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Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterarioLEPORI, EMANUELA CAROLINA 02 March 2012 (has links)
In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese. / In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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Un utile e stabile occupazione : Le origini della professione di maestra nella Lombardia della RestaurazioneTATULLI, NATALIA 21 March 2012 (has links)
Per soddisfare la domanda educativa per le ragazze dei ceti più agiati il governo napoleonico diede corso oltre all’apertura dei noti collegi Reali ad un sistema di case d’educazione private ispirate al modello delle maisons d’éducation con convitto diffuse in Francia, già a partire dagli ultimi decenni del Settecento, e dirette da donne laiche. In Lombardia, con il ritorno degli Asburgo, questo modello formativo per fanciulle si consolidò e conquistò una fetta sempre più ampia del mercato educativo. Inoltre accanto a questi istituti videro una enorme crescita le scuole private giornaliere per fanciulle dirette da maestre laiche, le quali si diffusero a partire dall’entrata in vigore del Regolamento per le scuole elementari del 1818 parallelamente al lento affermarsi dell’istruzione pubblica femminile. L’elevato numero di donne coinvolte in questa attività (più di 2200 dal 1818 al 1848) e l’obbligo di sostenere degli esami e seguire un iter formativo standardizzato sia per l’insegnamento privato che per l’insegnamento pubblico, dimostrano come la figura della maestra, selezionata attraverso un esame e un percorso formativo ad hoc non comparve in Italia a partire dall’Unità, ma, in particolare nel Regno Lombardo-Veneto, fosse già ampiamente diffusa e socialmente e pubblicamente riconosciuta a partire dagli anni Venti dell’Ottocento. / The rise of women as teaching professionals in Restoration Lombardy. In order to satisfy the large number of application requests from girls of the wealthiest classes, the Napoleonic government started, besides the well known Real colleges, a system of boarding school directed by laywomen, inspired by the model of the maisons d’éducation boarding schools which were already popular in France since the last decades of the 18th century. With the return of the Asburgos family in Lombardy ,those institutes increased as well as daily private schools for young girl directed by layteachers. As those private schools became popular pretty fast, the affirmation of the feminine public teaching was very slow. The big amount of women committed in this activity (more than 2200 from 1818 to 1848), the compulsoriness of examinations and to follow a standardized formative iter,shows how the role of the teacher,selected by exams and by a specific formative training, didn't start in Italy with the unification ,but -especially in the Kingdom of Lombardy–Venetia -was already diffused and recognized both socially and publicly from the first decades of 18th century.
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Dall'educandato monastico al collegio: trasformazioni istituzionali e modernizzazione pedagogica nell'educazione femminile tra periodo napoleonico e restaurazione / From Convent School to Boarding School: Political Transformations and Pedagogic Modernization in Women's Education between the Napoleonic Age and the RestorationGIULIACCI, LAURA 02 April 2007 (has links)
Nella prima parte la tesi analizza la fondazione e i primi anni di attività dei quattro collegi femminili fondati in età napoleonica: il Reale Collegio delle fanciulle di Milano, il Collegio agli angeli di Verona, il Collegio san Benedetto di Montagnana e il collegio Maria Cosway di Lodi. Lo studio è stato condotto mediante una puntuale attività di ricerca negli archivi di stato di Milano, Verona e Venezia, e nell'archivio comunale di Montagnana. Il collegio di Milano fu il modello per gli altri collegi, ai quali fornì l'esempio dei regolamenti, dei programmi di studio e più in generale, dell'impostazione pedagogica complessiva di un moderno convitto laicale. Nel presente lavoro quindi vengono ricostruite la giornata delle educande e il livello della loro preparazione culturale in un'ottica di un rinnovato modello di donna. Si analizzano con attenzione i libri di testo adottati per comprendere la qualità dei saperi riservati alle donne. Nell'ultima parte della tesi, vi è uno studio quantitativo relativo all'età delle alunne e alla loro provenienza geografica e sociale. / In the first part the doctoral thesis analyses the foundation and the first years of activity of the four girls' boarding schools founded during the Napoleonic age: the Reale Collegio delle fanciulle in Milan, the Collegio agli angeli in Verona, the Collegio San Benedetto in Montagnana and the Collegio Maria Cosway in Lodi. The survey has been pursued through accurate researches in the state archives in Milan, Verona and Venice and in the municipal archives in Montagnana. The Milan girls' boarding school was the model for the other schools, to which it provided paragon for regulations, curricula and in general for comprehensive pedagogic methods of a modern lay boarding school. This work reconstructs the boarders' daily life and the level of their cultural background in the perspective of a renewed idea of woman. The chosen textbooks are carefully examined to understand the quality of knowledge intended for women. In the last part of the dissertation there is a quantitative study about the age of the schoolgirls and about their social and geographical provenance.
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Den kvinnliga konstnärens övergång från amatör till professionell i Italien under början av 1900-talet. : De första kvinnliga utställningarna och en studie om Tyra Kleens nätverksrelation i Rom.Castrenzi, Chiara January 2022 (has links)
The essay describes the transition of female artists from amateur to professional through an analysis of female participation in professional exhibitions during the early 20th century in Italy. Specifically, it examines the history of the Società delle Artiste, the group of pioneers who want to identify themselves in the field of professional art, and the first two exclusively women's international exhibitions organized in Italy. Furthermore, this study contains the analysis of part of the Swedish artist Tyra Kleen's correspondence with two exponents of the Italian cultural elite, Arnaldo Cervesato and Sibilla Aleramo. The method of analysis used is discourse analysis in combination with Pierre Bourdieu's theory of cultural fields.The study identifies the factors behind the change in the status of female artists in Italy as a product of the influence of the phenomenon of female associations as promoters of the "new woman" and her social positioning as a useful and functional element in general modern renewal. The analysis of Tyra Kleen's correspondence confirms the importance of the relational network required for a female artist in Italy to establish herself and identifies the connections to the sphere of women's associations. / Uppsatsen beskriver kvinnliga konstnärers övergång från amatörmässigt till professionellt slag genom analys av kvinnligt deltagande i professionella utställningar under början av 1900-talet i Italien. Specifikt granskas historien om Società delle Artiste, den gruppen av pionjärer som vill legitimera sig inom området för professionell konst, och de två första exklusivt kvinnliga internationella utställningar som organiserats i Italien. Vidare innehåller denna studie analysen av en del av den svenska konstnären Tyra Kleens korrespondens med två exponenter för den italienska kultureliten, Arnaldo Cervesato och Sibilla Aleramo. Analysmetoden som används är diskursanalys i kombination med Pierre Bourdieus teori om kulturfält. Studien identifierar faktorerna bakom förändringen i status för kvinnliga konstnärer i Italien som en produkt av inflytandet från fenomenet kvinnliga föreningar som främjare av den "nya kvinnan" och hennes sociala positionering som ett användbart och funktionellt inslag i allmänn modern förnyelse. Analysen av Tyra Kleens korrespondens bekräftar vikten av det relationsnätverk som krävdes för att en kvinnlig konstnär i Italien skulle kunna etablera sig och identifierar kopplingarna till de kvinnliga föreningarnas sfär.
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DONNE INQUIETE: LA FIGURA FEMMINILE NEL MONDO CATTOLICO MILANESEMAVERI, FEDERICA MARIA CLEMENTINA 13 March 2014 (has links)
La prima parte della ricerca considera il fenomeno del cosiddetto “femminismo cristiano”, sorto per iniziativa di alcune donne che agli inizi del Novecento fondarono a Milano la rivista “L’Azione muliebre”, seguita alcuni anni dopo da “Pensiero e azione”, quali luoghi di riflessione per ripensare alla donna e al suo nuovo ruolo nella società, in rapporto anche alle esperienze femminili, nazionali e internazionali. Gli studi prendono poi in considerazione il movimento femminile cattolico alla vigilia della prima guerra mondiale, con particolare attenzione verso quella parte che si schierò a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. L’ultima parte del lavoro analizza il sorgere e il diffondersi in Italia della Gioventù femminile di Azione Cattolica di Armida Barelli, considerando il ruolo avuto dalla GF nei cambiamenti sociali e culturali del mondo femminile fino al secondo dopoguerra. / The first part of the research considers the phenomenon of so-called "femminismo cristiano", built on the initiative of some women in the early twentieth century in Milan who founded the magazine "L'Azione muliebre", followed some years later by "Pensiero e azione", which places of reflection to think back to the woman and her new role in society, in relation to the experiences of women, national and international. The studies take into consideration the Catholic women's movement on the eve of the First World War, with particular attention to the part in favor of the intervention into the war. The last part of the paper analyzes the growth and spread in Italy of the Gioventù femminile di Azione Cattolica of Armida Barelli, considering the role played by GF in the social and cultural changes of the female world until after World War II.
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L'arte del tra(s)vestire in Leonor Fini : un percorso nella costumistica scenica fra Roma e Parigi / L'art du "tra(s)vestire" chez Fini : un parcours sur le costume scénique entre Rome et Paris / The art of "tra (s) vestire" in Leonor Fini : an itinerary in the costume design between Rome and ParisVacca, Valentina 22 April 2015 (has links)
L'étude conduite nous donne une lecture non canonique de l'activité de Leonor Fini en tant que costumière de théâtre, avec un regard spécial sur les spectacles réalisés entre Rome et Paris de 1944 à 1969, tout en essayant de développer un itinéraire interprétatif non ordinaire sur ce aspect peu exploré de l'art finian.En fait, l'axe de l'enquête s'est précisé à partir de la détermination des tendances travesties de l'artiste, que l'on retrouve à Trieste - où elle absorbe une pluralité de stimulus intellectuels jusqu'à son tendre âge, pour aborder la définition du travail comme costumière. L'objectif que nous avons dû affronter dans cette étude, fut celui de donner une lecture organique, de décrire un chemin ordonné et raisonné qui du travestissement conduit de manière univoque et extraordinaire à la pratique du costume théâtrale, laquelle doit être encadrée comme une moitié désirée.Il y a donc l'analyse de aucun maquettes de costume réalisés au sein des productions italiennes et d'autre parte, sur ceux de productions français. Beaucoup de ces maquettes sont inédites et certaines ont été, précédemment, victimes d'imprécisions sur leur datation ou sur le théâtre de la première mise en scène.Grace à la construction d'un parcours organique sur l'essence existentiel-identitaire de la production costumière d'une artiste controverse comme elle, la contribution que cette étude tente de conférer à la littérature finienne c'est interprétatif, autant que chronologique et récognitif.L' étude parle donc, d'interconnexions et de frôlements entre différents domaines de recherche touchés par cet artiste éclectique, cosmopolite et magnétique, cultivée et raffinée pour laquelle la pratique du costume fut une nécessaire destination à rejoindre. / The study conducted gives us a non canonical reading about the Leonor Fini's activity as theatrical costume designer, with a special view to the shows performed between Rome and Paris from 1944 to 1969, while trying to develop a non-ordinary interpretive trajectory on this little explored area of her art.In fact, using the artist's travesties trends - which have been found in Trieste, city where she absorbed a plurality of intellectuals stimulus from the earliest age- as a starting point, the axis of the survey has arrived to the definition of her work as costume designer. The aim was to give an organic reading, to describe an orderly and reasoned development that, starting by transvestism, guides to theatrical costume's creation -which should be considered as a desired purpose- in an uniquely and extraordinary way.Therefore, an analysis of some costume design sketches made for Italian productions and, on the other side, those for some French productions, has proposed. Many of these sketches are unpublished and, on previously studies, they have been victim of mistakes about the dating or the premiere's theatre.Thanks to the building of a systematic itinerary on the existential essence in the costume design production, the contribution that this study attempts to give to finienne literature is interpretative, as far as chronological and recognitive .Therefore, this study is about interconnections and touches between various research fields encompassed by this eclectic, cosmopolitan and magnetic, cultured and refined artist for which the costume's creation was a necessary goal to reach. / Lo studio condotto mira a conferire una lettura non canonica dell'attività di Leonor Fini come costumista teatrale, con uno sguardo preferenziale sugli spettacoli andati in scena a Roma e Parigi fra il 1944 e il 1969, sviluppando un itinerario interpretativo non ordinario su questo aspetto poco esplorato della sua arte.L'indagine ha preso il via a partire dalla determinazione delle tendenze travestitive dell'artista, rintracciate a Trieste -città ove la Fini assorbì una pluralità di stimoli intellettualifin dalla tenera età, per arrivare poi alla definizione del lavoro in qualità di costumista.L'obiettivo fronteggiato in questo studio è stato quello di dare una lettura organica, di descrivere un cammino ordinato e ragionato che dal travestimento ha condotto, in maniera univoca e straordinaria, alla creazione del costume teatrale il quale deve essere considerato come una meta a lungo perseguita.Sono stati quindi analizzati alcuni bozzetti di costume realizzati in seno a produzioni italiane e, inoltre, alcuni destinati invece a produzioni francesi. Molti di questi risultano inediti, e oltretutto alcuni di essi, sono stati in passato vittime di errori riguardo la loro datazione o il teatro della prima messa in scena.Grazie alla costruzione di un percorso organico sull'essenza esistenziale-identitaria della produzione costumistica di un'artista controversa come lei, il contributo che questo studio tenta di conferire alla letteratura finiana è di tipo interpretativo come anche cronologico e ricognitivo. Lo studio parla quindi di interconnessioni e sfioramenti fra differenti territori di ricerca toccati da quest'artista eclettica, cosmopolita e magnetica, colta e raffinata, per laquale la pratica del costume fu una necessaria destinazione da raggiungere.
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GESUITI E GESUITESSE. LA COMPAGNIA DI GESU' E LE CONGREGAZIONI SEMIRELIGIOSE FEMMINILI IN ITALIA TRA XVI E XVII SECOLOARLATI, FABIO 21 May 2021 (has links)
A dispetto della legislazione claustrale tridentina e post-tridentina, tra XVI e XVII secolo si assistette all’emergere in Italia, in Europa e nei paesi di missione di numerose congregazioni semireligiose femminili insegnanti, senza clausura e senza voti solenni, fondate, co-fondate o dirette dai padri della Compagnia di Gesù, che si ispiravano alle Costituzioni e alla spiritualità ignaziana, specie nell’apostolato educativo. Attraverso un approfondito scavo archivistico, il presente studio offre un vasto censimento delle numerose case di “gesuitesse” presenti in Italia tra Cinquecento e Seicento, mostrando, tramite l’analisi delle reti di relazioni tra questi istituti nonché delle peculiarità economiche, giuridiche, educative e spirituali delle semireligiose rispetto alle monache claustrali, la sostanziale compattezza e unità di questo fenomeno, fondato sulla comune identità gesuitica. Con ciò si intende, inoltre, far luce sui contrasti e sulle contraddizioni legati all’affermazione delle gesuitesse, che portarono ad aspri scontri interni alla Compagnia di Gesù, a diversi processi inquisitoriali e a duri conflitti giurisdizionali tra poteri secolari ed ecclesiastici. / In spite of the Tridentine and post-Tridentine cloistered legislation, the 16th and 17th centuries witnessed the foundation in Italy, Europe and the mission countries of numerous semi-religious female congregations, without clausura and without solemn vows, founded, co-founded or directed by the fathers of the Society of Jesus. These congregations, called “Jesuitesses”, were inspired by the Jesuit Constitutions and Ignatian spirituality, especially in the educational apostolate. Through an in-depth archival research, the present study offers a vast census of the numerous houses of Jesuitesses present in Italy between the Sixteenth and Seventeenth centuries, showing, through the analysis of the network of relations between these institutes as well as the economic, juridical, educational and spiritual peculiarities of the semi-religious compared to the cloistered nuns, the substantial compactness and unity of this phenomenon, based on a common Jesuit identity. The aim is also to shed light on the contrasts and contradictions related to the affirmation of the Jesuitesses, which led to bitter internal clashes within the Society of Jesus, various inquisitorial trials and harsh jurisdictional conflicts between secular and ecclesiastical powers.
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"CARI AMICI E AMICHE ALL'ASCOLTO": GIANNA MANZINI ALLA RADIOE ALLA TELEVISIONESIVIERI, SARAH 13 March 2014 (has links)
Il presente lavoro costituisce la prima ricostruzione del lavoro di Gianna Manzini alla radio e alla televisione, che comincia nel 1947 e si conclude nel 1968. Gli interventi radiofonici sono divisi in trasmissioni di moda e costume e di critica letteraria (capitolo 1) e racconti scritti per la radio (capitolo 3); le trasmissioni televisive sono ripartite in sceneggiature realizzate e non realizzate (capitolo 3). I testi dei programmi sono stati identificati nei fondi archivistici della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, dell’Archivio del Novecento dell’Università La Sapienza di Roma e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il lavoro si basa dunque sulla descrizione e l’analisi di materiale inedito, come L’Almanacco dei sogni e Il paesaggio come fatto personale, e le sceneggiature Il grande indiscreto, Il nome di battesimo e Alfredino.
La ricognizione ha dimostrato come Gianna Manzini possedesse una consapevolezza mediatica tale da essere in grado di adattare il proprio stile alle specifiche esigenze del mezzo di comunicazione. Tuttavia, l’attività radio-televisiva non può essere considerata del tutto autonoma e disgiunta dalla carriera letteraria, con la quale intrattiene un rapporto strettissimo e osmotico. / This research aims at providing a first and thorough description of Gianna Manzini’s work for the Italian Broadcasting (RAI), a collaboration which started in 1947 and ended in 1968. Her works for the radio are divided into fashion and literary criticism broadcasting (chapter 1) and original radio screenplays (chapter 2); her works for the television are divided into broadcasted and non broadcasted scripts (chapter 3). The texts of these programmes have been found in the following archives: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (Milan), Archivio del Novecento, Università La Sapienza (Rome) and Biblioteca Nazionale Centrale (Rome). The thesis both describes and analyzes original and unpublished works and screenplays, such as L’Almanacco dei sogni, Il paesaggio come fatto personale, Il grande indiscreto, Il nome di battesimo and Alfredino.
In the end, the research showed evidence that Gianna Manzini was well aware that different media require different writing characteristics and was able to act accordingly. Nonetheless, her literary and broadcasting activity cannot be considered as two separate carriers, being actually strictly bound to each other.
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"L'Italiano". Un foglio letterario nella Parigi della Monarchia di Luglio. / « L’Italiano ». Une gazette littéraire dans le Paris de la Monarchie de Juillet. / «L’Italiano». A Literary Magazine in the July Monarchy Paris.Gabbani, Ilaria 15 December 2015 (has links)
Ce travail se propose de reconstruire une page peu connue de l'histoire de la diaspora de l'époque du Risorgimento, écrite autour d'un journal littéraire publié à Paris entre les mois de mai et octobre 1836, «L’Italiano. Foglio letterario».Conçu en Suisse par Mazzini et certains de ses compagnons d'exil, «L’Italiano» vit le jour grâce à la collaboration d'un groupe d'exilés italiens résidant dans la capitale française.Par rapport à l'idée d'origine née au sein de la Jeune Italie, le journal dut se confronter à des intellectuels aux parcours culturels et politiques divers qui collaborèrent pour « inaugurer une nationalité, soit-elle littéraire ».Contrairement à son prédécesseur parisien, «L'Exilé» (1832-1834), qui avait l'ambition d'offrir au public italien et français une histoire de la littérature italienne, «L'Italiano» proposait un programme de « critique éducatrice » en s'adressant principalement aux intellectuels de la péninsule.Outre le partage d'une conception éthique et civique de la littérature, le socle culturel sur lequel reposait le journal se fondait sur l'adhésion à une philosophie spiritualiste qui, tout en se revendiquant exclusivement italienne, était alimentée par la rencontre avec certains penseurs français de la Restauration, comme Pierre Leroux et Philippe Buchez.Le programme littéraire du journal s'appuyait sur le théâtre dramatique et sur le mélodrame, considérés comme des dispositifs de mobilisation politique aptes à transposer l'idée de nation sur un plan émotif et symbolique mais aussi à toucher les classes populaires sans avoir recours à la médiation de la parole écrite. / The research aims at reconstructing a neglected episode in the cultural life of the Italian exiles in the Age of the Risorgimento and is centered on a literary magazine published in Paris, from May to October 1836: «L'Italiano. Foglio letterario».«L'Italiano» was envisaged by Mazzini in Switzerland, together with his companions ofexile, and was eventually published with the aid of a group of Italian refugees in Paris. The journal was originally conceived within the context of the «Giovine Italia», but had to face up to a number of intellectuals whose cultural and political background was extremely various and whose intent was to cooperate in order to «principiare una nazionalità, sia pure letteraria».While «L’Exilé» (1832-1834) – the nearest antecedent of this magazine – aspired to provide an history of Italian literature for the Italian and French readers, «L'Italiano» presented rather a program of «critica educatrice» and it was especially addressed to the Italian intellectuals.The circle which arised around the journal was cemented not only by an ethic and engaged conception of literature, but also by a spiritualist philosophy: even if the proponents defended the Italian character of this philosophy, it was developed through a continuous exchange with French Philosophers of the Age of Reaction, such as Pierre Leroux and Philippe Buchez.The journal's proposal was centered on dramatic theatre and melodrama, insofar as theywere considered as instruments for political mobilization, apt to set on an emotional and symbolic dimension the idea of nation, as well as to affect the working-class, without the need for written words. / Questo lavoro si propone di ricostruire una pagina poco nota della diaspora risorgimentale, sorta attorno a un giornale letterario che si pubblicò a Parigi tra il maggio e l'ottobre del 1836, «L’Italiano. Foglio letterario». Concepito in Svizzera da Mazzini e da alcuni suoi compagni d’esilio, «L’Italiano» vide finalmente la luce grazie alla collaborazione di un gruppo di esuli italiani residenti nella capitale francese. Rispetto all’idea originaria, sorta in seno alla Giovine Italia, il giornale dovette confrontarsi con intellettuali dai percorsi culturali e politici assai diversi tra loro, che si trovarono a cooperare per «principiare una nazionalità, sia pure letteraria».Diversamente dal suo precedente parigino, «L'Exilé» (1832-1834), che ambiva a offrire al pubblico italiano e francese una storia della letteratura italiana, «L'Italiano» proponeva, invece, un programma di «critica educatrice» rivolto principalmente agli intellettuali della penisola. Oltre alla condivisione di una concezione etica e civile della letteratura, il sodalizio culturale sorto attorno al giornale si fondava sull’adesione a una filosofia di stampo spiritualista che, pur rivendicando un’origine tutta italiana, si alimentava grazie al confronto con alcuni pensatori francesi della Restaurazione, come Pierre Leroux e Philippe Buchez.La proposta letteraria del giornale poggiava sul teatro drammatico e sul melodramma, in cui riconosceva dei dispositivi di mobilitazione politica che, oltre a proiettare l’idea di nazione su un piano emotivo e simbolico, potevano raggiungere le classi popolari senza la mediazione della parola scritta.
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PICCOLE DONNE CRESCONO: STORIE AL FEMMINILE DALLA LETTERATURA PER L'INFANZIA ALLA SERIALITA' TELEVISIVA. TRE CASE STUDIES / Little Women Grow Up: Female Stories from Children's Literature to Television Series. Three Case Studies.FORNASARI, ELEONORA CLAUDIA MIRELLA 29 May 2018 (has links)
La presente tesi di dottorato ha come oggetto la trasposizione televisiva di tre romanzi character driven: Heidi, Pippi Calzelunghe e The Story of Tracy Beaker. Questi, analizzati soprattutto dal punto di vista della protagonista femminile, sono stati studiati, così come i relativi adattamenti, utilizzando un modello metodologico di analisi che poggia le sue basi teoriche sia nell'estetica della letteratura per ragazzi sia nelle teorie dell'adattamento e della sceneggiatura.
Il mercato audiovisivo e la tipologia di spettatori cambiano rapidamente e ciò rende necessaria un'attualizzazione non solo tematica, ma anche stilistica dell'opera originaria, alla ricerca di un compromesso tra la fedeltà al testo iniziale, necessaria per permettere al target l'immediata riconoscibilità dell'opera e dei personaggi, e l'esigenza di rispettare le richieste della contemporaneità.
A livello accademico, lo studio degli adattamenti della letteratura per l'infanzia si è concentrato quasi esclusivamente in ambito cinematografico e non televisivo, nonostante quest'ultimo fornisca molti spunti di riflessione tanto sul processo di adattamento in sé quanto sulla serialità.
Il presente lavoro si propone perciò di andare a riempire il gap teorico sull'argomento, ponendosi necessariamente a cavallo di due ambiti, -la letteratura e l'audiovisivo. Di conseguenza, l'approccio privilegiato è più letterario che pedagogico e si interseca con gli studi sull'adattamento e sull'industria audiovisiva. / This PhD dissertation investigates the adaptations from children's novels into television series, with a focus on three character-driven stories: Heidi, Pippi Longstockings and The Story of Tracy Beaker.
Starting from the original novels, investigated mostly from the point of view of the female protagonist, the study then analyses the corresponding television adaptations, whether animated or live action, through a methodology that has its theoretical basis both in the aesthetics of children's literature and in the screenwriting theories.
Nowadays, the audiovisual market and therefore the public are changing rapidly, making it necessary to update the thematic and the stylistic features of the original works from which the adaptations are drawn. Actually, adaptation is often a compromise between the contemporary market demand and the fidelity to the content, necessary to fulfil the expectations of the target audience.
Surprisingly, there is a scarcity of critical literature on children's television adaptations, even if they represent a very rich topic as they raise specific issues both on the adaptation process itself and on serialisation.
The present work, therefore, aims to fill the existing gap in the field of children's adaptations, placing itself where two critical areas, literature and media, meet. Consequently, the primary narrative approach intersects with studies on adaptation and audiovisual industry.
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