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Le immagini sul risvolto interno degli occhi: storia dell'arte e neuroscienze

Scatturin, Cecilia January 2012 (has links)
La Neurostetica, settore di studi da poco costituitosi, raccoglie una serie di indagini provenienti dall’ambito neuroscientifico volti ad indagare le modalità della creazione e fruizione dell’oggetto artistico. Molteplici discipline concorrono alla costruzione di un’ attività di ricerca relativa al rapporto mente e cervello che è davvero agli albori, non per qualità degli studi, ma per complessità della materia trattata. Tra queste discipline la Storia dell’arte è fondamentalmente oggetto e quasi mai soggetto della ricerca o del lavoro di équipe. Si tratta dunque in queste pagine di osservare l’interesse degli scienziati per la Storia dell’arte e di trarne spunti di lavoro e osservazione critica per valutare un’entrata in campo più diretta in ricerche assai affascinanti, se pur a volte scivolose. Il campo dell'educazione, nello specifico della Didattica della Storia dell'arte, è che quello che meglio si presta ad assorbire le novità scientifiche.
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A Study on Seismic Behaviour of Masonry Towers

Romaro, Federica January 2011 (has links)
Il presente lavoro è dedicato all’analisi semplificata della vulnerabilità sismica delle torri in muratura, in particolare alla definizione della geometria del cinematismo di collasso. Dopo un’analisi preliminare dei danni e dei meccanismi innescati dal sisma sulle torri, e una rassegna dei metodi di analisi presenti in letteratura, si è elaborato un metodo per determinare la geometria del piano di frattura che individua i blocchi di un meccanismo di ribaltamento globale, a partire da semplici considerazioni di equilibrio. Secondo le Norme Tecniche Nazionali, infatti, le torri (campanarie), vengono classificate come uno dei macroelementi in cui vengono schematizzate le chiese, caratterizzato da propri meccanismi di collasso; a differenza tuttavia di altri macroelementi, per le torri, considerate le masse e le altezze in gioco, lievi variazioni nella geometria del meccanismo comportano sensibili modifiche nel moltiplicatore di collasso; è quindi importante una corretta definizione della geometria del cinematismo. Il metodo proposto è stato applicato anche rimuovendo l’ipotesi, tipica nell’analisi limite di strutture murarie, di resistenza a compressione infinita della muratura. Al fine di rendere di immediato utilizzo pratico i risultati, l’andamento della frattura è stato determinato tramite analisi parametriche per diverse configurazioni geometriche a cui facilmente si possono ricondurre le strutture a torre esistenti. Infine, oltre a un confronto con meccanismi reali rilevati a seguito di terremoti avvenuti in passato, si è applicato il metodo proposto alla analisi di vulnerabilità di una torre medievale, la Ghirlandina del Duomo di Modena.
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Le architetture fortificate del Friuli Venezia Giulia colpite dal sisma del 1976. Studi e osservazioni su alcuni interventi realizzati, anche con riferimento alla circolare n.26 del 2/12/10 relativa alla valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale

Badan, Nicola January 2013 (has links)
La presente tesi di dottorato affronta il tema delle architetture fortificate del Friuli Venezia Giulia colpite dal sisma del 1976 studiando alcuni interventi di restauro realizzati, anche con riferimento alla Circolare N.26 del 2/12/10 relativa alla valutazione del rischio sismico del patrimonio culturale, per comprendere l'importanza del ruolo sempre più rilevante assunto dalla conoscenza dei caratteri costruttivi, morfologici e tecnologici, dei dissesti pregressi, delle modalità di costruzione e stratificazione degli edifici storici nella definizione dei relativi interventi di riparazione e consolidamento, anche alla luce dei recenti eventi sismici che hanno interessato il nostro territorio nazionale. I recenti terremoti che hanno colpito l’aquilano e parte dell’Emilia Romagna, infatti, hanno fatto emergere una volta di più la debolezza e la fragilità del patrimonio architettonico storico, nonché l'importanza di mettere in atto un costante piano di manutenzione ed una corretta attività di prevenzione su manufatti che nel tempo hanno subito numerosi processi di trasformazione e il naturale invecchiamento dei materiali. Alcuni studi relativi all’analisi delle modalità costruttive e del danneggiamento di edifici storici a seguito di terremoti avvenuti in tempi meno recenti, hanno dimostrato l’efficacia degli esiti e della metodologia condotta, suggerendo anche una serie di tecniche di intervento appropriate. Ci si riferisce in particolare ai risultati delle ricerche intraprese agli inizi degli anni ’90 sulle chiese friulane colpite dal sisma del 19761 che hanno consentito di affrontare lo studio della propensione al danneggiamento di una peculiare tipologia edilizia costituita dagli edifici ecclesiastici, nonché agli studi condotti a seguito del terremoto umbro-marchigiano del 1972. Proprio questi ultimi studi hanno portato alla definizione di un repertorio di soluzioni di interventi di restauro finalizzati al miglioramento del comportamento in caso di sisma, contribuendo in modo significativo a definire l’importanza del concetto di vulnerabilità sismica3 e di macroelemento4. Ulteriori studi sul danneggiamento del patrimonio architettonico fortificato del Friuli Venezia Giulia colpito dal sisma del 19765, realizzati ripercorrendo nella metodologia e nell’iter concettuale gli studi intrapresi sulle chiese friulane, hanno consentito di affrontare efficacemente la questione della vulnerabilità e del reale comportamento sotto l'azione sismica, non ipotizzabile a priori mediante il calcolo strutturale. Sebbene sia improprio trasferire a priori dei dati di sintesi validi per le chiese o per gli edifici ordinari a degli organismi strutturali come i castelli (in quanto questi presentano caratteristiche geometriche,dimensionali, tipologiche e costruttive diverse), dalle analisi e dalle ricerche compiute nel corso della presente tesi di dottorato è emerso che alcune dinamiche di danneggiamento osservabili nelle architetture fortificate possono essere ricondotte a quelle già osservate sulle chiese. Si è potuto osservare che numerose interpretazioni e schematizzazioni relative al comportamento delle chiese, con particolare riferimento all’individuazione di cinematismi dei macroelementi sono riconducibili alle dinamiche di danneggiamento proprie dei complessi castellani (ad esempio, il “mastio” di un castello può essere ricondotto al macroelemento “torre campanaria” degli edifici ecclesiastici), fermo restando la peculiarità complessiva del manufatto.
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Il ghetto di Verona e la sua sinagoga: trasformazioni architettonico-urbane fra XIX e XX secolo

Rainoldi, Valeria January 2018 (has links)
La tesi è dedicata alla Sinagoga di Verona e alle vicende architettonico-urbane che hanno interessato il Ghetto ebraico fra XIX e XX secolo; è organizzata in sette capitoli che, tranne per il primo capitolo, seguono un ordine cronologico. Al fine di poter meglio comprendere le vicende e l’architettura dell’ex Ghetto veronese e delle sue sinagoghe, sono dapprima chiariti i concetti chiave del patrimonio architettonico ebraico anche attraverso confronti stilistici fra gli arredi cultuali appartenenti alle varie regioni nord-italiane, con alcuni rinvii alle testimonianze europee. Nel corso dei capitoli successivi vengono approfondite le vicende di istituzione del Ghetto veronese e delle sue prime sinagoghe, la costruzione del Nuovo Tempio Israelitico, i primi tentativi compiuti alle soglie del Novecento di demolizione del Ghetto, a favore dapprima della realizzazione di un politeama, moderno teatro polifunzionale, e poi a favore della costruzione di una nuova sede per la locale Cassa di Risparmio. Il quinto capitolo tratta il piano definitivo di demolizione del Ghetto, articolato in tre fasi fra il 1924 e il 1928, soffermandosi sui progetti dell’architetto Aldo Goldschmiedt per l’alzamento del porticato di via Portici e sui tentativi di tutela della casa Pincherli compiuti dal Soprintendente Giuseppe Gerola. Gli ultimi due capitoli analizzano l’intervento dell’architetto Ettore Fagiuoli nel Tempio Israelitico, completato a settembre 1929, con un rapido excursus sulla figura del progettista, e sulla ricostruzione avvenuta fra il 1927 e il 1938 dell’area dell’ex Ghetto ebraico, in cui furono coinvolti sia Ettore Fagiuoli che Francesco Banterle. Del Supercinema, del Superpalazzo, dell’Albergo Touring e della Banca Nazionale del Lavoro sono indagati progetti e realizzazioni. In Appendice è riportato il regesto dei contratti di demolizione del Ghetto, conservati in 146 buste nell’Archivio del Comune di Verona e analizzati per la stesura del quinto capitolo, mentre una seconda Appendice riguarda i cimiteri ebraici veronesi, le cui vicende si intrecciano cronologicamente con le fasi di sistemazione del Ghetto e sono per questo significative.
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Rua São João: o boulevard paulistano da Primeira República (1889-1930) / São João Street: the Boulevard of São Paulo of the First Republic (1889-1930)

Santos, Regina Helena Vieira 10 March 2017 (has links)
A pesquisa visa conhecer a Rua São João, na história da urbanização da cidade de São Paulo, no período da Primeira República (de 1889 a 1930) quando esta via passou por obras de alargamento tornando-se o primeiro \"boulevard\" paulistano. Investimentos público e privado viabilizaram esta obra de grande impacto na cidade na época e nas décadas sucessivas. O recorte físico parte do começo da via no antigo Largo do Rosário (atual Praça Antônio Prado) até o cruzamento com a Rua Ypiranga (atual Avenida Ipiranga). Como base da pesquisa foram estudados os documentos existentes no Arquivo Histórico de São Paulo, que trazem os projetos arquitetônicos das construções de particulares aprovados pela municipalidade. Este material foi confrontado com a iconografia (pinturas, fotos, postais), com a cartografia histórica, e complementado com leis, decretos, atas da Câmara, além das referências bibliográficas. Deste modo acredita-se que se conhece o patrimônio cultural existente hoje, o que havia antes, para no futuro desenvolver projetos de restauro urbano e arquitetônico dos edifícios, assim como plano de tutela e política de preservação. / This research aims to know the São João Street, in the urbanization history of São Paulo city, in the period of the first Republic (from 1889 to 1930) when this rout passed through works of enlargement, becoming the first \"boulevard\" \"paulistano\". Public and private investments made possible this work of great impact in the city at the time and successive decades. The research area is from the beginning of the street, the old Largo do Rosário (current Praça Antonio Prado) until the crossing with the Ypiranga street (current Avenida Ipiranga). The existing documents from Arquivo Histórico de São Paulo were studied, they shows the architectural projects from private constructions approved by the municipality. This material was confronted with the iconography (paintings, photos, postcards), historical cartography, and was complemented by laws, decrees, activities acts of City Council and bibliographical references. It is believed that it is possible to know the cultural heritage from the past and present, for in the future develop projects of urban restauration and architectural restauration, as well as plans of protection and preservation policy.
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Rua São João: o boulevard paulistano da Primeira República (1889-1930) / São João Street: the Boulevard of São Paulo of the First Republic (1889-1930)

Regina Helena Vieira Santos 10 March 2017 (has links)
A pesquisa visa conhecer a Rua São João, na história da urbanização da cidade de São Paulo, no período da Primeira República (de 1889 a 1930) quando esta via passou por obras de alargamento tornando-se o primeiro \"boulevard\" paulistano. Investimentos público e privado viabilizaram esta obra de grande impacto na cidade na época e nas décadas sucessivas. O recorte físico parte do começo da via no antigo Largo do Rosário (atual Praça Antônio Prado) até o cruzamento com a Rua Ypiranga (atual Avenida Ipiranga). Como base da pesquisa foram estudados os documentos existentes no Arquivo Histórico de São Paulo, que trazem os projetos arquitetônicos das construções de particulares aprovados pela municipalidade. Este material foi confrontado com a iconografia (pinturas, fotos, postais), com a cartografia histórica, e complementado com leis, decretos, atas da Câmara, além das referências bibliográficas. Deste modo acredita-se que se conhece o patrimônio cultural existente hoje, o que havia antes, para no futuro desenvolver projetos de restauro urbano e arquitetônico dos edifícios, assim como plano de tutela e política de preservação. / This research aims to know the São João Street, in the urbanization history of São Paulo city, in the period of the first Republic (from 1889 to 1930) when this rout passed through works of enlargement, becoming the first \"boulevard\" \"paulistano\". Public and private investments made possible this work of great impact in the city at the time and successive decades. The research area is from the beginning of the street, the old Largo do Rosário (current Praça Antonio Prado) until the crossing with the Ypiranga street (current Avenida Ipiranga). The existing documents from Arquivo Histórico de São Paulo were studied, they shows the architectural projects from private constructions approved by the municipality. This material was confronted with the iconography (paintings, photos, postcards), historical cartography, and was complemented by laws, decrees, activities acts of City Council and bibliographical references. It is believed that it is possible to know the cultural heritage from the past and present, for in the future develop projects of urban restauration and architectural restauration, as well as plans of protection and preservation policy.
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IL MOSAICO ABSIDALE DELLA BASILICA DI SANT'AMBROGIO IN MILANO. STORIA DEI RESTAURI E NUOVE IPOTESI INTERPRETATIVE

BERETTA, MANUELA 22 May 2017 (has links)
Il mosaico che ancora campeggia nel catino absidale della basilica di Sant’Ambrogio a Milano è una delle opere cittadine maggiormente cariche di suggestione e allo stesso tempo più difficoltose da ricostruire e restituire ad una corretta interpretazione storico-artistica. La frammentarietà delle fonti edite e soprattutto la complessa stratificazione del mosaico, hanno infatti reso indispensabile un approccio filologico all’opera. Si è quindi compiuta una raccolta critica e sistematica di tutti i dati e le fonti esistenti: dalle testimonianze medievali, ai più recenti interventi, dalla letteratura erudita alle visite pastorali, dalla guidistica alle testimonianze iconografiche, dalla documentazione archivistica alle relazioni di restauro. La creazione di una sorta di atlante ragionato del mosaico e della sua storia conservativa è apparso fin da subito un obiettivo imprescindibile per un approccio scientifico, e anche un prezioso strumento, ad oggi mancante, fondamentale per futuri approfondimenti. I dati raccolti, corposi e spesso inediti, hanno permesso una lettura puntuale del tessuto musivo, individuando le parti antiche e quelle interessate da rifacimenti successivi. I dati emersi, soprattutto di natura tecnica, sono stati fondamentali per rileggere le ipotesi attributive proposte in passato e per impostare una nuova discussione sulla organizzazione degli ateliers attivi nel cantiere, sulle questioni stilistiche e iconografiche. / The mosaic that still stands in the apse of the basilica of Sant’Ambrogio in Milan one of the most important works of the city and at the same time more difficult to reconstruct into a correct historical and artistic interpretation. The fragmentary nature of published sources and especially the complex layers of the mosaic, have made indispensable a philological approach to the work. Therefore, a critical and systematic collection of all data and existing sources has been made: first medieval testimony, scholarly literature, pastoral visits, historic tourist guides, iconographic and archival documents, restoration reports. Creating a sort of reasoned atlas of the mosaic and its conservation history appeared immediately as a vital purpose for a scientific approach, and also a valuable tool, currently lacking, of prime importance for future researches. The considerable collected data, often unpublished, have allowed an accurate reading of the mosaic, identifying the ancient parts and those affected by successive restorations. The resulting data, mainly of a technical nature, have been key to revise the past attributive hypotheses and to set a new discussion on the organization of active ateliers in the site and on the stylistic and iconographic issues.
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Análise estratigráfica: uma contribuição ao projeto de restauro / Stratigraphic analysis a contribution to the restoration project

Genovez, Sarita Carneiro 20 April 2012 (has links)
O monumento histórico normalmente constitui-se por acúmulos de estratos, mudanças advindas de novas construções ou demolições que se sucedem no tempo e deixam marcas e testemunhos materiais. E é como tal que, do ponto de vista da ciência, cultura e ética, deverá ser compreendido. Isso faz com que seja imprescindível o domínio da estratigrafia pelos agentes que lidam com o patrimônio cultural. A estratigrafia ou análise estratigráfica abrange o estudo da estratificação, ou seja, o estudo das ações construtivas e destrutivas em um edifício. Contudo, no Brasil, a sua utilização ainda é incipiente, pouco difundida. A grande maioria dos profissionais utiliza apenas a microestratigrafia para as pinturas murais e não usa o método consolidado para edifícios com e sem revestimento. Por isso, o objetivo geral deste trabalho consiste numa apresentação e também numa reflexão sobre essa ferramenta de origem arqueológica como um dos instrumentos primordiais para projeto e obra de Restauro. A compreensão e reflexão com relação ao tema são alcançadas a partir de pesquisa bibliográfica na qual se analisam as experiências em andamento nos principais centros de estudo localizados na Itália e Espanha. A dissertação está dividida em quatro capítulos: o primeiro esclarece conceitos ligados à análise estratigráfica; o segundo e terceiro capítulos abordam a metodologia de aplicação desta ferramenta (sendo o segundo para edifícios sem revestimento e os métodos de datação e o terceiro para os edifícios com revestimento); o quarto capítulo tem o importante papel de abordar questões conceituais, técnicas e metodológicas do projeto de restauro a partir de casos concretos e, dessa forma, demonstrar que não basta apenas conhecer, mas saber o que fazer com este conhecimento. Assim, esta dissertação de mestrado pretende contribuir para a divulgação do método da estratigrafia no Brasil ao agrupar experiências internacionais significativas para a reflexão e a inovação das tradicionais condutas de conhecimento do edifício. Deve-se deixar claro que tal contribuição seria muito útil para formação de equipes especializadas e para instigar futuras pesquisas. / The historical monument is constituted by the juxtaposition of layers, changes that came from new constructions or demolitions, which succeed over time. They constitute material testimonials and impressions which must be comprehended through the perspectives of scientific, cultural and ethical studies. For so, the knowledge of Stratigraphy by cultural heritage specialists is indispensable. Stratigraphy - or Stratigraphic Analysis -consists of the study of constructive or destructive actions in a building. However, in Brazil, its use remains incipient and not widely disseminated. The majority of professionals applies microstratigraphy mostly to wall paintings, rarely using the broader and consolidated technique to coated or uncoated buildings. Therefore, it is the general objective of this work not to only make a presentation of Stratigraphy, but also to reflect upon this archaeological-based tool as a prime instrument for a restoration project and a field work. The understanding and reflection are based on bibliographical research, in which ongoing experiences from the main Italian and Spanish study centers are analyzed. This piece is divided in four chapters: the first clarifies stratigraphic analysis concepts; the second and third chapters approach the methodology and its application as a tool (the second chapter comprises uncoated buildings and dating methods; whereas the third one is about coated buildings); the fourth chapter brings forth the importance of discussing restoration project concepts, techniques and methods, by using concrete cases in order to perceive the need of not only knowing the theoretical concepts, but also understanding how to apply them. This thesis intends to help disclosing the stratigraphic method in Brazil by gathering significant international experiences with the aim of stimulating reflection and innovation regarding traditional aspects in building interventions. It is important to stress that such contribution would be very useful in professional formation and in stimulating future researches.
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Processos da reelaboração: um diálogo entre performance e texto / Re-elaboration processes: a dialogue between performance and text

Avoglia, Bruno 04 September 2017 (has links)
O presente estudo teve como objetivo demonstrar a relevância da reestruturação técnica de uma obra, ou seja, uma reelaboração musical às particularidades de novos meios, focando o clarinete baixo como instrumento central, desencadeando um futuro aprimoramento e adequação aos novos recursos do instrumento e à sua linguagem. Além deste, o trabalho teve como finalidade apontar a proposição de um experimento deste instrumento a um repertório original não idiomático. Para tanto, o procedimento metodológico utilizado observou como referências as reelaborações já realizadas e compreendeu as maneiras com que foram concebidas. O trabalho contribuiu com o desenvolvimento teórico e prático da pesquisa em reelaborações para clarinete baixo, desta forma, favorecendo a disposição de um novo vetor experimental, baseado nas reelaborações feitas. Assim, conclui-se que esta pesquisa, diferentemente do rigor e fidelidade a qual geralmente a reelaboração é aplicada, enfatizou o processo como ferramenta criativa e dialógica. / The present study aimed to demonstrate the relevance of the technical restructuring of a work, that is, a musical reelaboration to the particularities of new media, focusing on the bass clarinet as a central instrument, triggering a future improvement and adaptation to the new resources of the instrument and its language. Besides this, the purpose of the work was to point out the proposition of an experiment of this instrument to an original non-idiomatic repertoire. In order to do so, the methodological procedure used observed references as reworkings already performed and understood the ways in which one was carried out. The work contributed to the theoretical and practical development of the research in reelaborations for bass clarinet, in this way, favoring the arrangement of a new experimental vector, based on the reelaborations made. Thus, it is concluded that this research, in contrast to the rigor and fidelity to which the reelaboration is usually applied, emphasized the process as a creative and dialogical tool.
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Contradições na preservação da arquitetura moderna / Contradictions in the preservation of modern architecture

Oksman, Silvio 16 March 2017 (has links)
O presente trabalho trata do reconhecimento e da preservação da arquitetura moderna como patrimônio cultural. Trabalha especificamente com a discussão sobre a interferência dos arquitetos modernos nas suas próprias obras. Analisa de que forma a sua atuação e de seus herdeiros por vezes beneficia, por outras prejudica a preservação dessa arquitetura. Pretende discutir como a recente valorização da produção moderna como patrimônio cultural sofre de interferências pela pequena distância temporal entre a sua produção e o seu reconhecimento. Essas interferências entram em conflito com as diretrizes contemporâneas de preservação que fundamentam este trabalho, principalmente a Carta de Veneza de 1964 que, por sua vez, foi estabelecida a partir dos princípios do restauro-crítico, que propõem um olhar mais abrangente para o patrimônio cultural, sem priorizar a abordagem do autor, que tende a ser pouco sensível aos valores culturais atribuídos à própria obra. A tese discute o contexto histórico em que a arquitetura moderna passa a ser abordada como patrimônio cultural: a segunda metade do século XX, com o questionamento dos paradigmas modernos, as novas posturas pós-modernas e as discussões sobre a preservação do patrimônio cultural. Por fim, a obra do Parque Ibirapuera - projeto de Oscar Niemeyer dos anos 1950, construído para a comemoração do IV Centenário da cidade de São Paulo - é discutida a partir de todos os processos dos órgãos de preservação (IPHAN, CONDEPHAAT e CONPRESP). É possível, a partir desses casos, verificar como o arquiteto, ao longo de toda a existência do parque, interferiu nas decisões de intervenção - mesmo após a sua morte. / This study examines the recognition and preservation of modern architecture as cultural heritage. More specifically, it presents a discussion on modern architects\' interference in their own work. It considers how their work and that of their heirs facilitate or hinder preservation of modern architecture, and how recent heritage listings of modern architecture are affected due to the short time interval between their production and recognition. This interference contradicts the contemporary preservation guidelines underpinning this work, in particular the 1964 Venice Charter, which was based on critical restoration principles. These guidelines pose a more comprehensive view of cultural heritage without prioritizing an authorial approach that would ten to be little sensitive to the cultural values instilled in the work itself. The thesis discusses the historical context in which modern architecture came to be viewed as cultural heritage: the second half of the 20th century and its revisions of modern paradigms, new postmodern stances, and discussions on cultural heritage preservation. Finally, this study discusses Parque Ibirapuera - the park complex that Oscar Niemeyer designed in 1950 to commemorate the city of São Paulo\'s 4th centennial - in view of the listing procedures adopted by heritage agencies (IPHAN, CONDEPHAAT and CONPRESP). From these cases, one can draw evidence of how Niemeyer intervened in decisions concerning the park from its inception and continued to do so, even posthumously.

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