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Estudio retrospectivo de los aislados bacterianos y su sensibilidad antimicrobiana en caninos con diagnóstico de infección del tracto urinario atendidos en la Clínica de Animales Menores de la FMV-UNMSM entre los años 2012-2017García Medina, Sandra Milagros January 2018 (has links)
El presente estudio tiene como objetivo describir los resultados de los aislados bacterianos y sus antibiogramas de pacientes caninos con diagnóstico de infección del tracto urinario, los mismos que fueron atendidos en la Clínica de Animales Menores de la FMV-UNMSM entre los años 2012-2017. Se realizó un estudio retrospectivo para determinar la frecuencia de los pacientes con diagnóstico de infección del tracto urinario durante dicho período, los agentes bacterianos involucrados en la enfermedad, así como también su sensibilidad antibiótica. Se identificaron 97
exámenes de urocultivos y antibiogramas, de los cuales los agentes bacterianos aislados correspondían a Escherichia coli, Proteus sp., Staphylococcus sp., Pseudomonas sp., Streptococcus sp., Citrobacter sp. y Klebsiella sp. Así mismo, los antibióticos de mayor sensibilidad fueron: amikacina y ceftriaxona. Los resultados permiten obtener información de la
frecuencia de los agentes bacterianos asociados a infecciones del tracto urinario y su sensibilidad antimicrobiana en nuestro medio permitiendo recomendar la implementación de protocolos de tratamiento inicial en pacientes caninos con diagnóstico presuntivo de esta enfermedad. / Tesis
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Studio sull'applicazione della piattaforma ForcetriadTM con sistema LigasureTM nella chirurgia oncologica e dei tessuti molli nel cane / Application study of the ForcetriadTM energy platform with LigasureTM sealing device in oncological and soft tissue surgery in dogFiorelli, Federico <1983> 08 May 2015 (has links)
Questo studio prospettico valuta l’efficacia e i vantaggi del sistema LigasureTM rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali, in quattro differenti procedure eseguite su 77 cani.
I soggetti sono stati suddivisi in 4 gruppi, a seconda della chirurgia eseguita: Gruppo 1, 25 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” semplice; Gruppo 2, 15 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” complessa; Gruppo 3, 22 pazienti sottoposti ad Ovariectomia “aperta”. Gruppo 4: 18 pazienti sottoposti a Linfoadenectomia.
Ciascun gruppo è stato a sua volta suddiviso in due sottogruppi: a (LigasureTM) e b (Tradizionale), a seconda della metodica utilizzata.
Sono stati analizzati: il segnalamento, i parametri ematologici, le condizioni cliniche, le informazioni riguardanti l’intervento chirurgico e l’outcome.
In tutti i gruppi il ricorso all’utilizzo di garze nonché dei fili da sutura sono risultati statisticamente inferiori nei pazienti operati con il sistema a radiofrequenza (Gruppo 1, P < 0.0001; Gruppo 2, P < 0,0014; Gruppo 3, P = 0,0001; Gruppo 4, P = 0,0148). Anche i tempi per la rimozione dell’organo sono significativamente ridotti in tutti i gruppi in cui è stato utilizzato il sistema LigasureTM (Gruppo 1 P < 0.0001; Gruppo 2 P < 0,0014; Gruppo 3 P = 0,0009; Gruppo 4 P = 0,0008), come i tempi chirurgici nei gruppi 1, 2 e 3 (P = 0,0287; P = 0,0064; e P = 0,0124) ed anestesiologici nei gruppi 1a e 2a (P = 0,0176; P = 0,0043). Tra le variabili analizzate, l’utilizzo del sistema di sintesi vascolare a radiofrequenza, è l’unico ad influenzare i tempi necessari per l’esecuzione della procedura.
Questo studio dimostra, quindi, come il sistema LigasureTM sia sicuro ed efficace per le procedure chirurgiche esaminate, riducendo i tempi della chirurgia e limitando, quindi, i rischi per il paziente, indipendentemente dall’operatore, dall’esecuzione di altre procedure contemporanee e dalla natura della patologia splenica o linfonodale. / The purpose of this prospective study was to compare the efficacy and the advantages of the LigasureTM device with the conventional surgical technique (Ligation tecnique,
in four different surgical procedures in 77 dogs.
All subjects were assigned into four groups, according to the surgical procedure performed: Group 1, 25 patients having “open” simple splenectomy; Group 2, 15 patients having “open” complex splenectomy; Group 3: 22 dogs having “open” ovariectomy; Group 4: 18 dogs having lymphadenectomy.
For each group, patients were randomly assigned into two subgroups: a (LigasureTM)and b (Traditional), depending on surgical technique.
Data collected for each dog included: signalment, complete blood count, biochemistry,urinalysis, clinical status, surgical records and outcome.
For all groups, gauzes number used was statistically lower in vessels sealing device group (Group 1, P < 0.0001; Group 2, P < 0,0014; Group 3, P = 0,0001; Group 4, P = 0,0148), likewise suture material consumption. Moreover, even time for tissue/organ removal was shorter when LigasureTM was used for all the procedures (Group 1, P < 0.0001; Gruop 2, P < 0,0014; Gruop 3, P = 0,0009; Group 4, P = 0,0008).
As regards the assessment of operative times, these were also significantly lower in Group 1, 2 and 3 (respectively P = 0,0287, P = 0,0064 and P = 0,0124), meanwhile anesthesiological time were lower in Group 1 and 2 (P = 0,0176 and P = 0,0043). The incidence of postoperative complications was similar regardless of the surgical
technique used.
This study shows how LigasureTM is safe and effective for performing splenectomy,ovariectomy and limphadenectomy in dog, reducing mean operative time and so,potentially decreasing risk to the patient. This was true despite the experience/training of the surgeon, the performance of other surgical procedures, and histopathologic nature of the splenic or lymph node disease.
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Gestione pre, intra e post-operatoria del cane sottoposto ad ipofisectomia transfenoidale / Pre, intra and post-operative management of the dog undergoing transsphenoidal hypophysectomyDel Magno, Sara <1985> 08 May 2015 (has links)
L’approccio chirurgico agli adenomi ipofisari ACTH secernenti è la terapia d’elezione nell’uomo. L’ipofisectomia transfenoidale è invece una tecnica poco diffusa in ambito veterinario. La terapia più diffusa nel cane con ipercortisolismo ipofisi dipendente (PDH) è di tipo medico e prevede la somministrazione di farmaci inibitori della sintesi del cortisolo. Gli adenomi ipofisari possono aumentare di volume e determinare una conseguente sintomatologia neurologica; in questi casi le uniche opzioni terapeutiche sono rappresentate dall’asportazione chirurgica della neoplasia e dalla radioterapia.
Nella presente tesi vengono descritti 8 interventi di ipofisectomia transfenoidale effettuati su 7 cani con macroadenoma ipofisario presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna.
La difficoltà maggiore per il chirurgo è rappresentata dalla localizzazione della fossa ipofisaria rispetto ai punti di repere visibile in tomografia computerizzata o in risonanza magnetica nucleare, oltre ai problemi di sanguinamento durante la rimozione della neoplasia.
Nel periodo post-operatorio maggiori complicazioni si riscontrano in soggetti con adenomi ipofisari di maggiori dimensioni. Al contrario, in presenza di adenomi di dimensioni più contenute, la ripresa post-operatoria risulta più rapida e il tasso di successo maggiore.
Al fine di poter eseguire nel cane l’exeresi mirata della sola neoplasia ipofisaria, al pari di quanto avviene nell’uomo, è stato condotto uno studio sulla tomografia computerizzata (TC) in 86 cani con PDH. Il protocollo TC non ha tuttavia permesso di individuare con precisione la posizione della neoplasia per guidare il chirurgo nella sua rimozione.
In due casi riportati nel presente lavoro si è verificata una recidiva della neoplasia ipofisaria. In un soggetto si è optato per il reintervento, mentre nell’altro caso per la radioterapia. Entrambe le opzioni hanno garantito una buona qualità di vita per più di un anno dall’intervento terapeutico. Questi casi clinici dimostrano come il reintervento e la radioterapia possano essere considerate valide opzioni in caso di recidiva. / Surgical excision of pituitary adenomas represents the first line treatment in humans with pituitary-dependent hypercortisolism (PDH). Transsphenoidal hypophysectomy in dogs is a surgical technique available in few veterinary centres. The most common treatment for PDH in dogs is the medical therapy with inhibitors of cortisol secretion. Pituitary adenomas can enlarge, reaching considerable size with subsequent neurological symptoms, in these cases the surgical removal of the tumor or radiotherapy are the only therapeutic options.
A wide collaboration between different specialists is needed in case of transsphenoidal hypophysectomy. In this thesis 8 cases of transsphenoidal hypophysectomy in 7 dogs operated at the Department of Veterinary Medical Sciences, University of Bologna, are described.
The main intraoperative difficulties for the surgeon were the localization of the pituitary fossa in relationship with the surgical landmarks visible in computed tomography (CT) or magnetic resonance imaging, besides bleeding problems during the removal of the mass.
In the post-operative period major complication were encountered in patients with the most enlarged pituitary glands, together with a higher failure rate. On the contrary in cases of smaller tumor, the post-operative recovery was faster and with a higher success rate.
In order to reach the targeted removal of the neoplasia, as in humans, a CT study has been conducted on 86 dogs with PDH. Unfortunately the CT protocol didn’t permit to identify precisely the location of the tumor and to guide the surgeon in its removal.
In two cases reported in the present work, the pituitary tumor recurred. In one case reoperation was decided, while in the other dog radiotherapy was chosen. Both therapeutic options allowed a good quality of life for more than one year. These cases demonstrate that both reoperation and radiotherapy can be considered valid options in case of recurrence.
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La diagnostica molecolare nel laboratorio di patologia clinica veterinaria / Molecular diagnostics in veterinary clinical pathologyZambon, Elisa <1985> 08 May 2015 (has links)
La prima parte del nostro studio riguarda la tecnica LAMP (Loop-mediated isothermal amplification), una tecnica di amplificazione isotermica recentemente inventata (Notomi et al., 2000). Essa presenta notevoli vantaggi rispetto alle tradizionali PCR: non necessita di strumentazioni sofisticate come i termociclatori, può essere eseguita da personale non specializzato, è una tecnica altamente sensibile e specifica ed è molto tollerante agli inibitori.
Tutte queste caratteristiche fanno sì che essa possa essere utilizzata al di fuori dei laboratori diagnostici, come POCT (Point of care testing), con il vantaggio di non dover gestire la spedizione del campione e di avere in tempi molto brevi risultati paragonabili a quelli ottenuti con la tradizionale PCR.
Sono state prese in considerazione malattie infettive sostenute da batteri che richiedono tempi molto lunghi per la coltivazione o che non sono addirittura coltivabili. Sono stati disegnati dei saggi per la diagnosi di patologie virali che necessitano di diagnosi tempestiva. Altri test messi a punto riguardano malattie genetiche del cane e due batteri d’interesse agro-alimentare.
Tutte le prove sono state condotte con tecnica real-time per diminuire il rischio di cross-contaminazione pur riuscendo a comprendere in maniera approfondita l’andamento delle reazioni.
Infine è stato messo a punto un metodo di visualizzazione colorimetrico utilizzabile con tutti i saggi messi a punto, che svincola completamente la reazione LAMP dall’esecuzione in un laboratorio specializzato.
Il secondo capitolo riguarda lo studio dal punto di vista molecolare di un soggetto che presenza totale assenza di attività mieloperossidasica all’analisi di citochimica automatica (ADVIA® 2120 Hematology System).
Lo studio è stato condotto attraverso amplificazione e confronto dei prodotti di PCR ottenuti sul soggetto patologico e su due soggetti con fenotipo wild-type. Si è poi provveduto al sequenziamento dei prodotti di PCR su sequenziatore automatico al fine di ricercare la mutazione responsabile della carenza di MPO nel soggetto indicato. / The first part of the present study concerns the LAMP technique (Loop-Mediated Isothermal Amplification), an isothermal amplification technique recently developed (Notomi et al., 2000). LAMP has many advantages over traditional PCR: it doesn’t require sophisticated instruments like thermal cyclers, it can be performed by unskilled staff, it is a highly sensitive and specific technique and it is very tolerant to inhibitors.
All these characteristics make it suitable to be used outside diagnostic laboratories, as POCT (Point-of-care testing), with the advantage of not having to send the sample and obtaining results as accurate as PCR tests and in very short times.
We designed and optimized assays to detect bacteria that require a very long time for cultivation or that are not even cultivable. We drew assays for the diagnosis of viral diseases that require to be diagnosed as soon as possible. We developed a test to assess two genetic diseases of the dog and two food contaminating bacteria.
All tests were carried out using real-time technique to decrease the risk of cross-contamination. Finally, we developed a colorimetric method for showing results which can be applied to all of the assays we optimized.
The second section presents the molecular study of a subject who had myeloperoxidase deficiency at the automated cytochemistry analysis (ADVIA ® 2120 Hematology System).
The study was conducted through amplification and comparison of the PCR products obtained from the pathological subject and on two subjects with wild-type phenotype. The products were sequenced using an automated sequencer in order to find the responsible mutation for the MPO deficiency in the indicated subject.
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Specific in-depth insights on features of immunohistochemistry and immunofluorescence in dorsal root ganglia and clinical signs in neuropathic and non-neuropathic dogsMenchetti, Marika <1985> January 1900 (has links)
Disorders of the somatosensory system causing neuropathic pain (NP) are common in people. In small animals medicine, this condition remains underestimated probably due to the lack of standardized assessment methods and studies focused on the description of structures playing a key role in developing and maintaining neuropathic pain, such as dorsal root ganglia (DRG).
Hence, the aims of the present research project, structured in three different studies, were:
a) investigate the possible effects of the reduction in radicular blood flow on the vascular density, ganglionic and endoneurial ischemia and shift in neuronal metabolism, in fifteen L7-DRG from a total of eight dogs suffering from painful compressed spinal L7 nerve roots (NRs) and DRG;
b) perform a preliminary characterization of the expression of substance P, calcitonin gene-related peptide, calbindin D-28k, neuronal nitric oxide synthase and the colocalization of those molecules in lumbosacral DRG neurons of three neurologically normal dogs;
c) Investigate the prevalence, risk factors and owners’ perception of their pets quality of life of the Phantom Complex (PC) in a client-owned population of 107 dogs with limb amputation through an online survey.
Main results were:
a) Our findings highlight a significant neuronal distress in compressed DRG. Despite the similarity of vascular density between controls and compressed L7-DRG, we found a significant increased in neuronal immunoreactivity for hypoxia-related markers and for markers related to glycolytic cellular metabolism.
b) The wide variability of CGRP-, SP-, CALB-, and nNOS-immunoreactivity among different species was confirmed. Further studies are required in order to better define the characterization of those markers in canine DRG.
c) Our study demonstrates for the first time the presence of PC.Significant risk factors associated with the frequency of post-amputation pain episodes are duration of pain before amputation and time between diagnosis and amputation.
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Determinación de globulinas en neonatos equinos fina sangre de carrera sometidos a tratamiento de plasma hiper inmuneEspinosa Aguirre, María Asunción January 2015 (has links)
Memoria para optar al Título Profesional de Médico Veterinario / Con el objetivo de determinar si el uso de plasma hiper inmune es capaz de aumentar de manera estadísticamente significativa la concentración de globulinas séricas en los neonatos equinos Fina Sangre de Carrera, se efectuó el siguiente estudio en el Haras Don Alberto de la ciudad de Los Ángeles. En primer lugar, mediante un protocolo específico, se extrajo plasma a caballos adultos previa vacunación, sanos, del mismo Haras y se congeló a -18° C para su posterior uso. Luego se extrajo tres muestras de 10 mL de sangre a cada uno de los potrillos del estudio, en total 68 potrillos sanos. Las muestras se tomaron en tres tiempos de medición. La primera muestra de sangre se extrajo al nacer, la segunda entre las veinticuatro a treinta y seis horas de vida. Luego de esto se les administró a cada potrillo 800 mL de plasma hiper inmune. La tercera muestra se extrajo veinticuatro a treinta y seis horas posteriores a la administración del plasma. Cada una de las muestras de sangre se utilizó para medir la concentración de globulinas totales en el suero, mediante espectrofotometría UV-visible. Se ordenaron los resultados de cada medición en un archivo Excel y, finalmente, fueron sometidos a un análisis de varianza y a una prueba de comparaciones múltiples. Los resultados indican que existe un aumento estadísticamente significativo en la concentración de globulinas séricas en los neonatos
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Hallazgos Post-Mortem en mamíferos y aves silvestres provenientes de un zoológico de la Región MetropolitanaDíaz Ayala, Nataly Tamara January 2014 (has links)
Memoria para optar al Título Profesional de Médico Veterinario / Los análisis post-mortem en parques zoológicos, son cada vez más solicitados e incluidos dentro de sus protocolos de rutina. Sin embargo, los zoológicos chilenos aun no incluyen la realización de necropsias y análisis histopatológico a todos los animales que mueren dentro de sus instalaciones. Es por ello, que el presente estudio sometió a todos los animales muertos del Zoológico Buin Zoo a dichos análisis durante un periodo de cinco meses para identificar y describir procesos patológicos, con el fin de clasificarlos y tratar de determinar las causas de muerte. Esto resultó en 41 animales estudiados, 15 aves y 26 mamíferos, de los cuales un 51% de las lesiones descritas fueron atribuidas a procesos infecciosos, mientras un 32% a causas no infecciosas y un 17% a causas no determinadas. La aproximación a las causas de muerte del 83% de los casos, indica que los análisis patológicos deben ser incluidos dentro del protocolo sanitario de rutina del parque zoológico. No obstante, se deben considerar otras técnicas diagnósticas complementarias para establecer el diagnóstico definitivo, fundamentalmente en aquellos casos asociados a agentes infecciosos que podrían perjudicar gravemente a la colección del zoológico. Finalmente, es importante establecer protocolos de acción frente al deceso de un animal y adquirir la infraestructura necesaria, para que procesos como la autolisis no dificulten la necropsia ni el análisis histopatológico. / The request of post mortem analyses in zoological parks is currently increasing and included in their protocols of routine. However, the Chilean zoos don’t perform necropsies and histopathological examination to all animals that die inside their facilities. For that reason, the present study included all dead animals of the Buin Zoo for post mortem analyses for a period of five months, in order to identify and to describe pathological processes, and also to classify and try to determine the cause of death. Forty one animals were analyzed, which included 15 birds and 26 mammals. Fifty one percent of the described injuries were attributed to infectious processes, while the 32% to causes not infectious and the 17% were attributed to reasons not determined. The cause of death was determined in 83% of the cases, which indicates that post mortem analyses should be included in the sanitary protocol of the park. Nevertheless, additional diagnostic tests should be considered to establish the final diagnosis, mainly in those cases associated with diagnostic etiologies. Finally, it is important to establish the action protocols to confront the death of an animal and also consider appropriate infrastructure, so autolysis does not preclude the necropsy and histopathologic analysis. / Financiamiento: Zoológico Buin Zoo
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Valores hematologicos y de bioquimica serica del mono choro común (Lagothrix lagotricha) criado en semicautiverio en lagunas, LoretoRodriguez Hernandez, Katherine Gisella January 2012 (has links)
El tráfico ilegal, caza indiscrimada y deforestación han conllevado a que el mono choro común (Lagothrix lagotricha) se designe como una especie amenazada que se encuentra en situación vulnerable, es por esta razón que se necesita centros de rescate y rehabilitación, en donde se rehabiliten y finalmente se liberen en su hábitat natural. Se han realizado estudios en poblaciones en cautiverio, es importante corroborar el estado sanitario de esta especie con poblaciones libres o en semicautiverio y poder establecer parámetros sanitarios bases en esta especie. El objetivo de este estudio fue determinar los valores hematológicos y de bioquímica sérica en una población de monos choros que se encontraban en semicautiverio (centro de rescate y rehabilitación Ikamaperu) en Lagunas, Loreto; los cuales permitirán cumplir con parte del protocolo de liberación, en el caso de reintroducciones en su hábitat natural. Se estudiaron 40 primates, 12 machos y 28 hembras entre juveniles, sub adultos y adultos en aparente buen estado de salud. Los primates fueron anestesiados con Ketamina (10mg/kg) vía intramuscular, aunque algunos animales necesitaron de Diazepam (10 mg /kg) vía oral. Los valores hematológicos promedios fueron: conteo de eritrocitos = 5.71 x 10^6 /µl, hemoglobina = 12.67 g/dl, hematocrito = 40.93%, VCM = 73.15 fl, HCM = 22.76 pg, CHCM = 31.19 g/dl, plaquetas = 343.08 x 10³/µl, conteo de leucocitos = 8.33 x 10³/µl, neutrófilos= 4.42 x 10³ /µl, eosinófilos = 0.5 x 10³/µl, basófilos = 0.08 x 10³/µl, linfocitos = 3.31 x 10³/µl y monocitos = 0.02 x 10³/µl. Los valores bioquímicos promedios fueron: urea = 26.97 mg/dl, creatinina = 1.12 mg/dl, proteínas totales = 5.93 g/dl, albúmina = 4.05g/dl, ALT = 36.43 UI/L, AST= 108.26 UI/L, bilirrubina total = 0.53 mg/dl, bilirrubina directa = 0.27 mg/dl, ALP = 45.15 UI/L, colesterol = 131.1 mg/dl, triglicéridos = 133.21 mg/dl, glucosa = 91.45 mg/dl. Se encontró diferencias significativas en el conteo de monocitos en relación al sexo; se encontraron diferencias en el conteo de eritrocitos, proteínas totales, bilirrubina total, colesterol y ALP con respecto al grupo etario. Los valores hematológicos fueron similares a otros valores reportados en la literatura, se halló diferencias en niveles de AST, ALP, proteínas totales y triglicéridos en comparación con otros estudios.
Palabras clave: Mono choro común, Lagothrix lagotricha, hematología, bioquímica sérica,
semicautiverio / --- The illegal trafficking, indiscriminate hunting and deforestation have led to the common woolly monkey (Lagothrix lagotricha) is designated as an endangered species that is vulnerable, for this reason is needed rescue and rehabilitation centers, where they are rehabilitated and finally released back into the wild. There have been studies on captive populations, it is important to verify the health status of this species with free or semi-captive populations and health parameters to establish bases in this species The objective of this study was to determinate the hematology values and serum biochemistry values in a population of woolly monkeys in semi- captivity (rescue and rehabilitation center Ikamaperu) in Lagunas, Loreto; which meet permit release of the protocol, in the case of reintroductions in the wild .A total of 40 primates 12 males y 28 females, among juveniles, sub adults and adults, in apparent good conditions were studied. The primates were anesthetized with a ketamine (10 mg/kg) i.m., although some animals needed Diazepam (10 mg /kg) oral. The hematology average values were: count of erythrocytes = 5.71 x 10^6/µl, hemoglobin = 12.67 g/dl, hematocrit = 40.93%, VCM = 73.15 fl, HCM = 22.76 pg, CHCM = 31.19 g/dl, platelet = 343.08 x 10³/µl, count of leucocytes = 8.33 x 10³/µl, neutrophils = 4.42 x 10³/µl, eosinophils = 0.5 x 10³/µl, basophils = 0.08 x 10³/µl, lymphocytes = 3.31 x 10³/µl and monocytes = 0.02 x 10³/µl. The serum biochemistry average values were: urea = 26.97 mg/dl, creatinina = 1.12 mg/dl, total protein = 5.93 g/dl, albumin= 4.05g/dl, ALT= 36.43 UI/L, AST = 108.26 UI/L, total bilirubin = 0.53 mg/dl, direct bilirubin = 0.27 mg/dl, cholesterol = 131.1 mg/dl, triglyceride = 133.21 mg/dl, and glucose 91.45 mg/dl. Significant difference was found in monocytes count in relation to sex; the count of erythrocytes, total protein, total bilirubin, cholesterol and ALP was different between age group. The hematology values were similar to those reported in the literature, differences was found in levels of AST, ALP, total protein and triglyceride compared with other studies.
Key words: woolly monkey, Lagothrix lagotricha, hematology, serum biochemistry, semi - captivity
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Efectos de un período de entrenamiento de 12 meses ininterrumpidos sobre variables electrocardiográficas, en equinos fina sangre de carreraHonda Soto, Natsue Lindsay January 2010 (has links)
Memoria para optar al Título Profesional de Médico Veterinario / En el presente estudio se evaluó el efecto de inclusión en la dieta de Preinicio (1-15 días de edad) de pollos broiler con distintos hidrolizados proteicos de pescado (Activium®), sobre características de la canal y crecimiento de músculos seleccionados de pechuga y muslos.
Este estudio fue llevado a cabo durante 35 días con 630 pollos broiler machos divididos aleatoriamente en 30 corrales de piso con 21 pollos cada uno. Se formuló y usó una dieta control en base a Maíz-Soya (M-S).Todas las dietas experimentales fueron formuladas isoproteicas e isoenergéticas, sólo se diferenció en la incorporación de distintos hidrolizados proteicos de pescado (BioCP®, EP-119, EP-120, EP-125 y EP-129). Los pollos fueron alimentados con las dietas experimentales desde la eclosión hasta los 15 días de edad. Luego, todos fueron alimentados con las mismas dietas según período (Inicio, Intermedio y Final) y requerimientos nutricionales de la línea genética utilizada (Ross 308). Los pollos fueron mantenidos con un régimen de alimentación ad-libitum y consumo de agua a discreción.
Tanto a los 15 como a los 35 días se muestrearon y sacrificaron 15 aves por tratamiento, procediéndose luego a remover el trutro largo derecho y la pechuga de cada ave y registrándose su peso. Posteriormente, se removieron los músculos pectoralis, gastrocnemius y fibularis longus, de los cuales también se registró el peso. Estos datos fueron utilizados para calcular los distintos rendimientos. Para el análisis estadístico se llevó a cabo una ANDEVA y, ante diferencias significativas (p ≤ 0,05), una prueba de Tukey.
Como resultado, todos los grupos con hidrolizados incluidos, se diferenciaron del control Maíz-Soya, con valores superiores. Cuando se comparan los tratamientos con los distintos hidrolizados para la variable peso de sacrificio, se aprecia la superioridad del EP-120 y EP-129, que a pesar de no diferenciarse del EP-119 y del control BioCP, muestran valores de peso vivo algo mayores estadísticamente (p<0,05) del tratamiento control. Sin embargo, cuando se expresan los pesos de pechuga y trutro como porcentaje del peso vivo, desaparecen todas las diferencias estadísticas entre los diferentes tratamientos, haciendo difícil señalar alguna ventaja de los hidrolizados probados sobre rendimientos porcentuales de las piezas anatómicas de mayor valor comercial, en relación al peso de su correspondiente canal. El impacto positivo del empleo de los hidrolizados proteicos fue entonces sobre el crecimiento total del ave en peso vivo.
A los 35 días no se alcanzaron diferencias estadísticas entre tratamientos para ninguno de los músculos en estudio. Así, nuevamente se aprecia que el efecto favorable de los hidrolizados proteicos apreciados a los 15 días del ensayo, desaparece con la edad. Por lo tanto, se concluye que más estudios son necesarios con respecto al uso de hidrolizados proteicos de pescado, como ingrediente en las dietas para pollos broiler
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Caracterización ecográfica del sistema excretor del erizo de tierra africanoChang Lanata, Pía Francisca January 2014 (has links)
Memoria para optar al Título Profesional de Médico Veterinario / Hasta la fecha no se han descrito características ecográficas normales de los órganos abdominales
del erizo de tierra africano. En este estudio se caracterizó el sistema excretor de un grupo de individuos
clínicamente sanos. Se realizó un examen ecográfico a 26 ejemplares sanos, 10 machos y 16 hembras, entre 6
meses y 4 años de edad. Se midió el largo, ancho y alto de ambos riñones, y el grosor de la pared vesical.
Adicionalmente se evaluaron características cualitativas de cada estructura. No existieron diferencias entre
estas mediciones entre machos y hembras, excepto para el ancho del riñón derecho. Tampoco existió
correlación entre estas mediciones y el peso del individuo. Solo la correlación del ancho renal fue
significativa. Se obtuvo la imagen ecográfica de la uretra solo en el macho y se obtuvo su diámetro. La
imagen uretral sería normal pero se requieren estudios anatómicos para confirmarlo. !
El estudio permitió la descripción ecográfica del sistema excretor en el erizo de tierra africano, que mostró
similitudes con el de otros pequeños mamíferos, incluso con el perro y gato. Solo se debe tener en cuenta las
magnitudes de las mediciones y la imagen particular de la uretra del macho.
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