficace le obiettive aspettative di sicurezza della collettività con le garanzie di un sistema penale moderno. Sono state perciò sottoposte ad attento vaglio critico, in una prospettiva jure condito e condendo, dapprima le nuove tipologie di intervento penale introdotte dal legislatore ed, immediatamente dopo, le principali elaborazioni della scienza penalistica che più di recente si è impegnata a verificare la possibilità di configurare nuovi modelli di illecito di rischio i quali - costruiti in base alle peculiarità delle fenomenologie empiriche di riferimento - rimangano comunque rispettosi dei canoni di costituzionalità. / This academic research wanted to investigate crucial issues involving, on one hand, the most suitable regulatory instruments to foster an effective prevention against food risk and, on the other hand, the opportunities that criminal law has to be effective in leading more and more complex social processes and legittimate. In order to support this statement, firstly, we focused our attention on the most controversial points of the criminal law, pointing out the essential features of the intricate relationship between traditional criminal law and risikogesellschaft; secondly, we tested the opportunity for a penal intervention that could combine, on one hand, social demands for security and, on the other hand, the responsibilities of a modern criminal law. Adopting first a de jure condito perspective and then a de jure condendo approach, we tried to critically assess the most recent measures of penal intervention introduced by the legislator and the main results produced lately by the forensic science on the chance to set new outlines of potential risk that – created according to the features of the empiric phenomenology of reference – still respect the constitutional criteria.
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Reexamining the Role of Incarceration and Stigma in Criminal Law

Escresa - Guillermo, Laarni <1974> 29 November 2011 (has links)
One of the ways by which the legal system has responded to different sets of problems is the blurring of the traditional boundaries of criminal law, both procedural and substantive. This study aims to explore under what conditions does this trend lead to the improvement of society's welfare by focusing on two distinguishing sanctions in criminal law, incarceration and social stigma. In analyzing how incarceration affects the incentive to an individual to violate a legal standard, we considered the crucial role of the time constraint. This aspect has not been fully explored in the literature on law and economics, especially with respect to the analysis of the beneficiality of imposing either a fine or a prison term. We observed that that when individuals are heterogeneous with respect to wealth and wage income, and when the level of activity can be considered a normal good, only the middle wage and middle income groups can be adequately deterred by a fixed fines alone regime. The existing literature only considers the case of the very poor, deemed as judgment proof. However, since imprisonment is a socially costly way to deprive individuals of their time, other alternatives may be sought such as the imposition of discriminatory monetary fine, partial incapacitation and other alternative sanctions. According to traditional legal theory, the reason why criminal law is obeyed is not mainly due to the monetary sanctions but to the stigma arising from the community’s moral condemnation that accompanies conviction or merely suspicion. However, it is not sufficiently clear whether social stigma always accompanies a criminal conviction. We addressed this issue by identifying the circumstances wherein a criminal conviction carries an additional social stigma. Our results show that social stigma is seen to accompany a conviction under the following conditions: first, when the law coincides with the society's social norms; and second, when the prohibited act provides information on an unobservable attribute or trait of an individual -- crucial in establishing or maintaining social relationships beyond mere economic relationships. Thus, even if the social planner does not impose the social sanction directly, the impact of social stigma can still be influenced by the probability of conviction and the level of the monetary fine imposed as well as the varying degree of correlation between the legal standard violated and the social traits or attributes of the individual. In this respect, criminal law serves as an institution that facilitates cognitive efficiency in the process of imposing the social sanction to the extent that the rest of society is boundedly rational and use judgment heuristics. Paradoxically, using criminal law in order to invoke stigma for the violation of a legal standard may also serve to undermine its strength. To sum, the results of our analysis reveal that the scope of criminal law is narrow both for the purposes of deterrence and cognitive efficiency. While there are certain conditions where the enforcement of criminal law may lead to an increase in social welfare, particularly with respect to incarceration and stigma, we have also identified the channels through which they could affect behavior. Since such mechanisms can be replicated in less costly ways, society should first try or seek to employ these legal institutions before turning to criminal law as a last resort.

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