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En actionberättelse : en analys av de narrativa delarna i actiondatorspelet HaloRönnberg, Alexander, Svensson, Martin January 2003 (has links)
This essay is a narrative analyze of the computer game Halo. The purpose of the essay is to see what function the narrative elements have in a computer game of the action genre. The analyze is done with a neo-formalistic approach according to the theory of David Bordwell and Kristin Thompson. The choice of game was based on it's positive reviews mentioning the story. The essay tries to give a picture of research in the field and researchers views on narratives and computer games. The conclusion is that this particular game uses the narrative to motivate progress through the game and give the player a goal to play towards. It's also been used to enhance the players experience. / Uppsatsen gör en analys av de narrativa delarna i datorspelet Halo. Syftet med uppsatsen är att se vilken funktion de narrativa elementen fyller i ett datorspel i actiongenren. Analysen har gjort utifrån neoformalistisk teori enligt David Bordwell och Kristin Thompson. Valet av spel gjordes utifrån de positiva recensioner spelet fått som nämner historien i spelet. Uppsatsen försöker ge en bild av dagens forskning inom datorspel och narrativ och den bild framstående forskare har. Slutsatsen är att spelet har använt narrativ för att fungera som drivkraft genom spelet och att ge spelaren det mål som man ska spela mot för att vinna. Det har också använts för att förhöja spelarens upplevelse.
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Au-delà du formalisme : la critique des écrivains en France et en Italie pendant la seconde moitié du XXe siècle / Beyond formalism : writers as critics in France and Italy during the second half of the twentieth centuryLorandini, Francesca 29 May 2014 (has links)
Ce travail arpente le domaine de ce qu’Albert Thibaudet nommait « la critique des artistes » pour montrer que, au cours de la seconde moitié du XXe siècle, ce genre de critique a constitué un véritable laboratoire permettant de sortir des impasses auxquelles avait conduit la vision autotélique de l’œuvre proposée par la critique formaliste et par la néo-avant-garde. Dans la première partie de l’étude on s’interroge sur l’évolution de la critique formaliste, en envisageant le tournant linguistique des années 1960 comme l’aboutissement naturel d’une révolution culturelle qui a eu lieu à la fin du XIXe siècle. En menant une analyse comparée entre la France et l’Italie, on observe les deux critiques formalistes en-dehors de leur rapport de filiation, et on brosse un modèle transnational qui montre qu’elles partagent la même conception de la littérature postulée par la néo-avant-garde. La deuxième partie du travail est consacrée à l’analyse d’une tendance relevable dans la critique des écrivains à partir de l’après-guerre, où une étude purement intrinsèque de l’œuvre d’art est mise en discussion. On propose une analyse comparée de la critique littéraire de Georges Perec, Michel Tournier, Philippe Muray, Tommaso Landolfi, Pier Paolo Pasolini et Pier Vittorio Tondelli, afin de souligner que leur pratique critique ne s’est pas limitée à une déclaration personnelle de poétique, mais elle a ouvert une voie alternative à l’exaspération des positions théoriques formalistes, en anticipant ou en prônant le dépassement d’une vision autoréférentielle de l’œuvre qui a caractérisé la littérature de la fin du XXe siècle aussi bien en France qu’en Italie. / My dissertation covers the field of what Albert Thibaudet called “the critique of artists” in order to show that, throughout the second half of the twentieth century, this form of criticism has given readers a different perspective on literature in comparison to that of the formalists and the neo-avant-garde. In the first part of my study, I examine the evolution of formalist criticism in the twentieth century, considering the linguistic turn of the 1960s as the natural outcome of a cultural revolution which took place at the end of the nineteenth century. By conducting a comparative study between France and Italy, I attempt to outline a transnational model which shows that the two formalist critiques share the same understanding of the literature postulated by the neo-avant-garde. The second part of my thesis is devoted to the study of one of the main tendencies in the critique of the writers since the Second World War, a tendency that called into question a purely intrinsic study of the work of art. Here, I propose a comparative study of the literary critique of Georges Perec, Michel Tournier, Philippe Muray, Tommaso Landolfi, Pier Paolo Pasolini and Pier Vittorio Tondelli, in order to underline that their critical practice has not limited itself to a personal declaration of their poetic views, but it has truly opened up an alternative approach to formalist theoretical positions. They refused to speak of literature as a secluded world, and by doing so they anticipated one of the most important features of the literature of the end of the twentieth century, both in France and in Italy.
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Musicals and the Margins: African-Americans, Women, and Queerness in the 21st Century American MusicalWellborn, Brecken 12 1900 (has links)
This thesis provides an overview of the various ways in which select marginalized identities are represented within the twenty-first century American musical film. The first intention of this thesis is to identify, define, and organize the different subgenres that appear within the twenty-first century iterations of the musical film. The second, and principal, intention of this thesis is to explore contemporary representations of African-Americans, women, and queerness throughout the defined subgenres. Within this thesis, key films are analyzed from within each subgenre to understand these textual representations.
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Boiardo lettore di Dante. Comunicazione letteraria e intertestualità a Ferrara nella loro dimensione storicaCazzato, Matteo 29 May 2024 (has links)
La tesi si propone di indagare l’intertestualità dantesca nell’opera volgare di Matteo Maria Boiardo. Il fenomeno è già stato oggetto di studi – indirizzati soprattutto al poema cavalleresco, e in misura minore (specie negli ultimi anni) al canzoniere lirico – che si sono mossi però nell’alveo dell’impostazione strutturalista, con una considerazione della memoria poetica da un punto di vista formalista e tipologico. Questa corrente ha consentito sviluppi importanti negli studi filologici, ma porta a vedere il fatto letterario staccato dal suo contesto di riferimento. Se questo esito in Italia è stato arginato da una forte base storicista, va detto che gli studi sulle riprese poetiche hanno però vissuto una situazione particolare. Da una parte, infatti, lo strutturalismo fra anni ’60 e ’70 ha imposto anche in Italia, attraverso una serie di importanti lavori, il suo modo di trattare la questione, senza poi che il successivo approdo semiotico incidesse in maniera significativa. Dall’altra, la reazione di chi voleva agganciare il fenomeno al dato storico ha riportato il problema all’impostazione erudita della critica delle fonti, privilegiando la raccolta dati da mettere in relazione con le informazioni sulla storia della tradizione e della circolazione. L’obbiettivo di questa tesi è fare un passo avanti, nella convinzione che per lo studio di questi fenomeni di riuso sia la circolazione manoscritta che i dati testuali e formali vadano letti in una piena prospettiva semiotica: guardare ai fenomeni di tradizione e trasmissione testuale nell’ottica dei processi ricettivi, e considerare le scelte di memoria poetica come atti comunicativi, con un valore pragmatico. La ricerca ha l’intento di giungere ad una maggior comprensione del rapporto del dotto poeta umanistico con il modello dantesco, un’interpretazione più chiara delle strategie di riuso, determinate dal particolare modo di leggere la Commedia nel contesto specifico, e perciò attraverso un preciso filtro fra quelli disponibili al tempo. Accanto all’insieme di informazioni filologiche sulle attestazioni manoscritte nelle biblioteche del tempo, l’indagine qui condotta consente – anche da un punto di vista che potremmo definire attributivo – di indicare in Benvenuto da Imola l’esegeta di riferimento per Boiardo e il suo pubblico, proprio perché l’osservazione ravvicinata dei testi e dei loro legami fa emergere questa tradizione interpretativa come la più attiva nell’elaborazione boiardesca rivolta ai lettori. Il lavoro non ha preso le mosse da un afflato teorico, teso a riconcettualizzare l’intertestualità, ma da un intento di chiarificazione sui testi e alcuni loro aspetti che non sembravano però trovare una spiegazione soddisfacente all’interno del quadro metodologico diffuso. Il lavoro, allora, ha assunto poco alla volta anche una vena metodologica sorta dall’osservazione dei fenomeni in modo nuovo. E così, accanto all’indagine storico-letteraria, e in stretta relazione con essa, è stato possibile avanzare alcune proposte ermeneutiche sui meccanismi intertestuali in base alle dinamiche della comunicazione letteraria. E nelle pagine che seguono il percorso si articola attorno a nuclei diversi ma interconnessi: da una parte la riflessione generale a carattere semiotico sui fenomeni di memoria poetica, che vengono concettualizzati grazie agli apporti di discipline come la pragmatica; segue una ricognizione storica sulle modalità di lettura e ricezione del modello dantesco – e non solo – in base alla circolazione dei testi e dei loro apparati esegetici; si arriva poi al nucleo del lavoro con l’affondo diretto su opere e paratesti esegetici con le loro relazioni, che si instaurano all’interno del laboratorio d’autore e poi da lì arrivano al pubblico.
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