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Didattica e teoria dell'apprendimento nelle opere di Renzo Titone

GUARDINCERRI, PATRIZIA 05 March 2012 (has links)
La presente ricerca desidera investigare il pensiero didattico del professor Renzo Titone, studioso di levatura internazionale che operò più assiduamente negli Stati Uniti e in Italia. Il discorso maggiormente noto di Titone si articola nel vasto campo della linguistica, intesa nell’accezione più ampia che è possibile attribuirle. Ma l’originalità del nostro trascende questa disciplina, pur applicandosi ad essa, in quanto egli cercò un modello che potesse funzionare universalmente nel processo di insegnamento-apprendimento, un modello universale che spiegasse il processo di apprendimento di ogni individuo e fondasse così il procedere dell’insegnamento, un modello matetico che fondasse la didattica, un modello sia analitico di tipo diagnostico sia operativo applicabile alla didassi. / The objective of this research is to investigate Renzo Titone’s didactic theory. Titone was a famous international professor for a long time, from 1960 to 2000. One of Titone’s foundamental points, that this research would like to illuminate, is a general didactic theme; actually at present Titone is more famous for his psycholinguistic studies, but he worked a lot in the field of general didactic and education. The results could illuminate a man who innovated the didactic view in the past and who can also innovate it in the present.
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Libro e Moschetto : Indagine sociolinguistica su un testo di scuola elementare durante il Fascismo

Bergius, Christer January 2007 (has links)
No description available.
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Bambini con disabilità provenienti da contesti migratori: aspetti culturali, educativi e didattici

MARTINAZZOLI, CATERINA 31 March 2011 (has links)
Nella società e nella scuola di oggi, multietniche ed in evoluzione, si trovano frequentemente alunni con disabilità provenienti da contesti migratori: l’attenzione scientifica a questo fenomeno in Italia è ancora ridotta. Il lavoro analizza gli aspetti educativi e didattici che coinvolgono questi bambini, caratterizzati da una doppia difficoltà di inclusione, attraverso la comprensione delle dinamiche migratorie e delle rappresentazioni e concezioni culturali di salute/malattia e disabilità. Partendo dallo studio delle questioni transculturali del trauma migratorio e della concezione di salute/malattia e disabilità nel mondo e in terra straniera, si è posta l’attenzione sulla questione dell’integrazione in Italia di alunni con disabilità e di alunni migranti, per affrontare il punto focale: lo status di bambino con disabilità proveniente da contesti migratori. Un’indagine esplorativa nelle scuole della provincia di Piacenza, con interviste agli insegnanti e analisi della documentazione scolastica, ha consentito la comprensione del fenomeno sul piano operativo. Dalla ricerca teorica e dai risultati dell’indagine, è emersa la necessità di una pedagogia e didattica speciale transculturale, che attui una lettura multidimensionale dei bisogni degli alunni con disabilità provenienti da contesti migratori: appare necessario considerare gli aspetti legati sia alla disabilità, sia alla diversa appartenenza culturale, attraverso un intervento globale ed integrato. / Pupils with disability coming from migratory backgrounds are frequently present in current, multi-ethnic and in constant changing society and school. Scientific attention to the phenomenon in Italy is still limited. The purpose of the work is to analyse educational and didactic aspects of this category of children, which are characterized by a double inclusion difficulty, through the understanding of migratory dynamics and cultural representations of health, illness and disability. Transcultural questions of migratory shock and different conceptions of health, illness and disability in the world and in foreign countries are addressed in this study with respect to the inclusion of pupils with disability and pupils coming from migratory backgrounds in Italy, for the purpose of focusing on “children with disability coming from migratory backgrounds”. An exploratory field research at schools in the province of Piacenza, with interviews to teachers and analysis of scholar documents, has allowed a practical understanding of the phenomenon. Theoretical and experimental research conducted support a trans-cultural special Education and Didactics approach, which considers children with disability coming from migratory background and their needs through a multidimensional view: both disability and different cultural belonging need to be addressed through a global and integrated action and method.
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UN DISPOSITIVO PER LA FORMAZIONE IN SERVIZIO DEI DOCENTI. L'ANALISI DELLA PRATICA PROFESSIONALE COME METODO DI RICERCA E INTERVENTO

DE CANI, LORENZO DANIELE 29 May 2018 (has links)
Sulla scorta degli studi sull’apprendimento continuo e sull’analisi del lavoro, e avendo come elemento cardine la prospettiva della professionalizzazione degli insegnanti, il lavoro affronta il tema della formazione in servizio intesa come processo privilegiato che, adeguatamente progettato e realizzato, è in grado di diventare laboratorio per la trasformazione dell’insegnante da preparato a esperto. Per raggiungere questo obiettivo, il lavoro di ricerca si è concretizzato nella progettazione e valutazione di un’attività di sviluppo professionale che ponesse i docenti nella condizione di prendere criticamente le distanze dal proprio agire quotidiano al fine di analizzare la propria pratica educativa e didattica per padroneggiarla con maggiore consapevolezza. E’ stata pertanto progettata una ricerca a partire dal costrutto della riflessività come competenza professionale da favorire per far acquisire meta-competenze in un percorso che rispettasse l’aderenza alla pratica in classe e favorisse il confronto tra colleghi, attraverso il ricorso alla metodologia dell’analisi del lavoro congiuntamente all’utilizzo del video come supporto e come stimolo. / Based on lifelong learning and practice analisys studies, and adopting a professionalization of teaching perspective, this work take on in service teacher training as a mean that, if properly designed and realized, can become the leverage for transforming an experienced teacher into an expert teacher. In order to do this, the researcher has designed and evaluated a professional development activity able to distance teachers from their daily duty to analyze their own educative and didactic practice and master it in a more conscious way. Following a practice analisys methodology and video-recording as support and stimulus, the research has revolved around the reflexivity concept as a professional competence to foster in order to get meta-competences in a way that could respect both context specific peculiarities and encouraged discussion between colleagues.
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"Io dico com'e iniziata questa storia". Le parole che "agiscono" in due centri pubblici per la mediazione sociale e dei conflitti. / "I'm going to tell you how this story begins". Words "in action" in two public Centers for Social Mediation.

Vaccari, Manuela <1969> 09 May 2016 (has links)
Questa ricerca si occupa delle pratiche di lavoro, in quanto pratiche eminentemente linguistiche, dei mediatori che prestano servizio presso due Centri per la Mediazione Sociale e dei Conflitti. Essa è nata dall’interesse per la «agentività del linguaggio» (Duranti, 2004) nei contesti educativi coniugato con la convinzione che i conflitti sociali richiedono un nuovo ed urgente impegno di riflessione da parte delle scienze dell’educazione (Contini e Genovese, 1997; Zannoni, 2012). La maggior parte degli studi esistenti sulla mediazione sono stati condotti con approcci di ricerca che ne ignorano gli aspetti interazionali-linguistici e che trattano la mediazione come se fosse una «scatola nera» (Garcia, 2000). Scopo della ricerca è stato aprire la scatola nera e indagare «le azioni discorsive incarnate» (Goodwin, C.,1979, 1994, 2000) attraverso cui la mediazione è effettivamente realizzata dai membri nei loro corsi pratici di azione. Lo studio - di tipo etnografico - è stato condotto utilizzando sia l’osservazione partecipante che la video-registrazione di alcuni specifici eventi comunicativi (Hymes, 1974) selezionati quali unità di raccolta nella fase esplorativa del fieldwork: i momenti che i mediatori dedicano alla discussione dei casi di conflitto. Sul piano metodologico l’incrocio tra le conoscenze etnografiche relative al contesto e i dati che emergono grazie all’Analisi della Conversazione è stato necessario per comprendere il ruolo cruciale del linguaggio nelle pratiche di lavoro dei mediatori e il suo impatto sui relativi esiti. A partire dalla posizione epistemologica implicata dalla pedagogia fenomenologica, (Bertolini, 1988; Caronia, 2011) la ricerca propone una descrizione interpretativa di pratiche di lavoro che -sotto la lente d’ingrandimento dell’analisi- mostrano le loro implicazioni e conseguenze oltre a quanto è immediatamente visibile. Da questo punto di vista, si colloca in quel versante di ricerche pedagogiche che hanno come obiettivo la promozione dell’accountability istituzionale e la diffusione dei processi di autocorrezione nelle organizzazioni. / This research investigates the working practices - as eminently linguistic practices - that take place in two public Centers for Social Mediation. It originates by the interest for the “agentivity of language” (Duranti, 2004) in educational contexts, together with the conviction that social conflicts require a new and urgent commitment by the scholars in the field of education studies (Contini and Genovese, 1997 ; Zannoni, 2012). Most of the existing studies on mediation were done with research approaches that ignore the interactional-linguistic aspects, treating mediation as if it were a "black box" (Garcia, 2000). Purpose of this research has been to open the black box and investigate “the discoursive embodied actions" (Goodwin, C., 1979, 1994, 2000) through which mediation is actually realized by the members, in their practical courses of action. The sresearch - an ethnographic study- was conducted using both participant observation and video-recording of some specific communicative events (Hymes, 1974) selected in the exploratory phase of fieldwork: the meeting of the mediators dedicated to the discussion of the «cases of conflict». Assuming the epistemology implied by the «Phenomenological Pedagogy» (Bertolini, 1988; Caronia, 2011), the research proposes an interpretive description of the work practices that - under the «hand lens» of the analysis- show their implications and consequences beyond what it is immediately visible. From this point of view, it is part of the family of educational research aimed to promote institutional accountability and dissemination of self-correction processes in organizations
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ALLA SCOPERTA DELLA DIVERSITA' LINGUISTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA: L'INTERCOMPRENSIONE COME STRUMENTO PER PROMUOVERE L'EDUCAZIONE PLURILINGUE

ANDREOLETTI, CHIARA 05 May 2017 (has links)
La ricerca nasce con l’obiettivo di approfondire, da un punto di vista teorico e operativo, il tema della scoperta della diversità linguistica attraverso l’approccio intercomprensivo. In ambito glottodidattico il concetto di intercomprensione tra lingue affini (d’ora in avanti, IC) si trova attualmente al centro degli approcci plurali che propongono una didattica orientata allo sviluppo della competenza plurilingue e interculturale. Lo studio si articola in quattro capitoli tra loro interrelati. Nel primo capitolo, si presenta una ricostruzione storica dei progetti chiave che, in senso al Consiglio d’Europa, hanno gettato le fondamenta dell’attuale formulazione della politica linguistico educativa comunitaria. Il secondo capitolo offre una sintesi dei documenti e degli strumenti più recenti prodotti dall’Unità delle Politiche Linguistiche del Consiglio d’Europa per la promozione del plurilinguismo. Il terzo capitolo fornisce un’introduzione al concetto di intercomprensione da più punti di vista: come oggetto dell’apprendimento, come strategia di apprendimento, come approccio didattico e come strumento di politica linguistica. Nel quarto e ultimo capitolo si dà voce alla natura, agli obiettivi, alla metodologia e ai materiali utilizzati nell’ambito della sperimentazione in IC, condotta nell’anno scolastico 2014/15 con gli alunni di due classi quinte di una scuola primaria di Varese. / The aim of the research is to investigate, from both a theoretical and a practical point of view, the discovery of linguistic diversity through intercomprehension. In the field of ​​language teaching the concept of intercomprehension between related languages is currently at the heart of pluralistic approaches which promote plurilingual education. The study is divided into four chapters. The first chapter offers an historical reconstruction of the key projects which the Council of Europe developed for the foundation of its educational language policy. The second chapter provides a summary of the most recent documents and instruments produced by the the Council of Europe's Language Policy Unit for the promotion of multilingualism. The third chapter gives an introduction to the concept of intercomprehension from several points of view: as a learning object, as a learning strategy, as a teaching approach and as a language policy instrument. The fourth and final chapter introduces to the aims, the methodology and the materials used in the research conducted during the school year 2014/15 with Year 5 pupils of a primary school in Varese.
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L’interpretazione simultanea dal polacco all’italiano: le strategie per affrontare le catene nominali / Simultaneous interpreting from Polish into Italian: strategies to tackle strings of nouns

Cappelli, Rita <1982> 15 September 2014 (has links)
La presente tesi rappresenta il primo studio dedicato all’interpretazione simultanea dal polacco all’italiano. La presente ricerca cerca di identificare il modo in cui interpreti di comprovata esperienza gestiscono alcune difficoltà tipiche della sintassi polacca fortemente divergenti da quella italiana. La scelta di studiare le catene nominali deriva dal confronto di quanto emerso dalle indagini sulla linguistica contrastiva con un’inchiesta tra gli interpreti accreditati presso le istituzioni europee per quella combinazione. Il primo capitolo è dedicato ad una panoramica sui contatti passati e presenti tra l’Italia e la Polonia e ad una riflessione sulla lingua polacca in chiave contrastiva con l’italiano. Il secondo capitolo si concentra sulla ricerca nell’ambito dell’interpretazione simultanea, in particolare sugli studi contrastivi e sulla discussione delle strategie usate dagli interpreti. Il terzo capitolo approfondisce il contesto di questo studio ovvero le istituzioni europee, il il multilinguismo e il regime linguistico al Parlamento Europeo. Il quarto capitolo include l’indagine del lavoro, condotta su un ampio corpus di dati. Sono stati infatti trascritti e analizzati tutti gli interventi tenuti in lingua polacca in occasione delle sedute parlamentari a Strasburgo e a Bruxelles del 2011 e del primo semestre 2009 e le relative interppretazioni in italiano (per un totale di oltre 9 ore di parlato per lingua). Dall’analisi è risultato che l’interprete nella maggior parte dei casi cerca, nonostante la velocità d’eloquio dell’oratore, di riprodurre fedelmente il messaggio. Tuttavia, qualora questo non risulti possibile, si è notato come gli interpreti ricorrano in maniera consapevole all’omissione di quelle informazioni desumibili o dal contesto o dalle conoscenze pregresse dell’ascoltatore. Di conseguenza la riduzione non rappresenta una strategia di emergenza ma una risorsa da applicare consapevolmente per superare le difficoltà poste da lunghe sequenze di sostantivi. / This dissertation represents the first study on simultaneous interpreting from Polish into Italian. This research aims at finding out the strategies adopted by interpreters to overcome the differences between the Polish and the Italian syntax. In order to identify the object of this study, that is to say the strings of nouns, we carried out a survey among the interpreters working from PL into IT for the EU Institutions. The first chapter focuses on the past and present contacts between the two countries and on the contrastive analysis of the two language systems. The second one offers an overview of the studies carried out in the field of interpreting, in particular regarding specific language combinations and the strategies applied by interpreters. The third chapter presents the language regime of the European Institutions and their language services. The fourth chapter includes the analysis of the corpus. The corpus is composed of all the speeches held in Polish during the plenary sessions of the European Parliament in the year 2011 and during the first semester of the year 2009 and their respective interpretations into Italian (more than 9 hours for each language were transcribed.) During the analysis we noticed that interpreters usually try to interpret all the elements of the strings. When it is not possible, they tend to reduce the strings of nouns and omit some elements. Anyway, the great majority of omissions present in our corpus do not influence the content of the message, since the omitted parts can be inferred by the context or thanks to the listener’s previous knowledge. Therefore, we can conclude that reduction should be considered as a resource to apply in a very conscious way in order to overcome the difficulties posed by long strings of nouns.
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Campo gravitazionale uniforme e sistemi di riferimento uniformemente accelerati

Alberici, Marco <1961> 28 April 2009 (has links)
E’ stato affrontato in modo approfondito lo studio dei campi gravitazionali della relatività generale (RG) che producono un’accelerazione uniforme, e si è confrontato tale studio con i sistemi si riferimento (SR) accelerati della relatività ristretta (RR). Nel corso di quest’analisi sono stati trovati alcuni aspetti non evidenziati in precedenza nella letteratura scientifica, di cui il più rilevante è il fatto che la metrica di Rindler produce un campo che, osservato con misure di tipo radar, appare uniforme a un osservatore solidale con il campo stesso. Si è inoltre trovata più di una metrica cui corrisponde un’accelerazione che non dipende dalla coordinata di partenza. Per il campo di Rindler è stata eseguita anche un’analisi approfondita, tramite un’applicazione diretta del principio di equivalenza (PE). La metodologia utilizzata e i risultati sono un contributo originale di questa tesi e sono di interesse da un punto di vista didattico. Nel corso dell’analisi delle proprietà del campo di Rindler sono stati analizzati in modo operativo: il confronto del ritmo di marcia di due orologi che si trovano a una quota differente, la deflessione dei raggi luminosi e la traiettoria di un corpo in caduta libera. Infine si è indagato sulla forma della metrica di una distribuzione di massa a simmetrica planare.
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AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI / Autism at school: building educational networks form local experiences towards international perspectives.

MOLTENI, PAOLA 23 March 2015 (has links)
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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TECNOLOGIE DI GRUPPO / Group's Tecnologies

PARMIGIANI, DAVIDE 23 March 2009 (has links)
L’obiettivo della ricerca denominata “Tecnologie di Gruppo” è fondato su tre idee basilari: 1. a scuola è importante perseguire due tipologie di apprendimento: l’apprendimento individuale e quello di gruppo. Al momento, gli insegnanti organizzano le loro azioni didattiche maggiormente verso il primo tipo mentre il secondo è considerato un supporto per il primo; 2. a scuola, le situazioni più comuni di lavoro con le tecnologie non sono inline bensì principalmente offline, nella classe oppure nel laboratorio multimediale. Durante queste situazioni didattiche, è piuttosto usuale far lavorare in gruppo gli studenti. Quando un gruppo di studenti lavora con alcune strumentazioni tecnologiche, le interazioni fra i partecipanti tendono a modificarsi; 3. le nuove interazioni aumentano le possibilità per sviluppare apprendimenti collaborativi se gli insegnanti organizzano e progettano l’ambiente di apprendimento finalizzato a supportare la costruzione collaborativa della conoscenza e lo sviluppo delle competenze. L’espressione “Tecnologie di Gruppo” significa che le tecnologie (il computer, la tv, la videocamera e altri) può aumentare le possibilità di impostare lavori di gruppo dove gli studenti scambiano opinioni o idee, discutono un argomento oppure cercano di risolvere una situazione-problema, decidono come organizzare il lavoro del gruppo stesso. Nel gruppo con le tecnologie ci sono maggiori possibilità di feed-back cognitivi e relazionali fra gli studenti. La questione principale è gestire le differenti interazioni e permettere al gruppo di crescere e affrontare le situazioni-problema in cui il gruppo viene coinvolto. Quindi è fondamentale il ruolo dell’insegnante come conduttore della classe. All’inizio di un’esperienza didattica, il lavoro di gruppo è maggiormente “cooperativo”. Il compito, i ruoli e i passi sono stabiliti dall’insegnante. Successivamente, quando il gruppo è consapevole delle proprie abilità e potenzialità, l’insegnante può ampliare le possibilità gestionali e affidarle agli studenti. Essi possono scegliere i percorsi ritenuti più adatti per affrontare i problemi, distribuire i ruoli, condividere informazioni e altro. Il lavoro di gruppo diventa “collaborativo”. È necessario costruire un ambiente di apprendimento che integrato fra online e offline per allenare gli studenti al lavoro di gruppo. Tale ambiente si costituisce in tre situazioni principali: 1. lavoro di gruppo senza tecnologie; 2. lavoro di gruppo con tecnologie in classe (offline); 3. lavoro di gruppo online. La ricerca ha individuato interessanti progetti in atto in Italia ed in altri paesi. Le caratteristiche comuni sono le seguenti: c’è una piattaforma di apprendimento online (come Knowledge Forum o Moodle) dove gli studenti interagiscono, comunicano e lavorano insieme; gli insegnanti propongono attività su un argomento o una tematica disciplinare o trasversale; i lavori (individuali o di gruppo) procedono parallelamente in classe con o senza le tecnologie e continuano online, in modo che la rete sia percepita come un medium collaborativo; la progettazione delle attività è condivisa fra studenti e insegnanti. / The aim of research called “Group’s Technologies” is based on trhee basic ideas: 1. At school it’s important to pursue two kinds of learning: individual learning and team learning. At the moment, the teachers direct their acts above all to the first kind and the second one is relegate as a support for the first. 2. At school the situations more common for the work with ICT are not online but mainly offline in the classroom or in the room of computers. During these situations, it’s usual that the students work in groups. When a team of students works with some technologies, the interactions among the participants will change. 3. New interactions improve possibilities for collaborative learning if the teachers organize and plan the learning environment to foster and support the collaborative building of knowledge and the growth of competencies. The expression “Group’s Technology” means that technologies (computers or others) can increase the possibilities to build work’s groups where the students can exchange opinions or ideas, discuss a matter or on resolve a situation-problem, decide as to handle the job. In group with technologies there are more possibilities of feed-back by schoolfriends or by the computers. The main question is to manage the different interactions and to allow to the team to grow and to tackle the problems that the group’s situations involve. Therefore, it’s important the role of teacher as leader of the classroom. At the beginning, the work’s group will be more “cooperative”. The task, the roles in the groups and the steps of job are assigned by the teacher. Then, when the groups are aware of their abilities, the teacher can open the possibilities. The students can select the ways to solve the problems, share the rules, information and other. The work is getting “collaborative”. It’s necessary build a learning environment integrated between online and offline to train for group’s work. This environment is built by three situations: 1. group’s work without technologies 2. group’s work with technology in the classroom (offline) 3. group’s work online At the moment, I found some interesting projects in Italy and in other countries. The common peculiarities are: there is a learning platform online (like Knowledge Forum or Moodle) where the students can interact, communicate and work together; the teachers suggest some activities about a subject; the jobs (individual or team) proceed in the classroom with or without technologies and continue online, so the network is felt like a collaborative medium; the design of instruction is shared by students and teachers.

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