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Drogas: falência do proibicionismo e alternativas de política criminal / Sulle drogues fallimento del proibizionismo ed alternative di politica criminale

Taffarello, Rogerio Fernando 18 May 2009 (has links)
O presente trabalho analisa a evolução das relações entre drogas e seres humanos e seu estatuto jurídico, com ênfase na emergência do modelo político proibicionista durante o século XX. Critica a imposição desse modelo ao mundo, por sua ilegitimidade mesma e por suas desastrosas conseqüências jurídicas e sociais. Na busca de uma alternativa ao proibicionismo, examina modelos políticos e textos legislativos de países mais avançados na matéria, a fim de sugerir um novo paradigma jurídico e político de regulação de drogas ao Brasil. / Il presente lavoro analizza levoluzione delle relazioni tralle drogue ed esseri umani ed il suo statuto legale, con enfasi sulo sviluppo del modello politico proibizionista durante il Novecento. Il lavoro critica limposizione di questo modello al mondo, per la sua illegitimità stessa e per le sue disastroese conseguenze giuridiche e sociali. In cerca di una alternativa al proibizionismo, discute modelli politici e texti legali di paesi più avanzati nel tema, affinché proponga un nuovo paradigma giuridico e politico di controllo di drogue al Brasile.
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Perfil do estelionato contratual no ordenamento jurídico-penal brasileiro / Profilo della truffa contrattuale nell\'ordinamento giuridico penale brasiliano

Loureiro, Antônio Carlos Tovo 24 March 2015 (has links)
A presente tese de doutoramento busca analisar a conformação do estelionato contratual no Direito Penal brasileiro. Esta análise será quadripartida: são apresentados os elementos normativos do estelionato convencional, em especial o elemento subjetivo do tipo e o bem jurídico tutelado; são delineados alguns elementos da teoria dos contratos, os quais serão utilizados para identificar os deveres contratuais em determinados eventos de fraudes; demonstrado suficientemente o marco teórico, propõe-se a formatação do estelionato contratual no ordenamento jurídico-penal, a partir das lições extraídas das jurisprudência espanhola e italiana; por fim, são examinadas decisões judiciais de Cortes brasileiras, pretendendo-se encontrar problemas na aplicação da figura delitiva, encerrando-se com algumas propostas oriundas da filosofia do Direito. O principal objetivo da tese é, por meio do aprofundamento teórico da modalidade denominada estelionato contratual, a partir das lições de Direito comparado, assimilar criticamente a categoria na tessitura jurídico-criminal brasileira, com vistas a incrementar o grau de coerência nas decisões dos operadores legais. / La presente tese di dottorato ricerca la conformazione della truffa contrattuale nel diritto penale brasiliano. Questa analisi sarà quadripartita: sono appresentati i elementi normativi della truffa convenzionale, in speciale il elemento soggettivo della fattispecie e il bene giuridico tutelato; sono delineati alcuni elementi della teoria dei contratti, i quali saranno utilizzati per identificare i doveri contrattuali in determinati eventi di frode; dimostrato sufficientemente il marco teorico, è suggerita la formattazione della così detta truffa contrattuale nellordinamento giuridico, con basi nella giurisprudenza della Suprema Corte spagnola e della Corte di Cassazione italiana; per fine, sono esaminati decisioni delle Corti brasiliani, aspettandosi trovare problemi nella applicazione della fattispecie. Si cerca di concludere con alcuni prospettive oriunde della filosofia del diritto. Il principale oggettivo della tese è, per mezzo dellapprofondimento dogmatico della modalità denominata truffa contrattuale, a partire delle lezioni del diritto comparato, promuovere la assimilazione critica della categoria nella tessitura giuridico criminale brasiliana, aspettando incrementare il grado di coerenza nelle decisioni degli operatori legali.
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CONOSCIBILITA' DEL PRECETTO PENALE COME AFFERRABILITA' DELL'OFFESA. UN'ANALISI DOGMATICA E POLITICO-CRIMINALE

ROTOLO, GIUSEPPE 29 January 2009 (has links)
La ricerca si propone di approfondire il tema della conoscibilità del precetto penale sotto il particolare profilo della percezione dell’offesa corrispondente al tipo di illecito. L’indagine è suddivisa in tre parti. La prima parte si occupa di ricostruire storicamente la disciplina dell’ignoranza della legge e di inquadrarne i contenuti rispetto al sistema penale. Particolare attenzione viene dedicata alla “storica” sentenza della Corte costituzionale, n. 364 del 1988 e ai suoi riflessi sull’ordinamento. Nella seconda parte, si è cercato di tracciare un collegamento tra il principio di colpevolezza e quello di offensività, con specifico riferimento alla conoscibilità del precetto. La ricerca si sviluppa in due prospettive: quella dogmatica e quella politico-criminale. In primo luogo, il tema della coscienza dell’offesa è stato approfondito in relazione agli elementi del reato; successivamente, si è cercato di definire una prospettiva politico-criminale che valorizzi la percezione del disvalore penale del fatto, quale condizione necessaria alla conoscibilità del precetto, da cui derivare un criterio selettivo per la legislazione in materia penale. La terza parte è stata dedicata alla verifica delle indicazioni ricavate dall’indagine rispetto all’ambito disciplinare rappresentato dalla tutela penale dell’ambiente. Sono stati evidenziati i profili di criticità della disciplina rispetto ai principi di offensività e di colpevolezza, con particolare riferimento alle occasioni in cui sembri essere compromessa la certezza del diritto. La scelta dello specifico ambito disciplinare, cui rivolgere l’approfondimento dipende proprio dalla povertà delle fattispecie in materia ambientale sotto il profilo dell’offesa. Pertanto, sulla base di questo assunto, l’indagine ha cercato di trarre conferme all’impostazione di fondo della ricerca, in relazione sia alla definizione del bene giuridico “ambiente”, sia alle modalità di tutela più frequenti. In conclusione, sono state proposte alcune indicazioni che consentano di offrire alla materia ambientale una tutela che garantisca l’afferrabilità dell’offesa e, quindi, la conoscibilità del precetto. Considerando questo requisito essenziale ai fini del rispetto dei principi su cui l’ordinamento penale è fondato, è stata valutata l’opportunità di ricorrere a forme di tutela diverse e, in particolare, a quella amministrativa, quando tale condizione non risulti rispettata. / The thesis is aimed at studying the theme of knowledge about criminal norm particularly concerning the perception of offense correspondent to the types of wrongdoing. The enquiry has been divided into three parts. Firstly it has been examined, with a historical prospective, the discipline of ignorance of law, focusing on its contents with regard to the criminal justice system. Particular attention has been paid to the historical sentence of the Constitutional Court n. 364 of the 1988 and to the effects of such a paramount decision into the criminal justice system. The second part has been dedicated to draw a connection between culpability and harm principle, with particular concern to limiting the application of criminal law. The research has developed into two perspectives: a dogmatic one and one of criminal policy. Primarily, it has considered the key point of the knowledge of the offense as regards to the elements of the crime; subsequently, it has meant to define a criminal policy perspective that enhances the perception of the criminal disvalue of the fact as a necessary condition to the knowledge of the criminal norm from which drawn a selective criterion for penal legislation. Lastly, the study has been centred upon the criminal implications deriving from the violation of the environmental law, which is characterized, in Italy, by the uncertainty of the discipline due also to the intangibility of the offence. The dissertation has intended to highlight some critical profiles of the regulation in respect to the harm principle and the principle of culpability; specifically, it has delved into the situations where the certainty of law appeared to be compromise. The option for such a specific area of legislation depends on the deficiency that distinguishes these cases of the environmental legislation from the point of view of the harm. Furthermore, related to this, the enquiry has attempted to gain some confirmations on this statement of the problem. Both the definition of the environmental interest and the most frequent techniques of safeguard have been object of a close examination. In conclusion, this thesis intends to offer some indications concerning the environmental matter about a system of safeguard which guarantees the perception of the harm and, thus, the knowledge of the criminal norm. Considering this requirement as an essential one for the sake of the principles of criminal justice system, this research has been evaluating the opportunity to have recourse to different kinds of legal safeguards, like an administrative one, in particular, when the condition expressed above appear not to be accomplished.
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TUTELA DEL SENTIMENTO RELIGIOSO E REATI CULTURALMENTE ORIENTATI. IL DIRITTO PENALE E IL CONFINE DEL MULTICULTURALISMO / PROTECTION OF RELIGIOUS SENTIMENT AND CULTURAL OFFENCES. CRIMINAL LAW AND THE BORDER OF MULTICULTURALISM

PROVERA, ALESSANDRO 27 February 2012 (has links)
L’ordinamento giuridico e il diritto penale non possono rimanere estranei alle dinamiche del multiculturalismo, per poter garantire effettivamente la pacifica convivenza. Il sentimento religioso e quello di appartenenza culturale, che sono modalità cognitive e presupposti per la formazione identitaria, caratterizzano la società multiculturale e plurireligiosa. L’analisi di tali sentimenti in rapporto con i principi dell’ordinamento liberale e del diritto penale, come elaborati dalla dottrina italiana e tedesca, dimostra la loro tutelabilità a livello penale. Sul versante sanzionatorio lo studio giunge per tali reati a prevedere un percorso di restorative justice. Il diritto penale deve affrontare anche il problema dei reati che sono orientati dall’appartenenza culturale (cultural offence) o religiosa. Nell’esperienza statunitense il reato culturalmente orientato è stato disciplinato mediante la cultural defense, ovvero l’applicazione di diversi istituti di diritto positivo in funzione attenuante o di esclusione della responsabilità. Il presente lavoro si propone di individuare i caratteri essenziali di una riforma legislativa per attribuire riconoscimento all’orientamento culturale o religioso nelle categorie del diritto penale italiano. Elemento essenziale in questa valutazione è la considerazione dell’orientamento culturale o religioso come una delle finalità proprie dell’ordinamento, caratteristica che permette di valutare l’illiceità dei reati culturalmente o religiosamente orientati. / The legal system and criminal law can not remain strangers to the dynamics of multiculturalism, if they want to effectively ensure the peaceful coexistence. The feeling of religious and cultural belonging, which is both a cognitive procedure and a prerequisite for the formation of identity, does characterize multicultural and multireligious society. This feeling has been considered in relation with the principles of the liberal legal system and of the criminal law, as developed by the Italian and German doctrine. The research has shown that it can be protected by criminal law itself. From the sanctionatory point of view the analysis leads to deem appropriate paths of restorative justice. Criminal law also needs to face the problem represented by crimes which are caused by cultural or religious affiliation (so called cultural offences). The American experience has dealt with such crimes through the so called cultural defences. This means that various institutions of positive law are used in order to mitigate or even exclude liability. This work aims to identify the essential characteristics of a legislative reform in order to give recognition, within the categories of Italian criminal law, to the cultural or religious orientation. An essential element in this evaluation is the consideration of the cultural orientation or religious order as one of the true purposes of the legal system, which would help to assess the wrongfulness of crimes which are culturally or religiously oriented.
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FATTI ILLECITI E «IRREGOLARITA'» NEI PROCEDIMENTI ADOTTIVI

IBBA, CRISTINA 01 March 2010 (has links)
La ricerca si propone di approfondire il tema delle “irregolarità” nelle procedure di adozione internazionale. Questa espressione è utilizzata dalla normativa nazionale di settore, con particolare riferimento all’attività degli enti autorizzati allo svolgimento delle procedure di adozione di minori stranieri. Con questo elaborato si è cercato di ricostruire una nozione di “irregolarità” più ampia di quella presente nella legislazione vigente, privilegiando un approccio interdisciplinare. Lo scritto si apre con una prospettiva storica delle “irregolarità”, ovvero della morfologia che esse hanno assunto nel corso del tempo, in relazione alla disciplina vigente nel nostro Paese a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. Il cuore dell’elaborato è dato dalla presentazione delle “irregolarità”, comprendenti sia alcune illiceità di natura penale ed amministrativa che le criticità della prassi. Chiude l’indagine l’illustrazione di alcune buone pratiche di prevenzione delle “irregolarità” nelle procedure di adozione internazionale e di proposte de iure condendo della disciplina vigente. Particolare attenzione è stata posta al tema della riforma dei delitti in materia di adozione, disposizioni rimaste sostanzialmente disapplicate dagli anni Ottanta ad oggi. / The research aims to delve into “irregularities” in the procedures of the International adoption. The previous mentioned phrase is used in the National specific provisions in reference to activities carried out by accredited bodies, entitled to apply adoption procedures of foreign minors. The thesis is an attempt to reconstruct a broader notion of “irregularity” than those one in the legislation in force, favoring an interdisciplinary approach. Firstly, the dissertation offers an historical perspective on “irregularities”, or rather upon the morphology which they have assumed for years, referring to the discipline which has been in force in Italy since the Sixties of the Twentieth Century. The gist of the thesis is the presentation of such “irregularities”, including both some criminal, administrative, unlawfulness and criticality in standard procedures. Finally, the research presents some good practices in order to prevent such “irregularities” in the International adoption procedures, as well as some de iure condendo proposals of the legislation in force. A specific attention has been paid to the matter of the reform of crimes of adoption, or rather disposals that basically has ceased to be applied since Eighties in the Twentieth Century.
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Interessi finanziari e diritto sanzionatorio comunitario

Gil Soriano, Alberto <1983> 03 April 2009 (has links)
L’oggetto della presente tesi di ricerca è l’analisi della situazione attuale della protezione degli interessi finanziari delle Comunità Europee, oltre che le sue prospettive di futuro. Il lavoro è suddiviso in due grandi parti. La prima studia il regime giuridico del Diritto sanzionatorio comunitario, cioè, la competenza sanzionatoria dell’Unione Europea. Questa sezione è stata ricostruita prendendo in considerazione i precetti normativi del Diritto originario e derivato, oltre che le principali sentenze della Corte di Giustizia, tra cui assumono particolare rilievo le sentenze di 27 ottobre 1992, Germania c. Commissione, affare C-240/90 e di 13 settembre 2005 e di 23 ottobre 2007, Commissione c. Consiglio, affari C-176/03 e C-440/05. A questo segue l’analisi del ruolo dei diritti fondamentali nell’ordinamento comunitario, così come la rilevanza della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il secondo capitolo si sofferma particolarmente sullo studio delle sanzioni comunitarie, classificandole in ragione della loro natura giuridica alla luce anche dei principi generali di legalità, di proporzionalità, di colpevolezza e del non bis in idem. La seconda sezione sviluppa un’analisi dettagliata del regime giuridico della protezione degli interessi finanziari comunitari. Questa parte viene costruita indagando tutta l’evoluzione normativa e istituzionale, in considerazione anche delle novità più recenti (ad esempio, l’istituzione del Pubblico Ministero Europeo). In questo contesto si definisce il contenuto del concetto di interessi finanziari comunitari, dato che non esiste un’analoga definizione comunitaria della fattispecie. L’attenzione del dottorando si concentra poi sulla Convenzione avente ad oggetto la tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee e i regolamenti del Consiglio n. 2988/95 e 2185/96, che costituiscono la parte generale del Diritto sanzionatorio comunitario. Alla fine si esamina la ricezione della Convenzione PIF nel Codice Penale spagnolo e i principali problemi di cui derivano. L’originalità dell’approccio proposto deriva dell’assenza di un lavoro recente che, in modo esclusivo e concreto, analizzi la protezione amministrativa e penale degli interessi finanziari della Comunità. Inoltre, la Carta Europea di Diritti Fondamentali e il Trattato di Lisbona sono due grandi novità che diventeranno una realtà tra poco tempo.
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LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA

GRECO, ELIANA 13 April 2018 (has links)
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina. / This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
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Obrigação constitucional de descriminalizar (uma análise do bem jurídico-penal)

Pelarin, Evandro [UNESP] 07 June 2001 (has links) (PDF)
Made available in DSpace on 2014-06-11T19:24:14Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2001-06-07Bitstream added on 2014-06-13T20:27:05Z : No. of bitstreams: 1 pelarin_e_me_fran.pdf: 413140 bytes, checksum: 1b73c9e2079cf3643b06c7ff46dd6595 (MD5) / Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP) / La legislazione criminale è più vasta che i valori costituzionali i quali hanno bisogno di tutela penale. Il bene giuridico rivela la mancanza di corrispondenza. La ricerca presenta la storia del bene giuridico e propone la necessità di ritornnare alle concezioni liberali, in grado di condizionare la legge alle prescrizioni costituzionali. / A legislação criminal é mais ampla do que os valores constitucionais que carecem da tutela penal. O bem jurídico revela essa falta de correspondência. A pesquisa apresenta a história do bem jurídico e a necessidade de resgatar as concepções liberais, capazes de condicionar a lei aos ditames constitucionais.
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Il ruolo delle Corti Supreme latinoamericane nello sviluppo del diritto penale internazionale: tendenze giurisprudenziali nella ricostruzione delle fattispecie incriminatrici

Maculan, Elena January 2012 (has links)
Le Corti Supreme latinoamericane svolgono un ruolo protagonista nell’evoluzione del diritto penale internazionale. La loro giurisprudenza sembra riproporre e confermare una tendenza di portata più ampia, che interessa il diritto penale lato sensu, ad accrescere sempre più il ruolo dei giudici nella funzione propriamente normopoietica, fino a trasformarlo in un vero e proprio protagonismo giudiziario. Al tempo stesso, su tale fenomeno si innestano fattori nuovi, che derivano in parte dai tratti peculiari del diritto penale internazionale, nuovo spazio giuridico di natura ibrida e reticolare, in parte dalla specificità del contesto latinoamericano, reduce da atroci esperienze di criminalità di Stato ed impegnato in un processo di transizione e nella risoluzione dei dilemmi che esso pone. La necessità di misurarsi con i crimini commessi dai passati regimi dittatoriali e di superare una serie di ostacoli – quali la prescrizione e l’esistenza di disposizioni di amnistia - che impedivano la persecuzione penale dei loro responsabili hanno indotto i giudici latinoamericani a sviluppare dei percorsi argomentativi assai originali. In questo senso, la sussunzione dei fatti nelle fattispecie penali internazionali ha fornito uno strumento essenziale, poiché ad essa consegue l’applicazione del c.d. regime speciale che disciplina tali crimini, e che consente appunto di aggirare gli ostacoli temporali e di natura beneficiale summenzionati. Di conseguenza, gli organi giudiziari hanno maturato differenti percorsi ermeneutici che, mediante un’interpretazione estensiva – al limite della forzatura – degli elementi tipici o delle fonti normative, permettano un ampliamento della portata delle fattispecie penali internazionali e della disciplina loro applicabile. Accanto a questa tendenza interpretativa espansiva se ne manifesta un’altra di segno opposto, che mira a meglio precisare i contorni delle fattispecie penali internazionali o a ridurre le distanze che ancora permangono tra la norma che le tipizza all’interno dei vari ordinamenti nazionali e la corrispondente definizione internazionale, contribuendo in tal modo alla loro progressiva armonizzazione. L’impatto provocato da queste tendenze giurisprudenziali, più intenso quando proviene dalle Corti Supreme – per effetto della loro speciale autorità persuasiva e, dove prevista, della loro efficacia vincolante -, è destinato a ripercuotersi anche oltre i confini del continente latinoamericano, grazie al fenomeno di circolazione giurisprudenziale e di cross-fertilization, lasciando presagire la formazione di un nuovo ordine mondiale.
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La repressione all'epoca delle passioni tristi

Macillo, Alessandra January 2017 (has links)
La presente tesi di dottorato ha lo scopo di indagare circa il fondamento della potestà punitiva che accomuna le tendenze di politica criminale post-moderne. Queste ultime, infatti, nonostante gli ampi approfondimenti, non hanno trovato ancora un unico paradigma entro il quale ricondursi: in queste pagine, perciò, si proporrà il soggettivismo punitivo, quale chiave di lettura giusfilosofica di tali tendenze. A tal fine, seguendo le diverse fasi del pensiero giuridico occidentale, si tenta innanzitutto di individuare una corrispondenza tra la concezione di diritto e metodo giuridico, da un lato, e l’autorappresentazione filosofica dell’uomo, dall’altro. Si arrivano così a delineare due modelli opposti di diritto penale, che rimandano ciascuno ad uno specifico fondamento della potestà punitiva: da un lato, il modello liberale di carattere oggettivista, che riposa su una concezione dell’uomo quale soggetto autonomo, capace di autodeterminazione; dall’altro, il paradigma soggettivista di stampo autoritario, in cui sembra prevalere un processo di reificazione dell’uomo, che, pur interessando l’intero corpo sociale, ha risvolti particolarmente drammatici per i soggetti coinvolti nel sistema punitivo. Al fine di individuare gli elementi caratterizzanti del soggettivismo punitivo, si passa, dunque, a studiarne alcune manifestazioni storiche: l’animismo, la concezione teocratica del diritto e la teoria dei tipi di autore nazionalsocialista. La struttura che se ne ricava funge da modello per inquadrare le tre correnti post-moderne che si è scelto di prendere ad esame e che presentano le medesime caratteristiche: il diritto penale del nemico, la criminologia mediatica e il diritto penale simbolico. Oggettivismo e soggettivismo punitivo si presentano, così, come categorie ermeneutiche funzionali a svelare la concezione filosofica sottesa alle tendenze politico-criminali. Il collegamento tra la concezione dell’uomo e la legittimazione della potestà punitiva giunge, dunque, a rivelare che le odierne deviazioni rispetto al modello oggettivista non rappresentano delle mere alterazioni aleatorie, bensì tradiscono una concezione dell’uomo e della società strutturalmente incompatibile con quella alla base del modello garantista: in esse si riflette in tutta la sua portata la crisi di valori di un’epoca dalle passioni tristi.

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