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Pedagogia del disagio adulto / Pedagogy of Adult Disease

GNOCCHI, RAFFAELE 02 April 2007 (has links)
La ricerca focalizza l'attenzione sul disagio adulto. Il concetto di persona è riletto alla luce del clima definito (neo)moderno all'interno del quale l'uomo vive una difficoltà quotidiana nel riconoscere se stesso e il contesto a lui circostante. Le relazioni interpersonali subiscono questa pressione socio culturale la quale va pertanto analizzata e considerata. L'età adulta è l'ambito specifico della ricerca; in questa fase della vita maturità e saggezza sono elementi da declinare e rileggere in relazione ai limiti costitutivi la persona stessa: riconoscere e assumere i propri limiti è una prima operazione di maturità. I limiti e il disagio chiamano in causa la necessaria lettura interdisciplinare: medicina e pedagogia dialogano nell'interesse della persona sofferente; da questo dialogo nascono indicazioni concrete per una pratica corresponsabile sui piani biologico ed educativo. Si sostanzia in definitiva una pedagogia del disagio e della marginalità adulta quale risultato dello scambio epistemologico fra le due discipline. questa prospettiva postula interventi rinnovati nell'ambito del disagio adulto poiché il disagio e la sofferenza non sono sempre ascrivibili a questioni di natura patologica. La pedagogia oltre a riconoscere il ruolo delle altre discipline è altresì riconosciuta come scienza impegnata nell'educazione degli adulti in stato di disagio. / The research focuses on adult hardships. The concept of person is considered by the light of a climate defined (neo) modern in which man lives a daily difficulty in recognising both himself and the surrounding context. Interpersonal relationships are strongly influenced by this socio cultural pressure that needs to be considered and analysed. Adulthood is the specific field of the research. During this stage of life, maturity and wisdom are elements to be considered and analysed in relation to the constitutive limits of the person: the awareness and the acceptance of the limits represent a first act of maturity. The limits and hardships require an interdisciplinary understanding: medicine and pedagogy interact on behalf of the person in hardships; factual proposals derive from this interaction for a joint responsibility on a biological and educational level. It gains substance after all a pedagogy of the hardships and adult marginality as a result of an epistemological exchange between the two disciplines. This perspective requires renewed interventions in adult marginality because the hardships and suffering cannot be always ascribed to pathological matters. Pedagogy, besides recognising the role of the other disciplines, is considered as a science engaged in the education of adult people in hardships.
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L'ABITAZIONE TRA BISOGNI E DESIDERI. "METTER SU CASA" NELLA SOCIETA' CONTEMPORANEA / Home and House between Needs and Wishes "Step up House" in the Contemporary Society

BOLIS, MICHELA 28 February 2008 (has links)
La tesi analizza il significato dell'abitazione nella società contemporanea, dove il processo di individualizzazione e la crescente importanza dell'esperienza quotidiana come spazio in cui i soggetti costruiscono il senso del loro agire, rendono la casa un oggetto di studio privilegiato. La trattazione si apre con un'analisi dell'abitare che prende in considerazione i principali significati legati alla casa, riconducibili essenzialmente alle due sfere semantiche dei termini inglesi house e home, e traccia una breve storia dello spazio domestico italiano dagli anni cinquanta fino ai giorni nostri. Successivamente, l'analisi viene contestualizzata nella cultura italiana contemporanea; innanzitutto, l'attenzione è puntata sulla house, con la descrizione del quadro abitativo attuale da un punto di vista quantitativo e strutturale. Poi, ci si sofferma sulla home, con l'analisi della relazione tra la casa, i bisogni e la cultura nella società contemporanea e, in particolare, viene approfondito il ruolo dell'abitazione come strumento di comunicazione dell'identità. Dopo questo inquadramento generale, il focus si sposta sulle giovani coppie: con riferimento ai risultati della ricerca empirica, vengono descritte le tappe del processo del “metter su casa” e il modo in cui oggi si caratterizza il rapporto tra le giovani coppie e l'abitazione. / The thesis analyses the meaning of the couple house/home in contemporary society. The actual social context is characterized by a process of individualization and by the increasing importance of daily experience as a space where individuals try to build the meaning of their behaviour: these elements make house/home an interesting subject of study. The thesis starts with an analysis of inhabiting and of its main meanings, which are essentially linked to the two semantic areas of house and home, and describes a short history of Italian domestic space from fifties to our days. Then, the analysis focuses on contemporary Italian culture; first, the reasoning points attention towards the house, with the description of the actual dwelling situation from a quantitative and structural point of view. Then, the treatment examines the home, with the analysis of home-needs-culture relation, and, in particular, analyses the home role as an identity communication tool. After the analysis of the general situation, the focus moves to young couples: with reference to the empiric research, the treatment describes the steps of the “step up house” process and the particular relation between young couples and their home.
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COMUNITA' DI PRATICA PROFESSIONALI E NUOVE TECNOLOGIE: UN APPROCCIO PSICOSOCIALE ALLO STUDIO DEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELL'INTERSOGGETTIVITA'

DE MICHELI, CATERINA 08 March 2010 (has links)
Sulla base della teoria delle Comunità di Pratica e dell'Azione Situata, la ricerca si propone come scopo generale lo studio delle dinamiche interattive, relazionali e comunicative legate all’introduzione di una Cartella clinica medico-infermieristica informatizzata da parte di Comunità di Pratica professionali, composte da medici ed infermieri. Il primo obiettivo è quello di studiare in un’ottica psicosociale la creazione (primo studio) e il funzionamento (secondo studio) di Comunità di Pratica professionali nate intorno alle Nuove Tecnologie, tenendo conto anche se e in quale misura una comunità che segue un nuovo paradigma di interazione sociale possa essere considerata una vera e propria Comunità di Pratica. Il secondo obiettivo è quello di affinare una metodologia di indagine psicosociale in riferimento alle dinamiche che si concretizzano all’interno delle Comunità di Pratica, senza dimenticare la dimensione dell’Identità/Soggettività. I risultati, in un'ottica esplicativa di comprensione delle dinamiche sottostanti all’essere parte di una Comunità di Pratica o all’iniziare a farne parte, hanno restituito interessanti risvolti dal punto di vista interpersonale e organizzativo, con particolare riferimento alla costituzione e allo sviluppo delle due Comunità di Pratica e agli aspetti comunicativi e identitari della relazione medico-infermiere. Il terzo e ultimo obiettivo è provare a rispondere al quesito: per le Comunità di Pratica è possibile parlare di ‘Soggettività di pratica’? Per fare questo, una riflessione teorica conclusiva si propone di collegare il costrutto di Comunità di Pratica ai recenti sviluppi teorici sulla Soggettività. / According to the Community of Practice and the Situated Action Theories, the general aim of the research is the evaluation of the interactive, relational and communicative dimensions of the introduction and use of an interactive clinical-nursing record by medical professionals (doctors and nurses) Communities of Practice. In particular, the two studies investigate, from a psychosocial perspective, the emergence (first study) and the process (second study) of Communities related to the New Technologies, estimating if this kind of communities can be properly considered as Communities of Practice, referring also to the Identity/Subjectivity dimension. The results offers interesting practical implications -from the interpersonal and organizational point of view- on communication and identity aspects of the relationship among colleagues and between doctors and nurses. The last objective is then to try to answer to the question if it’s possible to assume a “subjectivity of practice”: a conclusive theoretical proposal aims to rely the Community of practice theory to the recent progress in Subjectivity concept.
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Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani / Religiosity and identity processes: cultural, familiar and social correlates of youth's religious identity

BRAMBILLA, MARIA 21 February 2013 (has links)
Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio. / Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI: STORIE DI VITA, VARIABILI CLINICO-SOCIALI E CONTESTO ISTITUZIONALE. UN'INDAGINE MULTI-METODO

DE MICHELI, MICHELA LUNELLA 16 March 2010 (has links)
Nella presente ricerca, che unisce metodologie di tipo sia qualitativo che quantitativo, vengono approfonditi alcuni fattori di rischio potenziale per i “minori stranieri non accompagnati”, in riferimento alle variabili di accentuato svantaggio che caratterizzano il percorso migratorio e i processi di integrazione di questi adolescenti. / In Italy the number of foreign adolescents who experienced the event of unaccompanied migration is constantly and continuously increasing.The research goal was to assess how the early unaccompanied experience of migration, characterized by difficult conditions such as the absence of parents and/or family mandate, influenced the Self representations in autobiographical narrations, depression levels, coping strategies and ethnic identity. And the broad normative-institutional context in which several social-justice workers play a role in the process of protection and custody as well.
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VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILE / Evaluating training effectiveness: a case study of an educational program with youth sector coaches

FRASCAROLI, DANIELA 08 March 2010 (has links)
Il presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia. La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile. Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP. Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione. / This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness. The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches. The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP. The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Identités enseignantes, le temps des incertitudes : de la représentation du métier dans les établissements publics de l'enseignement agricole

Sacripanti, Catherine 12 1900 (has links)
Thèse en cotutelle entre l'Université de Corse Pascal Paoli et l'Université de Montréal / Aux lendemains de la Seconde Guerre mondiale, l’agriculture, le monde rural et l’enseignement agricole ont connu des mutations successives qui en ont profondément changé les fonctions et les identités professionnelles. Les régions rurales connaissent aujourd’hui une ouverture aux populations par l’extension des zones périurbaines qui colonisent les établissements d’enseignement agricole soulevant des problématiques nouvelles pour des structures scolaires autrefois dédiées aux enfants d’agriculteurs souhaitant reprendre l’exploitation agricole transmise de père en fils. Les métiers et professionnels du monde rural changent, les enfants de familles moins agricoles investissent les lycées ou leurs centres de formation important de nouveaux profils d’élèves et difficultés d’apprentissage dues à certaines conditions socio-familiales fragiles, et les mutations dans l’environnement socioéconomique des zones rurales continuent de se poursuivre. La Corse qui constitue notre terrain de recherche n’échappe pas aux conséquences de ces mutations. Toutefois, les spécificités en lien avec l’insularité et un territoire marqué par une géographie de montagne apportent une dimension quelque peu différente à notre étude. Au cours de nos recherches et entretiens auprès des enseignants des deux établissements d’enseignement agricole en Corse, nous avons cherché à savoir comment les enseignants et formateurs des deux lycées agricoles en Corse vivaient ces transformations de fond et leurs conséquences sur les publics scolaires, la pédagogie, les relations avec les partenaires sociaux et économiques des établissements, et si ces derniers constituaient des facteurs déterminants de changement identitaire et professionnel chez ces agents éducatifs du ministère de l’Agriculture. / Since the aftermath of the Second World War, agriculture, rural areas and agricultural schools have seen successive mutations which have deeply affected their functions and professional identities. Nowadays, rural areas are becoming more open to new populations through an extension of peri-urban areas which allow their inhabitants to colonize the agricultural schools located in their immediate vicinity. This new influx is raising unprecedented issues for these educational and vocational schools, traditionally dedicated to the children of agricultural families that are looking to follow in their parents’ footsteps on the family farm. For more than twenty years now, fewer and fewer of these aforementioned children have been enrolling in these agricultural schools and their professional training centres, thus compelling these establishments to expand their regional curriculum offer .Consequently, in Corsica, our region of interest, changes in these agricultural areas and populations are pertinent. Moreover, this territory is characterized by certain specific economical points relating to insularity and a mountainous geography which gives our study a different dimension. It is the reason why we wanted to investigate how the teachers and vocational trainers of the two agricultural schools in Corsica managed to cope with these fundamental socio-economic transformations, their consequences and adaptation to the specific needs of the new schoolgoing public. Coupled with this, we have also looked at teaching and education, the relations with their social partners and ultimately, if all of these could be determining factors in influencing the professional and identity changes of the teachers and vocational trainers of the Ministry of Agriculture. / Dopu à a seconda guerra mundiale, l'agricultura, a sucietà campagnola è l'insignamentu agrìculu anu vistu tanti è tanti cambiamenti, è cusì l'incàrichi è l'identità prufessiunale sò mutate di manera prufonda. I spazii campagnoli oghjinchi sò grand'aperti à quelli chì càmpanu in i cuntorni crisciuti di e grande cità. Sò elli i più numarosi in i stabilimenti di l'insignamentu agrìculu, induv'elli anu fattu nasce d'altri capatoghji: si trattava fin'à tandu di cumbulì figlioli d'agricultori in cerca di piglià a seguita di splutazione agrìcule sfrutate da babbone à figliulini. I mistieri è i prufessiunali di u spaziu campagnolu sò cambiati, a maiò parte di i zitelli in i licei o in i stabilimenti di furmazione agrìcula sò nati in famiglie chì campavanu pocu o micca di l'agricultura. È cusì, l'ambiente suciale è ecunomìcu di i rughjoni campagnoli muta tantu è più. A Còrsica, chì ghjè u nostru scopu di ricerche, ùn s'hà pussutu francà tutti sti cambiamenti. È puru e so specificità, in lea cun insularità è rughjone muntagnolu, anu arricatu qualcosa di sfarente à u nostru studiu. Emu circatu à capì cumu l'insignanti è i furmatori di i nostri dui licei agrìculi Corsi campavanu cù tutti sti cambiamenti prufondi è quale éranu e cunsequenze incù i sculari, a pedagogia è e relazione cù i partenarii di l'ambiu suciale è ecunòmicu di i stabilimenti. S'hè circatu à sapè s'elli èranu sti partenarii quelli chì ghjèranu u più à l'orìgine di i cambiamenti in l'identità è a pràtica di l'agenti educativi di u Ministeriu di l'Agricultura.

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