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Sustainable density : form, built environment, energy = Densità sostenibile : forma, ambiente costruito, energia

Morganti, Michele 16 December 2013 (has links)
Cotutela Universitat Politècnica de Catalunya i Università degli Studi di Roma La Sapienza / This research aims at exploring meanings, qualities and analytical abilities of density concept and its potential interpretations in architecture and sustainability fields. Despite the growing unsustainability of today's city facing an effective energy and environmental crisis, recent statistics have confirmed the increasing attractive power of metropolitan areas. Within the context of European compact city, new building models based on energy conservation principles account for an insignificant percentage compared to the great mass of existing city whose functioning remarkably affects the inefficiency of the whole metropolitan system. Therefore an approach determining design instruments and methods at urban and architectural scale must be found in order to set out conditions more appropriate to the compact city. At this analysis stage, the relationship between energy and form takes a central role in the variation of energy performances; at the same time the concept of density has showed the ability to describe the morphological performances of the built form. The general aim of the present research is to determine the relationships among built-form, energy and urban fabrics by the density parameter in compact city with Mediterranean climate. This research is composed by four interconnected parts. The first one examines the relationship among current urban and energy dynamics to comprehend the role and contribution of the building industry in the light of the scientific progress and the implementation of present operational and regulatory instruments. The second one investigates role and evolution of the density concept as parameter, design instrument and basis of theoretical categories, especially referring to interactions with urban form and sustainability. In the third part the analytical and interpretative abilities of density are employed in order to prove the environmental implications and verify the existence of interactions among urban sustainability indicators and density. Finally, the fourth part enquires into the relationships among form, building, density and energy set up in the compact fabrics in Rome and Barcelona by models and simulations in order to control the main formal, building and energy factors parametrically. The influence of urban morphology, built-form and constructive features on solar access and energy demand for conditioning are shown by different density indicators that are the more suitable to express reliable trends. Firstly results point out that the contribution of the built environment to the complex energy issue arisen by metropolitan systems must be focused on the reduction of the demand - even before on the consumption and impact - operating with multi-scale instruments and methods for the transformation of existing city. The density has a preferred role in the relationship between sustainability and form thanks to its interpretative skills and meanings undertaken as theoretical and design category. At the metropolitan scale, urban quality indicators and density do not always show evident relationships with energy and environmental implications. Built-form typology and constructive features are the main factors that occur on energy performances variation of urban fabrics. The investigation of these kind of performances by density parameters leads to the comprehension of the different energy behavior in each urban texture, offering a contribution to the energy analysis at urban scale. Methodology and the defined parameters of density show themselves as knowledge base for aware transformations of Mediterranean compact city as well as applications in other urban contexts both for existing and new constructions. / La ricerca esplora significati, proprietà e capacità analitiche del concetto di densità e delle sue possibili interpretazioni nell’ambito dell’architettura e della sostenibilità. Il suo obiettivo è la determinazione di relazioni tra costruito, energia e forma dei tessuti urbani della città compatta mediterranea ricorrendo alla densità quale parametro utile a decifrarne le specificità. A dispetto della sempre maggiore insostenibilità della città odierna, di fronte alla crisi energetica ed ambientale in atto, recenti statistiche hanno confermato il crescente potere attrattivo delle aree metropolitane. Nel contesto della città compatta europea, i nuovi modelli insediativi basati su principi di risparmio energetico rappresentano una percentuale insignificante rispetto alla città esistente che, nel funzionare, incide notevolmente sull’inefficienza dell’intero sistema metropolitano. In questo quadro, potrebbe essere risolutivo identificare un approccio che individui strumenti e metodi progettuali alla scala urbana piuttosto che a quella architettonica, utili a definire condizioni più appropriate e realmente incisivi per la città compatta. Se riferito in primo luogo a tale scala il rapporto tra energia e forma assume un ruolo centrale sulla variazione delle prestazioni energetiche; allo stesso tempo il concetto di densità appare un’efficace strumento di analisi delle prestazioni morfologiche del costruito. La ricerca si compone di cinque parti. La prima analizza la condizione odierna delle dinamiche urbane ed energetiche, per comprendere ruolo e contributo dell’edilizia alla luce dell’avanzamento del pensiero scientifico e degli strumenti operativi disponibili. La seconda affronta il significato e l’evoluzione del concetto di densità quale parametro di misura, strumento progettuale e fondamento teorico, facendo riferimento in particolare alle interazioni con la forma urbana e la sostenibilità. Nella terza si utilizzano le capacità analitiche della densità per comprovare le implicazioni ambientali e verificare l’esistenza di leggi di dipendenza tra indicatori di sostenibilità urbana e densità. La quarta pone le basi per la comprensione delle relazioni tra densità ed energia alla scala urbana. La quinta parte, infine, indaga tali relazioni nei tessuti compatti di Roma e Barcellona declinandole in termini di caratteri formali e costruttivi, con l’ausilio di modellazioni e simulazioni strutturate allo scopo di controllare i corrispondenti fattori. S’illustra l’influenza di morfologia urbana e caratteri tipologico-costruttivi su guadagno solare e domanda energetica per riscaldamento e climatizzazione, individuando per mezzo di differenti definizioni d’indicatori di densità, i più adeguati ad esprimere con queste leggi di variazione affidabili. I risultati evidenziano che il contributo dell’edilizia alla complessa questione energetica posta dai sistemi metropolitani deve concentrarsi sulla riduzione della domanda - ancor prima che su consumo e impatto - operando con strumenti e metodi interscalari per la trasformazione della città esistente. La densità ha un ruolo privilegiato nel rapporto forma-sostenibilità per capacità interpretative e significati assunti quale categoria teorica e progettuale. A scala metropolitana, indicatori di sostenibilità urbana e densità non sempre mostrano chiare relazioni con le implicazioni ambientali ed energetiche. Morfologia, tipologia e aspetti costruttivi sono i fattori che più intervengono sulla variazione delle prestazioni energetiche dei tessuti urbani. Analizzarli mediante parametri di densità conduce alla comprensione del diverso comportamento energetico, fornendo un contributo agli strumenti d’indagine a scala urbana e favorendo una connotazione più efficiente del costruito riconducibile alla dimensione della densità sostenibile. Il metodo e gli strumenti individuati si offrono come base di conoscenza per trasformazioni consapevoli della città compatta mediterranea / El presente estudio indaga significados, propiedad y capacidad analíticas del concepto de densidad y de su posible interpretación en el ámbito de la arquitectura y de la sostenibilidad. El principal objetivo es determinar las relaciones entre ambiente construido, energía y forma de los tejidos urbanos recurriendo a la densidad como parámetro útil para descifrar sus especificidades de la ciudad compacta mediterránea. A pesar de una siempre mayor insostenibilidad de la ciudad actual, frente a la crisis energética y ambiental en curso, estadísticas recientes han confirmado el creciente poder atractivo de las metrópolis. En el contexto de la ciudad europea, los modelos de asentamiento actuales, basados en principios de ahorro energético, constituyen un porcentaje insignificante frente a la ciudad existente que, funcionando, grava notablemente en consumo el sistema metropolitano. En esta situación, podría ser resolutivo identificar un acercamiento que identifique herramientas y métodos para el proyecto a escala urbana, que sean útiles para definir condiciones más apropiadas y sean realmente eficaces para la ciudad compacta. Si se refiere en primer lugar a dicha escala, la relación entre energía y forma asume una función central para la variabilidad de la prestación energética; al mismo tiempo el concepto de densidad parece una herramienta eficaz para analizar las prestaciones morfológicas del ambiente construido. La investigación se compone de cinco partes. La primera analiza las dinámicas urbanas y energéticas actuales, para entender capacidad y contribución de la construcción a la luz del avance del pensamiento científico y de las herramientas disponibles. La segunda trata el significado y la evolución del concepto de densidad como parámetro de medida, herramienta del proyecto y origen teórico de la arquitectura, con particular referencia a las interacciones con la forma urbana y la sostenibilidad. En la tercera se utilizan las capacidades analíticas de la densidad para comprobar las repercusiones ambientales y verificar la existencia de leyes de dependencia entre indicadores de sostenibilidad urbana y densidad. La cuarta explica las relaciones entre densidad y energía a la escala urbana. La quinta, finalmente, estudia estas relaciones en los tejidos compactos de Roma y Barcelona, explicándolas en función de forma i construcción, con el auxilio de modelos y simulaciones. Se muestra la influencia de la morfología urbana y las características tipológicas y constructivas sobre la captación solar y la demanda energética por calefacción y climatización, individualizando entre diferentes indicadores de densidad los más apropiados para representar tendencias fiables. Los resultados prueban que la contribución de la construcción a la compleja cuestión energética tiene que basarse en la reducción de la demanda - antes que del consumo y del impacto - utilizando herramientas y métodos multi-escalares para la transformación de la ciudad existente. La densidad tiene una función privilegiada en la relación forma-sostenibilidad que depende de sus capacidades analíticas y significados en calidad de categoría teórica y del proyecto. A escala metropolitana, los indicadores de sostenibilidad urbana y densidad no siempre muestran una relación clara con las repercusiones ambientales y energéticas. Morfología, tipología y aspectos constructivos son los factores que más influyen sobre la variación de la prestación energética de los tejidos urbanos. Analizarlos recurriendo a parámetros de densidad, lleva a entender el diferente comportamiento energético, contribuye a las investigaciones a escala urbana y favorece la eficiencia del ambiente construido, con lo cual se reconduce el análisis al concepto de densidad sostenible. La metodología y las herramientas individualizadas se ofrecen como base de conocimiento para orientar las transformaciones de la ciudad compacta mediterránea.
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Un proceso abierto. Experiencia y evolución del método de proyectación del Plan de Extensión de Amsterdam de 1934

Galindo González, Julián 17 May 2001 (has links)
El trabajo se divide en dos partes que se acompañan de un anexo y un apéndice. La primera parte, titulada "La construcción de un método de proyectación urbana" aborda el estudio de aquellas cuestiones que permiten entender tanto la elaboración de la idea como el guión de proyectación que, de forma única y coherente, están contenidas en la propuesta del Plan de Extensión de Amsterdam de 1934 (AUP). En la segunda parte, que lleva por título "Experiencia y evolución del método de proyectación", se lleva a cabo el estudio del proceso de proyectación de los planes de distrito que se desarrollan desde el AUP. A partir de una lectura de la estructura de cada barrio, se constata como la experimentación del método lleva a un mayor grado de estructuración de cada proyecto. Finalmente, en el epílogo se evalúan, en función de los criterios extraídos a lo largo de la tesis, algunas propuestas planteadas actualmente para renovar estos barrios.Parte IEl primer capítulo muestra cúal es la idea de proyecto que subyace en el Plan de Extensión. Se revisan los debates que tuvieron lugar en Amsterdam acerca del crecimiento de la ciudad en los años previos a la elaboración del Plan.El segundo capítulo explica los inicios del nuevo método de proyectación urbanística. Se lleva a cabo una aproximación a las reflexiones que realiza Cornelis van Eesteren, principal artífice de dicho método, repasando algunas de las experiencias proyectuales que elabora con anterioridad a su incorporación al Departamento de Urbanismo y que aportan elementos que paulatinamente van transformando su manera de trabajar, hasta desembocar en un nuevo guión de proyectación urbanística; un guión que irá desarrollando tanto en los trabajos del Plan de Extensión como en la posterior construcción de los barrios.En el tercer capítulo se realiza una lectura del Plan de Extensión en tanto que ejercicio de síntesis que establece múltiples diálogos con los distintos parámetros que inciden en él.Parte IIEl primer capítulo explica el desarrollo del proceso proyectual del Plan de Extensión. Se trata de un estudio de carácter diacrónico que se fija en la transformación que experimentan algunos elementos urbanos (eje urbano, tipología, parcela, modelo de ordenación, unidad vecinal) y en el distinto papel que desempeñan en la composición de las sucesivas experiencias proyectuales.En el segundo capítulo se analiza la evolución en el proceso de proyectación de cuatro de los barrios de Amsterdam, que desarrollan el AUP después de la Segunda Guerra Mundial, (Slotermeer, Slotervaart, Osdorp y Buitenveldert) desde los puntos de vista funcional y formal.En la organización funcional, se toma la escala como parámetro que permite distinguir la agregación monofuncional, de los motivos o franjas paralelas como combinación de tipologías edificatorias, de las asociaciones plurifuncionales como la unidad vecinal, el distrito o el fragmento de ciudad.Respecto a la organización formal, se estudia el uso de dos herramientas compositivas básicas, la repetición y la contraposición de elementos urbanos, dentro de configuraciones geométricas como el punto, la línea, el plano y el volumen.ConclusiónSe lleva a cabo una lectura de la estructura de los cuatro barrios antes analizados, cruzando la organización formal con la funcional, para constatar hasta qué punto cada nueva experiencia supone una evolución en la organización de la ciudad.En ese sentido el trabajo pretende mostrar como cada nuevo proyecto de barrio presenta un grado mayor de interacción estructural entre la forma y la función, y como cada nueva experiencia participa de una mayor interrelación entre las distintas escalas de la ciudad. / The work is divided in two parts, together with an attached and an appendix. The first part "The construction of a townplanning method" is about the study of those questions that allow the understanding of the elaboration of the idea as well as the planning script. Questions that are contained, in a unique and coherent way, in the proposal of the AUP (1934). In the second part "Experience and evolution of the planning method" a study of the planning process is carried out about the district plans developed in the AUP. After a reading of every neighbourhood structure we can see how the experimentation of the method leads to a higher degree of structuration in each project. Finally in the epilogue some proposals are evaluated after the different criteria obtained along the thesis. Proposals that are now being suggested for the renovation of these neighbourhoods.Part IThe first chapter shows us which is the idea of project contained in the Extension Plan. The debates that took place in Amsterdam about the growth of the city in previous years to the Plan are being reviewed.The second chapter explains the beginning of the new townplanning method. The thoughts of Cornelis van Eesteren are being approached as he was the main architect of that method. Some of his planning experiences are reviewed. They were made before he joined the townplanning department and they have contributed with elements that gradually will transform his way of working so that he will obtain a new townplanning script. This script will be developed in the works of the Extension Plan and in the later construction of the neighbourhoods.In the third chapter a reading is made of the Extension Plan as a synthesis exercise that allows numerous dialogues with the different parameters that have an influence on it.Part IIThe first chapter explains the development of the planning process of the Extension Plan. It is a study of diacronic character focused on the transformation that some urban elements experimented (urban axis, types, lot, arrangement type, neighbourhood unit) and on the different role they play in the composition of the consecutive planning experiences.In the second chapter there is an analysis of the planning process of four neighbourhoods in Amsterdam that develop the AUP after the Second World War (Slotermeer, Slotervaart, Osdorp and Buitenveldert) from a functional and formal point of view.In the functional organization, the scale is taken as the parameter that allows the distinction of the monofunctional aggregation from the motifs or parallel strips as a combination of types of building, from the plurifunctional associations as the neighbourhood unit, the district or the city fragment.Regarding the formal organization, the use of two basic composition tools is studied. These are the repetition and contrast of urban elements, inside geometrical configurations as the point, the line, the plane and the volume.ConclusionA reading is made about the structure of the four neighbourhoods analyzed, exchanging the formal and functional organizations to make sure in which way every new experience means an evolution in the organization of the city.In this context the work tries to show how every new neighbourhood project present a higher degree of structural interaction between form and function, and as any new experience participates of a higher inter-relation between different scales in the city.
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La congestión, su pensamiento y su influencia en la creación de la metrópoli entre 1850 y 1970

Borja Gómez, Miguel 26 January 2016 (has links)
Congestion is the saturation of urban and architecturals pace uses and activities utilizing all resources available construction and management, this action on society have established throughout the recent history of the city, by the profusion of events, environments and procedures for space or urban setting that achieves the highest concentration and densification. Similarly, it is a noticeable fact granted by mastering operations carried out according to the needs of space or place and a high population density. Similarly, congestion,by their impact and forceful statement in cities, buildings and extensive projects or massive structures, be they residential, residential and administrative blocks, equipment or facilities of basic services, etc.,in which the spatial dimension and saturation content manifest as an indication of its technical and technological determinism, as well as the favorable disposition toward a knowledge that facilitates the realization of architecture and the city. Congestion as an ideology of space comes from contemporary urban grid,an immediate present, not despite its historic fabric and its closed city high densities. Since the current arrangement implied rational city, both in form and in its functions it is to express the utilitarian and symbolic content as a result of the association of dominant interests of political and economic character. Congestion in the modern city and the contemporary city is run efficiently by a closed checkerboard that will accommodate indifferently on the ground, as the ideal arrangement for a conditioning urban space to a minimum without any concession to collective interactions They produced in the past in the traditional city. This led to control almost all processes and future of the city, and the society that produced them. Since the consequences of these procedures domain of urban structure is not now found under a hierarchical structure or a sovereign power, but under bureaucratic administration aims to control and predict the future development of the city. Congestion is part of the development of the city and imbalances that have addressed the metropolis from orbitto institute investment dynamics and efficiency criteria, either from the creation and reinforcement of the means of production, as well as to the gradual adjustment of the city before the arrival of emerging companies. Congestion is committed from the proper functioning of the economy and fundamental ways from this process have been created, congestion is a unilateral process that affects the development of the city and presented by his sudden economic boom from mid-nineteenth century, when by way of the expansion of manufacturing and fluctuations of the urban environment in relation to population growth, the effective demand for housing, the needs created by the extension of an exponential consumption, as well as the new relationship between the urban dweller and the new training parameters that have validated their actual improvement. These processes converge in economic pragmatism, in a specialization of the social structure and cultural fragmentation have facilitated the expansion of the congestion from short-term success at the outset of these circumstances in the development of the city, but also by the failure of these measures by cities branched long term, constituting a problem peculiar to the urbanization of the city and its close relationship with the rational and productive forces. / La congestión es la saturación del espacio urbano y arquitectónico de usos y actividades que utiliza todos los recursos de gestión y de construcción disponibles, esta acción sobre la sociedad se han logrado establecer a lo largo de la historia reciente de la ciudad, mediante la profusión de sucesos, ambientes y procedimientos para que ese espacio o escenario urbano logre la mayor concentración y densificación. De igual manera, es un hecho perceptible otorgado por el dominio de operaciones que se realizan en función de las necesidades de espacio o de lugar y por una elevada concentración poblacional. Igualmente, la congestión, por su incidencia y afirmación contundente en las ciudades, proyecta edificaciones y estructuras extensivas o masivas, ya sean viviendas, bloques residenciales o administrativos, equipamientos o instalaciones de servicios básicos, etc.,en los que la dimensión espacial y la saturación de contenidos se manifiestan como una indicación de su determinismo técnico y tecnológico, así como por la disposición favorable hacia un conocimiento que facilita la realización de la arquitectura y la ciudad. La congestión como una ideología del espacio proviene de la cuadricula urbana contemporánea ,de un presente inmediato, no de la ciudad histórica a pesar de su tejido cerrado y sus densidades elevadas. Ya que la actual disposición sobreentendida de la ciudad racional, tanto en su forma, como en sus funciones, es expresar los contenidos utilitaristas y simbólicos como resultado de la asociación de intereses dominantes de carácter político y económico. La congestión en la ciudad moderna y en la urbe contemporánea es ejecutada de manera eficiente por medio de un damero cerrado que se acomoda indiferentemente sobre el terreno, como la disposición ideal para un espacio urbano acondicionado al mínimo sin ninguna concesión a las interacciones colectivas que se producían en otras épocas en la urbe tradicional. Esto condujo al control de casi todos los procesos presentes y futuros de la ciudad, como de la sociedad que los produjo.Ya que las consecuencias de estos procedimientos de dominio de la estructura urbana no se encontraban ahora bajo una estructura jerárquica o un poder soberano,sino bajo la administración burocrática que pretende controlar como predecir el futuro desarrollo de la ciudad. La congestión hace parte del desarrollo de la ciudad y de los desequilibrios que han abordado la metrópoli desde su órbita de instituir dinámicas de inversión y criterios de eficiencia, ya sea desde la creación y reafirmación de los medios de producción,como también ante el ajuste gradual de la ciudad ante la irrupción de las sociedades emergentes. La congestión se encuentra comprometida a partir del buen funcionamiento de la economía y de las formas fundamentales que a partir de este proceso han sido creadas, la congestión es un proceso unilateral que afecta el desarrollo de la ciudad y se presenta por su repentino auge económico desde mediados del siglo XIX, en que por vías de la expansión de la manufactura y las fluctuaciones del medio urbano en lo referente al aumento de la población, la demanda efectiva de vivienda, las necesidades creadas por la extens ión de un consumo exponencial,así como por las nuevas relaciones entre el habitante urbano y los nuevos parámetros formativos que han validado su actual perfeccionamiento. Estos procesos que confluyen en una pragmatismo económico,en una especialización de la estructura social y en un fraccionamiento cultural, han facilitado la expansión de la congestión a partir del éxito a corto plazo en un primer momento de estas circunstancias en el desarrollo de la ciudad, pero también por el fracaso de estas medidas que se ramificaron por las ciudades a largo plazo, constituyendo una problemática propia de la urbanización de la ciudad y de su estrecha relación con las fuerzas racionales y productivas.
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Colindancias : estudio de las relaciones de forma entre edificios contiguos

Escorihuela Vitales, Mamen 09 February 2016 (has links)
Urban architectural proposals arouse a false dilemma between complying site laws or preserving design autonomy. This thesis studies formal relations of projects wherein urban identity prevails, without compromising design at all. lt focuses on different architects working on sites with demanding adjoining relations for different reasons:adjacent building complexities, urban constraints, the need for connection ... Le Corbusier, Alvar Aalto, Ame Jacobsen, Louis Kahn, and George Bunshaft, authors of analyzed projects, had reached professional maturity when they undertook these works: they had managed to develop its own systems of resources and strategies, continually improved, and printed a distinctive personal stamp on everything what they produced. However, the common feature of the selected works is that they represent a new or somehow abnormal situation, with respect to their usual modus operandi: Dr. Curutchet House, La Plata (1949-53) and the Villa "Le Lac"(1923-24) revised 30 years after the first issue of Les Carnets de la Recherché Patiente discussed in the epilogue; buildings in Kluuvi,Helsinki city center: Rautatalo building (1950-55),the former Nordic Union Bank building (1962-64),and the Stockmann Academic Bookstore (1962-69); Jespersen & Son building, Copenhagen (1952-5); Yale University Art Gallery (1951-3) and Yale Center for British Art (1969-7), New Haven, Connecticut; Albright-Knox Gallery addition (1958-2), Buffalo, New York; Beinecke Rare Book & Manuscript Library, Yale University , New Haven. The research objective has been to understand how each architect is able to reveal site opportunities, invisibles from other approaches,solving in a remartcable way what at first appeared to be severe site limitations,by adapting their working systems, using their own resources in favor of the site where incorporated. The study demonstrates the following hypothesis: -Different projects on the same place reveal different places. The place is known when the project is done. ¿The more universal is a conception system, the higher capacity to assume and sensibly answer to the specificities of a particular location. ¿The more sensitive a proposal is to its urban environment, the better way the building solves its inner problems. -Each project relevance depends on both the project's honesty and adaptation to actual circumstances and permanencies. The thesis questions site approach issues as determinants in architectural projects: the direct and long lasting site experience, the need to visit it- chapter 1-; the strategies specificity adopted for a particular location (Chapters 2 and 3);the use of imitation to preserve the site memory (Chapters 4 and 5);the inevitable change in the architect resources used to respond to particular situations -Chapter 6-, etc. On the contrary, it unveils that truly universal values are the only ones able to serve very different specific solutions.The analysis reveals the real level where the nearby buildings conditions are solved, not only physical contact but simultaneity of perception. lt proves that this formal problem asserts building identity. / Cada propuesta arquitectónica, al ubicarse en el núcleo consolidado de una ciudad, suscita el falso dilema entre la subordinación del nuevo proyecto a las leyes del conjunto o la preservación de su autonomia. La tesis estudia las relaciones de forma concebidas en una serie de casos en los que, sin hacer ninguna concesión estilistica, se confirma, sin embargo, la identidad del conjunto urbano. Se centra, por tanto, en proyectos, de distintos autores, en los que el emplazamiento comportaba exigentes relaciones de colindancia, por razones diversas: el perfil de la parcela, las características del edificio al que adosarse, la alta cualificación de los espacios urbanos, la necesidad de conexión... Los autores de los proyectos analizados -Le Corbusier, Alvar Aalto, Ame Jacobsen, Louis Kahn y Gordon Bunshaft- habían alcanzado la madurez profesional cuando acometieron estas obras: habían logrado desarrollar un sistema propio de recursos y estrategias de proyecto, continuamente perfeccionado, e imprimían un sello personal distintivo en todo lo que producían. Sin embargo, la característica común de las obras seleccionadas es que suponen una situación nueva o, en cierta forma, anómala,respecto a su registro habitual de trabajo: La Casa Dr. Curutchet, La Plata (1949-1953) -y la casa en el Lago Léman, (1923-24), revisada 30 años después en el primer número de Les Carnets de la Recherche Patiente ,tratada en el epílogo-; las intervenciones en Kluuvi, centro de Helsinki [Edificio Rautatalo (1950-1955), Edificio de la Banca Nórdica (1962-1964) y Librería Universitaria Stockmann (1962-1969)]; el Edificio Jespersen&Son (1952-55) en Copenhague; la Yale University Art Gallery (1951-53), Yale Center for Brítish Art (1969-77) en New Haven; la ampliación de la Albright-Knox Gallery (1958-62) en Buffalo y la Beinecke Rare Book&Manuscript Library en Vale. El objetivo de esta investigación ha sido comprender, a partir del estudio de casos concretos, cómo cada arquitecto modulaba su sistema para responder a localizaciones fuertemente condicionadas, sin renunciar a su modus operandi. Pone de manifiesto, que es precisamente gracias a éste, cómo son capaces de desvelar oportunidades del lugar, inasequibles e invisibles desde otras maneras de aproximarse a él, y cómo consiguen la resolución ejemplar de lo que aparentaban ser limitaciones severas, sabiendo utilizar los recursos propios a favor del conjunto al que se incorporan. La tesis demuestra las siguientes hipótesis: -Diferentes proyectos sobre el mismo sitio revelan lugares diferentes. Se conoce el lugar cuando se hace el proyecto. -Cuanto más universal es un sistema de concepción, mayor capacidad tiene de asumir y contestar sensiblemente a las especificidades de un determinado emplazamiento. -Cuanta mayor sensibilidad hacia el entorno urbano de la propuesta mejor supera los problemas particulares. -La vigencia de cada intervención depende de la honestidad con que se conduce en relación a las circunstancias del presente y delreconocimiento de las circunstancias invariables,las permanencias. El trabajo cuestiona los tópicos desde los que se aborda habitualmente el tema del lugar como condicionante del proyecto de arquitectura: la experiencia directa y prolongada del lugar, la necesidad de visitarlo-capítulo 1-; la especificidad de la estrategia adoptada para cada lugar (capítulos 2 y 3); el recurso a la imitación para salvaguardar la memoria del lugar (capítulos 4 y 5); el cambio ineludible de registro y recursos utilizados para responder a la particularidad de la situación concreta -capítulo 6-, etc. Por el contrario, revela que los valores verdaderamente universales son los únicos capaces de servir a resoluciones concretas muy diferentes. Desvela el nivel al que se resuelve verdaderamente la colindancia entre los edificios, no sólo en el contacto físico sino en la simultaneidad de percepción. Demuestra que es un problema de forma que afirmará la identidad de la obra.
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Las Ramblas de Barcelona. Una aportación al estudio de ciudades mediterráneas

Ospina Tascón, Juan José 10 June 2014 (has links)
La tesi es planteja com una aportació a l'estudi urbanístic de ciutats mediterrànies, que van créixer vinculades a rambles o rieres, l'exemple més significatiu el constitueixen les Rambles de Barcelona. L'objectiu de la tesi és analitzar el paper que han exercit les rambles en diferents períodes històrics, a partir de diferents funcions com a eix d’escorrentia, límit territorial, passeig o espai públic. La metodologia utilitzada va consistir en indagació literària, històrica i cartogràfica antiga de diferents ciutats mediterrànies vinculades a rambles. El material d'arxiu recopilat es va comparar amb fotografies satèl·lit i arxius digitals actualitzats en format CAD. La documentació obtinguda es complementa amb un estudi empíric basat en l'observació, realitzat a partir de visites de camp. La tesi està estructurada en tres capítols: En el primer, s'exposen les generalitats de les rambles, les formes de creixement urbà i intervencions en diferents ciutats mediterrànies. Es complementa aquest primer capítol amb dos annexos. L'annex I, descriu els antecedents de l'ús de les rambles en ciutats pròpies del desert com Shibam al Iemen i Jerash a Jordània. L'annex II descriu el creixement de ciutats mediterrànies on les rambles han estat el configurador principal de la forma urbana. A partir del capítol II, la tesi se centra en les Rambles de Barcelona. En aquesta ciutat, la història i creixement urbà han estat estretament vinculats i condicionats a les Rambles. Abans del segle XIII, la Rambla avançava pel pla sense afectar la ciutat emmurallada romana. Les Rambles van passar més tard a constituir-se com un límit territorial complementat amb les muralles que van ser demolides al segle XIX, igual que en diferents ciutats europees. L'enderroc es va basar en les teories higienistes i nous models de ciutat implementats pel Baró de Haussmann, a París i l'estudi d'Edwin Chadwick, a Londres. En el tercer capítol s'exposen les intervencions urbanes realitzades a les avingudes actualment denominades "les Rambles", que són un espai públic de traçat irregular, la morfologia de les quals denota la permanent presència de l'antiga riera. Certament, diferents autors entre els quals es destaquen geògrafs, periodistes i historiadors han estudiat l'evolució històrico-social d'aquest carrer. No obstant això, malgrat l'interès que han propiciat les Rambles, són escassos els estudis orientats per professionals de la urbanística pel que fa al seu caràcter com a espai públic. El material d'arxiu inèdit constitueix una de les principals aportacions de la tesi. El pla anònim del segle XVIII va permetre reconèixer la transformació de cada un dels trams de la Rambla un cop enderrocades les muralles. També s'analitzen les propostes de convertir la Rambla en bulevard en els anys 1863 i 1924. L' estudi de l'espai públic a les Rambles permetre reconèixer i valorar les diferents intervencions en l'arbrat, mobiliari, il·luminació i altres elements de l'espai públic, així com les seves característiques formals. / La tesis se plantea como una aportación al estudio urbanístico de ciudades mediterráneas, que crecieron vinculadas a ramblas o rieras, cuyo ejemplo más significativo lo constituyen las Ramblas de Barcelona. El objetivo de la tesis es analizar el papel que han desempeñado las ramblas en diferentes periodos históricos, a partir de diferentes funciones como eje de escorrentía, límite territorial, paseo o espacio público. La metodología utilizada consistió en indagación literaria, histórica y cartográfica antigua de diferentes ciudades mediterráneas vinculadas a Ramblas. El material de archivo recopilado se comparó con fotografías satelitales y archivos digitales actualizados en formato CAD. La documentación obtenida se complementa con un estudio empírico basado en la observación, realizado a partir de visitas de campo. La tesis está estructurada en tres capítulos: En el primero, se exponen las generalidades de las ramblas, las formas de crecimiento urbano e intervenciones en diferentes ciudades mediterráneas. Se complementa este primer capítulo con dos anexos. El anexo I, describe los antecedentes del uso de las ramblas en ciudades propias del desierto como Shibam en Yemen y Jerash en Jordania. El anexo II describe el crecimiento de ciudades mediterráneas donde las ramblas han sido el configurador principal de la forma urbana. A partir del capítulo II, la tesis se centra en las Ramblas de Barcelona. En esta ciudad, la historia y crecimiento urbano han estado estrechamente vinculados y condicionados a las ramblas. Antes del siglo XIII, la rambla avanzaba por el llano sin afectar la ciudad amurallada romana. Las Ramblas pasaron más tarde a constituirse como un límite territorial complementado con murallas que fueron demolidas en el siglo XIX, al igual que en diferentes ciudades europeas. El derribo se basó en las teorías higienistas y nuevos modelos de ciudad implementados por el Barón de Haussmann, en París y el estudio de Edwin Chadwick, en Londres. En el tercer capítulo se exponen las intervenciones urbanas realizadas en la calle actualmente denominada “las Ramblas”, que son un espacio público de trazado irregular, cuya morfología denota la permanente presencia de la antigua riera. Ciertamente, diferentes autores entre los que se destacan geógrafos, periodistas e historiadores han estudiado la evolución histórico-social de esta calle. Sin embargo, a pesar del interés que han propiciado las Ramblas, son escasos los estudios orientados por profesionales de la urbanística en lo referente a su carácter como espacio público. El material de archivo inédito constituye una de las principales aportaciones de la tesis. El plano anónimo del siglo XVIII, permitió reconocer la transformación de cada uno de los tramos de las Ramblas una vez demolidas las murallas. También se analizan las propuestas de convertir las Ramblas en bulevar en los años 1863 y 1924. El estudio del espacio público en las Ramblas permitió reconocer y valorar las distintas intervenciones en el arbolado, mobiliario, iluminación y demás elementos del espacio público, así como sus características formales. / This thesis is presented as a contribution to the study of urban Mediterranean cities that grew attached to streams or watercourses, whose most significant example is the Ramblas of Barcelona. The aim of the thesis is to analyze the role played by the streams in different historical periods, from different functions as runoff axis, territorial limit, promenade or public space. The methodology of the study consisted on a literary inquiry of ancient historical and cartographic materials from different Mediterranean cities linked to ramblas. The footage collected was compared with satellite photographs and digital files updated in CAD format. The documentation obtained was complemented by an empirical study based on observation, made from field visits. The thesis is divided into three chapters: The first chapter contains generalities about the streams, forms of urban growth and interventions in different Mediterranean cities. This chapter includes two annexes. Annex I describes the stream transformations in desert cities as Shibam in Yemen and Jerash in Jordan. Annex II describes the growth of some Mediterranean cities in which the stream has been the main configurator of the urban form. Chapter II focuses in the Ramblas of Barcelona. In this city, history and urban growth have been closely linked and conditioned by the streams. Before the thirteenth century, the stream crossed the field without affecting the Roman walled city. Later on, the Ramblas played the role of a territorial limit, supplementing the walls that were demolished in the nineteenth century, as in other European cities. The demolition was based on hygienists theories and new models of city implemented by Baron Haussmann in Paris and Edwin Chadwick in London. The third chapter contains a detailed study of the urban interventions performed on the street now called "Las Ramblas" that are today a public irregular space, whose morphology denotes the permanent presence of the old stream. Different authors, like geographers, journalists and historians have studied the historical and social evolution of this street. However, despite the great interest related to the Ramblas, there are a few studies targeted on its urban dimension, regarding their character as a public space. Unpublished archive material constitutes one of the main contributions of the thesis. An anonymous plan of the eighteenth century allowed to recognize the transformation of each of the sections of the Ramblas, once demolished the walls. The proposals to turn the Ramblas into a boulevard, in 1863, and again in 1924, are also discussed. Finally, the study of the Ramblas as a public space has led to evaluate different interventions in the furniture, lighting, trees and other elements of the public space, and their formal characteristics.
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Església i ciutat : el paper dels temples parroquials en la construcció de Barcelona

Arboix Alió, Alba 09 May 2016 (has links)
La contribució de les esglésies al desenvolupament i a l’articulació dels barris de Barcelona és un tema clau per a la comprensió de la ciutat. Les múltiples i variades formes objectivables del creixement de Barcelona -síntesi morfològica dels seus projectes arquitectònics i urbanístics, units a episodis socials, polítics, econòmics, culturals i religiosos- són testimonis directes per entendre un entramat molt més ric i complex, on les esglésies hi tenen, sovint, un paper actiu, clarificador i protagonista. A més a més, a banda de l’índole simbòlica, al temple s’afegeixen atributs com ara monumental, al·legòric o referencial, que fan que s’inverteixin tots els recursos disponibles per a la seva construcció, i que s’hi bolqui el progrés estructural, constructiu i compositiu de cada època. I per molt que actualment la societat s’hagi secularitzat, les esglésies segueixen estant molt vinculades a l’imaginari de la cultura popular i continuen existint, articulant i aglutinant la ciutat de Barcelona. L’estudi té com a objectiu principal generar una col·lecció crítica del conjunt d’enclavaments urbans barcelonins protagonitzats avui per una església parroquial. La hipòtesi inicial és que a partir de les esglésies es pot entendre el creixement de la ciutat, tant des del punt de vista del seu desenvolupament urbanístic com de la progressiva materialització del lloc. Així, el treball es planteja en tres capítols principals que corresponen a tres distàncies focals: una primera, més llunyana, que estudia la contribució de les esglésies parroquials a la forma del creixement de la ciutat; una segona, a una escala més propera, que analitza l’espai urbà adjacent als temples per desgranar-ne el seu lligam; i una tercera mirada, més pròxima encara, que es centra en el tipus arquitectònic sacre i en la seva implantació. Tres aproximacions diferents, però entrelligades i complementàries que, tal i com recull el quart capítol, demostren ser més poderoses quan es presenten de manera superposada, permetent explicar una mateixa història: Barcelona a partir de les seves esglésies i les esglésies a partir de Barcelona. Amb aquest viatge d’anada i retorn, i encara apuntant una darrera reflexió en clau de futur que passi per la reutilització d'aquest patrimoni sacre, es vol desplegar la complexitat de temes que deriven de l’àmplia presència d’esglésies parroquials a la ciutat comtal. En termes metodològics, es comença per realitzar un llistat de les 132 parròquies existents dins els límits municipals de la ciutat i es confecciona una col·lecció de fitxes on es bolca de manera sintètica i sistemàtica informació del seu passat, del seu present, la seva planimetria i la seva situació urbana. Aquesta documentació, recopilada de les visites in situ realitzades i dels diversos arxius consultats, conforma el corpus i l’annex de la investigació. L’enfoc metodològic doncs, és alhora deductiu i inductiu. El guió que estructura la tesi se sosté en els objectes arquitectònics analitzats i en l’ampli camp de coneixement que, directament o indirecta, se’n deriva. És per això que garanteix la seva aplicabilitat més enllà de la pròpia ciutat de Barcelona i que es pot traslladar per a l'estudi de qualsevol tipus arquitectònic singular, es tracti o no d’arquitectura eclesial. El repte afrontat resulta en l’elaboració d’un discurs capaç de relacionar els diferents casos d’estudi i de saber destacar aquells més importants. I és que les esglésies avui parroquials demostren tenir una influència cabdal en el desenvolupament de les diferents escales d’aproximació urbana i la seva varietat tipològica contribueix a la riquesa cultural i patrimonial de la ciutat. D’aquesta manera, a partir de la totalitat dels temples parroquials, l’estudi ofereix una interpretació inèdita de Barcelona, proposa alternatives de reús pel futur d’aquests elements sacres i contribueix a l’aportació de coneixement de la ciutat. / A contribuição das igrejas paroquiais para o desenvolvimento e articulação dos diferentes bairros de Barcelona é um tema chave para a compreensão da cidade, tanto a nível urbano e arquitetónico como também a nível conjuntural. As múltiplas e variadas formas do crescimento urbano de Barcelona – síntese morfológica dos seus projetos arquitetónicos e urbanos, unidos a episódios sociais, políticos, económicos, culturais e religiosos – são testemunhas diretas para poder entender uma rede muito mais rica e complexa onde as igrejas têm um papel ativo, esclarecedor e, muitas vezes, protagonista. Para além da índole simbólica e transcendental, acrescentam-se ao templo outros atributos como monumental, alegórico ou referencial, motivos pelos quais se investem todos os recursos disponíveis para a sua construção, revelando-se nos mesmos o maior progresso estrutural, construtivo e compositivo de cada época. Assim, as igrejas paroquiais constituem um tipo singular paradigmático para explicar o crescimento de Barcelona, relacionando as formas arquitetónicas construídas com a conjuntura política e económica que as impulsa, a mentalidade da sociedade que as sufraga e a cultura dos arquitetos que as projetam. Durante os séculos XIX e XX, na Catalunha, inicia-se um processo de profanação que se prolonga até ao século XXI, protagonizado por um pensamento eminentemente laico. Talvez seja por isso, e pelos preconceitos que durante um tempo têm acompanhado o assunto sacro, que se trata de uma investigação inédita. Mas na verdade, por muito que a sociedade e o estado democrático se tenham secularizado, os templos paroquiais continuam a estar muito vinculados à cultura popular e continuam a existir, articular e aglutinar a cidade de Barcelona, na qual existem mais igrejas construídas durante os últimos setenta anos, do que em todos os séculos anteriores. O estudo tem como objetivo principal gerar uma coleção crítica do conjunto de enclaves urbanos barcelonenses protagonizados por uma igreja paroquial. A hipótese inicial é que a partir das igrejas pode-se entender o crescimento da cidade, tanto a partir do ponto de vista do seu desenvolvimento urbanístico como da progressiva materialização do lugar. E durante o decorrer da tese, demonstra-se que, certamente, a ligação entre o templo e a cidade torna-se presente, duma maneira ou de outra, desde as primeiras igrejas fundacionais até às dos últimos bairros criados, passando pelas que têm desaparecido e têm gerado novas praças ou aquelas que, aproveitando a sua magnífica fábrica, têm sido reutilizadas para outras funções mais de acordo com as necessidades da sociedade atual. / The contribution of churches to the development and articulation of neighborhoods of Barcelona is a key element for the comprehension of the city. Various forms which can be put in objective terms in relation to its urban growth’ a morphological synthesis of its architectural and urban projects that are connected to social, political, economical, cultural and religious events’ are direct testimonies to understand a much more elaborate and complex framework, where churches often play a refining, active, and major role. This role does not only derive from their symbolic nature, but also from other attributions rendering them monumental, allegorical or referential, which implies the full investment of all available resources in their construction, with a complete dedication to the structural, constructive and synthetic progress of each time period. Even though the society has become more secular at the present, churches continue to exist, to articulate, and to glue the city of Barcelona together. The main objective of the research is to generate a critical collection of the parish churches of Barcelona and their close urban environment. The initial hypothesis is that, the growth of the city can be analyzed based on churches, not only in terms of urban planning, but also through the formalization of close urban surrounding of these structures. Thus, the study is presented in three main chapters which correspond to three different scales: the first one, as the largest scale, studies the contribution of parish churches to the city’s form of urban development; the second one, on a closer scale, analyses the urban elements adjacent to the temples in order to reveal their relation; and the third one, which is the closest, focuses on the architectural typology and its implementation. Three different approaches, intertwined and complementary of each other, become even more powerful when superimposed and presented together, depicting the same story from two different angles, as explained in the fourth chapter: Barcelona based on its churches, and churches based on Barcelona. With this round trip, and a last reflection which focuses on the adaptive reuse of this heritage, it is intended to unravel the complexity of subject matters which rise from the broad presence of parish churches in Barcelona. As the methodology, the study begins with a complete list of 132 existing parish churches within the municipal limits of the city and follows with a datasheet catalog with 132 cases which present the information about their past and present, including the plans and locations, all organized in a synthetic and systematic manner. This documentation, gathered from in-situ visits and archive consultations, establishes the annex and the corpus of the research. The methodological approach is thus deductive and inductive. The outline that structures the thesis arises from the case studies analyzed and the broad field of knowledge derived from them. For this reason, its applicability goes beyond the city of Barcelona and it can also be transferred to the study of any other singular architectural type, whether or not ecclesiastical. The challenge which is faced with, results in the elaboration of a discourse, which proves capable of forming relations between different case studies and highlighting the most important ones among them. Churches which are currently parochial provide a major influence on different scales of urban development, and their diverse typology contributes to the cultural heritage of the city. Therefore, based on the totality of churches, the study offers an unprecedented interpretation of Barcelona, suggests alternative reuses for the future of these structures and contributes to our knowledge of the city.
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Activitat immobiliària i polítiques urbanes dels anys vuitanta a les ciutats mitjanes catalanes. El cas de la ciutat de Lleida

Bellet, Carme 10 October 1995 (has links)
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La forma dell’abitare nell’architettura moderna belga

Tranchida, Roberta 19 January 2016 (has links)
Próleg i epíleg també en castellà / The thesis "The form of living in modern Belgian architecture" is a travel through the most industrialized cities of Belgium. lts main objective is to investigate the history of the social habitat in this country, with the aim to reveal the essence of the Belgian modernity and its compromise with the architecture and town planning. Through an excursus on the social housing development, from the nineteenth century to the garden-city,the investigation proposes an historical reconstruction of the modern social housing with a particular emphasis on the importance, growth and tate of neighbourhoods with high-density population. In fact, the hypothesis of this work is that the collective housing has been the innovative element in the experience of a new method of urban planning, and thus a generator cell of Belgian modernity. The research bases itself on the analysis of two projects of workers-city, Grand Hornu and Bois du Luc, built in the nineteenth century using architectural quotations and allusions to try to shape a new reality: the monad life-work. From this time onwards, the social architecture in Belgium was the protagonist of a major evolution concerning the birth of metropolis. Starting from the late nineteenth century, Belgian hygienists gathered the attention around the problem of living in an healthy city, and the need to offer to the workers, most of whom were employed in the many coal mines of the country, a dignified housing. At this time, the garden-city was becoming the most diffused spatial conformation supporting the belief that living in a natural environment could have restored the purity subtracted from the poisons of the devourer city. The new garden-city acted as an organism to encourage the construction of new housing and to propose solutions that consecrated the desire to give to the city a modern future, which could have been an example to export . Without doubts, the rising of architectural and urban theories urged the Belgian society to take care of the issues concerning new lifestyles and therefore experiment novel models of community with the aim to renew the society itself. In the early twentieth century, the enthusiasm of young architects animated Victor Bourgeois (1897-1962) , Huib Hoste (1881-1957), Louis Van der Swaelmen (1883-1929) and Anto ine Pompe (1873-1980) to be active in the debate forwarded by the CIAM, which resulted in the division into two main architectural trends pursuing either the line or the organic form. Later on, the debate on social housing became the cradle for chimeric suggestions, like the one presented in the thirties by the architect Juliaan Schillemans (1906-1943) ,who designed an ideal "world-city ", for thirty-five millions inhabitants, with the aim to redefine the style lifestyle of a society without boundaries. More pragmatically, in the 50s, architects groups like EGAU (Etudes en groupe d'architecture et d'urbanisme), formed by Charles Carlier (1916-1993), Hyacinthe Lhoest (1913 to 1983) and Jules Mozin (1914- 1995) and the Groupe L'Equerre (1935) raised, through a fervent political activism, a reflection on the topic of housing and how to redesign new spaces. In particular, L'Equerre collaborated with the Flemish architect Renaat Braem (1910-2001) who considered architecture as the art to reorganize the human, environment and an instrument to free the society from the hierarchies inherited from the past. On the other side, the works of Groupe EGAU and the architect Willy Van Der Meeren (1923-2002) distinguished themselves in the same current for a strenuous research in the low cost housing field and for the housing solutions presented in the competition organized by CECA (European Coal and Steel Community). / La Tesi, intitolata La forma del/'abitare nell'architettura moderna belga, e un viaggio, attraverso le citta piu industrializzate del Belgio, che si propone, come obiettivo principale, di fare luce sulla storia dell'habitat sociale in questo paese, per rivelare l'essenza della modernita belga e il suo compromesso con l'architettura e l'urbanistica. Mediante un excursus sullo sviluppo delle abitazioni collettive, dai principi dell'Ottocento alle citta giardino, l'investigazione pretenderebbe di ricostruire la storia degli alloggi sociali moderni e l'importanza dei quartieri ad alta densita abitativa, la loro crescita e il loro destino. lnfatti, l'ipotesi e che e proprio l'abitazione collettiva sia stata !'elemento singolare nell'esperienza di un nuovo metodo di progettazione urbana, come cellula generatrice della modernita belga. Lo studio prende spunto dall'interesse per i progetti delle citta operaie di Grand Hornu e Bois du Luc, edificate nel XIX secolo, che sfruttarono citazioni e allusioni architettoniche per cercare di costruire una nuova realta: quella della monade vita-lavoro. Da questo periodo in poi, l'architettura sociale in Belgio fu l'attrice di una evoluzione importante, avente ad oggetto la nascita della metropoli. Dalla fine del XIX secolo, gli igienisti belgi manifestarono il problema della salubrita della citta, e della necessita di poter offrire agli operai, la maggior parte dei quali impiegati nelle numerase miniere di carbone del paese, delle abitazioni degne. lnoltre, in questo periodo, si appoggio con decisione la conformazione spaziale proposta dalle citta giardino, avvallando la convinzione che reintrodursi in un ambiente naturale avrebbe potuto ristabilire la purezza sottratta dai veleni della citta divoratrice. Le nuove citta giardino funsero da organismi che incoraggiavano la costruzione di nuovi alloggi e proponevano soluzioni che consacravano il desiderio di conferire alla citta moderna un avvenire che avrebbe potuto essere un exemplum da esportare. Senza dubbio, le nuove teorie architettoniche e urbanistiche esortarono la societa belga a sollevare nuove questioni sullo stile di vita e a sperimentare nuovi modelli di collettivita, volti al rinnovo della societa. L'entusiasmo dei giovani architetti del primo Novecento animo Víctor Bourgeois (1897-1962), Huib Hoste (1881-1957), Louis Van der Swaelmen (1883-1929), Antoine Pompe (1873-1980) a essere attivi nel dibattito avanzato dai CIAM, e, a dividersi in due correnti architettoniche, perseguendo la linea piuttosto che la forma organica. In seguito, il dibattito sulle abitazioni sociali divenne la cuila per proposte chimeriche, come quella presentata, negli anni trenta, dall'architetto Juliaan Schillemans (1906-1943), il quale disegno un'ideale "citta mondiale", pensata per ben trentacinque milioni di abitanti, con lo scopo di ridefinire il modus vivendi di una societa senza confini. In maniera piu pragmatica, negli anni '50, si consolidarono gruppi di architetti come gli EGAU (Etudes en groupe d'architecture et d'urbanisme), formato da Charles Carlier (1916-1993), Hyacinthe Lhoest (1913- 1983) e Jules Mozin (1914-1995), e l'Equerre (1935) che imposero, attraverso un fervente attivismo político, una riflessione sul tema dell'alloggio e si adoperarono nel ridisegnare nuovi spazi. Con l'Equerre collaboro l'architetto fiammingo Renaat Braem (1910-2001) che considerava l'architettura come l'arte della riorganizzazione del medio umano e un mezzo per liberare la societa dalle gerarchie ereditate nel passato. Mentre, l'opera di EGAU e quella dell'architetto Willy Van Der Meeren (1923-2002) si contraddistinsero, nello stesso filone, per una strenua ricerca nell'ambito degli alloggi a basso costo e per le soluzioni abitative presentate al concorso indetto da CECA (Comunita europea del carbone e dell'acciaio). La presente Tesi di Dottorato sara spunto futuro di comprensione di come il moderno modello di gestione dello spazio si sia evoluto in epoca odierna. Il microcosmo delle colonie di carbone connotava un interno artificiale che l'investigazione aspira a intendere, decifrando tutta la complessita di un progetto d'architettura nelle sue fasi di ideazione, costruzione e rilettura, e ponderando gli intrecci tra storia, paesaggio, aree periferiche con gli ancestrali vincoli tra architettura, citta, habitat. / La Tesis, "La forma dell'abitare nell'architettura moderna belga", es un viaje, a través de las ciudades más industrializadas de Bélgica, que se propone, como objetivo principal de estudio de analizar la singular historia del hábitat social de este país para revelar la esencia de la modernidad belga y su compromiso con la arquitectura y el urbanismo. Gracias a un excursus sobre el desarrollo de las viviendas colectivas, desde los principios del siglo XIX, hasta las ciudades jardín, se pretende, reconstruir la historia de la vivienda social moderna y la importancia de los barrios con alta densidad residencial, sus crecimientos y su desarrollo. La hipótesis plantea cómo la vivienda colectiva constituye el elemento singular en la experiencia de un nuevo método de proyectación urbana, como célula generadora de la modernidad belga. La investigación surge del interés por los proyectos de las ciudades obreras del Grand Hornu y de Bois du Luc, edificadas en el XIX siglo, que utilizaron símbolos e alusiones arquitectónicas para construir una nueva realidad: la mónada vida-trabajo. A partir de este momento en adelante, la arquitectura social en Bélgica fue el centro de una importante evolución sobre el nacimiento de la metrópoli. Asimismo, desde el final del siglo XIX, los higienistas belgas habían planteado el problema de la salubridad de la ciudad y la necesidad de poder ofrecer unas viviendas dignas a la clase trabajadora mayoritariamente, empleados en las numerosas minas de carbón del país. En este período, se consolida la configuración espacial propuesta por las ciudades jardín, que pretende reestablecer la relación con el entorno natural y recuperar la salubridad afectada por los contaminantes de la ciudad industrial. Las nuevas ciudades jardín promovieron la construcción de nuevos alojamientos y además ofrecieron soluciones que confirmaban el deseo de otorgar a la ciudad moderna un futuro que hubiese podido ser un modelo a exportar. Sin duda, las nuevas teorías arquitectónicas y urbanas sugirieron la voluntad de impulsar a la sociedad belga a experimentar nuevos modelos colectivos. Este intenso deseo de reformar el estilo de vida, constituye un importante aspecto para analizar, en el curso de la tesis, las cuestiones planteadas por los utopistas y sus experiencias comunitarias. El entusiasmo de los jóvenes arquitectos del siglo XX, Víctor Bourgeois (1897-1962}, Huib Hoste (1881-1957), Louis Van der Swaelmen (1883-1929) ó Antaine Pompe (1873-1980), suscitó su participación en el debate de los CIAM y los impulsa a dividirse en dos tendencias arquitectónicas, persiguiendo la línea antes que la forma orgánica. Posteriormente, estos ensayos iniciales serán la base para la mayoría de las propuestas visionarias como la realizada por el arquitecto de los años treinta Julian Schillemans (1906-1943), que concibe una utópica "ciudad mundial" concebida para treinta y cinco millones de habitantes con el fin de redefinir el modus vivendi de una sociedad sin fronteras. De una manera más pragmática, en los años 50, la consolidación de grupos de arquitectos como los EGAU, (Etudes en groupe de architecture et de urbanisme), formado por Charles Carlier (1916-1993), Hyacinthe Lhoest (1913-1983) y Jules Mozin (1914- 1995) y l'Equerre (1935) planteó, a través de un ferviente activismo político, una reflexión sobre el tema del alojamiento y se afanó en rediseñar nuevos modelos. Con l'Equerre colaboró el arquitecto flamenco Renaat Braem (1910-2001) que consideraba la arquitectura como el arte de la reorganización del medio humano y un medio para eliminar las jerarquías de la sociedad heredados del pasado; mientras que el trabajo del colectivo EGAU y el del arquitecto Willy Van Der Meeren (1923-2002) se caracterizaron por una vigorosa investigación sobre la vivienda de bajo coste como la vivienda presentada al concurso de CECA (la Comunidad Europea del Carbón y del Acero).
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Un modelo, tres enfoques. Las aportaciones metodológicas de los Planes Directores Urbanísticos para la ordenación de las áreas urbanas en las Comarcas Centrales de Cataluña.

Elinbaum, Pablo 23 July 2012 (has links)
In the late seventies, after the recovery of democratic institutions in Spain, the planning authority is transferred to the Autonomous Government of Catalonia (Generalitat). Soon after, the incorporation of the Regional policy of 1983 (LPT 1983) allows the development of supra-municipal plans at different scales. During this period the municipal urban planning became a symbol of democratic claim. In contrast, regional planning remains distant from society. Regional plans of the LPT 1983 were postponed until the late nineties. This lack of supra-local planning in Catalonia (and Spain) defines two main problems. First, there is territory broadly managed by fragmented local plans. This is due to the division of the legal system in a law that regulates the regional planning (LPT 1983) and another law that regulates urbanism (TRLUC 2005). The second problem, regarding the lack of supra-local planning, is the opposition to the current processes of urbanization, in which the main vector is the integration of the territory. These processes of metropolization are not new phenomena. However, despite all the theoretical contributions, the plurimunicipal coordination is still very difficult to be executed through operative planning. Here lies the opportunity of the new Supra-local urban plans (PDU). The PDU are instruments intermediate between regional and local plans, implemented as a frame of reference and coordination for the municipalities included in their boundary. Like other regions and countries in the European context, the Government of Catalonia relocates the spatial planning at the regional level, defining a new MODEL of planning and administrative organization to manage its policies. Thus, the Generalitat provides PDU the role of link between the regional and the local levels to overcome the linear hierarchy of planning determined by the LPT 1983. For guiding the planners, graphic and scope guidelines are established for the PDU. However, in practice, the PDU have different APPROACHES to the methodological options and content, showing a potential flexibility to adapt its scope to the uniqueness of each of the territories addressed. The overall objective of this research is to define the innovation and the instrumental specificity of PDU. For this purpose we analyse three pioneers cases: the PDU of Bages, the PDU of Conca d'Òdena and the PDU of Vic. Drafted simultaneously, these plans address the management of three urban areas in the same region, the Central Counties. The first specific objective is, first, to define the uniqueness of the PDU by an individual study of the cases and, secondly, to generalize its scope (in the region of Central Counties) through the comparative analysis of cases. As a second objective we intend to define the role of the PDU within the framework of supra-local planning from two perspectives, one from the planning and one from the project. In particular, we analyse the three cases selected in relation to the Regional Plan for the Central Counties, which together constitute a single territorial project. According to the mentioned objectives, we verified that the PDU are not typeable plans. The instrumental innovation of the PDU lies not only in the flexibility of its contents, but also in the articulation of tested tools from other plans, both urban and regional. In this sense, the efficiency of the system results from the interaction not only of planning but also of the project in two scales, the urban areas and the region. The PDU transcend the rigid segmentation of a legal framework that splits urbanism from the territory. / A finales de los años setenta, con la recuperación de la democracia en España, las competencias urbanísticas son traspasadas al Gobierno Autonómico de Cataluña (Generalitat). Poco después, la incorporació de la Ley de Política Territorial de 1983 (LPT 1983) le permite desarrollar planes supramunicipales en diferentes escalas. En este período, el planeamiento local se convierte un símbolo de reivindicación democrática, supliendo el déficit heredado. En contraste, la ordenación territorial permanece como un propósito distante a la sociedad. Los planes territoriales de la LPT 1983 se postergan durante casi dos décadas. La falta de planeamiento supramunicipal en Cataluña (y en España) determina dos problemas principales. En primer lugar, produce un territorio profusamente ordenado mediante el fragmento municipal. Esto se debe a la división del sistema legal en un texto que regula la ordenación territorial (LPT de 1983) y otro que regula el urbanismo, la Ley de urbanismo de 2005 (TRLUC 2005). El segundo problema es que la falta de planeamiento supramunicipal se opone a unos procesos de urbanización cuyo vector principal es la integración del territorio. Estos procesos de metropolización no son novedosos. Sin embargo, pese a las numerosas aportaciones teóricas, la coordinación urbanística plurimunicipal encuentra históricamente dificultades para implementarse mediante el planeamiento. En esto radica la oportunidad de los Planes directores urbanísticos (PDU). Los PDU son instrumentos intermedios entre el planeamiento territorial y el urbanístico planteados como marco de referencia y coordinación para los municipios que los integran. Al igual que otras comunidades autónomas y países del contexto europeo, la Generalitat relocaliza la ordenación territorial en el nivel regional, definiendo un nuevo MODELO de planeamiento y de organización administrativa para la gestiónde sus políticas. Así, la Administración otorga a los PDU el rol de eslabón entre lo territorial y lo local para superar la jerarquía lineal del planeamiento que plantea la LPT 1983. Para guiar a los redactores, se establecen unas pautas gráficas y de alcance para los PDU. Sin embargo, en la práctica, los PDU presentan diferentes ENFOQUES en cuanto a las opciones metodológicas y de contenido, evidenciando una flexibilidad potencial para adecuar su alcance a la singularidad de cada uno de los territorios abordados. El objetivo general de esta investigación es definir la innovación y la especificidad instrumental de los PDU. Con este fin analizamos tres casos pioneros: el PDU del Bages, el PDU de la Conca d‘Òdena y el PDU de la Plana de Vic. Redactados simultáneamente, estos planes abordan la ordenación de tres áreas urbanas en una misma región, la veguería de las Comarcas Centrales. El primer objetivo específico radica, por un lado, en determinar la singularidad de los PDU mediante un estudio individual de los casos y, por otro, en generalizar su alcance (en las Comarcas Centrales) mediante el análisis comparado de los casos. Como segundo objetivo específico pretendemos definir el rol de los PDU dentro de la estructura de planeamiento territorial desde dos perspectivas, la del plan y la del proyecto. En particular, analizamos los tres casos seleccionados en relación al Plan territorial parcial de las Comarcas Centrales que, en conjunto, constituyen un único proyecto territorial. Según los objetivos planteados, verificamos que los PDU no son planes tipificables. La innovación instrumental de los PDU radica no solo en la flexibilidad de sus contenidos, sino también en la articulación de herramientas ya probadas de otros planes, tanto urbanísticos como territoriales. En este sentido, la eficiencia del sistema resulta de la interrelación no solo del planeamiento sino también del proyecto territorial en dos escalas, la regional y la de las áreas urbanas. Los PDU trascienden así la rígida segmentaciónde un marco legal que disocia el urbanismo del territorio.
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Le plan d'implantation et d'intégration architecturale (PIIA) et son application en milieu résidentiel périurbain

Marquis, Geneviève January 2007 (has links)
Mémoire numérisé par la Direction des bibliothèques de l'Université de Montréal.

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