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Il beneficium tra dono e inalienabilità: indagine su uno strumento di relazione nel regnum Italiae (secc. VIII-X)Fauliri, Manuel 08 May 2020 (has links)
A partire dalla pubblicazione del Saggio sul dono di Marcel Mauss gli antropologi si sono diffusamente occupati delle dinamiche relative allo scambio di doni e al carattere obbligatorio della corresponsione da parte del ricevente. Tuttavia, tra le varie tipologie di donazioni è emersa una forma molto particolare individuata dall’antropologa statunitense Annette Weiner che è tornata a indagare le società dell’Oceania, studiate a suo tempo da Bronislaw Malinowski, pubblicando nel 1992 un importante lavoro ad essa relativo. Si tratta di una forma di dono paradossale che riguarda i possessi inalienabili, beni che per definizione non dovrebbero essere ceduti e tuttavia, dal momento che la loro durata nel tempo supera quella dei detentori originari, devono essere necessariamente trasferiti. Ad essi si lega il paradosso, individuato dalla studiosa, di keeping-while-giving che ben esprime la caratteristica per cui su tali beni il detentore originario tende a mantenere il controllo nonostante essi vengano donati, consentendo dunque l’alienazione di possessi inalienabili. In una società come quella altomedievale nella quale i doni rivestono grande importanza emerge, tuttavia, uno strumento particolarmente sfuggente per alcune sue caratteristiche specifiche; si tratta del beneficium. Esso è tradizionalmente connesso al rapporto “vassallatico-beneficiario”, interpretato come una sorta di retribuzione per il servizio militare reso a un signore, e fino a qualche tempo fa associato intrinsecamente al concetto di “feudalesimo” che sul finire del secolo scorso è stato al centro di un acceso dibattito tra gli studiosi. Alla luce delle acquisizioni antropologiche ho cercato dunque di indagare il beneficium nell’Italia altomedievale con l’intento di comprendere in che misura esso si inserisca nelle dinamiche dello scambio di doni e in che termini possa essere ritenuto un “dono”, dal momento che dalle fonti indagate sembra aderire molto bene al paradosso descritto da Annette Weiner.
Nella prima sezione della tesi vengono dunque ripercorsi i principali apporti antropologici e storiografici relativi al tema del dono, per spostare poi l’attenzione al tema specifico del beneficium richiamando le posizioni in merito degli studiosi tanto in ambito internazionale quanto in ambito specificamente italiano. La seconda sezione ruota attorno a quattro casi di studio scelti per condurre l’indagine sullo strumento beneficiario, costituiti da quattro grandi monasteri di fondazione regia nel regnum Italiae di tradizione longobarda che offrono corpora documentari continuativi e compatti. Proprio la storia dei singoli enti monastici ha permesso di definire il punto di partenza cronologico per l’indagine, vale a dire il secolo VIII quando tali enti vennero fondati, per situare il punto di arrivo nell’anno 924 con la morte dell’imperatore Berengario I, ultimo discendente di Carlo Magno per linea materna, che riuscì ad assumere il titolo imperiale. Attraverso la schedatura del patrimonio documentario dei singoli monasteri per il periodo preso in esame è stato dunque possibile rintracciare le occorrenze del termine beneficium per osservare le varie sfumature che di volta in volta esso assumeva.
Il primo monastero indagato è S. Ambrogio di Milano, l’unico tra i quattro cenobi scelti per l’indagine ad essere fondato dopo la conquista franca di Pavia del 774, nato come creatura dell’arcivescovo per assumere nel corso del tempo un ruolo da protagonista di primo piano della vita cittadina. L’abbazia riuscì ad acquisire inoltre un immenso patrimonio fondiario tramite numerose donazioni, divenendo in alcuni momenti una sorta di mausoleo per alcuni sovrani carolingi che qui vi trovarono sepoltura. Il secondo caso di studio è rappresentato dall’abbazia di S. Maria di Farfa, che offre il patrimonio documentario più ricco di tutti i quattro casi indagati. Fondata agli inizi del secolo VIII supera per antichità gli altri tre monasteri oggetto di questo studio e consente di osservare un più nutrito dossier relativo allo strumento beneficiario, nel contesto regionale della Sabina e dell’Italia centrale. Il terzo caso di studio è costituito dal monastero di S. Silvestro di Nonantola fondato da Anselmo, cognato del re longobardo Astolfo, nel 752 su terreni di origine pubblica donati dal sovrano divenendo uno dei principali centri monastici del regnum Italiae. L’ultimo caso di studio è costituito dal cenobio femminile di S. Salvatore di Brescia, che agli inizi del secolo X avrebbe assunto la titolazione di S. Giulia, fondato dall’ultimo re longobardo, Desiderio, assieme alla moglie Ansa. Nato come monastero che secondo alcuni sarebbe stato pensato come un “mausoleo familiare”, attraversò momenti aurei tanto nei primi tempi quanto sotto i sovrani carolingi che, a partire dai primi decenni del secolo IX, ne affidarono l’amministrazione patrimoniale alle regine o alle principesse della loro dinastia. Dai quattro casi di studio è emerso un quadro molto variegato, che testimonia un uso dello strumento beneficiario diverso a seconda delle aree e dei contesti in cui gli enti indagati si trovavano ad essere inseriti, e non legato esclusivamente alla sfera militare come a lungo si è invece sostenuto. Si è tenuto conto, in tale sede, di tutte le sfumature del termine beneficium mettendo in risalto la convivenza, a fianco dell’istituto giuridico, del generico senso di “favore” che traspare principalmente dalle arengae dei diplomi dei vari sovrani.
Nella terza e ultima sezione l’indagine è stata invece allargata all’intero regnum Italiae prendendo in considerazione varie tipologie di fonti a partire dagli inventari altomedievali che testimoniano il ricorso al beneficium da parte di enti monastici o episcopali per assegnare beni tratti dal loro patrimonio e che vanno ad affiancarsi ai polittici esplorati nel corso dell’analisi dei casi di studio monastici. L’osservazione dei capitolari carolingi relativi al regno italico ha permesso di indagare i capitoli di legge relativi al beneficium fornendo dunque un quadro della normativa ad esso relativa per poter operare un confronto con la “pratica” che emerge dai diplomi dei sovrani carolingi, da Carlo Magno a Berengario I, e dai conflitti sorti attorno all’uso dello strumento beneficiario testimoniati dai placiti. Infine, l’ultimo capitolo è dedicato alle fonti narrative, relative all’arco cronologico preso in esame, nelle quali è possibile riscontrare qualche riferimento al beneficium; si tratta della Historia di Andrea da Bergamo e dell’Antapodosis di Liutprando di Cremona. Da tali fonti emerge come il discorso sul beneficio ruoti attorno al tema della fidelitas e alla creazione di relazioni attraverso lo scambio di favori. Da tale varietà di fonti ho cercato dunque di comprendere, alla luce dei contributi antropologici, in quali termini il beneficium possa inserirsi quale strumento di relazione nel contesto dello scambio di doni nel regno italico di tradizione longobarda.
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Antropogeninio poveikio įtaka Vidzgirio botaninio draustinio retiems augalams / Antropogenic Effect To The Rare Plants In The Botanical Conservation Area Of VidzgirisStaniulytė, Erika 16 August 2007 (has links)
Magistro baigiamąjį darbą sudaro 57 puslapiai. Jame yra 8 lentelės, 31 paveikslėliai, 44 literatūros šaltiniai ir 13 priedų.
Magistro darbe tiriama antropogeninio poveikio įtaka Vidzgirio botaninio draustinio retiems augalams.
Darbo objektas- reti augalai augantys Vidzgirio botaninio draustinio teritorijoje.
Darbo tikslas- įvertinti retų augalų dinamiką per pastaruosius metus ir ieškoti priemonių jų išlikimui.
Darbo metodai- retų augalų gausumui nustatyti naudojomės Botanikos instituto parengta monitoringo metodika (Parengta Zigmanto Gudžinsko 2001 m. Botanikos institutas, Floros ir geobotanikos laboratorija). Aprašant augavietę kiekvienos rūšies augalų gausumas ir padengimas vertinami balais pagal Braun- Blanquet skalę .
Atlikus tyrimus ir įvertinus retų augalų paplitimą nustatyta, kad 7 iš 11 rastų retų augalų auga antropogeninio poveikio zonoje Jų augavietės yra šalia upelio, piliakalnio ir mokomojo tako. Šios vietos yra gausiai lankomos. Reti augalai augantys Vidzgirio botaniniame draustinyje nukenčia nuo intensyvios rekreacijos, kirtimų, šiukšlių.
Tyrimų metu nustatyta, kad sumažėjo tamsialapio skiautalūpio individų skaičius. Pagausėjo plačialapės klumpaitės individų skaičius. Rastos naujos retų augalų augavietės.
Norint užtikrinti saugomų augalų augaviečių stabilumą, ypač vertinguose miško sklypuose reikia taikyti tokį patį ūkininkavimo režimą, kaip I grupės miškuose, visoje draustinio teritorijoje vengti bet kokių introdukuotų augalų rūšių sodinimo, sureguliuoti... [toliau žr. visą tekstą] / Final master degree work of University, 57 pages, 31 figures, 8 tables, 36 references, 44 appendix.
Master degree work cover the studies of antropogenic effect to the rare plants, which are growing in the botanical conservation area of Vidzgiris.
The object of research- rare plants growing in conservation area of Vidzgiris.
The aim of research- to evaluate dynamic over the recently years of rare plants and to seek measures for their survival.
These methods were used while writing the work: for the identifying superfluity of rare plants the monitoring methods were applied prepared by the Botanical Institute (prepared by Zigmantas Gudžinskas 2001, Botanical Institute, in Flora and Geobotany laboratory). By using descriptive method it was evaluated the superfluity and coating of every sort of plant for populations association using Braun- Blanquet rates scale.
After research and evaluating spread of rare plants instituted that 7 of 11 rare plants are growing in the zone of antropogenic effect. They growing places are near the stream, mound and educational path. Rare plants in the botanical conservation area of Vidzgiris are influencing by intensive recreation, deforestation, rubbish.
At the time of research estimated that number of Epipactis atrorubens has decreased. Number of Cypripedium calceolus has increase. Were found new places were rare plants can grow.
That to secure protected rare plants growing places is need to fit farming mode like in the I group forest... [to full text]
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The Professional Woman's Decision to Retire: The Process of TransitionRepass, Mary Eva 26 April 2002 (has links)
The transitional process to retirement by today's professional women is an issue of great significance. Beginning in the 1960s, these women became the first generation en masse to form long-term careers and to join the professional ranks. Retirement is now affecting over seven million women who are age 55 or older. A void exists in literature concerning these women's experiences as they approach retirement. Their pre-retirement transitions and decision-making process have not been previously addressed. This study addressed the void and through qualitative research, employed a multiple-case study with a phenomenological frame. Through in-depth interviews, the data collected addressed professional women's pre-retirement decision-making. A five-phase working model was developed that illustrates the transitions to retirement of professional women. / Ph. D.
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Neries regioninio parko vabzdžių, įtrauktų į Raudonąją knygą, analizė / The research of the Neris regional park insects included in the Red BookDerkintienė, Loreta 15 June 2009 (has links)
Magistro darbe tiriami Neries regioninio parko vabzdžiai , įtraukti į Raudonąją knygą. Darbo objektas- niūriaspalvis auksavabalis (Osmoderma eremita Sc.) , gencijoninis melsvys (Makulinea alcon D.& S.), Darbo tikslas- ištirti kai kurių vabzdžių , įtrauktų į Raudonąją knygą, paplitimą ir gausumą Neries regioniniame parke. Darbo metodai - duomenys buvo renkami naudojantis P.Ivinskio ir J.Rimšaitės bestuburių monitoringo metodika . Darbo rezultatai. Atlikus tyrimus ir įvertinus nustatyta , kad niūriaspalvis auksavabalis (Osmoderma eremita) labiau mėgsta senus , drevėtus , gerai apšviestus medžius. Labiausiai jam tinkamas ąžuolas. Gencijoninis melsvys (Makulinea alcon D.& S.), dažniausiai aptinkamas pietiniuose , gerai apšviestuose šlaituose ,kur vyrauja žema žolinė danga. Būtina sąlyga- augalai melsvieji gencijonai (Gentiana cruciata) ir Myrmica genties skruzdėlės Norint užtikrinti palankias sąlygas niūriaspalviam auksavabaliui , būtina išsaugoti kertines miško buveines ir senus , drevėtus medžius. Norint išsaugoti gencijoninį melsvį būtina prižiūrėti populiacijai tinkamus upių šlaitus ,neleidžiant užaugti aukštai žolinei dangai ir krūmams. / In the master’s of science work the Neris regional park’s insects included in the Red Book are being researched. The object of the work is Osmoderma eremite Sc. and gentian lycaena (Makulinea alcon D.& S.). The objective of the work is to research the diffusion and abundance of some insects included in the Red Book in the Neris regional park. The methods of the work. The data had been collected by using P. Ivinskis and J. Rimšaite methods of invertebrates‘ monitoring. After the research was carried out and the facts estimated, it was established that Osmoderma eremite prefers old, hollow and well-lighted up trees. Oak tree is the most suitable one. Gentian lycaena ( Makulinea alcon D. & S.) is most frequently discovered in southern, well-lighted up slopes where low grass prevails. Gentiana cruciata and ants of Myrmica genus are an indispensable condition. If one wishes to ensure auspicious conditions for Osmoderma eremite Sc., it is necessary to preserve the most important for them forestry habitats and old hollow trees. If one wishes to preserve gentian lycaena, it is necessary to look after river slopes suitable for the population not allowing to grow tall grass and bushes.
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Dinâmica da vegetação arbórea na borda de remanescentes florestais e sua relação com características da paisagem no norte do Estado do Paraná / Arboreal vegetation dynamics at forest edges and its relations with landscape features in the northern Paraná StateGinciene, Bruno Rodrigues 20 October 2014 (has links)
Os efeitos de borda e a alteração da estrutura das paisagens constituem consequências negativas da fragmentação florestal responsáveis por transformações nos processos ecológicos. Decorrentes da expansão desordenada de atividades antrópicas, estas alterações podem comprometer o futuro dos remanescentes florestais e a manutenção dos recursos naturais na superfície terrestre. Nesta dissertação a dinâmica da vegetação arbórea foi analisada em oito transectos perpendiculares às bordas de seis remanescentes florestais entre 1996 e 2012. As paisagens do entorno destes transectos foram caracterizadas a partir de imagens orbitais de 1995 e 2011 para a verificação das mudanças ocorridas no uso do solo e para a investigação da influência de seus parâmetros físicos e estruturais sobre as taxas de mortalidade e recrutamento de espécies. Os resultados indicaram que, ao longo do tempo, a influência das bordas se pronunciou em direção ao interior dos remanescentes florestais, enquanto que o contraste entre a borda e o interior se atenuou. A distância média da borda das espécies: pioneiras/iniciais, anemocóricas e de dossel foi significativamente maior em 2012 do que em 1996. A comunidade arbórea apresentou menor similaridade em sua composição ao longo do tempo a menores distâncias da borda. Apesar da dinâmica verificada no uso do solo, a proporcionalidade dos parâmetros físicos e estruturais das paisagens se manteve entre 1995 e 2011. De maneira geral, estes parâmetros apresentaram pouca influência sobre a dinâmica da comunidade arbórea. Apenas as taxas de mortalidade das espécies exóticas e as taxas de recrutamento das espécies pioneiras/inicias apresentam forte relação com o tamanho e o número dos fragmentos florestais nas paisagens. Estes resultados indicam que os efeitos de borda precisam ser atenuados e que o contexto das paisagens deve ser incorporado às estratégias conservacionistas para que estas sejam efetivas e o futuro dos remanescentes florestais não seja comprometido. / Edge effects and landscape structure alterations are among the negative consequences of forest fragmentation responsible for ecological process alterations on the earths surface. Originated from the disordered expansion of anthropogenic activities these alterations may endanger the remaining forest patches future and the maintenance of natural resources. This dissertation was pledged to analyze the vegetation dynamics at forest edges and its relations with landscape features. The vegetation dynamics was examined through eight perpendicular-to-edge transects within six forest patches and the alterations on the arboreal community distribution and composition were assessed between 1996 and 2012. The surrounding landscapes of the analyzed transects were characterized from 1995 and 2011 orbital images and its land use changes were evaluated. Landscape structure and physical parameters influence were analyzed over species recruitment and mortality. The results indicated that the distance of edge influence increased over time while its magnitude was attenuated. The average distance from the edge of pioneer/earlysuccessional species, wind-dispersed and canopy species in 2012 became significantly larger than in 1996. Over time lower similarities in species composition were found to be closer to the edges. Although the observed land use changes in the surrounding landscapes of the edge transects landscape structure and physical parameters proportionality was maintained between 1995 and 2011. Overall the arboreal community dynamics were poorly associated with landscape features. A strong relation of the variables was only found between the exotic and pioneer/early-successional species mortality and recruitment and the size and the amount of forest patches within the landscapes. These results indicate that to be effective conservation planning must tackled edge effects and incorporate the landscape context otherwise they will fail for the maintenance of the future of forest patches.
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LE CONDIZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE MONOGENITORIALI: RISCHI DI IMPOVERIMENTO E FISIONOMIA DELLE RETI SOCIALI. - UN'INDAGINE NELLA PROVINCIA DI PIACENZA -BATTILOCCHI, GIAN LUCA 20 February 2012 (has links)
La tesi indaga le condizioni socio-economiche delle famiglie monogenitore, segnatamente quelle con figli minori, assumendo l’ipotesi che l’elevata diffusione della povertà, rilevata in tutta Europa per questa tipologia familiare, sia connessa alla fisionomia dei legami sociali dei nuclei monogenitoriali, e più precisamente ad una ridotta disponibilità di risorse di social support.
Il testo si articola in un’ampia ricognizione dei principali contributi teorici in materia di povertà ed esclusione sociale nonché sulla nozione di rete e sulle risorse relazionali degli attori sociali, in un inquadramento statistico e sociologico del fenomeno della monogenitorialità in Italia e in Europa, e, infine, nella presentazione di un approfondimento sul campo, condotto in provincia di Piacenza, sulla presenza e le concrete situazioni di vita dei nuclei monogenitore.
La raccolta ed analisi di dati statistici di rilevanza locale, insieme a un ciclo di interviste semi-strutturate a genitori soli, hanno fornito preziosi elementi descrittivi delle condizioni di vita dei nuclei monogenitore, con particolare riferimento alle peculiari caratteristiche delle reti di supporto sociale. Le risultanze dell’indagine sul campo hanno altresì permesso di mettere a fuoco alcuni profili di accentuata vulnerabilità socio-economica, e di identificare alcuni tratti tipici della struttura e del funzionamento delle reti sociali primarie. / This PhD dissertation investigates the socio-economic conditions of lone-parent families, especially of those with minor children, and assumes that the high poverty rate of this type of household, recorded in the whole of Europe, depends on the nature of social ties of lone-parent families, and more precisely on a limited availability of social support resources.
The text consists in (1) an extensive survey of the main theoretical studies of poverty and social exclusion, of “social network” and the relational resources of social actors, (2) in a statistical and sociological setting of lone-parenthood phenomenon in Italy and Europe, and (3) in the presentation of a field research carried out in the province of Piacenza about lone-parent families and their real living conditions.
The collection and analysis of locally relevant statistical data together with a series of semi-structured interviews with lone parents have provided valuable descriptive elements about the living conditions of lone-parent families with specific reference to the peculiar characteristics of “social support” networks. The results of the field research have also enabled to identify some types of high socio-economic vulnerability and some typical aspects of the structure and the dynamics of primary social networks.
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Dinâmica da vegetação arbórea na borda de remanescentes florestais e sua relação com características da paisagem no norte do Estado do Paraná / Arboreal vegetation dynamics at forest edges and its relations with landscape features in the northern Paraná StateBruno Rodrigues Ginciene 20 October 2014 (has links)
Os efeitos de borda e a alteração da estrutura das paisagens constituem consequências negativas da fragmentação florestal responsáveis por transformações nos processos ecológicos. Decorrentes da expansão desordenada de atividades antrópicas, estas alterações podem comprometer o futuro dos remanescentes florestais e a manutenção dos recursos naturais na superfície terrestre. Nesta dissertação a dinâmica da vegetação arbórea foi analisada em oito transectos perpendiculares às bordas de seis remanescentes florestais entre 1996 e 2012. As paisagens do entorno destes transectos foram caracterizadas a partir de imagens orbitais de 1995 e 2011 para a verificação das mudanças ocorridas no uso do solo e para a investigação da influência de seus parâmetros físicos e estruturais sobre as taxas de mortalidade e recrutamento de espécies. Os resultados indicaram que, ao longo do tempo, a influência das bordas se pronunciou em direção ao interior dos remanescentes florestais, enquanto que o contraste entre a borda e o interior se atenuou. A distância média da borda das espécies: pioneiras/iniciais, anemocóricas e de dossel foi significativamente maior em 2012 do que em 1996. A comunidade arbórea apresentou menor similaridade em sua composição ao longo do tempo a menores distâncias da borda. Apesar da dinâmica verificada no uso do solo, a proporcionalidade dos parâmetros físicos e estruturais das paisagens se manteve entre 1995 e 2011. De maneira geral, estes parâmetros apresentaram pouca influência sobre a dinâmica da comunidade arbórea. Apenas as taxas de mortalidade das espécies exóticas e as taxas de recrutamento das espécies pioneiras/inicias apresentam forte relação com o tamanho e o número dos fragmentos florestais nas paisagens. Estes resultados indicam que os efeitos de borda precisam ser atenuados e que o contexto das paisagens deve ser incorporado às estratégias conservacionistas para que estas sejam efetivas e o futuro dos remanescentes florestais não seja comprometido. / Edge effects and landscape structure alterations are among the negative consequences of forest fragmentation responsible for ecological process alterations on the earths surface. Originated from the disordered expansion of anthropogenic activities these alterations may endanger the remaining forest patches future and the maintenance of natural resources. This dissertation was pledged to analyze the vegetation dynamics at forest edges and its relations with landscape features. The vegetation dynamics was examined through eight perpendicular-to-edge transects within six forest patches and the alterations on the arboreal community distribution and composition were assessed between 1996 and 2012. The surrounding landscapes of the analyzed transects were characterized from 1995 and 2011 orbital images and its land use changes were evaluated. Landscape structure and physical parameters influence were analyzed over species recruitment and mortality. The results indicated that the distance of edge influence increased over time while its magnitude was attenuated. The average distance from the edge of pioneer/earlysuccessional species, wind-dispersed and canopy species in 2012 became significantly larger than in 1996. Over time lower similarities in species composition were found to be closer to the edges. Although the observed land use changes in the surrounding landscapes of the edge transects landscape structure and physical parameters proportionality was maintained between 1995 and 2011. Overall the arboreal community dynamics were poorly associated with landscape features. A strong relation of the variables was only found between the exotic and pioneer/early-successional species mortality and recruitment and the size and the amount of forest patches within the landscapes. These results indicate that to be effective conservation planning must tackled edge effects and incorporate the landscape context otherwise they will fail for the maintenance of the future of forest patches.
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Reti transeuropee e servizi nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti / Trans-European networks and services in the energy, telecommunications and transport sectors / Réseaux transeuropéens et services dans les secteurs de l'énergie, des télécommunications et du transportTovo, Carlo 22 May 2015 (has links)
La thèse a parcouru les étapes de l’affirmation progressive d’une véritable politique infrastructurelle européenne cohérente, en examinant trois volets : juridique, institutionnel et financier. Tout d’abord, la thèse a souligné le processus d’autonomisation horizontale (rapport de complémentarité et spécialité vis-à-vis d’autres politiques de l’UE) et verticale («communautarisation ») de la politique de réseaux transeuropéens. En deuxième lieu, l’analyse a mis en évidence le rôle des différents processus d’institutionnalisation et « d’intégration organique » des régulateurs nationaux entrepris par le législateur européen dans la centralisation et la communautarisation de la politique des réseaux. Enfin, la thèse a relevé l’affirmation du caractère central de l’aide financière de l’UE à la création de réseaux, accompagnée par une dérogation partielle des limites imposées par le droit européen aux politiques budgétaires expansionnistes des États membres. / The thesis highlights the development of a coherent and instrumental european infrastructure policy. First, the thesis shows the process of vertical (communitarization) and horizontal (complementarity and specialty vis-à-vis other EU policies) autonomisation of Trans-European Networks (TENs) policy. Secondly, the thesis points out the role played by the processes of « networkation » and « agencification » of national regulators in promoting interconnection and access to networks. Finally, the thesis emphasises the growing relevance of EU financial support to the establishment of TENs, and a competing tendency towards the reconciliation of national expansionary fiscal policy with EU law constraints. The thesis concludes by noting that Member States will continue to play a decisive role in TENs policy, not only by improving the actual degree of its implementation, but also allowing, in a forthcoming Treaty revision, to overcome the TENs intergovernmental legacy. / Le reti transeuropee sono uno dei vettori della competitività, dell’integrazione e dello sviluppo sostenibile dell’Unione. La tesi mette in luce la progressiva affermazione di una coerente politica infrastrutturale europea a carattere strumentale, esaminando tale evoluzione sotto tre profili: normativo, istituzionale e finanziario. In primo luogo, sotto il profilo normativo, la tesi evidenzia, da un lato, la progressiva emancipazione delle istituzioni dell’Unione dall’influenza degli Stati membri nell’esercizio delle proprie competenze in materia di reti transeuropee e, dall’altro, lo sviluppo di relazioni di complementarietà e specialità tra la politica di reti e altre politiche dell’Unione (capitoli 1 e 2). L’elaborato sottolinea, in secondo luogo, sotto il profilo istituzionale, il ruolo del processo di «integrazione organica» dei regolatori nazionali e del processo di «agenzificazione» nel perseguimento degli obiettivi di interconnessione e accesso alle reti nazionali. La tesi osserva, infine, sotto il profilo finanziario, l’accresciuta importanza del sostegno finanziario dell’UE alla costituzione delle reti, che si è accompagnata al parziale superamento dei limiti derivanti dal diritto dell’UE alla politiche di spesa pubblica infrastrutturale degli Stati membri. Da un lato rispetto al diritto della concorrenza e, in particolare, al divieto di aiuti di stato, grazie al rapporto funzionale tra reti e prestazione di servizi di interesse economico generale, e dall’altro lato riguardo ai vincoli di bilancio, attraverso un’interpretazione evolutiva della cd. investment clause del Patto di stabilità e crescita. La tesi, in conclusione, rileva gli sviluppi decisivi della politica di reti europea, ma sottolinea il ruolo che gli Stati membri sono destinati a continuare ad esercitare nel suo sviluppo. Da questi ultimi, infatti, dipende la concreta attuazione di tale politica, ma anche il definitivo superamento, in occasione di una prossima revisione dei Trattati, dei retaggi intergovernativi che continuano a caratterizzare il diritto primario in materia.
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La produttività sociale delle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello / The Social Productivity of Third Sector Organizations in Multilevel Associative NetworksDELLISANTI, FRANCESCO 02 March 2007 (has links)
La tesi indaga il ruolo specifico agito dalle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello, dal punto di vista della capacità di generare e valorizzare le relazioni con gli altri membri e con l'ambiente esterno. Per reti multilivello si intendono quegli organismi, a diversi gradi di formalizzazione, che riuniscono al loro interno entità locali, di secondo livello, ed eventualmente di livelli coordinativi superiori, con lo scopo di fornire supporto all'attività dei gruppi affiliati o di coordinarne le risorse materiali e immateriali per il benessere sociale della comunità. Le indagini condotte hanno incluso nel campo di osservazione sia le reti che comprendono esclusivamente organizzazioni di terzo settore le organizzazioni multilivello di terzo settore sia i network di partnership miste con enti pubblici. La dimensione della produttività sociale delle reti è stata letta attraverso la lente del concetto di capitale sociale, inteso come la dotazione, da parte di una rete, di relazioni caratterizzate da codici normativi e prassi di fiducia, reciprocità e collaborazione. I risultati delle tre indagini presentate, di carattere sia quantitativo che qualitativo, mostrano che: a) esiste uno specifico capitale sociale prodotto da organizzazioni multilivello di terzo settore che è in grado di connetterle sia all'interno del network (funzione bonding) che all'esterno (funzione bridging); b) che tale capitale sociale di terzo settore possiede delle sue proprie qualità che lo distinguono dalla relazionalità agita in reti di servizio pubbliche; c) che la relazionalità delle organizzazioni di terzo settore è in grado, in certe condizioni, di svilupparsi verso l'esterno in reti di partnership miste con soggetti del settore pubblico, determinando nuove dinamiche relazionali ed esiti societari peculiari. / The dissertation deals with the specific role played by third sector organizations in multilevel associative networks in terms of capacity to generate and foster relationships with other members and with the outer context. Multilevel associative networks are defined as those entities that gather local agencies, second level and higher coordination level entities with the aim of providing support for the affiliated groups and/or coordinating material and immaterial resources for the benefit of the community. The research field included networks comprising third sector organizations only so-called third sector multilevel organizations as well as plural partnership networks with other public agencies. The social productivity dimension was studied through the lenses of the social capital concept, defined as that specific set of resources possessed by those networks endowed with relationships of trust, reciprocity and collaboration.
The results of the three research projects presented, carried out with quantitative and qualitative techniques, show that: a) there is a specific social capital produced by third sector multilevel organizations which connects actors both within the network (bonding function) and with the outer world (bridging function); b) the third sector's social capital presents some distinctive characteristics compared with the relational properties of public service networks; c) third sector organizations are able, under certain circumstances, to develop social capital networks also with public agencies, setting new dynamics and peculiar social outcomes.
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SEX TRAFFICKING AND ETHNICITY: A CASE STUDY ANALYSIS OF ETHNIC NETWORKS IN INDOOR AND OUTDOOR PROSTITUTION IN ITALYMANCUSO, MARINA 24 February 2014 (has links)
Questa tesi ha come scopo quello di investigare la relazione tra etnicità, modalità di commissione del crimine e struttura relazionale di differenti reti etniche coinvolte nella tratta per sfruttamento sessuale. E’ realizzata un’analisi di due reti criminali dell’Africa occidentale e di due dei Balcani mediante l’applicazione di due metodi: la crime script analysis e l’analisi di rete. I risultati ottenuti sono stati uniti per capire come le relazioni tra gli individui sono distribuite all’interno della cornice criminale. Da ultimo, i casi studio sono stati comparati per verificare se esiste una relazione tra etnicità e tratta per sfruttamento sessuale, anche indipendentemente dall’ambito di sfruttamento. I risultati mostrano che l’etnicità ha un impatto sulla tratta per sfruttamento sessuale. In particolare, influenza il modus operandi e le caratteristiche socio-biografiche degli attori che operano nelle reti impegnate nello stesso ambito di sfruttamento. Se sono considerati differenti ambiti di sfruttamento, messi in atto sia dallo stesso che da differenti gruppi etnici, l’etnicità non sembra influenzare né le modalità di commissione del crimine né le caratteristiche dei soggetti. Infatti, anche l’ambito di sfruttamento indoor/outdoor sembra essere rilevante. Al contrario, la struttura relazionale e la relazione tra questa e le modalità di commissione del crimine non sembrano essere influenzate dall’etnicità. / This thesis aims at investigating the relationship among ethnicity, modalities of crime commission and relational structure of different ethnic networks involved in sex trafficking. A case study analysis of two West African and two Balkan networks is carried out by the adoption of two methods: crime script analysis and social network analysis. A merger of the results obtained in these analyses is performed in order to understand how relationships among individuals are distributed within the criminal framework. Finally, the case studies are compared to verify whether a relationship exists between ethnicity and sex trafficking, also apart from the field of exploitation. The results show that ethnicity has an impact on sex trafficking. In particular, it influences modi operandi and the socio-biographical characteristics of the members of the networks operating in the same field of exploitation. If different fields of exploitation are considered, both carried out by same or different ethnic groups, ethnicity appears to affect neither the modalities of crime commission nor the features of the people. Indeed, also the outdoor/indoor exploitation context seems to be relevant. Conversely, the relational structure and the relation between the latter and the modalities of crime commission do not seem to be affected by ethnicity.
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