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Preconceito racial e igualdade jurídica no Brasil / Preconcetto razziale e egalitá in BrasilePrudente, Eunice Aparecida de Jesus 09 October 1980 (has links)
sem resumo em português / Le teorie razziste costituirono la causa mediata della riduzione in schiavitù dei popoli no bianchi da parte degli europei. Teorie queste che, prive di fondamenti razionali, tentavano di giustificare il razzismo con miti assurdi ed antichissimi. L\'istituzione delle gerarchie razziali basate su queste teorie razziste ebbe como conseguenza la schiavitù e lo esterminio, principalmente di negri africani e di indiani d\'America. L\'espansione commerciale era vitale por il rafforzamento degli stati nazionali europei (XV, XVI Sec.), che a tale scopo invasero i Nuovi Mondi (Africa, Asia, America)a accumulando richezze sfruttando il lavoro forzato. E, questa politica mercantile fu la causa immediata della riduzione in schiavitù degli africani nelle Americhe. Tuttavia, data la forma in cui fu attuato, il sistema scjiavista, sfruttando ogni forza vitale del negro, oltrepassò gli interessi economici perchè guidato da una profonda convinzione da parte dell\'elemento bianco dell\'inferioritá\" delle altre razze. Soltanto così si può spiegare il sistema di torture messo in atto: il violentare la donna schiava, l\'impiego delle schiave nel meretricio, le mutilazioni e le violenti rappresaglie alle fughe e alle ribellioni dei prigionieri. Da non dimenticare inoltre la violenza morale che offendeva e addirittura distruggeva civilitá superiori in molti aspetti a quelle europee. Nel caso brasiliano, solo l\'irrazionalità, l\'immoralità delrazzimo poteva celare, come difatti accadeva, azioni individuali e collettive intraprese dagli schiavi alla ricerca della libertà, in modo da presentare il negro como \"schiavo felice\"e rassegnato e il bianco come um \"padrone comprensivo\". Mentre in realtà lê grandi proprietà schavistiche mantenevano veri e propri eserciti privati, a esempio delle fortezze feudali, destinati allá vigilanza degli schiavi. L\'illogicità del razismo si fa ancora piu palese in quanto ricorre a spiegazioni stravaganti per giustificare la dominazione e lo esterminio, chiacchè, malgrado contestato dalla realtà e dalla scienza, insiste nel distinguere gli uomini com base in fattori biologici (razza), constituendo quindi uma vera finte d\'inguistizia in qualsiasi società in cui s\'insedia. Le teorie razziste sono andate per secoli e com losviluppo della dottrina liberale, che vuol proteggere l\'uomo dallo Stato e dalla società stessa, gli schiavisti si servirono di legislazioni d\'impronta liberale al fine di proteggere il próprio diritto di ridurre altri in schiavitù. Tale situazione ebbe luogo tra noi a causa dell\'interpretazione data all\'articolo 179 della nostra Constituzione Imperiale, che propugnava la difesa dei diritti e delle garanzie individuali: gli schiavisti fecero uso di questo meccanismo legale per far valere il loro diritto di proprietà sullo schiavo. In Brasile, il liberalismo venne studiato da um numero ristretto di letterati e interpretato secondo gli interessi della società schiavista. Altri aspetti del liberalismo furono discussi e divulgati soltanto dopo la campagna inglese contro il traffico ideali schiavi e contro la disarticolazione del lavoro forzato, promosa daí negri che avevano lottato nella Guerra del Paraguai. Solo di deonte od uma situazione insostenibile per i proprietari incomincirano a sorgere voci abolizionistiche, in favore della liberta e dell\'uguaglianza.Gli abolizionisti lasciarono pagine memorevoli, però uma volta proclamata la Repubblica il negro fu dimenticato. Giuridicamente, lo schiavo era considerato semovente (animale) ed era mercê di compravendita, cio nonostante, el diritto penale lo responsabilizzava tanto quanto l\'uomo libero, peró puniva severamente lo schiavo ed estendeva anche al suo signore il diritto di punirlo. Il negro libero aveva i suoi diritti di cittadino limitati dalla Costituzione stessa ed era sfavorito come lavoratore: dopo l\'Abolizione del regime schiavista il datore di lavoro preferiva l\'immigrante europeo e il negro, bechè giuridicamente uguale al bianco, venne quase decimato dalla miseria. Trattandosi di um paese di razze incrociate, in Brasile era impossiblile praticarei l razzismo di origine, per cui il preconcetto razziale si fondamenta sulle caracteristiche negroidi. Trattasi de preconcetto del colore: quante più caratteristiche di razza negre presenti um individuo, maggiori difficoltà troverà per migliorare lê sue condizione di vita. Questa questione razziale viene negata e la discriminazione razziale, in Brasile, non constituisce um reato la Legge n 1.390 (1951), Legge Afonso Arinos, la include fra lê contravvenzioni penali e la punisce blandamente. La discriminazione dovrebbe essere definita legalmente come REATO CONTRO LA PERSONA, e come tale essere punito. Uma misura del genere essere complementata inoltre da une amplia riforma in tutti i settori dell\'insegnamento, poichè l\'educazione formale conserva gli stereotipo negativi nei confronti del negro. Sperra allo Stato, como fautore del bene comune, ricorrere al Diritto, che in altri tempi garantiva la proprietà schiava, per impiantare uma miglior convinvenza razziale.
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Igualdade de gênero: o redimensionamento da concepção da igualdade material no âmbito laboral / Occupazione femminile pari opportunitá: riorganizzazione del concetto di uguaglianza materiale nellambito del lavoroBarbugiani, Luiz Henrique Sormani 07 December 2012 (has links)
A pesquisa analisa a igualdade de gênero, tendo por objeto nuclear a situação do sexo feminino no mercado de trabalho e a verificação da necessidade de um redimensionamento do princípio da igualdade material, a fim de preservar o conteúdo axiológico do preceito vigente em nossa sociedade. Os valores sociais e culturais permeados no meio econômico e social delimitam a igualdade enquanto princípio, sendo de importância transcendental para a visualização da condição da mulher no Brasil e no Exterior. Da mesma forma, tais valores são relevantes para a avaliação das respectivas normas de tutela e seus efeitos reflexos, sem descurar da função social do contrato e da própria lei na regulação do trabalho. / Lo studio analizza luguaglianza del genere, avendo come obiettivo principale la situazione del sesso femminile nelloccupazione lavorativa e la verifica della necessita di una riorganizzazione del principio di uguaglianza materiale col fine di proteggere il contenuto assiologico del precetto vigente nella nostra società. I valori sociali e culturali inseriti nellattività economica e sociale limitano luguaglianza in quanto principio, essendo di importanza trascendentale vedere la condizione della donna in Brasile ed allestero. Della stessa forma, tali valori sono rilevanti per lesame delle rispettive norme di tutela e suoi effetti conseguenti, senza omettere la funzione sociale del contratto e dela propria legge nella regolazione del lavoro.
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DIRECT PRICE DISCRIMINATION AND PRODUCT DIFFERENTIATION IN THE HOTELLING FRAMEWORKCOLOMBO, STEFANO 27 January 2009 (has links)
Questa tesi studia da una prospettiva teorica le implicazioni della discriminazione del prezzo in oligopoli spaziali. Nel capitolo 1 presentiamo una raccolta selettiva dei principali articoli riguardanti discriminazione del prezzo e differenziazione del prodotto nel modello di Hotelling. Nel capitolo 2 studiamo l’incentivo per le imprese a discriminare quando la differenziazione del prodotto è endogena. Due diverse versioni di un gioco a tre stadi sono considerate. Nella prima versione, le imprese prima scelgono quale varietà produrre, poi scelgono se discriminare o non discriminare, e infine fissano i prezzi. Emerge un Dilemma del Prigioniero: le imprese discriminano e i profitti sono inferiori di quelli che sarebbero emersi in caso di prezzo uniforme. Nella seconda versione del gioco i primi due stadi sono invertiti: in questo caso, in equilibrio nessuna impresa discrimina e non c’è Dilemma del Prigioniero. Nel capitolo 3 studiamo la relazione tra sostenibilità della collusione e differenziazione del prodotto quando le imprese possono discriminare. Analizziamo tre schemi collusivi: collusione sui prezzi discriminatori, collusione su un prezzo uniforme, collusione per non discriminare. Otteniamo che la sostenibilità del primo e del terzo schema non dipende dalla differenziazione del prodotto, mentre la sostenibilità del secondo schema dipende negativamente della differenziazione del prodotto. / This thesis studies from a theoretical point of view the implications of price discrimination in spatial oligopolies. In Chapter 1, we provide a selective survey of the main contributions regarding price discrimination and product differentiation in the Hotelling framework. In Chapter 2 we study the firms’ incentive to price discriminate when product differentiation is endogenous. Two different versions of a three-stage game are considered. In the first version, firms first choose which variety to produce, then choose whether to price discriminate or not, then set prices. A Prisoner Dilemma arises: firms price discriminate and profits are lower than under uniform pricing. In the second version of the game, the first two stages are reversed: in this case uniform pricing emerges in equilibrium and there is not Prisoner Dilemma. In Chapter 3, we study the relationship between product differentiation and collusion sustainability when firms may price discriminate. Three different collusive schemes are analyzed: collusion on discriminatory prices, collusion on a uniform price, and collusion not to discriminate. We obtain that the sustainability of the first and the third scheme does not depend on product differentiation, while the sustainability of the second scheme depends negatively on product differentiation.
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Il Principio di Non Discriminazione e l’Identità Costituzionale dell’Unione Europea / The principle of non discrimination and the EU constitutional identity / Le principe de non-discrimination et l'identité constitutionelle de l'Union européenneZaccaroni, Giovanni 22 May 2015 (has links)
L’objectif de cette recherche est d’évaluer la contribution du principe de non-discrimination à l’identité constitutionnelle de l’Union européenne. Pour ce faire, il est nécessaire de clarifier la notion d’identité dont nous parlons. Dans la première section/partie nous analysons la structure des arrêts pour juger sur la discrimination. La structure de l’arrêt sur la discrimination permet, après une phase initiale d’ajustement dont nous avons signalé, d’identifier quatre phases différentes au sein desquelles la Cour de justice développe son raisonnement. Ces phases sont : 1) introduction de l’affaire devant la Cour de justice de l’Union européenne 2) identification du désavantage 3) comparaison et 4) justification. La deuxième section/partie porte sur l’analyse de la contribution à l’identité constitutionnelle de l’Union européenne par la lutte contre sept motifs spécifiques de discrimination : sexe, nationalité, handicap, âge, religion, orientation sexuelle et race. Le choix des motifs de discrimination (par exemple, entre les beaucoup plus nombreux motifs dans la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne) est lié à un critère normatif : ce sont les motifs de discrimination qui ont fait l’objet de la législation dérivée. D’où il suit un critère supplémentaire, celui quantitatif : la présence d’un acquis législatif stable autorise la Cour de justice à saisir un plus grand nombre des causes, qui font significative l’examen des motifs proposés. L’identification d’une contribution si riche à l’identité constitutionnelle de l’Union européenne peut reconnaître le principe de non-discrimination en tant que principe constitutionnel, qui, inspiré par l’identité constitutionnelle des États membres, peut constituer l’épine dorsale de la future constitution "formelle “européenne. / The definition of the EU as a constitutional legal order is crucial, but still fragmented. For the sake of systematization, it is important to find out a principle to support its development. That is why we made the choice of examining the principle of non discrimination through the analysis of case law, with the object of verifying if this principle is a fundamental part of the EU constitutional identity. In the first part of this work the structure of the discrimination scrutiny in front of the CJEU and of the ECHR is analyzed, enlightening the fact that its structure increasingly recalls that of a constitutional scrutiny. In the second part of this work we will focus on the contribution given by the case law on the fight against different grounds of discrimination to the EU constitutional identity. As there is an increasing number of grounds of discrimination, a choice should be made. That is why the second part of the analysis is devoted into explaining a selection of grounds of discrimination: discrimination on the ground of nationality, age, disability, religion, and sexual orientation. From the analysis of the case law and of secondary legislation is possible to induce that this principle has the potential necessary to support the development of the EU constitutional identity without prevailing on the national constitutional identities. At the same time, the principle could help into shading light in one of the most debated issues of EU law: the tension between the conferred powers and the direct effect of directives. The conclusion of this work is a reflection on how a precise line of case law is crucial into defining the principle of non discrimination as a EU constitutional principle.
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Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannicoCOGLIEVINA, STELLA 03 March 2009 (has links)
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali. / The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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Tre saggi sull'economia dello sviluppo / THREE ESSAYS ON DEVELOPMENT ECONOMICSVENEZIANI, MARIO 02 July 2010 (has links)
La presente tesi raggruppa tre contributi che analizzano la partecipazione dei minori ad attività lavorative e scolastiche in Marocco, le variabili correlate con il benessere individuale e le differenze nei livelli salariali in Albania. I tre saggi tentano di fornire analisi empiriche basate sulla letteratura più recente e di contribuire allo sviluppo della metodologia quantitativa più comunemente utilizzata. / The present thesis is a collection of three contributions which investigate children’s schooling and labour participation in Morocco, the correlates of subjective well being and the differences in wage levels in Albania. The papers try to carry out empirical analyses of these issues based on the most recent developments in the relevant literature and to contribute to the empirical methodology commonly used.
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