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Democracia para tiempos de desencanto: Reflexiones sobre Democracia y Ciudadanía en el pensamiento de Adela Cortina

Morales Aguilera, Gladys Paulina January 2006 (has links)
Si bien es cierto existe consenso en torno a la preferencia de la democracia por sobre cualquier otra forma de gobierno, la discusión en torno a ella no es algo acabado. Muchos son los aspectos que quedan pendientes para la reflexión, no obstante existir, actualmente, acuerdo generalizado en cuanto a la necesidad de promoverla y defenderla.
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O liberalismo em Dworkin

Cardoso, Ana Marcia Nunes January 2004 (has links)
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências Jurídicas. Programa de Pós-Graduação em Direito. / Made available in DSpace on 2012-10-22T05:55:02Z (GMT). No. of bitstreams: 0 / Esta dissertação busca analisar a versão de liberalismo proposto por Ronald Dworkin, denominado Liberalismo Igualitário, fundado na concepção da integração e na ética igualitária, assim, estabelecendo uma releitura dos princípios liberais, tendo em vista que elege a igualdade como núcleo. Para tanto, o autor rechaça as correntes utilitaristas e positivistas, sustentando o direito como interpretação e integração. Desenvolve sua teoria por meio da interdisciplinaridade, pois o exame do autor vai além de uma teoria do direito, almeja constituir uma concepção de comunidade política inovadora, sendo que seu pensamento é estruturado pela correlação entre o modelo judicial e o modelo político.A nova visão em relação aos princípios liberais se afasta das concepções clássicas do liberalismo que elege o indivíduo como o único núcleo, pois Dworkin ressalta o papel da comunidade, principalmente como ponto primordial para a constituição das identidades dos sujeitos. Desta forma, para esclarecer a importância de uma vida comunal política e seus limites, a teoria do autor se delineia por um processo dinâmico de auto-reconhecimento dos cidadãos e da composição de objetivos comuns, capaz de produzir um vínculo ético baseado na igualdade, com o intuito de promover uma integração entre a comunidade e o indivíduo.
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El silogismo de la ciudadania: Individuo, sociedad civil y estado

Cruz Salas, Luis Alberto January 2008 (has links)
El objeto de la presente investigación es el concepto de ciudadanía. Lo que se pretende es reproducir conceptualmente el ser de la ciudadanía tal como es y existe en la totalidad de su realidad efectiva mostrado en y por el pensamiento. Como el pensamiento de la ciudadanía no hace sino que reproducir la realidad efectiva del ser de la ciudadanía, el desarrollo de este pensamiento está determinado por el desarrollo de ese ser. El método, como actitud a seguir frente al objeto, asegura la adecuación del pensamiento y del ser: el camino que se sigue en la investigación es el desarrollo de la ciudadanía misma. La especificidad de la presente investigación reside en la utilización de la dialéctica hegeliana para aprehender el objeto. La ciudadanía es considerada como relación causal necesaria entre las figuras del individuo social, de la sociedad civil y del Estado, insistiéndose en particular en su carácter de actividad autorreferencial. Esta relación es, en su forma conceptual, triple silogismo. Su despliegue como realidad efectiva es tratado como praxis y, en una perspectiva abiertamente inspirada en el pensamiento hegeliano, considerada como “espíritu”. Este despliegue alcanza su mayor desarrollo en la historia mundial, de tal modo que la ciudadanía sólo puede realizarse en esta como ciudadanía mundial. La verdad de la ciudadanía sólo podría encontrarse en un orden público político mundial democrático.
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Sweep all like a Deluge". Lavoro e cittadinanza nella filosofia di John Locke"

Mengali, Fabio January 2019 (has links)
La tesi indaga la risignificazione storico-concettuale del lavoro in rapporto alla cittadinanza nell'opera di Locke, evidenziando come l'attività lavorativa abbia operato come un dispositivo di inclusione differenziale degli abitanti del Commonwealth. Sulla linea della tipologia di lavoro, del rapporto di dipendenza/indipendenza e dello status Locke marca la distanza tra coloro che possono godere dei pieni diritti di cittadinanza, estesi anche ai ceti produttivi ma non nobili, e coloro che ne sono esclusi (i poveri e i salariati). Lo studio del pensiero lockiano, raffrontato con le considerazioni sul tema di altri autori della tradizione filosofica occidentale e del contesto inglese coevo, ci consente di vedere sotto un'altra luce il legame tra cittadinanza e lavoro, che storicamente ha contribuito non solo a comprendere nei termini della cittadinanza le classi subalterne, ma anche a consolidare le gerarchie sociali. Tale punto di vista risulta utile alla comprensione delle aporie del presente che interessano il nesso tra cittadinanza e lavoro, messo in crisi della trasformazioni sociali e produttive della contemporaneità.
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Immagini del mondo e forme della politica in Max Weber

Alagna, Mirko Domenico January 2014 (has links)
L’idea della redenzione era di per sé antichissima, se in essa si include la liberazione dal bisogno, dalla fame, dalla siccità, dalla malattia e – infine – dalla sofferenza e dalla morte. Tuttavia la redenzione acquistò un significato specifico soltanto dove fu espressione di un’''immagine del mondo'' razionalizzata sistematicamente e di una presa di posizione in base a questa. Infatti ciò che la redenzione, secondo il suo senso e la sua qualità psicologica, voleva e poteva significare, dipendeva appunto da quell’immagine del mondo e da questa presa di posizione. […] L’immagine del mondo stabiliva infatti “da che cosa” e “per che cosa” si volesse e – non si dimentichi – si potesse essere “redenti”: da una servitù politica e sociale, in vista di un futuro regno messianico nell’aldiqua […] oppure dai limiti della finitezza che si manifestano nella sofferenza, nella necessità e nella morte, e dalla minaccia delle pene infernali, in vista di un'eterna beatitudine in un'esistenza futura, terrena o paradisiaca (Weber 2002). Questo appena citato è sostanzialmente l'unico passaggio esplicitamente programmatico e vagamente definitorio che Weber dedica al concetto di “immagine del mondo” [Weltbild]; eppure la scommessa su cui si basa questo lavoro è che sia possibile rintracciare in Weber un uso costante, sotterraneo e implicito del dispositivo “immagine del mondo” nel concreto dell'analisi sociale e storica, nonostante la ritrosia definitoria e il “basso profilo” teorico. Di fatto, è possibile e almeno in parte addirittura inevitabile leggere l'intera Sociologia della religione come una grandiosa galleria di immagini del mondo: una panoramica delle diverse interpretazioni del mondo elaborate dalle religioni universali e delle differenti soggettività che tali Weltbilder hanno plasmato. Sinteticamente, l'immagine del mondo è una spiegazione e un'interpretazione dell'esistente, una rete di assunti cognitivi sul mondo stesso in grado di definire priorità e gerarchie; pur essendo teoricamente indimostrabili, le immagini del mondo sono praticamente ineludibili, in quanto costituiscono un necessario sistema di orientamento: esse definiscono gli obiettivi da perseguire e i mali da fuggire e in questo modo plasmano il nostro atteggiamento nei confronti di ciò che ci circonda, incentivano determinati comportamenti ed escludono altri dall'orizzonte di ciò che è “sensato”. Due sono i principali obiettivi della tesi: in primo luogo estrarre e astrarre dal lavoro weberiano uno schema, una “teoria delle immagini del mondo” in grado di essere strumento concettuale utile per l'analisi sociale anche nella contemporaneità; in secondo luogo testare le potenzialità esplicative del concetto di “immagine del mondo” in ambito politico: interpretare cioè le diverse forme politiche come precipitato di differenti immagini del mondo. 1) Non bisogna farsi ingannare dal contesto: le religioni sono solamente un sottoinsieme – per quanto archetipico e particolarmente chiaro – della più ampia categoria delle “immagini del mondo”. Anzi, punto di partenza della riflessione sociale weberiana è che il rapporto tra uomo e mondo è sempre mediato da immagini, non necessariamente religiose; ogni società elabora una propria idea teoreticamente indimostrabile di “bene” e di “male”, e definisce un orizzonte del possibile. Insomma, che si tema la dannazione eterna o la miseria terrena, che si aspiri alla pace dei santi nell'aldilà o alla ricchezza su questa terra, che si pensi il mondo come un cosmo immutabile o come un terreno di scontro tra classi in marcia verso il progresso: si tratta di variabili decisive per lo studio e la comprensione dei comportamenti degli attori sociali, e si tratta di variabili definite esattamente dall'immagine del mondo. Per afferrare il senso degli atteggiamenti e delle dinamiche di una società è quindi necessario rappresentarsi preliminarmente la sua immagine del mondo. 2) Definendo incubi e obiettivi, paure e speranze, l'immagine del mondo plasma l'agire degli individui e di conseguenza impatta necessariamente con la politica. I santi puritani sconfiggono il Leviatano ridicolizzando le sue minacce e le sue promesse: chi temeva solo la dannazione e aspirava solo alla salvezza dell'anima era completamente indifferente alle persecuzioni e alle lusinghe del potere mondano, poiché chi teme Dio non può avere paura di piccoli re. Il socialismo è riuscito ad arruolare nell'esercito proletario masse che per secoli avevano accettato con santa rassegnazione la propria condizione materiale: ciò è stato possibile nel momento in cui il Weltbild socialista è riuscito a tradurre la miseria in sfruttamento; gli “ultimi” cominciano a provare ira nel momento in cui percepiscono la propria subordinazione come ingiusta ed evitabile, eleggendo a nemici non le macchine o il destino, ma specifici rapporti di produzione. Nella tesi si compiono tre carotaggi nella storia politica della modernità europea dimostrando la loro relazione con tre differenti immagini del mondo: Puritanesimo e genesi dei diritti di libertà; armonia degli interessi e liberalismo; socialismo e movimento operaio. Ultima precisazione: la “teoria delle immagini del mondo” non si configura come un idealismo mascherato. Piuttosto essa costituisce la terza via tra i riduzionismi opposti di tipo materialista (e al giorno d'oggi economicista) e latamente idealista. Essa concepisce dimensione materiale e dimensione immaginativa come ambiti tra loro in reciproca osmosi, ma pure dotati di una loro autonomia. Nell'analisi della contemporaneità, ad esempio, il riferimento al concetto di immagine del mondo consente di tematizzare le mutazioni della soggettività evitando tanto di ridurle a mero riflesso delle trasformazioni del capitalismo contemporaneo, quanto di enfatizzare il lato unicamente culturale senza focalizzare la dimensione materiale.
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O paradoxo da lei

Ribeiro, Karla Pinhel January 2007 (has links)
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Filosofia e Ciências Humanas. Programa de Pós-Graduação em Filosofia / Made available in DSpace on 2012-10-23T06:02:15Z (GMT). No. of bitstreams: 1 244330.pdf: 327935 bytes, checksum: f62e9fa6dee9ca27e653f9bd76ca5712 (MD5) / A tese principal da dissertação sobre a questão o que é ser humana é contemplada através dos conceitos de biopolítica, estado de exceção e vida nua na história da filosofia política e jurídica de Giorgio Agamben e à formulação da questão sobre o que é o homem na contemporaneidade, sobretudo, no pensamento da filosofia política e jurídica de Giorgio Agamben. O trabalho contempla a tese sobre o conceito de biopolítica no pensamento da filosofia política e jurídica de Giorgio Agamben ser um conceito filosófico ontológico. A fundamentação filosófica da tese (sobre o conceito de biopolítica na filosofia política e jurídica de Giorgio Agamben), parte da contemplação sobre os fundamentos críticos dos principais pressupostos teóricos da filosofia política e jurídica de Giorgio Agamben - os conceitos vida nua e estado de exceção - à contemplação da idéia de uma filosofia da história do direito e da política na contemporaneidade e seus pressupostos filosóficos ontológicos para uma antropologia filosófica contemporânea. The main dissertation's thesis about what is being human contemplates the concept of biopolitics in the contemporary history philosophy of politics and law, researching the main contemporary thesis toward the task in the thought of Giorgio Agamben´s philosophy of politics and law. The main thesis of the work is that the biopolitics´s concept in Giorgio Agamben´s political and juridical thought is a philosophical ontological concept. The philosophical fundaments of the main dissertation's thesis (about the biopolitics´s concept in Giorgio Agamben´s political and juridical philosophy), starts from de contemplation on the critical fundaments of the main theoretical concepts of Giorgio Agamben political e juridical philosophy - bare life and state of exception - to the contemplation of an idea of a philosophical history of law and politics in the present time and its philosophical ontological undergrounds for an contemporary philosophical anthropology.
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O juízo reflexionante estético

Cisneros, Leandro January 2007 (has links)
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Filosofia e Ciências Humanas. Programa de Pós-Graduação em Filosofia. / Made available in DSpace on 2013-07-16T03:20:38Z (GMT). No. of bitstreams: 1 243975.pdf: 604845 bytes, checksum: 957d1ca4d0d1f4aea2a5c874b9891fd7 (MD5) / A partir da sugestiva tese de Hannah Arendt, no presente trabalho exploramos os conteúdos que afirmam a existência de uma filosofia política kantiana e, pontualmente, se a sua chave de interpretação a encontramos na Crítica da faculdade do juízo. Nesta filosofia política, o centro da nossa atenção é a definição de liberdade política e também as orientações para sua realização, sem que esta ação contrarie as condições de universalidade e imparcialidade que o público espectador exige para julgar os fatos. Nesse último ponto, indagamos se o juízo reflexionante estético é uma das vias para o efetivo exercício da liberdade política. Para isso, oferecemos uma interpretação da política que, sem desmerecer sua dimensão científica, valoriza a dimensão estética da política, e propõe considerá-la uma arte bela. We begin this research with Hannah Arendt's suggestive interpretation, and we explore the thesis that claims the existence of a Kantian political philosophy, as well as the question if one may find its interpretative key in the Critic of judgment. With regard to this politic philosophy, the focus of our attention is on the definition of political freedom and also the orientations concerning its realization, without antagonizing the conditions of universality and impartiality that the public/spectator demands in order to judge the facts. Regarding this last point, we inquire if the aesthetic reflexive judgment is one of the ways to realize an effective exercise of political freedom. To this end, we offer an interpretation of politics that, without devaluating its scientific dimension, values its aesthetic dimension and suggests to considerate it as a beautiful art.
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La educación en el modelo de participación democrática de Carole Pateman

Vallejos Roa, Alvaro January 2007 (has links)
En primer lugar se hará una exposición de los antecedentes que dan origen al desarrollo de los modelos de participación democrática, en segundo lugar se presentará el modelo de participación democrática de Carol Pateman, para concluir con una exposición de los elementos de la filosofía de Jean Jacques Rousseau, que sirvieron de influencia y base en la comprensión de la participación ciudadana en política como una acción cuyo principal efecto es la función educativa.
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Un estudio acerca del concepto de “Entre” en Hannah Arendt y su relación con el espacio público: La política

Cataldo González, Héctor Mauricio January 2006 (has links)
No description available.
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Illiberal Secularism: A Critical Approach to the Study of Social and Religious Governance in Liberal Democracies

Guzzo Falci, Paula January 2018 (has links)
Taking note of the emergence of illiberal forms of governance across Western Europe, a liberal and democratic region, this thesis endeavors to unravel one particular manifestation of this tendency, illiberal secularism. Specifically, it asks how secularism has been discursively (trans)formed in political contexts so as to allow for the emergence of illiberal forms of social and religious governance. To address this question, this thesis analyzes the discursive enactment of ideological secularism by Italian state actors in three cases—the Crucifix, the Burqa, and the Charter cases. Building on critical and discursive perspectives, this thesis argues that secularism is an ideology that shapes thinking and action and provides a conceptualization of, and an answer to, the problem of diversity. Thus, it proposes to study secularism as a political category that works as a stake in, and as a means through which contemporary contests over religion and diversity are conducted. In methodological terms, these considerations lead to a combined analytical endeavor, which focuses on both the conceptual grammar of secularism and the discursive practices through which state actors (re)construct this ideological formation. Conducting conceptual and critical discourse analyses, this thesis reveals the argumentative structures and the main ideational and relational assumptions of Italian state actors’ discourses. It demonstrates that, in all three cases, these actors revise secular–religious demarcations in ways that expand the secular power of the state over the religious realm and, moreover, allow for the revision of liberal entitlements and for the resetting of the boundaries that define the political community. Notably, this thesis finds that it is through the secularization of Christianity, the culturalization of liberalism, and the othering of Muslims that some state actors reconcile secularism and illiberalism, thereby promoting practices that restrict and violate important liberal values and achievements, such as religious freedom and political unity.

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