• Refine Query
  • Source
  • Publication year
  • to
  • Language
  • 128
  • 103
  • 37
  • 37
  • 37
  • 37
  • 37
  • 35
  • 30
  • 28
  • 18
  • 9
  • 7
  • 6
  • 5
  • Tagged with
  • 422
  • 77
  • 72
  • 64
  • 64
  • 62
  • 61
  • 60
  • 59
  • 57
  • 57
  • 55
  • 54
  • 54
  • 54
  • About
  • The Global ETD Search service is a free service for researchers to find electronic theses and dissertations. This service is provided by the Networked Digital Library of Theses and Dissertations.
    Our metadata is collected from universities around the world. If you manage a university/consortium/country archive and want to be added, details can be found on the NDLTD website.
411

Escola itinerante dos acampamentos do MST : um contraponto à escola capitalista?

Camini, Isabela January 2009 (has links)
La presente ricerca contiene lo studio “Scuola Itinerante degli accampamenti del Movimento Senza Terra (MST – Movimento dos Sem Terra): un contrappunto alla Scuola Capitalista?” Per realizzare tale studio ci si è posti, quale obiettivo generale, l’analisi dell’apprendimento in quanto processo e l’identificazione dei principali aspetti o elementi che connotano, nella pratica, la Scuola Itinerante degli accampamenti del movimento MST come una proposta capace di contrapporsi alla scuola capitalista. Attraverso l’osservazione dei parametri di attualità e autorganizzazione degli educandi, si è cercato di comprendere la prossimità di questa scuola alla scuola socialista. I principali autori alla base della ricerca sono: M. M. Pistrak, Manacorda, Ponce, Freitas, Gramsci, Caldart, tra gli altri. Ai fini organizzativi, lo studio è stato diviso in cinque capitoli che trattano di ogni argomento relativo alla dimostrazione della tesi. Si è cercato, quindi, di fare la lettura di una vita nel suo intreccio con le motivazioni, i soggetti e il luogo della ricerca. Si è poi passati ad una retrospettiva del contesto storico del Movimento Senza Terra, della sua nascita, del processo storico e della situazione attuale, delineando la preoccupazione e impegno del movimento con l’educazione e la scuola. Allo scopo di analizzare le reali possibilità della Scuola Itinerante di essere “diversa” o contrapporsi alla Scuola Capitalista, si è fatta una lettura delle concezioni e pratiche di questo progetto di scuola, riportando gli elementi che la caratterizzano storicamente e le forze politiche e sociali che la rendono presente nell’attuale sistema. Si è riflettuto, in seguito, sulla Storia e sul Contesto della Scuola Itinerante dalla sua nascita, la lotta dei Sem Terra per ottenerla e mantenerla tra di loro e, soprattutto, il desiderio di trasformarla. L’interrogativo: La scuola itinerante degli accampamenti del Movimento MST: un contrappunto alla scuola capitalista? rimane nell’aria, ma in un certo modo viene qui abbozzata una risposta. Pur costituendo un’esperienza singolare, al punto di attirare l’attenzione di autorità pubbliche, di educatori e del proprio movimento, si sono voluti puntualizzare alcune tensioni, limiti e contraddizioni che emergono dal processo dell’esperienza. Riconosciuta nello Stato del Rio Grande do Sul nel 1996 e nello Stato del Paraná nel 2003, la Scuola Itinerante si sta affermando come riferimento per l’educazione di bambini, adolescenti e adulti accampati e si sta espandendo anche ad altri stati del Brasile dove il movimento MST è organizzato. / A presente pesquisa contém um estudo realizado sobre Escola Itinerante dos acampamentos do MST: um contraponto à Escola Capitalista? Para a realização deste estudo apresentamos, como objetivo geral: apreender no processo quais os principais aspectos/elementos que evidenciam, na prática, ser a Escola Itinerante dos acampamentos do MST uma proposta capaz de se contrapor à escola capitalista. Através da observação das categorias atualidade e auto-organização dos educandos, buscamos compreender sua aproximação com a escola socialista. Os principais autores que fundamentam a pesquisa são: Pistrak, Manacorda, Ponce, Freitas, Gramsci, Caldart, entre outros. Para organizar este processo, o trabalho está dividido em cinco capítulos abordando questões referentes à demonstração da tese. Assim, busco fazer uma leitura da trajetória de vida, imbricada com as razões, os sujeitos e o lugar da pesquisa, seguida de uma retrospectiva do contexto histórico do Movimento Sem Terra, sua gênese, processo histórico e atualidade; sua preocupação e ocupação com a educação e a escola aqui estão delineados. Objetivando analisar as reais possibilidades de a Escola Itinerante ser “diferente”, ou contrapor-se à Escola Capitalista, é feita uma leitura das concepções e práticas deste projeto de escola, trazendo os elementos que a caracterizam historicamente e as forças políticas e sociais que a fazem presente no atual sistema. Em seguida, reflito sobre a História e o Contexto da Escola Itinerante, desde sua gênese, a luta dos Sem Terra pela conquista e permanência no seu meio e, sobretudo, pelo desejo e necessidade de transformá-la. A interrogação: Escola Itinerante dos acampamentos do MST: um contraponto à Escola Capitalista?, embora continue soando aos ouvidos, encontra-se, de certa forma, respondida aqui. Apesar de se constituir como uma experiência singular, de chamar a atenção de autoridades públicas, de educadores e do próprio Movimento, fazemos uma leitura de algumas tensões, limites e contradições que emergem no processo da experiência. Aprovada no Rio Grande do Sul em 1996 e no Paraná em 2003, a Escola Itinerante vem se construindo como referência de escola para crianças, adolescentes e adultos acampados, se expandindo também para outros estados da federação onde o MST está organizado.
412

Escola itinerante dos acampamentos do MST : um contraponto à escola capitalista?

Camini, Isabela January 2009 (has links)
La presente ricerca contiene lo studio “Scuola Itinerante degli accampamenti del Movimento Senza Terra (MST – Movimento dos Sem Terra): un contrappunto alla Scuola Capitalista?” Per realizzare tale studio ci si è posti, quale obiettivo generale, l’analisi dell’apprendimento in quanto processo e l’identificazione dei principali aspetti o elementi che connotano, nella pratica, la Scuola Itinerante degli accampamenti del movimento MST come una proposta capace di contrapporsi alla scuola capitalista. Attraverso l’osservazione dei parametri di attualità e autorganizzazione degli educandi, si è cercato di comprendere la prossimità di questa scuola alla scuola socialista. I principali autori alla base della ricerca sono: M. M. Pistrak, Manacorda, Ponce, Freitas, Gramsci, Caldart, tra gli altri. Ai fini organizzativi, lo studio è stato diviso in cinque capitoli che trattano di ogni argomento relativo alla dimostrazione della tesi. Si è cercato, quindi, di fare la lettura di una vita nel suo intreccio con le motivazioni, i soggetti e il luogo della ricerca. Si è poi passati ad una retrospettiva del contesto storico del Movimento Senza Terra, della sua nascita, del processo storico e della situazione attuale, delineando la preoccupazione e impegno del movimento con l’educazione e la scuola. Allo scopo di analizzare le reali possibilità della Scuola Itinerante di essere “diversa” o contrapporsi alla Scuola Capitalista, si è fatta una lettura delle concezioni e pratiche di questo progetto di scuola, riportando gli elementi che la caratterizzano storicamente e le forze politiche e sociali che la rendono presente nell’attuale sistema. Si è riflettuto, in seguito, sulla Storia e sul Contesto della Scuola Itinerante dalla sua nascita, la lotta dei Sem Terra per ottenerla e mantenerla tra di loro e, soprattutto, il desiderio di trasformarla. L’interrogativo: La scuola itinerante degli accampamenti del Movimento MST: un contrappunto alla scuola capitalista? rimane nell’aria, ma in un certo modo viene qui abbozzata una risposta. Pur costituendo un’esperienza singolare, al punto di attirare l’attenzione di autorità pubbliche, di educatori e del proprio movimento, si sono voluti puntualizzare alcune tensioni, limiti e contraddizioni che emergono dal processo dell’esperienza. Riconosciuta nello Stato del Rio Grande do Sul nel 1996 e nello Stato del Paraná nel 2003, la Scuola Itinerante si sta affermando come riferimento per l’educazione di bambini, adolescenti e adulti accampati e si sta espandendo anche ad altri stati del Brasile dove il movimento MST è organizzato. / A presente pesquisa contém um estudo realizado sobre Escola Itinerante dos acampamentos do MST: um contraponto à Escola Capitalista? Para a realização deste estudo apresentamos, como objetivo geral: apreender no processo quais os principais aspectos/elementos que evidenciam, na prática, ser a Escola Itinerante dos acampamentos do MST uma proposta capaz de se contrapor à escola capitalista. Através da observação das categorias atualidade e auto-organização dos educandos, buscamos compreender sua aproximação com a escola socialista. Os principais autores que fundamentam a pesquisa são: Pistrak, Manacorda, Ponce, Freitas, Gramsci, Caldart, entre outros. Para organizar este processo, o trabalho está dividido em cinco capítulos abordando questões referentes à demonstração da tese. Assim, busco fazer uma leitura da trajetória de vida, imbricada com as razões, os sujeitos e o lugar da pesquisa, seguida de uma retrospectiva do contexto histórico do Movimento Sem Terra, sua gênese, processo histórico e atualidade; sua preocupação e ocupação com a educação e a escola aqui estão delineados. Objetivando analisar as reais possibilidades de a Escola Itinerante ser “diferente”, ou contrapor-se à Escola Capitalista, é feita uma leitura das concepções e práticas deste projeto de escola, trazendo os elementos que a caracterizam historicamente e as forças políticas e sociais que a fazem presente no atual sistema. Em seguida, reflito sobre a História e o Contexto da Escola Itinerante, desde sua gênese, a luta dos Sem Terra pela conquista e permanência no seu meio e, sobretudo, pelo desejo e necessidade de transformá-la. A interrogação: Escola Itinerante dos acampamentos do MST: um contraponto à Escola Capitalista?, embora continue soando aos ouvidos, encontra-se, de certa forma, respondida aqui. Apesar de se constituir como uma experiência singular, de chamar a atenção de autoridades públicas, de educadores e do próprio Movimento, fazemos uma leitura de algumas tensões, limites e contradições que emergem no processo da experiência. Aprovada no Rio Grande do Sul em 1996 e no Paraná em 2003, a Escola Itinerante vem se construindo como referência de escola para crianças, adolescentes e adultos acampados, se expandindo também para outros estados da federação onde o MST está organizado.
413

Mediale formen des Faust : von der mündlich tradierten legende zum film

Banach, Clemara January 2009 (has links)
Esta dissertação tem como objetivo investigar as relações entre os media - a imprensa, a fotografia, o filme, a Internet - e a literatura, focalizando especificamente as diversas formas que a matéria Fausto assumiu durante nos últimos 500 anos e suas inter-relações com as outras áreas sociais. Parte-se da convicção que estes medias exercem um papel central na formação das estruturas sociais e nas suas características, conforme Wilhelm Voßkamp¹ os medias são "culturas de comunicação que co-definem a realidade social" (Stanitzek e Voßkamp 2001). A história de Fausto é traçada a partir de sua origem como lenda oral. Convém lembrar que a figura faustiana como base o verdadeiro Fausto que viveu aproximadamente de 1480/1 - 1510/1 na Alemanha. Georg ou Johann Faust era tido como um mágico, um astrólogo e um alquimista e suas histórias fantásticas circulavam oralmente até que foram registradas em manuscritos no início do séc. XVI. Enquanto Fausto era vivo já surgiram várias lendas a seu respeito e após sua morte, que se deu numa experiência alquímica, correu a história que ele tinha um pacto com o demônio. Martin Luther, contemporâneo de Fausto, foi o primeiro a associá-lo ao satã (entidade demoníaca da tradição cristã) em sua obra Conversa de mesa² (1593). Assim, o mito que celebra um pacto com o diabo encontra suas raízes na realidade. Após a invenção de Gutenberg, surge em 1587 a primeira obra impressa, o livro popular Historia von D. Johann Fausten³, publicado por Johann Spies. Este livro, que foi escrito com intenção de assustar, amedrontar e alertar os leitores contra as tentações do "diabo", era de fácil leitura e logo cativou um grande público, tornando-se rapidamente conhecido em quase toda a Europa. Um dos motivos da grande popularidade desta obra é que apesar de literária as cenas eram tão bem descritas que era possível projetar mentalmente os quadros de horror e sobrenaturais que ali eram narrados. A descrição da personagem demoníaca desta obra, chamada de Mephistopheles, teve nítida influência das imagens diabólicas projetadas com a laterna mágica e a câmera obscura na idade média e a personagem principal Fausto é apresentada como uma figura negativa, pois trata-se aqui de uma obra de doutrinação protestante. A mesma servia como advertência para aqueles que possuíam curiosidade intelectual e queriam ir além dos limites estabelecidos pelas igrejas católica e protestante. O inglês Christopher Marlowe escreveu em 1587 uma peça teatral The Tragical History of Doctor Faustus4, no qual, assim como na Historia, Fausto é levado pelo demônio no final da história, pois havia selado um pacto assinado com o próprio sangue. Mephisto serviria ao Fausto durante 24 anos, se o mesmo no fim da vida lhe desse sua alma. A obra de Marlowe influenciou posteriormente as peças teatrais, apresentações, teatro de marionetes e grupos de teatro itinerante na Alemanha. Em aproximadamente 1600, grupos teatrais alemães passaram a exibir a peça Fausto, introduzindo a mesma elementos cômicos, como por exemplo a figura do "Hanswurst". Fausto tornara-se uma peça dirigida ao povo, com apresentações em feiras populares. Com Gothold Ephraim Lessing inicia-se uma redramatização em um nível mais elevado, seguido pelas diversas versões do Goethe (Urfaust5-1775; Faust, ein Fragment6- 1791; Faust. Der Tragödie Erster Teil7-1808 e Faust. Der Tragödie zweiter Teil8-1826). Johann Wolfgang von Goethe assistiu ao teatro de marionetes, peça inspirada no drama de Marlowe e começa a interessar-se e aprofundar-se no tema. Goethe, porém deu ao seu livro um final diferente, nele Fausto é salvo. E é justamente em Goethe, onde Fausto torna-se símbolo do homem moderno, que a obra atinge sua máxima expressão. O Fausto apresentado em teatro de marionetes na época de Goethe e as projeções com a laterna mágica, referentes ao Fausto e Mephisto, que influenciaram a própria obra de Goethe, podem ser vistos como precursores para a introdução do novo meio fílmico. Os primeiros fragmentos na matéria do Fausto, dos quais se têm notícias, foram filmados aproximadamente em 1895, (enfatizando elementos aventureiros, mágicos e cômicos da personagem). Sabe-se que Louis Lumières e George Méliés fizeram inúmeras filmagens com a temática faustiana. Estes filmes que eram fragmentados e de curta duração eram apresentados em feiras, mercados ou espaços alugados para apresentações de filmes, como um espetáculo técnico e pura diversão. Fausto, como obra cinematográfica, vai se desenvolvendo através dos séculos, passando pelas fases inerentes á própria evolução do filme, ou seja, pela câmera obscura, laterna mágica e a fantasmagoria, até chegar ao filme mudo e falado. A temática faustiana foi vastamente utilizada nas mais diversas produções filmicas. Conforme Lange-Fuchs9, filmes sobre Fausto foram produzidos na Alemanha, França Inglaterra, América, Itália e Dinamarca. Também encontramos variantes em espanhol, romeno, dinamarquês, holandês, tscheco, servocroata, húngaro e até em jiidisch. Acompanhar o desenvolvimento da obra literária de Fausto em obra cinematográfica é ao mesmo tempo acompanhar a história da evolução do filme propriamente dita. Os filmes de curta duração retratavam somente imagens, cenas ou elementos das obras de Fausto, porém a partir de 1912 surgem filmes de longa duração com a temática faustiana.O filme mudo que será analisado mais detalhadamente neste trabalho é o Faust. Eine Deutsche Volkssage¹º (1926) de Friedrich Wilhelm Murnau. Resumindo, pretende-se mostrar, como as diversas formas mediais trabalharam a figura do Fausto e como a mesma foi configurada, conforme seu respectivo medium em cada fase histórica. No que diz respeito às obras literárias, incluindo textos do treatro de marionetes, inicia-se este trabalho com a análise da já citada lenda oral, que foi inspirada pelo personagem histórico chamado Johannes "Georg" Faust, a qual surgiu manuscrita e foi impressa em 1587 (Volksbuch), após a invenção da imprensa de Gutenberg. Segue-se a estudo de Fausto no drama de Christopher Marlowe, no teatro de marionetes, que por sua vez também foram influenciados pelo escritor inglês Marlowe, o qual influenciou posteriormente as obras de Lessing e de Goethe. Apesar das obras literárias como as de Thomas e Klaus Mann abordarem a temática faustiana e serem de grande relevância para a literatura alemã, não serão foco de estudo neste trabalho. No que diz respeito ao cinema mudo alemão, o filme Faust. Eine deutsche Volkssage¹¹ de Friedrich Wilhelm Murnau será a última obra a ser analisada e estudada neste trabalho, por causa de sua grande importância para o cinema em geral. Quanto ao filme Mephisto¹² (1981) de István Szabó, o qual recorreu ao efeito do nacional-socialismo de Hitler, utilizando-se para isto da figura do ator Gustaf Gründgens, retratado primeiramente no livro de Klaus Mann; não será alvo deste trabalho. Em segundo lugar, será mostrado como o Fausto foi enriquecido de sentido diferenciado nos diversos momentos históricos: no Volksbuch com a presença da moral, no teatro de marionetes com a introdução da comicidade, na laterna mágica por sua qualidade visual e em Goethe com início da modernidade.
414

A gente da Felisberta: consciência histórica, história e memória de uma família negra no litoral rio-grandense na pós-emancipação (c. 1847 – tempo presente).

Weimer, Rodrigo de Azevedo January 2013 (has links)
Submitted by Maria Dulce (mdulce@ndc.uff.br) on 2014-02-25T17:17:36Z No. of bitstreams: 1 Weimer, Rodrigo-Tese-2013.pdf: 5825565 bytes, checksum: bb1cf3833ddeb66b3218f1cb54c82b39 (MD5) / Made available in DSpace on 2014-02-25T17:17:36Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Weimer, Rodrigo-Tese-2013.pdf: 5825565 bytes, checksum: bb1cf3833ddeb66b3218f1cb54c82b39 (MD5) Previous issue date: 2013 / No presente trabalho tenho como objetivo analisar como o passado escravista e o período subsequente à Abolição da escravidão vêm sendo lembrados ao longo do século XX na região do litoral norte do Rio Grande do Sul. Para tanto, analisou-se a trajetória de um casal de escravos e sua descendência desde meados do século XIX até a aurora do século XXI. Inscreve-se na perspectiva da “história da memória”, não obstante a experiência vivida seja recuperada como forma de contextualizar os processos de rememoração. Temáticas como a relação entre a oralidade e a cultura escrita, as experiências de gênero e de racialização, a valorização da memória do cativeiro face a disputas políticas contemporâneas e as práticas de nominação foram costuradas através do conceito de “consciência histórica”, por meio da qual procuro traduzir uma disposição investigativa – ainda que não “científica” ou “acadêmica” – do grupo estudado face a seu próprio passado. / In this study I intend to analyze how the slavery past and the period after the Abolition of slavery in Brazil have been recorded during the 20th century in the north littoral of the Brazilian State of Rio Grande do Sul. The trajectory of a couple of slaves and their offspring was studied since the middle of the 19th century till the dawn of the 21th century. This thesis befits into the perspective of the “history of memory”, notwithstanding the lived experience in recovered as a way of contextualization of the remembrance processes. Issues like the relation between orality and written culture, gender and racialization experiences, the appreciation of the slavery memory in view of contemporary political disputes, and the practices of nomination were interconnected through the concept of “historical consciousness”. This concept means and investigative disposition – but not “scientific” neither “academic” – of the studied group in view of their own past.
415

Mite-poësie : die mite-skepping in die poësie van William Butler Yeats en Adriaan Roland Holst

Milne, Sarah Elizabeth January 1967 (has links)
In my kennismaking met die poësie van Yeats en Roland Holst het ek onvermydelik opgemerk dat hulle sekere simbole ooreenkomstig gebruik, dat hulle dieselfde hoë, aristokratiese waardes handhaaf en gevolglik 'n afkeer het van die moderne massa-demokrasieë. Later het ek ontdek dat albei digters sterk in die Keltiese mites en sages belang gestel het en dat Roland Holst Yeats as 'n belangrike invloed eien. Dit alles, en die feit dat hulle albei enkele gegewens uit die Griekse mitologie daarby voeg in wat hulle "mites" word, het my voorgekom as goeie rede vir 'n vergelykende studie. So 'n ideë-studie het egter gedreig om iets heel anders te word as die literêre beskouing wat ek beoog het. Geleidelik het dit egter geblyk dat die mite méér moet wees dan die ideë-sisteem; en juis dit waardeur die mite meer is dan ideë-sisteem het die belangrikste regverdiging geword vir 'n vergelykende studie, en terselfdertyd, vir 'n toespitsing van die aandag op die poësie.
416

Fashioning the Domestic Ideology: Women and the Language of Fashion in the Works of Elizabeth Stoddard, Louisa May Alcott, and Elizabeth Keckley

Villafranca, Brooke 12 1900 (has links)
Women authors in mid to late nineteenth century American society were unafraid to shed the old domestic ideology and set new examples for women outside of racial and gender spheres. This essay focuses on the ways in which Elizabeth Stoddard's The Morgesons, Louisa May Alcott's Behind a Mask, and Elizabeth Keckley's Behind the Scenes, or, Thirty Years a Slave, and Four Years in the White House represent the function of fashion and attire in literature. Each author encourages readers to examine dress in a way that defies the typical domestic ideology of nineteenth century America. I want my readers to understand the role of fashion in literature as I progress through each work and ultimately show how each female author and protagonist set a new example for womanhood through their fashion choices.
417

"Oh, Awful Power": Energy and Modernity in African American Literature

Gordon, Walter January 2021 (has links)
“‘Oh, Awful Power’: Energy and Modernity in African American Literature” analyzes the social and cultural meaning of energy through an examination of African American literature from the first half of the twentieth century—the era of both King Coal and Jim Crow. Situating African Americans as both makers and subjects of the history of modern energy, I argue that black writers from this period understood energy as a material substrate which moves continually across boundaries of body, space, machine, and state. Reconsidering the surface of metaphor which has masked the significant material presence of energy in African American literature--the ubiquity of the racialized descriptor of “coal-black” skin, to take one example—I show how black writers have theorized energy as a simultaneously material, social, and cultural web, at once a medium of control and a conduit for emancipation. African American literature emphasizes how intensely energy impacts not only those who come into contact with its material instantiation as fuel—convict miners, building superintendents—but also those at something of a physical remove, through the more ambient experiences of heat, landscape, and light. By attending to a variety of experiences of energy and the nuances of their literary depiction, “‘Oh, Awful Power’” shows how twentieth-century African American literature not only anticipates some of the later insights of the field now referred to as the Energy Humanities but also illustrates some ways of rethinking the limits of that discourse on interactions between energy, labor, and modernity, especially as they relate to problems of race. These insights are made especially visible, I argue, by way of experiments with literary form, particularly through play with the expectations, limitations, and affordances of genre. I identify three particular generic formations which prove vital to the African American theorization of modern energy: the picturesque, tragedy, and naturalism. In my first chapter, I examine a 1986 novel by West Virginia-born novelist and politician J. McHenry Jones, entitled Hearts of Gold, which features the rare portrayal of black life in a convict coal mine at its narrative core. The feverish episode in the mine stands out against the otherwise genteel narrative of light-skinned striving and respectability, which aligns closely with Washingtonian ideologies of progress and the aesthetic sensibilities of the picturesque. In this depiction of the convict mine, Jones both poses a challenge to the social and political ideologies which subtend the picturesque, and draws a novel link between the rise of coal and the persistence of slavery in the form of the convict lease system. Chapter two extends Jones’ critique of the racial politics of coal mining through an examination of Shirley Graham’s Dust to Earth, a play briefly produced in 1941 which depicts the interracial conflicts that arise after a deadly collapse at a coal mine in Illinois. I argue that the play represents the fulfillment of Graham’s earlier project of rewriting Eugene O’Neill’s The Hairy Ape for an all-black cast—a project that O’Neill himself swiftly vetoed. Examining Dust to Earth’s intertwined plots of descent and sabotage, I show how the play exploits the generic conventions of tragedy in order to reconfigure familiar narratives of racial domination to fit the distinctly modern space of the coal mine. My third chapter reads the presence of two relatively “minor” forms of energy—hydroelectricity and solar power—in two novels by George Schuyler and W.E.B. Du Bois, Dark Princess (1928) and Black Empire (193638). In each of these texts, energy is written into the narrative as a powerful force, capable of affecting social and political life on a global scale. I argue that Du Bois’ romance is better understood as an experiment in naturalism, and that through conceiving of the body as a “human motor” Du Bois is able to form a critique of progressive era hydroelectric projects as aspects of an international war for colonial control. For Schuyler, on the other hand, solar power is figured as a potentially revolutionary form of energy that, despite its roots in a recent history of imperial expansion, nonetheless carries some promise once wrested from the control of the nation-state. In my final chapter, I interpret Ann Petry’s 1946 naturalist novel The Street as a drama of thermal management—a narrative in which the cultural politics of energy are refracted primarily through various characters’ bodily experiences of temperature. I argue that the protagonist’s struggle to maintain homeostasis represents an embodied critique of the often-elided racial politics of domestic heat. Finally, with the literary history of the furnace room as a backdrop, I argue that Petry’s depiction of the space foregrounds its paradoxical status as both a crucible of atavistic degeneration and a fount of humanist inspiration.
418

The hard-boiled detective: personal relationships and the pursuit of redemption

Howard, David George 19 July 2010 (has links)
Indiana University-Purdue University Indianapolis (IUPUI) / By start of the 1920s, the United States had seen nearly forty years of vast accumulations of wealth by a small group of people, substantial financial speculation and a mass change in the economic base from agricultural to industrial. All of this ended in 1929 in a crushing depression that spread not only across the country, but also around the world. Hard-Boiled detective fiction first reached the reading public early in the decade initially as adventure stories, but quickly became a way for authors to express the stresses these changes were causing on people and society. The detective is the center of the story with the task of reestablishing a certain degree of order or redemption. An important character hallmark of this genre is that he is seldom able to do this, or that the cost is so high a terrible burden remains. His decisions and judgments in this attempt are formed by his relationship with the people or community around him. The goal of this thesis is to look at the issues raised in the context of how the detective relates to a person or community in the story. For analysis, six books were chosen arranged from least level of personal relationship by the detective to the most intimate. The books are Red Harvest, by Dashiell Hammett, The Big Sleep, by Raymond Chandler, The Galton Case, by Ross MacDonald, Cotton Comes to Harlem, by Chester Himes, Devil in a Blue Dress, by Walter Mosley, and I, the Jury, by Mickey Spillane. In the study of these books, a wide range of topics are presented including political ideologies, corruption, racial discrimination and family strife. Each book provided a wealth of views on these and other subjects that are as relevant today as when they were written.
419

El teatro poético de Valdelomar, Peña Barrenechea y Ríos Poner en escena al Perú moderno 1916 / 1948

Isola De Lavalle, Alberto 12 March 2019 (has links)
En 1916, Abraham Valdelomar, inspirado por el teatro simbolista europeo, principalmente por la obra del italiano Gabriele D´Annunzio, escribe su “tragedia pastoril” Verdolaga, rompiendo con la que había sido hasta ese momento la tradición fundamental del teatro peruano republicano, el costumbrismo. A partir de esa fecha y hasta la década de 1950, la dramaturgia peruana sigue el rumbo de lo que podríamos llamar el “teatro poético”, un acercamiento lírico y simbólico a la realidad (en algunos casos, adoptando también el ritmo y la rima de la métrica española). Esto en llamativo contraste con la tradición realista y naturalista que caracterizaba a la mayor parte del drama del resto del continente americano. Sin embargo, a diferencia del simbolismo (y del teatro lírico de García Lorca y Claudel, que influenciaría a los autores posteriores a Valdelomar), el teatro peruano de esos años aborda temas que tienen que ver directamente con la vida política y social del país, creando un precedente inusitado. Como señalan Bernabé y Muguercia, los autores se apropian de los postulados de vanguardias europeas para poner en escena al Perú de su época, lejos de los tópicos y el estilo del costumbrismo y el melodrama, también presente en los escenarios de nuestro siglo XIX y comienzos del XX. La tesis plantea que esta opción (en sus diversas manifestaciones y tomando en consideración la personalidad de cada autor) refleja las dificultades de crear un teatro moderno, que llevara a escena la complejidad social y racial del Perú de esas décadas, La elección del tono poético o “estilizado”, como lo llamaría Pavis, es un acercamiento consciente al desafío de poner en escena sobre todo al mundo andino, virtualmente ausente del teatro costumbrista, enfrentando la dificultad de una representación del “otro” que no caiga en la caracterización física y lingüística cómica y estereotipada del teatro más popular. Para ello, se examinan en detalle tres obras fundamentales de este período, Verdolaga de Abraham Valdelomar (1916), Bandolero Niño de Ricardo Peña Barrenechea (1935) y El Fuego de Juan Ríos (1948), partiendo de las vanguardias europeas que los inspiran y analizando su apropiación de sus principios y su relación con el Perú de la época. También se busca explicar la poca fortuna escénica de estos y otros textos, analizando la forma de producción teatral típica de esos años (la compañía profesional), la presencia de la censura, la indiferencia de un público aficionado al teatro frívolo y la dificultad de hallar una nueva manera de representar que se alejara de lo aceptado hasta ese momento. / Tesis
420

The role of Quakerism in the Indiana women's suffrage movement, 1851-1885 : towards a more perfect freedom for all

Hamilton, Eric L. January 2013 (has links)
Indiana University-Purdue University Indianapolis (IUPUI) / As white settlers and pioneers moved westward in the late eighteenth and early nineteenth centuries, some of the first to settle the Indiana territory, near the Ohio border, were members of the Religious Society of Friends (the Quakers). Many of these Quakers focused on social reforms, especially the anti-slavery movement, as they fled the slave-holding states like the Carolinas. Less discussed in Indiana’s history is the impact Quakerism also had in the movement for women’s rights. This case study of two of the founding members of the Indiana Woman’s Rights Association (later to be renamed the Indiana Woman’s Suffrage Association), illuminates the influences of Quakerism on women’s rights. Amanda M. Way (1828-1914) and Mary Frame (Myers) Thomas, M.D. (1816-1888) practiced skills and gained opportunities for organizing a grassroots movement through the Religious Society of Friends. They attained a strong sense of moral grounding, skills for conducting business meetings, and most importantly, developed a confidence in public speaking uncommon for women in the nineteenth century. Quakerism propelled Way and Thomas into action as they assumed early leadership roles in the women’s rights movement. As advocates for greater equality and freedom for women, Way and Thomas leveraged the skills learned from Quakerism into political opportunities, resource mobilization, and the ability to frame their arguments within other ideological contexts (such as temperance, anti-slavery, and education).

Page generated in 0.067 seconds