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FRANCESCO PLATONE DE' BENEDETTI E GIOVANNI ANTONIO DE' BENEDETTI (1482-1512), OVVERO LA TIPOGRAFIA BOLOGNESE A CAVALLO FRA XV E XVI SECOLO. CATALOGO CULTURALE E MERCATO LIBRARIO A CONFRONTO

GATTI, ELENA 19 March 2015 (has links)
Il lavoro ha indagato alcuni aspetti del primo trentennio di vita dell'officina tipografica bolognese fondata da Francesco Platone de' Benedetti (1482-1496), focalizzandosi in particolare sulla produzione del primo erede, il nipote Giovanni Antonio (1499-1512), sui rispettivi cataloghi culturali e, infine, sul mercato librario bolognese a cavallo fra il XV e il XVI secolo. Tre i punti nodali della ricerca: 1) la rappresentazione del circuito intellettuale che gravitò attorno ai due de’ Benedetti, con particolare attenzione per i curatori editoriali; 2) l’accertamento delle edizioni sine notis ancora da attribuire in via definitiva a Francesco de’ Bendetti, per una comparazione credibile dei cataloghi di zio e nipote e per comprendere, fin dove possibile, le logiche commerciali che Francesco progettava per la sua azienda; 3) un’analisi del progetto culturale di Francesco de' Benedetti basandosi sul suo inventario di magazzino, da cui si evincono: il pubblico cui l’officina mirò, le coordinate (geografiche e culturali) del mercato del libro a Bologna sullo scorcio del secolo XV, i confini del network commerciale in cui Platone de’ Benedetti seppe inserire la sua impresa. / The research has investigated some aspects of the first three decades of the bolognese typography founded by Francesco Platone de 'Benedetti (1482-1496), focusing, in particular, on the production of the first heir, his nephew Giovanni Antonio (1499-1512), on their cultural catalogs and, finally, on the book trade in Bologna between Fifteenth and Sixteenth centuries. Three key points of the research: 1) the representation of the intellectuals (their life, their work) gravitated around the typography, with particular attention to the editors; 2) analysis of the sine notis editions still attributed to Francesco Benedetti, for a comparison of the catalogs of uncle and nephew, and to understand, as far as possible, the commercial logic Francesco was planning for his business; 3) an analysis of Francesco Benedetti's cultural project, based on his famous shop inventory, from which can be deduced: the custumers the typography aimed to, geographical and cultural coordinates of the book trade in Bologna at the turn of the XV century, the shape of the commercial network in which Francesco de 'Benedetti entered his business.
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Artemisia Gentileschi : trajetória, gênero e representações do feminino (1610-1654)

Tedesco, Cristine January 2018 (has links)
La presente tesi di dottorato ha come obiettivo centrale quello di comprendere come la pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1654) si è inserita ed ha svolto il suo lavoro in alcune delle città europee dove c’erano più finanziamenti per le arti plastiche, come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, e Londra nella prima metà del XVII secolo, e quello di analizzare le varie costruzioni di sé e le rappresentazioni del femminile nelle sue corrispondenze epistolari e nella sua opera pittorica. A questo fine, saranno utilizzate fonti scritte, che ci permettono di indagare sulla traiettoria di vita di Artemisia, sul suo lavoro come pittrice in diverse aree della penisola italiana e dell’Europa; e fonti visuali, che mostrano la dimensione della sua opera pittorica in generi diversi, come per esempio i temi della tradizione veterotestamentaria, storici, mitologici, ritratti, autoritratti. Le fonti rivelano la permanenza di Artemisia in diversi spazi di consumo delle immagini, in ritagli di regno, vice regni, ducati, repubbliche, così come in luoghi gestiti da figure ecclesiastiche e tra rilevanti collezionisti privati con i quali negoziò. In questo senso, l’utilizzo dei concetti di rappresentazione e di genere furono cardinali per la tesi e contribuirono ad evidenziare il dialogo della pittrice con la cultura dell’epoca ed il suo lascito nella storia dell’arte/pittura, così come i conflitti messi in moto dall’artista di fronte alle questioni di genere vigenti al tempo. / A presente tese de doutorado tem como objetivo central entender como a pintora Artemisia Gentileschi (1593-1654) se inseriu e atuou em algumas das cidades europeias em que mais havia o financiamento das artes plásticas, como Roma, Florença, Veneza, Nápoles e Londres, na primeira metade do século XVII; e analisar as construções de si e representações do feminino em suas correspondências e em sua obra pictórica. Para tal, utilizamos fontes escritas, que nos permitiram problematizar a trajetória de vida de Artemisia, assim como sua atuação como pintora em diferentes regiões da península italiana e da Europa; e fontes visuais, que dão a ver a dimensão de sua obra em diferentes gêneros, a exemplo dos temas da tradição veterotestamentária, históricos, mitológicos, retratos e autorretratos. As fontes revelam a permanência de Artemisia em diferentes espaços de consumo de imagens, em cortes de reinos, vice-reinos, ducados e repúblicas, bem como nos lugares administrados por figuras do clero e entre relevantes colecionadores particulares com os quais negociou. Nesse sentido, os usos dos conceitos de representação e gênero foram norteadores para a tese e contribuíram para evidenciar os diálogos da pintora com a cultura de sua época e seu legado para a história da arte/pintura, bem como os embates travados pela artista frente às questões de gênero vigentes em seu tempo. / The main objective of this doctoral thesis is to understand how the painter Artemisia Gentileschi (1593-1654), in the first half of the 17th century, was inserted and acted in some of the European cities where there was more financing of plastic arts, such as Rome, Florence, Venice, Naples and London; and analyze the constructions of self and representations of the feminine in her correspondence and pictorial work. For that, we used written sources, which allowed us to problematize the life trajectory of Artemisia, her work as a painter in different regions of the Italian peninsula and Europe; and visual sources, which make it possible to visualize the dimension of her pictorial work in different genres, such as the themes of the Old Testament tradition, historical, mythological, portraits and self-portraits. The sources reveal the permanence of Artemisia in different spaces of consumption of images, courts of kingdoms, viceroys, duchies, republics, as well as in the places administered by figures of the clergy and among the relevant private collectors with whom she negotiated. In this sense, the uses of the concepts of representation and gender were guiding the thesis and contributed to highlight the dialogues of the painter with the culture of her time and her legacy to the history of art / painting, as well as the clashes waged by the artist regarding the gender issues in force in her time.
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Artemisia Gentileschi : trajetória, gênero e representações do feminino (1610-1654)

Tedesco, Cristine January 2018 (has links)
La presente tesi di dottorato ha come obiettivo centrale quello di comprendere come la pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1654) si è inserita ed ha svolto il suo lavoro in alcune delle città europee dove c’erano più finanziamenti per le arti plastiche, come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, e Londra nella prima metà del XVII secolo, e quello di analizzare le varie costruzioni di sé e le rappresentazioni del femminile nelle sue corrispondenze epistolari e nella sua opera pittorica. A questo fine, saranno utilizzate fonti scritte, che ci permettono di indagare sulla traiettoria di vita di Artemisia, sul suo lavoro come pittrice in diverse aree della penisola italiana e dell’Europa; e fonti visuali, che mostrano la dimensione della sua opera pittorica in generi diversi, come per esempio i temi della tradizione veterotestamentaria, storici, mitologici, ritratti, autoritratti. Le fonti rivelano la permanenza di Artemisia in diversi spazi di consumo delle immagini, in ritagli di regno, vice regni, ducati, repubbliche, così come in luoghi gestiti da figure ecclesiastiche e tra rilevanti collezionisti privati con i quali negoziò. In questo senso, l’utilizzo dei concetti di rappresentazione e di genere furono cardinali per la tesi e contribuirono ad evidenziare il dialogo della pittrice con la cultura dell’epoca ed il suo lascito nella storia dell’arte/pittura, così come i conflitti messi in moto dall’artista di fronte alle questioni di genere vigenti al tempo. / A presente tese de doutorado tem como objetivo central entender como a pintora Artemisia Gentileschi (1593-1654) se inseriu e atuou em algumas das cidades europeias em que mais havia o financiamento das artes plásticas, como Roma, Florença, Veneza, Nápoles e Londres, na primeira metade do século XVII; e analisar as construções de si e representações do feminino em suas correspondências e em sua obra pictórica. Para tal, utilizamos fontes escritas, que nos permitiram problematizar a trajetória de vida de Artemisia, assim como sua atuação como pintora em diferentes regiões da península italiana e da Europa; e fontes visuais, que dão a ver a dimensão de sua obra em diferentes gêneros, a exemplo dos temas da tradição veterotestamentária, históricos, mitológicos, retratos e autorretratos. As fontes revelam a permanência de Artemisia em diferentes espaços de consumo de imagens, em cortes de reinos, vice-reinos, ducados e repúblicas, bem como nos lugares administrados por figuras do clero e entre relevantes colecionadores particulares com os quais negociou. Nesse sentido, os usos dos conceitos de representação e gênero foram norteadores para a tese e contribuíram para evidenciar os diálogos da pintora com a cultura de sua época e seu legado para a história da arte/pintura, bem como os embates travados pela artista frente às questões de gênero vigentes em seu tempo. / The main objective of this doctoral thesis is to understand how the painter Artemisia Gentileschi (1593-1654), in the first half of the 17th century, was inserted and acted in some of the European cities where there was more financing of plastic arts, such as Rome, Florence, Venice, Naples and London; and analyze the constructions of self and representations of the feminine in her correspondence and pictorial work. For that, we used written sources, which allowed us to problematize the life trajectory of Artemisia, her work as a painter in different regions of the Italian peninsula and Europe; and visual sources, which make it possible to visualize the dimension of her pictorial work in different genres, such as the themes of the Old Testament tradition, historical, mythological, portraits and self-portraits. The sources reveal the permanence of Artemisia in different spaces of consumption of images, courts of kingdoms, viceroys, duchies, republics, as well as in the places administered by figures of the clergy and among the relevant private collectors with whom she negotiated. In this sense, the uses of the concepts of representation and gender were guiding the thesis and contributed to highlight the dialogues of the painter with the culture of her time and her legacy to the history of art / painting, as well as the clashes waged by the artist regarding the gender issues in force in her time.
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Artemisia Gentileschi : trajetória, gênero e representações do feminino (1610-1654)

Tedesco, Cristine January 2018 (has links)
La presente tesi di dottorato ha come obiettivo centrale quello di comprendere come la pittrice Artemisia Gentileschi (1593-1654) si è inserita ed ha svolto il suo lavoro in alcune delle città europee dove c’erano più finanziamenti per le arti plastiche, come Roma, Firenze, Venezia, Napoli, e Londra nella prima metà del XVII secolo, e quello di analizzare le varie costruzioni di sé e le rappresentazioni del femminile nelle sue corrispondenze epistolari e nella sua opera pittorica. A questo fine, saranno utilizzate fonti scritte, che ci permettono di indagare sulla traiettoria di vita di Artemisia, sul suo lavoro come pittrice in diverse aree della penisola italiana e dell’Europa; e fonti visuali, che mostrano la dimensione della sua opera pittorica in generi diversi, come per esempio i temi della tradizione veterotestamentaria, storici, mitologici, ritratti, autoritratti. Le fonti rivelano la permanenza di Artemisia in diversi spazi di consumo delle immagini, in ritagli di regno, vice regni, ducati, repubbliche, così come in luoghi gestiti da figure ecclesiastiche e tra rilevanti collezionisti privati con i quali negoziò. In questo senso, l’utilizzo dei concetti di rappresentazione e di genere furono cardinali per la tesi e contribuirono ad evidenziare il dialogo della pittrice con la cultura dell’epoca ed il suo lascito nella storia dell’arte/pittura, così come i conflitti messi in moto dall’artista di fronte alle questioni di genere vigenti al tempo. / A presente tese de doutorado tem como objetivo central entender como a pintora Artemisia Gentileschi (1593-1654) se inseriu e atuou em algumas das cidades europeias em que mais havia o financiamento das artes plásticas, como Roma, Florença, Veneza, Nápoles e Londres, na primeira metade do século XVII; e analisar as construções de si e representações do feminino em suas correspondências e em sua obra pictórica. Para tal, utilizamos fontes escritas, que nos permitiram problematizar a trajetória de vida de Artemisia, assim como sua atuação como pintora em diferentes regiões da península italiana e da Europa; e fontes visuais, que dão a ver a dimensão de sua obra em diferentes gêneros, a exemplo dos temas da tradição veterotestamentária, históricos, mitológicos, retratos e autorretratos. As fontes revelam a permanência de Artemisia em diferentes espaços de consumo de imagens, em cortes de reinos, vice-reinos, ducados e repúblicas, bem como nos lugares administrados por figuras do clero e entre relevantes colecionadores particulares com os quais negociou. Nesse sentido, os usos dos conceitos de representação e gênero foram norteadores para a tese e contribuíram para evidenciar os diálogos da pintora com a cultura de sua época e seu legado para a história da arte/pintura, bem como os embates travados pela artista frente às questões de gênero vigentes em seu tempo. / The main objective of this doctoral thesis is to understand how the painter Artemisia Gentileschi (1593-1654), in the first half of the 17th century, was inserted and acted in some of the European cities where there was more financing of plastic arts, such as Rome, Florence, Venice, Naples and London; and analyze the constructions of self and representations of the feminine in her correspondence and pictorial work. For that, we used written sources, which allowed us to problematize the life trajectory of Artemisia, her work as a painter in different regions of the Italian peninsula and Europe; and visual sources, which make it possible to visualize the dimension of her pictorial work in different genres, such as the themes of the Old Testament tradition, historical, mythological, portraits and self-portraits. The sources reveal the permanence of Artemisia in different spaces of consumption of images, courts of kingdoms, viceroys, duchies, republics, as well as in the places administered by figures of the clergy and among the relevant private collectors with whom she negotiated. In this sense, the uses of the concepts of representation and gender were guiding the thesis and contributed to highlight the dialogues of the painter with the culture of her time and her legacy to the history of art / painting, as well as the clashes waged by the artist regarding the gender issues in force in her time.
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Eresia e tolleranza. Jacopo Aconcio e gli stratagemmi di Satana

Giacomelli, Renato January 2014 (has links)
Il presente lavoro propone una rilettura del pensiero religioso di Jacopo Aconcio, filosofo e teologo del XVI secolo. Attraverso l'analisi delle opere religiose, ovvero del "Dialogo di Giacopo Riccamati", della "Somma brevissima della dottrina christiana", di "Una essortatione al timor di Dio" e degli "Stratagemata Satanae", e della vicenda biografia dell'autore si è inteso cogliere lo sviluppo storico del suo pensiero e il suo rapporto con il dibattito intellettuale coevo. La ricerca tenta di superare le lacune documentarie appoggiandosi alle testimonianze di chi ha condiviso con Aconcio i momenti più significativi della sua vita, come Leonardo Colombini, Francesco Betti, Adriaan Haemstede e Cassiodoro de Reyna. L’analisi del "Dialogo di Giacopo Riccamati" si caratterizza per la trattazione distinta della versione manoscritta del "Dialogo" e di quella a stampa, quasi come se si trattasse di due opere diverse, e per il confronto con la letteratura propagandistica riformata destinata alla penisola italiana. Le sfumature e i silenzi della "Somma brevissima della dottrina christiana" sulle questioni teologiche più rilevanti rivelano la vicinanza di Aconcio all’ambiente degli esuli italiani in Svizzera. Il ricorso a strumenti propri della tradizione umanistica e l’interesse per la letteratura apocalittica sull’Anticristo confermano un’adesione sincera ai principi della Riforma ma anche una personalità critica e indipendente. La ricostruzione del coinvolgimento di Aconcio nel processo intentato a Londra contro Adriaan Haemstede, con particolare attenzione alla documentazione conservata, come la lettera che Aconcio invia al ministro francese Nicolas Des Gallars e quella di Pier Martire Vermigli alle chiese straniere di Londra, permette di individuare interessanti nuclei argomentativi che troveranno poi spazio negli "Stratagemata Satanae". La denuncia delle «astuzie di Satana» è l’occasione per approfondire la personale riflessione religiosa di Aconcio. L’analisi dell’opera, indirizzata all’individuazione dei suoi presupposti antropologici e di quelli gnoseologici, si sofferma poi sulla definizione dei "fundamenta fidei" e sugli argomenti utilizzati da Aconcio per delegittimare l’uso della violenza contro gli eretici. Il confronto tra il testo e il dibattito contemporaneo rivela che gli "Stratagemata Satanae" si distinguono soprattutto per l’attenzione alla costruzione della tolleranza: Aconcio non si limita a criticare la coercizione del coscienze ma elabora anche gli strumenti necessari a garantire un dialogo religioso proficuo e pacifico.
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Labour, Environment and Empire in the South Atlantic (1780-1860)

Pessina, Mattia January 2016 (has links)
The South Atlantic Ocean and its islands (Saint Helena, Tristan da Cunha, Ascension) were a periphery of the British Empire. Nevertheless this region faced a dramatic transformation during the Global Age of Revolutions (1780-1830) and moved from being a transition zone between Europe and Asia into a proper maritime system. The great global issues of labour (slavery, indentured labour, white emigration), environment (environmental imperialism and imperial environmentalism) and Empire (colonial government, authority and freedom) evolved in the micro-histories of the South Atlantic islands in a very peculiar way, making them precious case-studies to assess wider themes in a new perspective.
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Potere e Misericordia nel Quattrocento. La Repubblica Ambrosiana, il principe Francesco Sforza e la 'gran riformatione' degli ospedali milanesi (1447-1466) / Macht und Misericordia im Quattrocento. Die Ambrosianische Republik, der Fürst Francesco Sforza und die 'gran reformatione' der Mailänder Hospitäler (1447 - 1466) / Power and Misericordia in Quattrocento. The Ambrosian Republic, the Prince Francesco Sforza and the 'gran riformatione' of the Milanese Hospitals (1447-1466)

HAAS, JURI 02 April 2009 (has links)
La ricerca ha mostrato come per mezzo della riforma ospedaliera e della fondazione di un capitolo – l’organo d’autogestione dell’ospedale - il ceto decurionale milanese riuscì dopo la caduta della Repubblica Ambrosiana a perpetuare l’esistenza di una sorta di micro-repubblica (uno spazio cioè che garantiva la conservazione di un potere pluralistico). Con l’assunzione del patronato sul sontuoso edifico dell’Ospedale Maggiore il neo-duca Francesco Sforza invece, trasformò l’immagine della riforma ospedaliera in emblema del suo principato e in espressione della sua potenza. In questo senso allora il fenomeno della riforma ospedaliera - fenomeno molto precoce in Lombardia rispetto al resto dell’Europa centrale - trova a Milano una propria spiegazione nel contesto della contrapposizione politica di due autorità, che, attraverso il riferimento al concetto medievale della misericordia, si impegnavano a far trionfare un potere legittimo. Non vi sono attestazioni che permettono di inserire la riforma milanese nella tipologia dei riordinamenti sociali realizzatesi in Europa centrale negli anni venti e trenta del Cinquecento, che la moderna storiografia considera secondo i paradigmi del 'disciplinamento sociale' e della 'esclusione'. / The research has shown how, through hospital reform and the foundation of a chapter - the body for the self-government of the hospital – the local governing classes (ceto decurionale) of Milan succeeded in perpetuating the existence of a kind of micro-republic (a place where the conservation of a pluralistic proportion of power was guaranteed) after the fall of the Ambrosian Republic. On the other hand, by assuming patronage of the sumptuous building housing the Ospedale Maggiore, the new Duke, Francesco Sforza, transformed hospital reform into an emblem of his principality and a manifest sign of his power. In this sense, therefore, the phenomenon of hospital reform, which came about very early in Lombardy compared to the rest of central Europe, can be explained in terms of a political confrontation between two authorities which, using the medieval concept of misericordia as their landmark, endeavoured to make a certain legitimate seat of power committed themselves to the triumph of legitimate power. At the same time there is no evidence to warrant the Milanese reform being classified together with the type of social re-ordering carried out in central Europe in the fifteen-twenties and fifteen-thirties, which modern historical scholarship considers according to the paradigm of 'disciplinary action' and 'exclusion'.
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LA PANEUROPA DI RICHARD NIKOLAUS COUDENHOVE-KALERGI (1894 - 1972)

RICETTI, MICHELE 19 March 2015 (has links)
La presente tesi ha come oggetto di ricerca la riscoperta e l’approfondimento della vicenda storica e intellettuale di Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi, in qualità di fondatore di uno dei progetti di unità europea più importanti del Novecento, la “Paneuropa”. La ricerca ha avuto, come primo obiettivo, quello di sondare soprattutto le modalità con cui l’Italia recepì il suo messaggio durante gli anni Venti e Trenta, risultato ottenuto attraverso l’analisi di alcune tra le riviste e testate giornalistiche più rappresentative di quegli anni. Il lavoro ha successivamente dimostrato non solo se e quanto la cultura italiana fosse attenta alle dinamiche europee, ma anche il numero e la qualità dei rapporti amicali che Coudenhove-Kalergi, durante la sua vita, fu in grado di intrecciare con numerose personalità note e meno note del panorama italiano. / The present dissertation is focused on the rediscover and in-depth analysis of the biography and intellectual life of Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi, as a founder and promoter of one the most important European unity projects in the XXth century, "Paneuropa". The research had, at first, the purpose to investigate how Italy adopted his message during the ’20s and ’30s, particularly analyzing some periodicals, magazines and newspapers most representative of those years. Afterwards, it has been demonstrated not only if and how much Italian culture was attentive to European dynamics, but also the number and quality of friendly bonds that Coudenhove-Kalergi was able to establish during his life with many more or less well-known personalities of the Italian scenario.
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TEOLOGIA, ETICA E POLITICA NEL PENSIERO DI GIOVANNI BATTISTAGUADAGNINI (1723 - 1807)

ROCHINI, MARCO 25 March 2015 (has links)
La presente ricerca si propone di ricostruire la biografia intellettuale di Giovanni Battista Guadagnini (1723-1807), esponente di primo piano del giansenismo italiano del secondo Settecento. Attraverso lo studio di opere inedite e di numero rilevante di lettere scambiate con i principali protagonisti della cultura religiosa del suo tempo , si è cercato di ricostruire il pensiero teologico-politico di Guadagnini in un arco cronologico compreso tra la fine degli anni Sessanta del Settecento e i primi anni del XIX secolo. / This research aims at presenting the intellectual biography of Giovanni Battista Guadagnini (1723-1807), one of the most important exponents of the 18th century Italian Jansenism. Through the study of unpublished works and a significant number of letters exchanged with the main protagonists of the religious culture of his time, we tried to study the Guadagnini’s theological-political thought between the end of the 18th century and the first years of the 19th century.
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'CON ALEGREZZA DE CUORE'. LETTERE DELLA CONTESSA MARGHERITA TRIVULZIO AL CARDINAL FEDERICO BORROMEO CONSERVATE PRESSO LA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO

RUGGERI, MARIA RITA GIUSEPPINA 10 July 2018 (has links)
La presente ricerca fornisce l’edizione critica delle oltre quattrocento epistole inviate dalla contessa Margherita Trivulzio al figlio, il cardinal Federico Borromeo, nel corso del quindicennio 1586-1601. Lo studio di tale nucleo di missive permette non solo di gettare nuova luce sulla figura del Borromeo, approfondendo la trama delle sue relazioni familiari, ma consente soprattutto la messa a fuoco di un personaggio finora rimasto in ombra eppure meritevole di essere scoperto, quello della nobile Trivulzio. A partire dallo studio del materiale epistolografico esaminato, la presente indagine si propone infatti di ricostruire il profilo biografico, il retroterra religioso e il livello culturale della contessa – quest’ultimo indagato anche sul piano dell’analisi linguistica – offrendo al tempo stesso anche un possibile itinerario di lettura delle numerose lettere destinate al celebre fondatore della Biblioteca Ambrosiana di Milano. / This research provides the critical edition of over four hundred letters sent by the countess Margherita Trivulzio to her son, Cardinal Federico Borromeo, between 1586-1601. The study of this nucleus of letters allows one not only to shed new light on the figure of Borromeo, analysing his family relationships, but allows a particular focus on a personality, who has so far remained little known and yet worthy of being discovered: that of the noble Trivulzio. Starting from the study of the examined epistles, the following analysis aims to reconstruct the biographical profile, the religious background and the cultural importance of the countess – the latter being investigated as well in terms of linguistic analysis – while at the same time it offers a possible itinerary of reading the numerous letters addressed to the famous founder of the Ambrosian Library of Milan.

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