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LA TRASMISSIONE DEI VALORI IN FAMIGLIE CON FIGLI ADOLESCENTI: UNA PROSPETTIVA DI RICERCA RELAZIONALE-INTERGENERAZIONALE / The Transmission of Values in Families with Adolescent Children: a Relational-Intergenerational Perspective

BARNI, DANIELA 21 February 2008 (has links)
La presente ricerca si propone di analizzare la trasmissione dei valori in famiglie con figli adolescenti. Il campione è composto da 381 famiglie italiane (adolescente, genitori e nonna); tutti gli adolescenti sono studenti di scuola media superiore (età media=17 anni). I soggetti hanno compilato un questionario contenente il Portrait Values Questionnaire per la misurazione dei dieci domini valoriali descritti nella teoria di Schwartz (1992). La ricerca si articola in tre studi. Nel primo studio, le priorità valoriali degli adolescenti sono state confrontate con le priorità dei genitori e delle nonne allo scopo di misurare il livello di similarità entro ciascuna diade familiare, controllando l'effetto stereotipico (modalità di risposta tipica per generazione sociale di appartenenza). Il secondo studio ha preso in esame il Two-step model of value acquisition di Grusec e Goodnow (1994): come suggerito da questo modello, l'accuratezza con cui il figlio percepisce i valori genitoriali e l'accettazione rappresentano due pre-condizioni per la somiglianza tra i valori di genitori e figli. Il terzo studio ha indagato alcune variabili che influenzano l'accuratezza e l'accettazione. La ricerca evidenzia l'importanza di assumere una prospettiva relazionale-intergenerazionale nello studio della trasmissione e la necessità di indagare i processi familiari entro il più ampio contesto sociale. / This research intended to analyze the value transmission in families with adolescents. The sample was composed of 381 Italian families (adolescent, both parents and one grandmother); adolescents were high school students (mean age=17 years). Subjects filled in a questionnaire, including the Portrait Values Questionnaire to measure the ten value types described in Schwartz's theory (1992). The research was divided into three studies. In the first study, adolescents' value priorities were compared to their own parents' and grandmothers' priorities in order to measure the unique value similarity within each family dyad, controlling for the stereotype effect (that is the typical cultural response). The second study tested the Two-step model of value acquisition by Grusec and Goodnow (1994): as suggested by this model, child's accuracy in perceiving parental values and the acceptance of these values were both necessary preconditions for parent-child value similarity. The third study identified some family variables that influence child's accuracy and acceptance. The research highlighted the importance of assuming a relational-intergenerational perspective in the study of transmission and the importance of analyzing family processes within the larger social context.
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Transmissão em direito das obrigações: cessão de crédito, assunção de dívida e sub-rogação pessoal / Trasmissione nel diritto delle obbligazioni: cessione dei crediti, assunzione del debito altrui e surrogazione personale

Simões, Marcel Edvar 09 May 2011 (has links)
O crédito e o débito, enquanto posições jurídicas subjetivas complexas patrimoniais, são, via de regra, passíveis de transmissão do patrimônio de um sujeito para o de outro, como conseqüência, no mundo jurídico, da exigência econômica de tomar-se as prestações às quais se referem como comportamentos dotados de valor econômico e susceptíveis de redirecionamento subjetivo. Os mecanismos transmissivos engendrados pelos diversos sistemas jurídicos, contudo, não apresentam uniformidade de regras, mas ao contrário: são dotados de regimes jurídicos próprios, cuja ignorância pelos operadores conduz a uma situação de grave insegurança, em função do desconhecimento das regras do jogo ínsitas a tais operações. Três meios de transmissão singular das referidas posições jurídicas no direito das obrigações a saber, a cessão de crédito, a assunção de dívida e a sub-rogação pessoal apresentam tanto traços em comum quanto diferenças críticas no que tange à sua estrutura, função e processo. São, contudo, unidos por uma característica de base: a manutenção da essência da relação jurídica obrigacional a que se referem (por contraposição ao efeito extintivo e substitutivo que se verifica em sede da novação subjetiva). Deste traço fundamental inerente aos três mecanismos transmissivos se extraem as mais importantes regras sobre o seu funcionamento, dentre elas uma diretriz geral de manutenção, de continuidade, dos elementos adjacentes à estrutura central da relação, tais como os acessórios (em especial as garantias), que não sejam indissociáveis do sujeito sucedido. Evidente que, estando-se no campo do direito obrigacional, as partes e também outros sujeitos interessados podem, com base na autonomia privada, estipular com alguma liberdade acerca da continuidade ou extinção destes elementos adjacentes (ao menos em sede de cessão negocial de crédito, assunção negocial de dívida e sub-rogação pessoal convencional). Podem fazê-lo, igualmente, em sede de novação subjetiva, sendo de caráter dispositivo as normas insculpidas nos arts. 287, 300 e 364 do Código Civil. É imprescindível, no entanto, o conhecimento do regime legal aplicável supletivamente, para o caso de silêncio das partes o qual, não raro, se verifica, inclusive pela frequente impossibilidade de previsão de todos os aspectos da operação. Não obstante os dados em comum, as três figuras transmissivas ora em análise apresentam distinções de regime muito sensíveis, que se exprimem já a partir das diferenças entre suas funções básicas. Tal quadro resulta na possibilidade de uma teoria geral tão somente em termos limitados do fenômeno transmissivo no direito das obrigações, dadas as especificidades de cada figura. / Il credito e il debito, quali posizioni giuridiche soggettive complesse patrimoniali, sono, in genere, passibili di trasmissione del patrimonio di un soggetto ad altro, come conseguenza, in campo giuridico, dell\'esigenza economica di ricevere le prestazioni a cui si riferiscono come comportamenti dotati di valore economico e suscettibili di riderizionamento soggettivo. I meccanismi di trasmissione ideati dai diversi sistemi giuridici, comunque, non hanno regole uniformi, anzi: stante l\'eterogeneità dei regimi giuridici, l\'ignoranza degli operatori porta ad una grave situazione di insicurezza, e il non conoscere le regole del gioco genera tali operazioni. Tre mezzi di trasmissione singolari delle cosidette posizioni giuridiche nel diritto delle obbligazioni - ovvero, la cessione di credito, l\'assunzione di debito e la surrogazione personale - presentano sia punti in comune sia differenze critiche per quanto riguarda la loro strutture, funzioni e processi. Nonostante ciò hanno una caratteristica elementare che li unisce poiché essi mantengono l\'essenza del rapporto giuridico dell\'obbligazione a cui si riferiscono (in contrapposizione all\'effetto estintivo-sostitutivo che avviene nella novazione soggettiva). Da questi elementi insiti nei tre meccanismi di trasmissione si estraggono le più importanti regole sul loro funzionamento, tra cui una direttrice fondamentale di manutenzione, di continuità, degli elementi adiacenti alla struttura centrale del rapporto, quali gli accessori (soprattutto le garanzie), che non siano indissociabili del soggetto passivo. È chiaro che, essendo nel campo del diritto delle obbligazioni, le parti e gli altri soggetti interessati possono, basati sull\'autonomia privata, stabilire con un certa liberta riguardo la continuità oppure l\'estinzione di questi elementi adiacenti (almeno per quanto concerne l\'operazione negoziale della cessione di credito, quelle dell\'assunzione di debiti e la surrogazione personale convenzionale). Lo possono fare, ugualmente, nella novazione soggettiva, risultando di carattere dispositivo della norma in materia gli articoli 287, 300 e 364 del Codice Civile brasiliano. È da intendersi imprescindibile, però, che ci sia una conoscenza del regime legale applicabile in via suppletiva, in caso di silenzio delle parti - che, non di rado, avviene, addirittura in virtù della frequente impossibilità di prevedere ogni aspetto dell\'operazione. Nonostante i dati in comune, le tre figure giuridiche di trasmissione ora analizzate presentano distinzioni di regime molto sensibili, che vengono espresse già dalle differenze tra le loro funzioni fondamentali. Tale scenario risulta nella possibilità di una teoria generale solo in termini limitati dell\'aspetto trasmissivo nel diritto delle obbligazioni, date le specificità di ogni figura.
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Saggi in Macroeconomia, Eterogeneità e Mercati Finanziari / Essays in macroeconomics, heterogeneity and Financial Markets

LANTERI, ANDREA 17 May 2013 (has links)
Questa tesi contiene tre saggi di teoria macroeconomica. Il primo capitolo presenta una rassegna dei modelli monetari con agenti eterogenei e include una valutazione dei costi dell’inflazione in termini di welfare per agenti con reddito e ricchezza eterogenei. Il secondo capitolo studia le interazioni tra due canali di trasmissione della politica monetaria che emergono in presenza di eterogeneità: il canale del debito nominale e il canale della tassa da inflazione. Il terzo capitolo studia le relazioni tra le aspettative di crescita del reddito e gli episodi di default su debito sovrano. Questo saggio mostra come introducendo un meccanismo di apprendimento del processo stocastico che determina la sostenibilità del debito sia possibile generare una significativa volatilità del debito e riprodurre una frequenza di default empiricamente plausibile. / This thesis presents three essays in macroeconomic theory. The first chapter surveys monetary models with heterogeneous agents and contains an evaluation of heterogeneous welfare costs of inflation when agents have different income and wealth levels. The second chapter studies the interactions between two transmission channels of monetary policy that arise because of heterogeneity: the nominal debt channel and the inflation-tax net worth channel. The third chapter studies the relations between expectations of future output growth of a small open economy and sovereign defaults. This essay shows that learning of the stochastic process that drives debt sustainability induces significant debt volatility and an empirically plausible default frequency.
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Giovani adulti e azione sociale: le variabili psicosociali che la determinano / Emerging adults and Social Action: the psychosocial variables determining it

MARZANA, DANIELA 16 March 2010 (has links)
Nel presente lavoro si intende descrivere la partecipazione giovanile leggendola attraverso i costrutti - a livello individuale, familiare e sociale - che la letteratura ipotizza essere alla base di tale impegno, e che ritiene possano in qualche modo prevederlo. Obiettivo generale della ricerca è quello di approfondire il tema dell’azione sociale giovanile fornendo un’ipotesi di modello predittivo della stessa pensato per le sue due forme maggiormente diffuse: il volontariato e l’impegno politico. La struttura della ricerca è articolata in tre fasi distinte e susseguenti: la prima studia gli antecedenti dell’azione sociale a partire dalle macro categorie identificate da Penner (2004) nel suo modello teorico di previsione dell’impegno volontario; da questa discende la seconda fase che ha come obiettivo quello di testare il modello teorico di Penner (2004) utilizzando le variabili che nella prima fase si sono rivelate discriminanti rispetto alla variabile outcome (azione volontaria); la terza fase, infine, intende testare un modello di previsione dell’impegno politico a partire dal modello frutto delle elaborazioni delle prime due fasi. / The present research is focused on the emerging adults’ social action, considering individual, familial and social constructs. The present work intend to describe young participation in the social context through constructs that the literature consider as the bases of social action, and that, in the same time, can make previsions about it. The general aim is to test a predictive model of emerging adults social action especially for the two main forms of it: volunteerism and politic activism. The structure of the research project is articulated in three different phases: the first one studies the antecedents of social action starting from macrocategories identified by Penner; the second one tests the theoretical model of volunteerism (Penner, 2004); the third phase tests a prevision model of politic activism starting from volunteerism model (Penner, 2004).
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La droite raison jointe à la foi: prospettive cartesiane nella riflessione teologica di dom Desgabets

BALLARDIN, MARCO 08 May 2009 (has links)
La tesi si propone di illustrare quella peculiare forma di interpretazione del cartesianesimo elaborata dal lorenese dom Robert Desgabets (1610-1678). In costante dialogo con i dibattiti teologici, filosofici, epistemologici e scritturali del secondo Seicento, il lavoro si concentra in maniera particolare sull’analisi di alcuni manoscritti teologici del benedettino, conservati nella Biblioteca municipale di Epinal, in Francia. Il serrato confronto con questi inediti permette di dare voce ad una lettura del pensiero di Cartesio assai lontana da quella veicolata dalla storiografia tradizionale, che enfatizza, viceversa, gli stretti legami tra le premesse cartesiane e le conclusioni di Spinoza. La produzione gabetiana, infatti, preferisce piuttosto ricondurre il cartesianesimo a quella secolare “philosophia christiana”, che ebbe in Agostino, Anselmo, Bernardo e nei migliori esponenti della Scolastica i suoi più illustri rappresentanti. Fulcro di questa interpretazione è, in particolare, l’esaltazione della collaborazione e della reciprocità di ragione e fede, in un continuo slancio apologetico in favore della ragionevolezza della religione cristiana. / The doctor degree thesis investigates Desgabets’s peculiar form of Cartesianism, particularly focusing on theological manuscripts conserved in the Municipal Library of Epinal, France. In constant dialogue with theological, philosophical, epistemological and scriptural debates of the second half of the 17th century, the perspective of the Benedictine illustrates an interpretation of Cartesian thought far from those transmitted from the traditional philosophical historiography, which emphasizes, on the contrary, the bond between Descartes’s premises and Spinoza’s conclusions. Desgabets’s works, in fact, prefer to lead back Cartesianism to that secular Christian philosophy, which had in Augustin of Hippo, Anselm of Canterbury, Bernard of Clairvaux, and the best authors of Scholasticism as well, its most illustrious representatives. The main element of this interpretation, in particular, is the emphasis on the fecund relationships between faith and reason, united to a continuous apologetic tension in favour of the reasonableness of the Christian religion.
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ESSAY ON ECONOMIC CYCLES IN EMERGING AND ADVANCED COUNTRIES:SYNCHRONIZATION, INTERNATIONAL SPILLOVERS AND THE DECOUPLING HYPOTHESIS

PESCE, ANTONIO 10 June 2014 (has links)
Questo lavoro contribuisce al dibattito sul “decoupling delle Economie emergenti (EE) rispetto alle Economie Avanzate (EA)” rispondendo principalmente alle seguenti domande: “La vulnerabilità delle EE a schock esterni (siano essi reali o del credito) provenienti dalle EA è cambiata nel tempo? E’ cresciuta o si è ridotta, come implica l’ipotesi del decoupling?” Al fine di misurare l’impatto che un eventuale schock esterno avrebbe esercitato sulle EE in diversi periodi degli ultimi decenni, sono stati eseguiti esperimenti di analisi controfattuale utilizzando un modello econometrico Time Varying Panel VAR con coefficienti fattorizzati. Le analisi mostrano che negli ultimi trenta anni le EE sono diventate meno vulnerabili a shock provenienti dalle EA, siano essi di natura reale o shock del credito. Sebbene questo risultato supporti l’idea del decoupling, è importante notare che la resilienza delle EE a shock esterni è evoluta nel tempo in maniera non progressiva ma piuttosto evidenziando fasi di più forte resilienza seguite da fasi di minore resilienza e vice versa; un “sentiero a onde” non ancora pienamente considerato nella letteratura economica. Le EE sono inoltre risultate più vulnerabili a shock del credito rispetto a shock reali; questa maggiore vulnerabilità relativa ha raggiunto il suo picco negli anni più recenti. / This work aims to contribute towards the debate on “decoupling of Emerging Economies (EEs) from the Advanced Economies (AEs)” by addressing the following main questions: “Has the EEs’ vulnerability to external shocks (both real and credit shocks) coming from AEs changed over time? If so, has it grown or decreased, as the decoupling hypothesis claims?” In order to measure the impact that external shocks would have on the EEs’ GDP growth in different periods of last decades, counterfactual experiments were performed using an econometric Time Varying Panel VAR model with factorized coefficients. The analyses show that over the last thirty years EEs have become less vulnerable to shocks spreading from the AEs. Despite this represents evidence in favour of the decoupling hypothesis, it is important to note that EEs’ resilience to external shocks has changed in a non-progressive manner over time, with phases of greater resilience followed by others of lower resilience, and vice versa; this outlines a “wave-like” path whose evidence has yet been fully analyzed in the economic literature. Moreover, the EEs have shown to be more vulnerable to credit shocks than to real ones; this greater relative vulnerability has reached its peak in the most recent years.
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La transmission du traumatisme de la mère au bébé en contexte humanitaire / La trasmissione del trauma dalla mamma al bambino, in una situazione di emergenza umanitaria / Mother to infant trauma transmission, in humanitarian contexte

Dozio, Elisabetta 22 November 2017 (has links)
Nombreuses prévues et études sur la transmission inter et trans-générationnelle du traumatisme nous confirment l'évidence de la transmission sans pour autant en donner une description détaillé du processus qui pourrait être à la base de la transmission directe de la mère au bébé. La compréhension de ce processus pourrait permettre de penser et promouvoir des dispositifs de soin précoce pour les mères traumatisées et leurs bébés. Cela s'avère d'autant plus important dans les contextes de trauma collectif, comme les situations d'urgence humanitaire, où une large partie de la population est exposée à des événements traumatiques extrêmes et répétés. Dans le but d’identifier les déterminantes propres à la transmissions directe du traumatise psychique de la mère au bébé en contexte humanitaire, nous avons recrutées vingt-quatre dyades mère-bébé, en trois pays affectés par la crise politico-religieuse centrafricaine démarrée en 2013 (République Centrafricaine, Tchad et Cameroun). Dans les vingt-quatre dyades, les mères ont été exposées à un ou plusieurs événements traumatiques, en l'absence du bébé, avant sa naissance ou pendant la grossesse ; l'âge de bébé est compris entre un mois et trois ans. Ces Mères et bébés ont étés rencontré lors d'un entretien semi structuré que nous avons filmé. Cela pour permettre une microanalyse des interactions trans-modales (visuelles, corporelles, vocales) entre mère et bébé, dans l'idée de comprendre si pendant la révocation de l'événement traumatique de la part de la mère, les interactions subissaient des modifications et dans ce cas, lesquels. Les interactions dyadiques ont été aussi observées dans une situation de jeu libre sans la présence d'interviewer. Les représentations maternelles ainsi que les marqueurs traumatiques dans le discours ont été pris en compte comme facteurs contributeurs de la transmission traumatique. Les résultats de l'analyse des échanges dyadiques pendant l'entretien, montrent une évidence dans le changement d'interactions dans le moment de révocation traumatique de la mère. Les détails de cette différence d'interaction entre mère et bébé sont présentés dans la session de résultats. Dans la discussion ils sont ensuite mis en relation avec le discours de la mère où nous pouvons remarquer le rôle de représentations maternelle à propos du bébé qui ont une implication importante dans la transmission traumatique. L'analyse de toutes ces composantes multiples semble nous indiquer que le traumatisme maternelle influence les représentations de la mère à propos du bébé, de sa relation avec lui et du mandat transgénérationnelle dont le bébé va être investi. De plus les mères traumatisées, envahies par leur propre état émotionnel négatif ont des difficultés à interpréter correctement les expressions verbales et non verbales du bébé et à trouver des réponses appropriées. Cette difficulté se traduit dans la transmission de son état émotionnel négatif au bébé, qui interprète l'absence de réponse de la mère ou les réponses pas adéquates à ses sollicitations, comme des signaux négatifs vis-à-vis de son propre état émotionnel. Lé bébé et il n'a pas d' autres stratégies que celle d'internaliser l'état affectif négatif maternel et de le transformer dans son propre état interne. Malgré l'évidence de la transmission de l état émotionnel négatif de la mère au bébé, nous avons pu observer certains facteurs de protection qui peuvent préserver les mères et les bébés de l'inévitabilité de cette transmission. Les mères et les bébés montrent plusieurs ressources et compétences internes qui nous laissent penser qu'une réparation est possible ainsi qu'une prévention de la transmission traumatique quand le processus est déjà démarré. Pour conclure ce travail nous présentons de propositions cliniques de prise en charge des mère ayant vécu un traumatisme et leur bébé, dans le but de réduire les effets de la possible transmission du traumatisme au bébé ou, quand possible, de la prévenir. / Several studies on the inter- and trans-gerational transmission of trauma confirm the evidence of transmission without giving a detailed description of the process that could be the basis of mother to child direct transmission. Understanding this process could help to think and promote early care for traumatized mothers and their children. This is especially important in contexts of collective trauma, such as humanitarian emergencies, where a large part of the population is exposed to extreme and repeated traumatic events. In order to identify the determinants of the mother to child direct transmission in a humanitarian context, we recruited twenty-four mother-child dyads, in three countries affected by the Central African political and religious crisis started in 2013 (Central African Republic, Chad and Cameroon). The twenty-four dyads were composed by mothers exposed to one or more traumatic events, in the absence of the child, before childbirth or during pregnancy and their children, aged from one month to three years. We met the mother-child dyads during a semi-structured interview that we filmed in order to allow a microanalysis of the cross-modal (visual, bodily, vocal) interactions between mother and child. The objective was to understand whether interactions underwent modifications during the revocation of the traumatic event by the mother, and if yes, to have a better comprehension of these changes. Dyadic interactions were also observed in a free play situation without the presence of interviewers. Maternal representations as well as traumatic markers in mother discourse have been taken into account as factors contributing to the traumatic transmission. The results of the dyadic exchanges analysis during the interview show some evidences in the modification of interactions during the traumatic revocation of the mother. The details of this difference in mother-child interactions are presented in the results session. In the discussion session, the results from the microanalysis of interactions, have been connected to the mother's speech where we can notice the role of maternal representations about the child that have an important involvement in traumatic transmission. The analysis of all these multiple components seems to indicate that maternal trauma influences the mother's representations about the child, her relationship with him and the intergenerational mandate of which the child will be assigned to. In addition, traumatized mothers who are overwhelmed by their own negative emotional state, have difficulties in interpreting the child's verbal and non-verbal expressions correctly and finding appropriate answers. This difficulty is reflected in the transmission of mother negative emotional state to the child, who interprets the mother's lack of response or inadequate responses to his solicitations, as negative signals about his own emotional state. The child has no other strategies than internalizing the maternal negative affective state and transforming it into its own internal state. Despite the evidence of the transmission of the negative emotional state from the mother to the child, we have observed some protective factors that can preserve mothers and children from the inevitability of this transmission. Mothers and children show many internal resources and skills that suggest a possible recovery as well as give the basis to think about the prevention of traumatic transmission, when the process is already underway. To conclude this work we present clinical applications for the management of traumatized mothers and their young children in order to reduce the effects of the possible transmission of trauma to the child or, where possible, to prevent it. / Diversi studi sulla trasmissione inter e tran-generazionale del trauma confermano l'evidenza della trasmissione, ma senza fornire una descrizione dettagliata del processo che potrebbe essere alla base della trasmissione diretta dalla madre al bambino. Comprendere questo processo potrebbe aiutare a pensare e promuovere la cura precoce delle madri traumatizzate e dei loro bambini. Ciò è tanto più importante nelle situazioni di trauma collettivo, come possono essere le emergenze umanitarie, dove una gran parte della popolazione è esposta a eventi traumatici estremi e ripetuti. Al fine di individuare le caratteristiche specifiche della trasmissione diretta del trauma psichico dalla madre al bambino in ambito umanitario, abbiamo reclutato ventiquattro diadi madre-bambino in tre paesi colpiti dalla crisi politico-religiosa della Repubblilca Centrafricana che ha avuto inizio nel 2013 (Centrafrica, Ciad e Camerun). Nelle ventiquattro diadi, la madre ha assistito a uno o più eventi traumatici in assenza del bambino, prima della nascita o durante la gravidanza e il bambino ha un'età compresa tra un mese e tre anni. Hanno partecipato a un' intervista semi-strutturata che abbiamo filmato per consentire la microanalisi delle interazioni cross-modali (visive, corporee, vocali) tra madre e bambino, con l'obiettivo di comprendere se durante la rievocazione dell'evento traumatico della madre, le interazioni madre-bambino si modificano e in questo caso, come. Le interazioni diadiche sono state osservate anche in una situazione di gioco libero senza la presenza d¿intervistatori. Le rappresentazioni materne e gli elementi identificatori del trauma nel discorso della madre sono stati considerati come fattori che contribuiscono alla trasmissione traumatica. I risultati delle analisi dell'interazione diadica durante l'intervista mostrano un cambiamento evidente dell'interazione nel momento della narrazione traumatica della madre. I dettagli delle differenze osservate nell'interazione madre-bambino sono presentati nella sessione dei risultati e nella discussione sono messi in relazione con il contenuto e la forma del discorso della madre, in cui è possibile vedere il ruolo delle rappresentazioni materne à proposito del bambino, nella trasmissione del trauma. L'analisi di tutti queste componenti multiple suggerisce che il trauma materno ha un impatto sulle rappresentazioni della madre a proposito del suo bambino, del rapporto che ha con lui e del mandato transgenerazionale di cui il bambino sarà portatore. Inoltre, le madri traumatizzate, invase dal proprio stato emotivo negativo, mostrano una difficoltà a interpretare correttamente le espressioni verbali e non verbali del bambino e a trovare delle risposte adeguate alle sue sollicitazioni. Questa difficoltà si traduce nella trasmissione dello stato emotivo negativo della madre al bambino, che interpreta la mancanza di risposta della madre o le risposte inadeguate alle sue richieste, come segnali negativi rispetto al suo stato emotivo. Il bambino non riesce a trovare altre strategie oltre a quella di interiorizzare lo stato emotivo negativo della madre e trasformarlo nel proprio stato emotivo interno. Nonostante le prove della trasmissione dello stato emotivo negativo dalla madre al bambino, abbiamo osservato alcuni fattori protettivi in grado di preservare le madri e i bambini dall'inevitabilità della trasmissione. Madri e bambini mostrano diverse risorse e competenze interne che ci portano a immaginare che una "riparazione" è possibile, cosi come anche la prevenzione della trasmissione traumatica, nel caso in cui il processo è già avviato. Per concludere questo lavoro, presentiamo delle proposte cliniche destinate alle madri traumatizzate e ai loro bambini, al fine di ridurre gli effetti della possibile trasmissione del trauma al bambino o, quando possibile, per impedirla.
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LE NUOVE CITTADINE ED IL CONSUMO DI NOTIZIE: UN'INDAGINE SU PARTECIPAZIONE, APPARTENENZE E TRASMISSIONE CULTURALE DELLE GIOVANI DI ORIGINE ARABA A MILANO / New citizens and news consumption: a research about participation, belonging and cultural transmission of young women of Arab origin in Milan

AIANI, MARINA 20 February 2015 (has links)
Sebbene la presenza dei figli degli migranti stia assumendo sempre maggior rilievo anche in Italia la ricerca ha posto poca attenzione alle loro scelte di consumo mediale e all’appropriazione dei media come risorse sociali ed ambientali. La tesi si focalizza sul caso delle giovani donne di origine araba per indagare il ruolo giocato dal consumo di notizie nella cornice più complessa dei processi di negoziazione di identità. Un focus è riservato alle tre dimensioni di appartenenze, partecipazione e trasmissione culturale tra generazioni – in relazione alle madri e ai coetanei. Un’indagine, a livello più “macro”, indaga le possibili implicazioni per il dialogo interculturale. Attraverso la raccolta di quarantotto storie di vita un primo livello di analisi diacronico indaga presenza e intensità del consumo di news nelle fasi della vita per comprendere se possa rappresentare un rito di passaggio all’età adulta, mentre una seconda pista cerca di comprendere come esso si leghi alla questione del sentirsi “cittadini”, in termini di riconoscimento, appartenenza e per scoprire se il consumo di news possa diventare una risorsa per essere soggetti attivi nella sfera pubblica. Tutte le giovani donne di origine araba vivono a Milano, hanno tra i diciotto e i trentadue anni e differiscono per le variabili di 1) nascita o arrivo in Italia dopo i 6 anni; 2) attivismo e 3) religiosità (musulmane, copte ortodosse, atee). / Although the presence of migrants’ sons and daughters is gaining more and more importance also in Italy, the research have not given special attention to their choices concerning media consumption and to the appropriation of the media as social and environmental resources. This thesis is focused on the case of young women of Arab origin in order to investigate the intersections between news consumption and the negotiation of the social identity. A first focus is on three dimensions: participation, belonging and cultural transmission – in comparison with mothers and peers. A second “macro” level of the research investigates the implications as regard to intercultural dialogue. Through the collection of forty-eight life histories, a first level of diachronic analysis investigates the presence and the intensity of news consumption in different stages in order to understand if it could be a rite of passage to the adulthood, while a second track tries to understand how this is connected to the feeling of being “citizens”, in terms of identification, belonging and to investigate if news consumption may be a resource to be active citizens in the public sphere. All young women of Arab origin live in Milan, they are between eighteen and thirty-two years old, and differ in variables 1) they were born or arrived in Italy since they were 6 years old, 2) activism and 3) religion (Muslims, Coptic Orthodox or atheists).
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Transférabilité des savoirs et des compétences dans la formation et la mobilité professionnelle des éducateurs spécialisés dans l’espace européen. Étude comparative entre l’Italie et la France / Transferability of knowledge and skills in the training and professional mobility of educators specializing in the European area. Comparative study between Italy and France / La trasferibilità delle conoscenze et delle competenze nella formazione e la mobilità professionale degli educatori nello spazio europeo. Studio comparativo tra Italia e Francia

Romano, Luciano 27 October 2017 (has links)
Cette recherche s’inscrit dans le cadre plus large d’une cotutelle de thèse en Sciences de l’Éducation entre les Universités de Nice et de Turin. Nous sommes partis du constat que l’organisation de l’éducation spécialisée en Europe est loin d’être homogène. Ainsi, en Italie, contrairement à la France, la formation en travail social est confiée aux universités. Depuis l’inscription de la formation française dans le cadre européen en 1989, la réorganisation des contenus de formation et la mise en conformité avec le reste de l’Europe a provoqué une révision profonde du modèle pédagogique de référence et de la conception même de la profession. À partir de cette étude comparative, notre thèse étudie l’impact de ce nouveau modèle de transmission et de reconnaissance des savoirs sur la professionnalisation des travailleurs sociaux, afin d’envisager comment le cadre européen agit à travers ses deux postulats : la transférabilité des savoirs et des compétences professionnelles. En partant d’un secteur spécifique comme celui de l’éducation spécialisée, notre thèse explore le double aspect de la formation – transférabilité des savoirs- et de la professionnalisation – transférabilité des compétences –afin de vérifier s’il est judicieux de parler d’une véritable "Europe des métiers du social". / This research is incorporated within the wider framework of a thesis in Educational Studies which was co-tutored by the University of Nice in France and the University of Turin in Italy. We started by observing that the organisation of specialised education in Europe is far from being homogeneous. Consequently, Social Work Education in Italy is entrusted to Universities, yet not in France. Since French education was incorporated within the European Framework in 1989, the re-organisation of the educational content and its compliance with the rest of Europe has led to a deep reviewing of both the pedagogical model of reference and the conception of the profession itself. Moving from this comparative study, our thesis analyses the impact of this new model of transmission and recognition of knowledge on the professionalization of social workers in order to understand how the European framework acts through the two following postulates : the transferability of knowledge and the transferability of professional expertises. Starting from the specific field of specialised education, our study explores the double aspect of education – knowledge transferability – and professionalization – expertises transferability – in order to verify whether it is wise to talk about a common “European approach to social work”. / Questa tesi in Scienze dell’Educazione ha visto la luce nell’ambito di una co-tutela tra l'Università di Nizza e l’Università di Torino. La premessa è che la professione dell’educatore in Europa è tutt’altro che omogenea. In Italia, sin dagli anni Novanta, la formazione degli educatori è affidata alle università e conserva una base disciplinare. In Francia, invece, essa é delegata alle scuole regionali ed é declinata in competenze. Inoltre, nel 2010 é stata attuata una profonda revisione del modello pedagogico in nome dell’adesione alle norme che regolano lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). In questo quadro si colloca il nuovo modello di trasmissione e di riconoscimento dei saperi proposto dall’Europa, basato su due postulati : la trasferibilità delle conoscenze e delle competenze professionali. Partendo da un settore specifico come quello dell’educazione professionale, la ricerca si è proposta di esplorare il doppio aspetto della comparazione dei sistemi di formazione – trasferibilità delle conoscenze – e professionali – trasferibilità delle competenze – al fine di verificare se è possibile parlare di una "Europa dei mestieri del sociale".

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