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L'autotrasporto di cose per conto di terzi: Profili tariffari e prospettive di sviluppo / The road transport of goods on behalf of a third party: tariffs and development perspectives

Vacca, Alessandro <1983> 29 May 2015 (has links)
Il presente elaborato concerne le problematiche giuridiche connesse alla regolamentazione del settore dell’autotrasporto di cose per conto di terzi in Italia, con particolare attenzione alla disciplina dei profili tariffari ed alle dinamiche consolidatesi nella prassi in relazione alle pratiche di dumping sociale, outsourcing e delocalizzazione. Nella prima parte, dopo una premessa finalizzata a descrivere le caratteristiche strutturali dei fornitori di servizi di autotrasporto in ambito nazionale e comunitario nonchè le principali peculiarità del mercato di riferimento, viene descritta ed analizzata l’evoluzione normativa e giurisprudenziale verificatasi con riguardo ai profili tariffari dell’autotrasporto, esaminando in particolare le caratteristiche ed i profili di criticità propri delle discipline in materia di “tariffe a forcella” di cui alla L. n. 298/1974 e di “costi minimi di sicurezza” di cui all’art. 83-bis del D.L. n. 112/2008, fino a giungere all’analisi degli scenari conseguenti alla recente riforma del settore apportata dalla Legge di Stabilità 2015 (L. 23/12/2014, n. 190). Nella seconda parte, vengono esaminate alcune tematiche problematiche che interessano il settore, sia a livello nazionale che comunitario, e che risultano strettamente connesse ai sopra menzionati profili tariffari. In particolare, si fa riferimento alle fattispecie del cabotaggio stradale, del distacco transazionale di lavoratori e dell’abuso della libertà di stabilimento in ambito comunitario concretantesi nella fattispecie della esterovestizione. Tali problematiche sono state analizzate dapprima attraverso la ricostruzione del quadro normativo nazionale e comunitario di riferimento; in secondo luogo, attraverso l’esame dei profili critici emersi alla luce delle dinamiche di mercato invalse nel settore e, infine, in relazione all’analisi dello scenario futuro desumibile dalle iniziative legislative ed amministrative in atto, nonché dagli indirizzi interpretativi affermatisi in ambito giurisprudenziale. / The research is focused on the analysis of the regulation of road haulage in Italy, with particular regard to issues related to tariffs and to the practices of social dumping, outsourcing and business relocation. In the first part, further to the description of the main characteristics of Italian and EU suppliers of road haulage services, it is described and analyzed the evolution of regulation and jurisprudence regarding road haulage tariffs aspects, with particular regard to the provisions set forth in Law no. 298 of 1974, Law Decree no. 112 of 2008 and Law no. 190 of 2014. The second part is focused on the analysis of some problematical issues regarding road haulage both at national and EU level, and in particular road cabotage, posting of workers and abuse of freedom of establishment within EU in the road haulage sector
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Reserva de ley y transposición de directivas europeas / Riserva di legge e attuazione di direttive europee / Gesetzesvorbehalt and transposition of European Directives

Diaz Gonzalez, Gustavo Manuel <1988> 27 March 2015 (has links)
La presente tesis analiza el problema de la validez de las disposiciones de transposición de las Directivas Europeas en los ordenamientos nacionales desde la perspectiva del principio constitucional de reserva de ley. En el primer capítulo se desarrolla un análisis del estado de la cuestión en las jurisprudencias española e italiana. En el segundo se afronta el estudio de los requisitos impuestos por la jurisprudencia del TJUE en relación con las normas por las que se procede a la incorporación en los ordenamientos internos del contenido de las Directivas; teniendo en cuenta que ha de partirse del principio de autonomía institucional y procedimental de los Estados Miembros y que las Directivas, en tanto carentes por razón de su forma de directa aplicabilidad, no pueden sustituir a la ley nacional, el principio de reserva de ley ha de aplicarse en este tipo de operaciones siempre que así lo exija la Constitución nacional. En el tercer capítulo se estudian los efectos que han producido en los ordenamientos italiano, francés y alemán las cláusulas constitucionales "europeas", alcanzándose la fundamental conclusión de que las mismas no han supuesto quiebra alguna de la disciplina general de producción normativa en lo que se refiere a las operaciones de ejecución interna del Derecho Europeo. En el cuarto y último capítulo, en fin, se analiza el sistema italiano de ejecución de las políticas europeas mediante normas reglamentarias y la posible toma en consideración del mismo para la formulación de propuestas de lege ferenda en relación con el Derecho Español. / This work aims to analyze the general problem of the applicability of the Gesetzesvorbehalt principle to the transposition in National Law of European Directives. First chapter is dedicated to a general study of the treatment which this question has received before the Spanish and Italian national courts. In the second chapter it is developed a general study about the European jurisprudence related to the legal requirements imposed to the national acts transposing European Directives; as ECJ judgements impose the application of the internal rules regarding the legislative process unless effectivity of European Law can be threatened, and the matter of direct effect of Directives has no consequences relating to the duty of transposition, because this source of law suffers a lack of direct applicability just because of its formal nature, Parliament must always proceed to the transposition when it is required by the National Constitution. In the third chapter we focus on the effects that internal constitutional clauses which proclaim the national participation on the European process have produced in the legal systems that have included them. The main conclussion regarding this question is that they have not had any particular effect on the possibility of not taking into account the constitutional Gesetzesvorbehalt on the transposition of European Directives. Finally, last chapter analyzes the Italian system of execution of European Law through governmental decrees and the possibilities of inserting it into the Spanish legal order. / Il lavoro svolto dal candidato mira ad analizzare il problema riguardante l’applicabilità delle riserve costituzionali di legge nelle operazioni di recepimento delle direttive europee negli ordinamenti nazionali. Nel primo capitolo si analizzano le risposte fornite dalla giurisprudenza spagnola e da quella italiana, evidenziandosi come, mentre nel primo caso non si può ancora affermare l’esistenza di una risposta univoca, nel secondo la Corte costituzionale italiana è arrivata ad una soluzione che, pur non potendosi ritenere adeguata da un punto di vista tecnico, contribuisce comunque a chiarire il trattamento che le disposizioni costituzionali prese in considerazione devono ricevere. Nel secondo capitolo vengono analizzate le esigenze poste dal diritto europeo alle norme di recepimento delle direttive europee e si giunge alla conclusione che l’effettività e l’equivalenza, come limiti al principio di autonomia istituzionale degli Stati membri non comportano una relativizzazione delle riserve costituzionali di legge. Questa conclusione viene confermata nel terzo capitolo, dove si analizzano gli effetti che le clausole costituzionali di partecipazione al processo di integrazione europea hanno avuto nei sistemi che le hanno introdotte (l’Italia, la Francia e la Germania), e dove si sostiene che tali disposizioni non hanno alterato il rapporto tra il diritto dell’Unione e le norme interne sui processi di produzione normativa, ivi incluse le riserve costituzionali di legge. La tesi si chiude con l’esame del sistema italiano di attuazione delle direttive europee mediante norme regolamentari, con particolare riferimento alla delegificazione prevista dall’art. 35 della legge n. 234 del 2012. In particolare, si è cercato di prendere posizione sull’opportunità dell’inserimento di un sistema di esecuzione del diritto europeo come quello italiano nell’ordinamento spagnolo e si è arrivato alla conclusione che una modifica del genere non sarebbe auspicabile, perché contribuirebbe a porre difficoltà pratiche molto importanti soprattutto dal punto di vista della chiarezza dell’attività normativa nazionale.
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Modelli e strumenti di supporto alla scelta informata del paziente: un argine alla medicina difensiva / Patient's informed choice: skills and tools to prevent defensive medicine

Rizzo, Maria Livia <1985> 09 June 2015 (has links)
L’aumento esponenziale del contenzioso medico-legale – originatosi negli USA negli anni Sessanta in proporzioni tali da far parlare di medical liability crisis, e sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta – ha comportato e continua a comportare, unitamente ad altre conseguenze negative, il ricorso sempre più frequente dei sanitari alle pratiche di medicina difensiva, con elevatissimi costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale dovuti alla sovrabbondanza di trattamenti e ricoveri inutili e di procedure diagnostiche invasive non necessarie, peraltro produttive di stress emotivo nei pazienti. La causa dell’aumento della litigiosità deve essere ricercata in buona parte nella relazione medico-paziente, in particolar modo con riferimento al momento informativo che precede l’acquisizione del consenso informato al trattamento clinico. In Italia, i limiti che per lo più caratterizzano gli studi riguardanti il consenso informato derivano principalmente dal fatto che essi tendono a focalizzarsi unicamente sulla componente scritta del medesimo. Il fulcro del consenso informato, invece, deve ritenersi rappresentato da una comunicazione tra sanitario e paziente relativa ad un trattamento proposto ed alle possibili alternative, alla non sottoposizione ad alcun trattamento e ai rischi e benefici di ciascuna di queste opzioni. In un tale contesto il tema della comunicazione tra il professionista e la persona assistita sta suscitando interesse poiché ci si aspetta che esso conduca a miglioramenti degli outcome dei pazienti e alla diminuzione delle denunce da parte di questi ultimi per casi di responsabilità sanitaria. La maggiore attenzione al rapporto medico - paziente ha fatto emergere il bisogno di migliorare e potenziare le abilità comunicative dei medici, in un’ottica in cui il momento comunicativo possa essere percepito dal professionista come fulcro del rapporto medico-paziente, nella prospettiva di una elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto ai fenomeni di medicina difensiva. / The exponential increase of medico-legal claims - originated in the USA in the sixties in such proportions as to talk of medical liability crisis, and developed in Italy since the mid-eighties - has led and continues to lead, together with other negative consequences, to the more frequent use of health care practices of defensive medicine, with very high costs to the NHS due to the overabundance of unnecessary treatments and hospitalizations, and worthless invasive diagnostic procedures, which generate emotional distress in patients. The cause of the increase in litigation is to be found largely in the doctor-patient relationship, especially with reference to the information that precedes the acquisition of the informed consent for clinical treatment. In Italy, the limits which mostly characterize the studies regarding informed consent derive mainly from the fact that they tend to focus solely on the written component of the same. The focus of informed consent, however, must be considered represented by a communication between healthcare and patient concerning a proposed treatment and its possible alternatives, to not subjecting the patient to any treatment, and the risks and benefits of each of these options. In such a context, the issue of communication between the physician and the patient is attracting interest because it is expected that it will lead to improvements in patient outcomes and to fewer malpractice claims. The increased attention to the doctor - patient relationship has highlighted the need to improve and enhance the communication skills of doctors, in a perspective in which the time dedicated to communication can be perceived by the professional as the core of the doctor-patient relationship, with a view to developing strategies to prevent the phenomena of defensive medicine.
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Il diritto alla mobilita' fra dimensione europea, costituzioni statali e autonomie territoriali / The right to mobility between european dimension, state constitution and territorial autonomies

Vogli, Astrit <1983> 29 May 2015 (has links)
La tesi si prefigge l'obbiettivo di offrire una ricostruzione logico sistematica della disciplina giuridica che regola i trasporti pubblici locali in ambito regionale, statale e comunitario, affrontando le principali questioni interpretative e di coordinamento che esse pongono. Nella primo capitolo, viene analizzato l'evoluzione storica della normativa nazionale che regola il trasporto pubblico locale, soffermandosi soprattutto sulla riforma del trasporto pubblico locale introdotte dal d.lgs. 422/1997. Particolare attenzione è stata posta agli aspetti di programmazione e finanziamento nonché alle modalità di gestione del trasporto pubblico locale, in quanto il quadro normativo applicabile è caratterizzato da un’estrema complessità dovuta ai numerosi interventi legislativi. Nel secondo capitolo viene esaminato l'evoluzione dell'intervento comunitario in materi di trasporto pubblico locale, partendo dal (CE) n. 1191/69 che si limitava a disciplinare gli aiuti di Stato, fino alla normativa quadro per il settore (Regolamento (CE) n. 1370/2007). L'obbiettivo è quello di verificare se le scelte del legislatore italiano, per quanto concerne le modalità di gestione del trasporto pubblico locale possano dirsi coerenti con le scelte a livello comunitario previste dal Regolamento (CE) n. 1370/2007. Viene inoltre affronta la questione dell'articolazione della potestà normativa e amministrativa del settore dei trasporti pubblici locali nelle disposizioni del Titolo V della Costituzione. Lo studio si sofferma soprattutto sulla giurisprudenza della Corte costituzionale per tracciare una chiara individuazione del riparto delle competenze tra Stato e Regioni in materia. Infine nell'ultima parte, esamina le diverse problematiche interpretative e applicative della normativa che disciplina il settore del TPL, dovute all'azzeramento della normativa generale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica in seguito al referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011, nonché della illegittimità costituzionale della normativa contenuta nell'art 4 del d.l. n. 138/2011, ad opera della sentenza della Corte costituzionale n. 199/2012. / The aim of the thesis is to offer a logical systematic reconstruction of the legal framework that regulates the local public transportation in Regional, Sate and European community and on the main issues of interpretation and coordination that they pose. In the first chapter, we discuss the historical development of the national legislation that regulates the local public transportation, focusing especially on the reform of local public transportation introduced by D.lgs. n. 422/1997. Particular attention has been paid to planning and financing as well as the administration of local public transportation, because the applicable legal framework is characterized by extreme complexity due to the numerous legislative interventions. In the second chapter is analyzed the evolution of the Community intervention in the field of local public transportation, starting from the Regulatino (EEC) N. 1191/69 which merely regulated state aid, up to the framework legislation for the sector (Regulation (EC) no. 1370/2007). The obbjective is to verify if the choices of the Italian legislature, regards to the management of local public transportation can be said to be consistent with the choices at Community level provided for in Regulation (EC) N. 1370/2007. It also addresses the issue of the joint legislative powers and administrative sector of local public transportation in the provisions of 5th Title of the Constitution. The study focuses primarily on the jurisprudence of the Constitutional Court to draw a clear identification of the distribution of powers between the state and the regions in the field. Finally in the last part, examines the various issues of interpretation and application of the rules governing the sector of TPL, due to the zeroing of the general regulations of local public services of economic importance following the recall referendum of June 12th 2011 and June 13th 2011.
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Servizi offerti su spazi demaniali in concessione e diritto dell'Unione Europea / Services provided in areas belonging to the public domain according to the law of the European Union

Usai, Andrea <1987> 22 May 2015 (has links)
La tesi analizza, sotto vari aspetti del diritto dell’Unione Europea, i servizi che sono offerti su spazi demaniali. Si articola in quattro capitoli: Il primo capitolo ricostruisce, valutandone l’impatto sui servizi che sono oggetto della presente indagine, lo sviluppo giurisprudenziale della Libertà di Stabilimento e della Libera Prestazione di Servizi, analizzando, altresì, i principi generali e l’art.16 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione. Il secondo capitolo è, invece, dedicato al diritto secondario, ossia alla Direttiva 2006/123/CE, alle Direttive “Appalti” e alla Direttiva “Concessioni”. La prima, che nulla aggiunge al quadro normativo trattato nel primo capitolo, svolge, pertanto una vera e propria funzione appaltante e concessoria. Le seconde, invece, seppur non applicabili alle fattispecie ivi esaminate, restano utili per comprendere quale declinazione possano avere i principi di eguaglianza, di non discriminazione, di trasparenza, di pubblicità e di concorrenza nella regolazione dei servizi offerti su spazi demaniali. La terza, invece, in quanto a rilevanza, presenta alcuni punti critici che fanno propendere per una sua non applicabilità. Resta comunque utile sempre in materia di principi, i quali, come evidenziato nell’ultima parte del secondo capitolo, sono stati utilizzati dalla Corte di Giustizia, pur nella totale assenza, fino alla recente direttiva, di strumenti di diritto secondario applicabili alle concessioni. Il terzo capitolo, invece, affronta le problematiche emerse all’interno dell’ordinamento italiano e attua una comparazione tra il sistema italiano e quello portoghese, croato, francese, spagnolo. Il quarto capitolo, da ultimo, prende in considerazione il delicato equilibrio, sempre più attuale, tra principi in materia di appalti pubblici e aiuti di Stato, valutando come, sia il permanere dello status quo, sia un riordino non conforme alla Direttiva 2006/123/CE e ai principi da essa richiamati possa costituire un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno. / This thesis analyses, under several aspects of the law of the EU, those services that are provided in areas belonging to the public domain. The first chapter deals with the development of the case law in the field of Freedom of Establishment and of the Freedom to Provide Services, the General Principles of EU law, Art. 16 of the Charter and their impact on the services under scrutiny. The second chapter is dedicated to secondary law, that is to say to Directive 2006/123/EC, to the Public Contracts Directives and to the Concessions Directive. The former, which actually brings no added value to the legal framework addressed in the first chapter, has however a "public procurement" function. The latter ones, which are not applicable to the services under scrutiny, are useful to better understand how the principles of equality, non discrimination, transparency, publicity and competition can be applied to the services provided in areas belonging to the public domain. The third chapter deals with the issues emerged in the last years in the Italian legal order and makes a comparison among the Italian, the Portuguese, the Croatian, the French and the Spanish systems. The fourth chapter takes into consideration the sensitive relation between the public procurement principles and state aid rules and analyses whether both the status quo and a possible reform which does not comply with Directive 2006/123/EC and with the public procurement principles might constitute incompatible state aid.
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Judges and Mass Litigation - a (Behavioural) Law and Economics Perspective

Biard, Alexandre Pierre <1986> 15 December 2014 (has links)
Judicial duties have for decades extended far beyond the scope of traditional adjudication, judges being progressively called upon to occupy the role of social engineers. Meanwhile, contexts in which judges evolve have transformed: mass damage nowadays tends to multiply and create new challenges not only for legal actors, but also for society at large. In spring 2011, the replies received by the European Commission to its public consultation on collective redress indicated European stakeholders’ strong interest in seeing judiciaries play prominent and leading roles in the supervision and monitoring of procedures which enable groups of claimants to seek together compensation for damage caused by mass events. Judges are thus expected to be neutral and robust agents while assuming heavy responsibilities under a considerable burden. Insights from social sciences however invite us to revisit policymakers expectations and may shed new light on current debates about mass litigation.
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The Concept of Autonomy in End-of-Life Decisions: Ethical and Legal Regulation regarding Advance Directives

Veshi, Denard <1988> January 1900 (has links)
In this thesis the concept of autonomy in end-of-life decisions is analyzed through ethical and legal comparative approaches. The definition of advance directives – living wills and the appointment of a legal proxy – is studied. In addition, Recommendation CM/Rec (2009) 11 and the “Guide on the decision-making process regarding medical treatment in end-of-life situations” is examined. Currently, end-of-life decisions are part of the exclusive competence of national parliaments. Thus, different parliaments have adopted different policies underpinned by different moral principles. What follows is an absence of a common European legal framework. National laws on advance directives in various Western European countries – such as Romance-speaking countries (Italy, France, Portugal, and Spain), English-speaking countries (Ireland and the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland), and German-speaking countries (Austria, Germany, and Switzerland) – are examined. This thesis seeks to analyse national norms governing advance directives by hypothesising the reasons for the lack of a common attitude towards end-of-life decisions. Particular attention is paid to the current Italian situation regarding end-of-life decisions since Italy is one of the few Western European countries that does not have a specific law governing end-of-life situations. Herein, the Italian bill no. 2350 “Provisions relating to therapeutic alliance, informed consent, and advance directives for treatments” – approved in different texts in 2009 by the Senate and in 2011 by the Chamber of Deputies – is criticized because its norms are considered controversial. Additionally, the judicial interpretation of amended Articles 404–413 of the Italian Civil Code is examined. The aim of the thesis is to identify the common European standards in end-of-life decisions. Moreover, similarities and differences between different policies will be pointed out. Furthermore, possible suggestions for modifying the Italian bill 2350 by taking the experience of other Western European countries into consideration will be made.
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L'ambiene in comune. Etica ambientale beni comuni / The shared environment. Environmental Ethics and common goods

Visani, Jacopo <1982> 07 June 2016 (has links)
Il lavoro si propone di affrontare un problema urgente e non rimandabile: la condizione di emergenza ambientale del pianeta terra. Il fenomeno viene ricostruito storicamente, focalizzando l’attenzione sugli aspetti filosoficamente rilevanti – come, per esempio, il rapporto tra scienza e tecnica – e dimostrando la necessità di un cambiamento di rotta, soprattutto in riferimento al fenomeno del surriscaldamento climatico. A questo riguardo viene passata in rassegna una tassonomia delle etiche ambientali, dividendole tra antropocentriche e anti-antropocentriche e considerando la rilevante eccezione a questo schema rappresentata da Hans Jonas. Vengono sottolineati i problemi che incontra l’etica nell’affrontare un compito complesso, globale, a responsabilità diffusa e per il quale è difficile individuare basi motivazionali come quello della difesa dell’ambiente. Per compensare queste mancanze viene preso in analisi il concetto di beni comuni, sulla scia della sua diffusione avvenuta negli ultimi anni. Questo è analizzato nel suo sviluppo a livello di storia delle idee. Sono presi in considerazione in modo critico i contributi di Garret Hardin, di Elinor Ostrom e dei diversi rappresentati dei fronti italiani, divisi in tre approcci: quello dei benecomunisti, quello giuridico e quello dell’etica della cura. Inoltre tale concetto viene posto in relazione dialogica con quelli di bene comune, democrazia e diritti e viene proposta una tassonomia dei suoi usi che si divide in quattro modalità: economica, giuridica, etica e sociale. Infine, viene valutato in modo critico l’effettivo contributo dei diversi fronti dei beni comuni e di un loro possibile approccio integrato possono fornire a livello etico e normativo per contribuire ala difesa dell’ambiente. L’attenzione viene posta anche sul rapporto tra crisi e opportunità e sull’etica animale. In conclusione, l’approccio dei beni comuni sembra essere insufficiente perché manca di una prospettiva globale per affrontare un problema che invece la richiede come quello ambientale. Vengono, quindi, proposte alcune possibili integrazioni. / This work wants to face an urgent and not postponable issue: the environmental emergency on Planet Earth. The topic is explored from an historical point of view, focusing on some philosophically considerable issues – as, for example, the connection between science and technology – and showing how a change of human behaviour is needed, especially regarding global warming. A taxonomy of the environmental ethics is described, dividing them in anthropocentric and anti-anthropocentric and considering the exception of Hans Jonas. Ethic has problems to face such a complex, global, and with widespread responsibility task which does not offer a sound ground for motivation as environmental protection. In order to exceed these limits, the attention is focused on the notion of common goods, which has encountered a large use over the last few years. This topic is firstly described under the perspective of the history of ideas. Then some proposals are critically examined as the one of Garret Hardin, Elinor Ostrom and some among the different line-ups of the Italian debate as the “benecomunisti”, the juridical and the ethic of care approach. Moreover the notion of commons is related in a dialogic way to other concepts such as common good, democracy and rights and a taxonomy of its uses is proposed diving them into: economical, juridical, ethical and social uses. Finally the different proposals of the commons and the one of their integrated approach are critically analysed regarding the help they can offer from an ethical and normative point of view to the task of environmental protection. Also the crisis/opportunity dialectic and topics from animal ethics are described. In conclusion, the common goods approach is considered not sufficient to face a global issue as environmental emergency because of its lack of a global perspective. Therefore some possible integrations are offered.
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Toward An Optimal DRM Regulatory Model in China: An Analysis of the U.S, Europe and China

Xu, Cong <1988> January 1900 (has links)
In the scramble for an adjustable and effective copyright law mechanism that can successfully tackle the impediments created by the internet and other new technologies, China began exploring various legal reform models that are in alignment with international conventions and treaties and that is desirably relevant to the mounting demands of the developing Chinese socio cultural and economic setting. In the frantic search for an unassailable solution, China simply borrowed legislative approaches from developed societies, such as the U.S and the EU; China enacted a set of statutes, regulations, and judicial interpretations for the DRM regulatory model mainly through the domestic implementation of international obligations and legal transplant. The transplantation of the DRM model to advance the struggle of copyright protection in China seems somewhat futile owing to the daunting challenge of implementation which has been rather unsatisfactory. The unanticipated technological expansion that is marked by the advent and growth of internet and other groundbreaking innovations caught the legal system largely unprepared and has had many unintended ramifications on copyright laws creating many complications that jeopardizes the efficacy of the most comprehensive international copyright regulatory model. The transplantation and implementation of international copyright regulatory framework by China has been rendered leading to escalating concerns about borrowed laws from other jurisdictions. More than ever, there is an overwhelming need for careful evaluation and scrutiny of foreign regulatory model against the extent of its applicability and relevance in local context. Based on the comparative analysis and the research outcomes, This thesis tries to figure out Direct and indirect strategies for predicament in which China’s legal system has been trapped and also explores to sketch the outline of tentative DRM regulatory model in China to consider.
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Private Governance, Sustainable Development, and Corporate Social Responsibility: China and Italy in Comparative and Transnational Perspectives

Li, Guangle <1988> January 1900 (has links)
Activities by private actors in transnational sphere have been proliferating along with globalisation process. Private governance, either national or transnational, is realised in various ways, one of which closely relates to corporate social responsibility (CSR). Private governance and CSR are partially interwoven but are not the same on the whole. CSR roots deeply in social values, so does some initiatives in form of private governance. As ideology and practice, sustainable development has been influential for decades, and represents one of the mainstream social values. The thesis analyses above phenomena in Italy and China mainly, as well as other countries when necessary, with a focus on enterprise. Specifically, CSR, which is intrinsically related to sustainable development and often realised with the involvement of private governance, will be studied by comparing CSR in Italy and CSR in China, and by analysing the connections between the two from a transnational perspective.

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