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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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[pt] RELATOS DA FÊNIX: UM ESTUDO SOBRE SAÚDE MENTAL E INTERSECCIONALIDADE / [en] REPORTS FORMTHE PHOENIX: A STUDYON MENTAL HEALTH ANDINTERSECTIONALITYHANNA CHRISTINA DA SILVA MARQUES DOS SANTOS 22 January 2024 (has links)
[pt] Discutir saúde mental e os diversos fatores que implicam na produção de saúde ou
de adoecimento, se faz necessário enquanto forma de dar suporte à problematização
do processo de trabalho de diversos profissionais que estão neste campo, mas,
também, os impactos que os possíveis reposicionamentos, a partir da reflexão acerca
das práticas de trabalho, podem trazer à vida daqueles que são atendidos,
principalmente, em equipamentos públicos. O objetivo geral deste trabalho
dissertativo é discutir como questões como racismo, machismo e a desigualdade
social se atravessam nas práticas manicomiais e podem causar o encarceramento
perpétuo de pessoas tidas como indesejáveis, constitui-se como pesquisa estratégica e
descritiva. Para isto, discute-se a interseccionalidade dos fatores supramencionados e
os seus efeitos que, neste caso, levaram ao encarceramento, por medida de segurança,
de uma mulher negra, pobre e com transtorno mental por boa parte de sua vida. Para
atingir o objetivo desse estudo, utiliza-se o relato de experiência e fragmentos do
caso. Trata-se de uma pesquisa qualitativa e traz a revisão de literatura acerca da
referida temática. A seleção do arcabouço teórico para a realização do estudo se deu
através da seleção de livros e artigos, utilizando-se de bases de busca como o
ScientificElectronic Library Online/Biblioteca Eletrônica Científica Online (SciELO),
o Pantheon (UFRJ), o Maxwell (Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro
[PUC-Rio]), e os Periódicos da Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de
Nível Superior (Capes). / [en] Discussing mental health and the several factors that imply the production of health
or illness is necessary as a way of supporting the problematization of the work
process of different professionals who are in this field, but also the impacts that
possible repositioning, based on reflection on work practices, they can bring to the
lives of those who receive care, mainly in public facilities. The general goal of this
dissertation work is to discuss how issues such as racism, male chauvinism and social
inequality intersect in asylum practices and can cause the perpetual incarceration of
people considered undesirable, it constitutes strategic and a descriptive research. To
this purpose, the intersectionality of the aforementioned factors and their effects is
discussed, which, in this case, have led to the incarceration, as a security measure, of
a poor and black woman with a mental disorder for a large part of her life. To achieve
the objective of this study, experience reports and the case fragments are used. This is
a qualitative research and presents a literature review on the aforementioned topic.
The selection of the theoretical framework for carrying out the study was done
through the selection of books and articles, using search bases such as Scientific
Electronic Library Online (SciELO), Pantheon (UFRJ), Maxwell
(PontifíciaUniversidade Católica do Rio de Janeiro [PUC-Rio]), and the Journals of
the Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (Capes).
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[en] INSANE OFENDERS UNDER CONTROL: COMPASSES AND MISMATCHES BETWEEN THE PSYCHIATRIC REFORM AND JUDICIARY ASYLUM / [pt] LOUCOS SOB MEDIDA: COMPASSOS E DESCOMPASSOS ENTRE A REFORMA PSIQUIÁTRICA E OS MANICÔMIOS JUDICIÁRIOSRENATA VERONICA CORTES DE LIRA 23 February 2017 (has links)
[pt] A publicação da Lei número 10.216 em 2001, a desejada Lei da Reforma
Psiquiátrica, foi um marco legal de extrema importância na luta antimanicomial.
Baseada na garantia dos direitos à dignidade, à autonomia e à inserção social das
pessoas com sofrimento psíquico, prevê a desinstitucionalização gradual dos
usuários do sistema de saúde mental e veda a internação prolongada em
instituições asilares ou com características análogas a estas. As pessoas com
transtorno psíquico que cometem delitos, os loucos infratores, também estão
incluídos na referida legislação, contudo o que se observa é que no campo jurídico
pouco se avançou no que se refere a aplicação das medidas de segurança. Os
manicômios judiciários ainda são espaços de violações de direitos. Assim, o
trabalho pretende identificar de onde surge a ideia da desinstitucionalização, como
ela foi inserida no Brasil e se vem sendo introduzida também nos manicômios
judiciários do estado do Rio de Janeiro. Partindo do fato de que o louco infrator é
duplamente estigmatizado, por causa do medo que paira sobre a possibilidade
deste voltar a delinquir, a intenção principal do trabalho é avaliar a atual condição
dos locais para onde estas pessoas estão sendo enviadas. A pesquisa focou os
manicômios judiciários, espaços historicamente reconhecidos como produtores e
reprodutores de isolamento, negligência, maus tratos e tortura, buscando
informações sobre como a Lei da Reforma Psiquiátrica vem influenciando o
tratamento dado às pessoas com transtorno psíquico que cumprem medidas de
segurança e realizando considerações sobre se os avanços no campo psiquiátrico e
os poucos ocorridos no campo jurídico efetivamente alcançaram os loucos
infratores do estado do Rio de Janeiro. / [en] The publication of the law No.10.216 in 2001, the expected Psychiatric
Reform Law, was a legal reference that has been extremely important in the fight
against asylums. Based on securing the rights to dignity, autonomy and social
integration of people with psychological distress, foresees the gradual
institutionalization of users of the mental health system and seals prolonged
hospitalization in mental institutions or analogous to these features. People with
mental disorders who commit crimes, the offenders, are also included in this
legislation, but what is observed is that on the legal field, until nowadays, there
was a very little progress regarding the implementation of security measures. The
judiciary psychiatric hospitals are still spaces of rights violations. Thus, this paper
aims to identify where the idea of deinstitutionalization arises, as it was inserted in
Brazil and has been introduced in judiciary psychiatric hospitals in the state of Rio
de Janeiro. Beginning from the fact that the offender with mental disorders is
doubly stigmatized, because of fear that hangs over the possibility of a reoffending,
the main intention here is to evaluate the current condition of the places
where these people are being sent. The research focused on the judiciary
psychiatric hospitals, spaces historically recognized as producers and reproducers
of isolation, neglect, mistreatment and torture, seeking informations about how
the Psychiatric Reform Law has influenced the treatment of people with mental
disorders that serve security measures and performing considerations about if the
advances in the psychiatric field and the few examples that have occurred in the
legal field effectively achieved offenders with mental disorders at Rio de Janeiro.
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[en] A PSYCHIATRIC-PENAL INSTITUTION: THE WITNESS TO A LIVED LOOK / [pt] MANICÔMIO JUDICIÁRIO: O TESTEMUNHO DE UM OLHAR VIVIDO13 December 2021 (has links)
[pt] Esta dissertação tem como objetivo problematizar o lugar em que o ‘loucocriminoso’
foi inserido ao longo de todos esses séculos dentro da história da
Psiquiatria. Preocupamo-nos em mostrar quem é este sujeito e o local onde ele
vive encarcerado: o manicômio judiciário. Tentamos trazer à discussão os
dispositivos utilizados, tanto pela Psiquiatria quanto pelo Direito, para classificar
e normatizar este sujeito considerado inimputável. Para tanto, guiamo-nos pelas
ideias de Michel Foucault, especialmente àquelas que dizem respeito às relações
de saber/poder e aos jogos de verdade que permeiam o campo do instituído.
Enfatizamos a necessidade de uma atitude crítica por parte do profissional que
opera no campo da saúde, assim como alertamos para a importância de se criar
ações de resistência frente àquilo que é imposto e considerado como naturalizado
pela instituição mesma. Por fim, nos voltamos ao louco-criminoso internado no
Manicômio Judiciário para tão somente ouvir as suas histórias. / [en] This dissertation has the objective of problematizing how the criminally
insane were viewed along the years within the history of Psychiatry. We want to
show who he is, how and where he is incarcerated: the prison for the criminally
insane known in Brazil as Manicômio Judiciário. We attempt to bring to the
discussion the mechanisms used by Psychiatry and by Law to classify and
normatize this human being considered not to be regularly punished. To do so, we
are guided by Michel Foucault s ideas, especially those related to the
knowledge/power relationships and the truth games which permeate the
institutionalized field. We emphasize the need for a critical attitude by the
professional who operates in the health arena and also signal to the importance of
creating resistance actions to what it is imposed and considered natural by the
institution itself. Finally, we approach the criminally insane in the Manicôminio
Judicário with the mere intention of listening to their stories.
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