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Autographennachweise online / Pilotphase des DFG-Projektes "Dezentrale Rektrokonversion von Nachweisen zu Autographen und Nachlässen" erfolgreich abgeschlossen

Haffner, Thomas, Aurich, Frank 15 January 2007 (has links) (PDF)
Die Konversion konventioneller Kataloge ist - wie einst ihre Erstellung - eine Generationenaufgabe. Zu den Zielen der Abteilung Sammlungen zählt die vollständige Konversion des Autographenkataloges der Handschriftensammlung....
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"Des Juden buch von kreuczenach" - Ein Beitrag zur jüdischen Medizin des Mittelalters / "Des Juden buch von kreuczenach" - Contribution to the Jewish Medicine of the Middle Ages

Shemyakova, Eva Shenia 14 December 2010 (has links)
No description available.
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Das "Buch der Natur" Konrads von Megenberg die illustrierten Handschriften und Inkunabeln /

Spyra, Ulrike. January 2005 (has links)
Thesis (doctoral) - Universität, Tübingen, 2000.
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Die italienischsprachigen Handschriften der Sächsischen Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek Dresden: Neue Perspektiven der Forschung

Plein, Anna Katharina, Schürer, Markus 15 June 2020 (has links)
Die knapp 390 Codices Italici der SLUB bilden ein Handschriftenkorpus von hohem kulturgeschichtlichem Rang. Sie sind ein Zeugnis dafür, dass italienische Kunst und Kultur vor allem im 17. und 18. Jahrhundert am Dresdner Hof ein enormes Prestige hatten und die italienische Sprache auf hohem Niveau gesprochen, geschrieben und gelesen wurde. In den Beiträgen des Bandes geht es zum einen um die Geschichte des Handschriftenkorpus; zum anderen werden die Inhalte einzelner Handschriften angesprochen. / I quasi 390 Codices Italici della SLUB formano un corpus di manoscritti di grande importanza storico-culturale. Sono una testimonianza che l’arte e la cultura italiana, specialmente nei secoli XVII e XVIII, alla corte di Dresda avevano un enorme prestigio e che la lingua italiana era parlata, scritta e letta ad alto livello. Gli articoli del volume riguardano la storia dei Codices Italici da una parte e dall’altra vengono analizzati i testi di singoli manoscritti. / The Italian manuscript collection in the Saxon State and University Library Dresden, comprising of about 390 items, is one of considerable historical value. Viewed as a whole, the Codices Italici bear witness to the fascination of the Dresden court with everything Italian, and of the high regard the language enjoyed in the field of cultural activities during the 17th and 18th centuries, through being read, spoken, and written. This volume contains essays on the history of the corpus as well as a wealth of information concerning the contents of individual manuscripts.
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Il testimone sassone della Cortona convertita

Guidetti, Matteo 02 July 2020 (has links)
Il codice SLUB Dresden, Mscr.Dresd.F.107 preserva una copia mutila della Cortona convertita del padre Francesco Moneti (1635–1712). Il contributo ripercorre le tappe che hanno portato all’individuazione delle carte mancanti, date per disperse e invero rilegate insieme a materiale di varia natura nel ms. SLUB Dresden, Mscr.Dresd.P.102. Data una descrizione puntuale dei due manufatti, si è tracciato un percorso storico-catalografico del testimone sassone della Cortona convertita.
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Makuliert – zerschnitten – wiederverwendet. Mittelalterliche hebräische Einbandfragmente in Dresden

Lehnardt, Andreas 30 July 2019 (has links)
No description available.
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Gründungsjahr 1556

Aurich, Frank 28 September 2006 (has links)
Bereits kurz nach seinem Regierungsantritt im Jahr 1553 hatte der junge Kurfürst August vereinzelt Handschriften und Bücher binden und mit seinen Initialen versehen lassen....
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La genesi di Delle fortificationi di Carlo Theti con particolare riguardo ai manoscritti dresdensi (Mscr.Dresd.Ob.14, Ob.15 e Ob.16-17)

Mollo, Giuseppe 02 July 2020 (has links)
Il matemathicum Theti redige il suo primo trattato a partire dagli anni Sessanta, dopo aver appreso i rudimenti dell’arte della guerra ed essersi accostato all’ingegneria militare sotto la guida di due valenti capitani d’arme: i fratelli Pompeo e Prospero Colonna. L’interesse di Carlo Theti nei riguardi della teoria è ormai cosa affermata, poco nota invece è la struttura dei suoi Discorsi di fortificatione che vengono qui presentati ed analizzati in una loro esauriente articolazione, ponendo particolare attenzione al contenuto dei manoscritti conservati nella Sächsische Landesbibliothek –Staats- und Universitätsbibliothek di Dresda. Il Libro Settimo, in particolare, illustra con esempi l’esperienza compiuta dal Theti in vari contesti territoriali, in cui si rifletteva un forte interesse per le questioni che riguardavano le difese di frontiera. Il contributo si sofferma sulla funzione dei disegni che accompagnano i pareri di Carlo Theti rispettivamente: sull’assedio di Arlem, sul castello di Anversa, la Goletta di Tunisi, la rocca di Ostia, la capitale Vienna e le fortezze del limes ungherese di Jvar e Canisia. I manoscritti analizzati confermano che il trattato e il trattatista si collocano entro le coordinate di un dibattito sull’architettura fortificata che proprio nella seconda metà del Cinquecento si fa ricco di eventi e proposte. Egli a differenza degli altri appare un precursore della moderna storiografia, avverte la necessità di approfondire come teorico una tematica per molti versi dibattuta, e con tale scelta egli andava confrontandosi su un terreno che era perseguito da uomini d’arme e ingegneri militari. Al Theti si può dunque attribuire la caratteristica della professione di esperto super partes, di consigliere di principi e militari che hanno creduto e che fondavano il proprio sapere su una conoscenza tutta empirica dei fenomeni.
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Handschriften von Dantes Divina commedia in Berlin und Dresden

Overgaauw, Eef 02 July 2020 (has links)
Von Dantes Divina commedia sind weltweit mehr als 800 Handschriften aus der Zeit bis 1500 erhalten geblieben. Diese ungemein hohe Zahl ergibt sich nicht nur aus der künstlerischen Qualität von Dantes Hauptwerk, sondern auch aus dem hohen Grad der Alphabetisierung und des Wohlstands der städtischen Bevölkerung Mittel- und Norditaliens im 14. und 15. Jahrhundert sowie aus den Angeboten von zahlreichen Berufsschreibern, Papier- und Pergamentmachern, Buchbindern, Miniaturisten und Buchhändlern. In der Staatsbibliothek zu Berlin und in der Sächsischen Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek Dresden werden zehn Handschriften der Divinia commedia aufbewahrt, die hier einzeln vorgestellt werden. Für jede Handschrift wird die Stellung in der Überlieferung der Divina commedia bestimmt, ebenso die Schrift, die Illuminierung, die Datierung und Lokalisierung sowie die Provenienz. Bis auf wenige wurden diese Handschriften vermutlich durch Berufsschreiber geschrieben. Im Ergebnis erweist sich die Qualität der meisten dieser zehn Handschriften als höher als die der Mehrzahl der erhaltenen Handschriften der Divina commedia.
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Oralità nella predicazione medievale: l’esempio della Leggenda di sant’Antonio abate conservata presso la SLUB (Mscr.Dresd.Ob.6)

Coscia, Michele 02 July 2020 (has links)
Oggetto di questo articolo è la Leggenda di sant’Antonio abate conservata nella terza unità codicologica del Mscr.Dresd.Ob.6, uno tra gli otto codici del XV sec. nella lingua del sì presenti nella Sächsische Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek Dresden (SLUB). Avendo fornito alcune informazioni riguardanti l’intero manoscritto, ci si concentrerà sulla terza unità codicologica, descrivendone le principali caratteristiche formali e contenutistiche, collocando il testo ivi conservato nel più ampio contesto culturale della predicazione medievale in volgare. Sulla base di una rigorosa analisi del testo (analisi linguistica, ma anche analisi dei segni paragrafematici e della grafia), si tenterà di comprenderne l’uso e la provenienza. L’analisi si conclude con un paragrafo dedicato alla sintassi, rilevando come la Leggenda di sant’Antonio abate da un lato segua le norme sintattiche proprie dell’italiano antico e dall’altro sia fortemente influenzata dal modello neotestamentario e dalla sua funzione di supporto alla predicazione. Le conclusioni delle mie ricerche metteranno infine in luce il rapporto tra questo testo – con la sua punteggiatura e sintassi – e l’oralità propria del contesto omiletico.

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