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GRAVIDANZA GEMELLARE E COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE MAMMA-GEMELLI / TWIN PREGNANCY AND THE BUILDING OF MOTHER-TWIN RELATIONSHIP

MASCHERONI, ELEONORA 09 March 2018 (has links)
L’esperienza di aspettare e di essere genitore di due gemelli è innegabilmente diversa rispetto alla gravidanza alla genitorialità nel caso di un singolo bambino. La nascita gemellare è associata a conseguenze mediche, sanitarie, socio-emotive, psicologiche e dello sviluppo. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di aggiungere conoscenze rispetto agli aspetti unici legati alla gravidanza gemellare e alla genitorialità. Ho esaminato il modo in cui le future mamme vivono la loro gravidanza e come le madri sperimentano l’essere genitori di due gemelli e come queste interagiscono con i loro bambini nel periodo post-partum. Per studiare meglio l'esperienza di aspettare e di essere madre di due gemelli, i risultati sono stati confrontati con la letteratura esistente e sono stati utilizzati diversi progetti di ricerca. È stata valutata la validità e le proprietà psicometriche della versione italiana del Baby Care Questionnaire; è stato valutato se l'esperienza unica di un gemello in attesa potesse influenzare negativamente l'attaccamento prenatale; è stato esplorato l'impatto della nascita gemellare sull'interazione madre-figlio nel primo periodo post-partum. Questa tesi ha stabilito che le madri di gemelli hanno esigenze particolari e affrontano sfide uniche. Le madri di gemelli sembrano essere meno adattate dal punto di vista psicologico alla loro gravidanza in termini di basso livello di attaccamento prenatale. Anche la costruzione di una relazione stretta e positiva potrebbe essere più difficile nel caso dei gemelli. / The experience of expecting and parenting twins is undeniably different from that of a singleton pregnancy and parenthood. Twin births are associated with medical, health care, socio-emotional, psychological and developmental consequences. The aim of this work was to add knowledge concerning the unique aspects of expecting and parenting twins. I examined the way the mothers-to-be live their pregnancy as well as how mothers experience parenting twins and interact with their babies in the post-partum period. To better investigate the unique experience of expecting and parenting twins, results were compared with the existing literature and different research design were used. It was evaluated the validity and the psychometric properties of the Italian version of the Baby Care Questionnaire; it was investigated if the unique experience of expecting twin may adversely affect prenatal attachment; it was explored the impact of twin birth on mother-child interaction in the early post-partum period. This thesis established that mothers of twins have unique needs and face unique challenges. Mothers of twins seems to be less psychological adjusted to their pregnancy in terms of lower level of prenatal attachment. Also the building of a close and positive relationship could be more difficult in the case of twins.
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Le temps et ses structures : dimensions narratives et philosophiques de la temporalité dans les littératures de la Mésopotamie et de la Grèce anciennes / Time and its structures : narrative and philosophical dimensions of temporality in Mesopotamian’s and ancient Greece’s literatures / Il tempo e le sue strutture : dimensioni narrative e filosofiche della temporalità nelle letterature della Mesopotamia e della Grecia antiche

Calini, Ilaria 09 December 2016 (has links)
Les interactions culturelles dans la Méditerranée ancienne sont de plus en plus au centre des études sur l’Antiquité. Ce travail s’intéresse en particulier aux reflets des contacts entre la Mésopotamie et la Grèce anciennes dans la production littéraire. Sujet central et fil conducteur de la recherche est la temporalité narrative qui structure les textes littéraires, en particulier les compositions poétiques à sujet mythologique. La reconstruction proposée de la découverte de la Mésopotamie de la part de l’Occident moderne et contemporain permet de mettre en lumière les orientations idéologiques et les incohérences méthodologiques qui ont souvent biaisé l’interprétation et la systématisation des sources cunéiformes. Ce travail présente une synthèse et une réorganisation des « dimensions du temps » en Mésopotamie, dans une perspective de comparaison critique avec les analyses développées sur ces mêmes questions pour la Grèce. Le poème akkadien d’Erra a été sélectionné comme cas d’étude, en raison de son articulation narrative complexe, dans laquelle la composante temporelle est particulièrement significative pour la construction syntaxique et pour l’exégèse du texte même. Son analyse permet par la suite de développer un « parcours thématique guidé » à travers une série d’exemples choisis dans la production littéraire grecque des époques archaïque et classique, de l’épopée aux discussions philosophiques, jusqu’à la tragédie, afin de montrer que les parallélismes établis avec le poème d’ Erra révèlent l’encodage littéraire d’un « système de pensée » partagé. / The cultural interactions in the ancient Mediterranean are becoming ever more important in the studies on ancient times. This research focuses on the effects of the contacts between ancient Mesopotamia and Greece on literary texts. Narrative temporality, particularly in mythological poems, is the central argument and theme. The reconstruction here made of the discovery of Mesopotamia by the modern and contemporary Western culture allows shedding lights on the ideological orientations and the methodological incoherence which often distorted the interpretation and systematisation of cuneiform sources. This research proposes a synthesis and a reorganisation of the « dimensions of time » in Mesopotamia, in comparison with the same analyses on ancient Greece. The Akkadian poem of Erra has been chosen as case study, because of the complexity of its narrative, in which the temporal element is particularly relevant for the syntactic reconstruction and the exegesis of the text itself. Furthermore, the analysis of this text allows the development of a « thematic guided journey » through a series of literary examples from archaic and classical Greece, from epic to philosophy and to the tragedy, to show that the parallelisms with the Erra poem exemplify the literary coding of a « common way of thinking ». / Le interazioni culturali nel Mediterraneo antico sono sempre più al centro degli studi sull’Antichità. Questa ricerca si interessa ai riflessi dei contatti tra la Mesopotamia e la Grecia antiche nella produzione letteraria: argomento centrale e filo conduttore è la temporalità narrativa che struttura i testi letterari, in particolar modo le composizioni poetiche di soggetto mitologico. La ricostruzione qui proposta della scoperta della Mesopotamia da parte dell’Occidente moderno e contemporaneo permette di mettere in luce gli orientamenti ideologici e le incoerenze metodologiche che hanno spesso distorto l’interpretazione e la sistematizzazione della documentazione cuneiforme. Una sintesi e una riorganizzazione delle « dimensioni del tempo » in Mesopotamia sono proposte in chiave di comparazione critica con le analisi svolte su questi stessi temi per la Grecia. Il poema akkadico di Erra è stato selezionato come caso di studio per via della sua articolazione narrativa complessa, nella quale l’elemento temporale è particolarmente rilevante per la costruzione sintattica e l’esegesi del testo stesso. La sua analisi permette inoltre di sviluppare un « percorso tematico guidato » attraverso una serie di esempi scelti nell’ambito della produzione letteraria greca di epoca arcaica e classica, dall’epopea alle argomentazioni filosofiche, fino alla tragedia, al fine di mostrare che i parallelismi stabiliti con il poema di Erra esemplificano la codificazione letteraria di un « sistema di pensiero condiviso ».
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VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO / Towards intersubjectivity: Role and functions of the self in the interactive construction of the subject

BRIVIO, ELEONORA 21 February 2012 (has links)
Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti. / The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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RISORSE DI COPING AMBIENTALE SUL TRASPORTO PUBBLICO: UNA INDAGINE DEI MODERATORI AMBIENTALI DELL'ESPERIENZA DI AFFOLLAMENTO / ENVIRONMENTAL COPING RESOURCES ON PUBLIC TRANSPORTATION: TRACKING THE PHYSICAL BUFFERS OF CROWDING EXPERIENCE / ENVIRONMENTAL COPING RESOURCES ON PUBLIC TRANSPORTATION: TRACKING THE PHYSICAL BUFFERS OF CROWDING EXPERIENCE

LOMBARDI, DEBORA BENEDETTA 05 July 2017 (has links)
La presente ricerca è stata condotta per identificare le proprietà ambientali del veicolo pubblico che detengono il maggiore peso psicologico nel ridurre la percezione di affollamento, e quantificarne l'impatto sul benessere psicologico e sulla salute. L’affollamento rientra tra le esperienze negative più comuni associate all’utilizzo del trasporto pubblico. Ad oggi, accademici e policy makers concordano sull’importanza di ridurre l’esperienza di affollamento e le sue conseguenze, per migliorare l’esperienza di viaggio, e rendere il mezzo pubblico una soluzione di trasporto più sostenibile. La letteratura scientifica documenta il ruolo pervasivo giocato da alcune proprietà dell’ambiente fisico nel migliorare il funzionamento umano, ridurre la percezione di affollamento, e le sue conseguenze sulla salute e sul benessere psicologico: avere un livello di demarcazione dello spazio personale adeguato alle proprie esigenze, godere dell’accesso al contesto esterno, ed avere accesso ad uno scenario esterno con potenzialità rigenerative hanno dimostrato il peso più significativo. Nonostante ciò, è stato rivolto scarso interesse scientifico all’indagine delle strategie ambientali per ridurre l’affollamento nel contesto del trasporto pubblico. Sulla base di queste premesse, sono stati condotti tre studi sperimentali rivolti a: a) confermare il peso psicologico delle tre proprietà fisiche del veicolo pubblico considerate sulla percezione di affollamento e sul benessere psicologico; b) identificare i processi psicologici che spiegano l’impatto di ciascuna proprietà ambientale sulla percezione di affollamento; c) quantificare l’impatto delle condizioni ambientali più positive sul funzionamento umano durante brevi episodi di affollamento; d) verificare la validità di metodologie e tecnologie di simulazione per lo studio di condizioni sociali particolari, come l’affollamento. I risultati forniscono indicazioni interessanti per migliorare la progettazione di veicoli di trasporto pubblico, e per approfondire la conoscenza scientifica riguardante la congruenza uomo-ambiente in ambienti con specifiche funzioni: a) è confermato l’impatto protettivo delle tre proprietà fisiche considerate: avere a disposizione caratteristiche fisiche congruenti con il bisogno di coping per l’affollamento ha effetti concorrenti e conseguenti ad esperienze acute di densità sociale, anche brevi; b) emerge un effetto interattivo tra ambiente interno ed ambiente esterno al veicolo, che suggerisce di considerare le qualità fisiche dell’ambiente esterno per la progettazione di nuovi veicoli; c) nonostante alcune limitazioni emerse, le metodologie di simulazione impiegate in questa ricerca si sono rivelate un valido approccio per indagare l’impatto dell’ambiente fisico sul funzionamento psicologico in situazioni sociali particolari. / The present research was designed to identify the physical components of the public transport vehicle that help the most to reduce the perception of crowding, as well as to quantify their beneficial impact on human functioning. Crowding is among the primary determinants of adverse experiences on public transportation, thus, reducing its undesirable effects is a priority in both academic and practitioners’ agenda. The ubiquitous direct and indirect impact of the physical environment on human functioning, regarding affecting social perceptions, well-being and health are well documented. Among others, having a well-arranged demarcation of one’s personal space, and having access to the outdoor surrounding, especially when it has high regenerative potential, seem to have a primary importance. Nonetheless, no similar study has been conducted in the public transportation setting, so far. Accordingly, three experimental studies were carried out in order to: a) confirm the role of the three physical components herein examined in reducing the perception of crowding on public transportation; b) identify the psychological processes that explain the impact of each physical element on the perception of crowding; c) quantify the effect of the best environmental conditions on both health and well-being during short-term experience of crowding; d) verify the reliability of the methodological approach applied in these studies (i.e., well-controlled settings, simulator technologies) to investigate special social conditions, such as a social density situation. The results provided interesting suggestions to both advice practitioners in designing better public transportation services, and to deepen the scientific understanding of the person-environment fit in settings with specific functions: a) the beneficial impact of the three physical components examined on public transportation crowding was confirmed. Well-designed setting layout significantly buffers the aversive consequences of commuting crowding, even after short-term crowding experiences; b) A compensatory impact between the indoor and the outdoor physical attribute of the vehicle emerged, which leads to rethinking the spatial organization of public-transportation vehicle; c) despite the challenges associated with simulator technologies, the methodological approach applied in this research revealed to be a reliable contribution to the scientific investigation of the person-environment interaction during social interactions.
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La distanza conta: Tre elaborati in Economia Spaziale / DISTANCE MATTERS: THREE ESSAYS IN SPATIAL ECONOMIC ANALYSIS

CALEGARI, ELENA 27 May 2016 (has links)
Waldo Tobler, con la sua prima legge della geografia, afferma “Ogni cosa è correlata con qualsiasi altra, ma le cose vicine sono più relazionate di quelle lontane" (Tobler, 1970). Se questo era certamente vero nel 1970, tale convinzione è stata messa in discussione con l’avvento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT). Nel dibattito riguardo al processo di globalizzazione molti studiosi e giornalisti sostengono infatti che, con la velocizzazione delle telecomunicazioni, la distanza fisica è destinata a perdere il proprio potere esplicativo relativamente a molti fenomeni socio-economici (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). Questa dissertazione vuole contribuire al dibattito rispondendo, seppure parzialmente, alla domanda “La distanza importa ancora?” e definire alcune possibili implicazioni di policy. L’obiettivo è quello di mostrare il ruolo della distanza geografica in tre diversi contesti economici caratterizzati da differenti dimensioni dell’unità di analisi. I risultati suggeriscono che, anche se su scala globale lo sviluppo delle nuove tecnologie ha modificato la percezione individuale della distanza come deterrente alle interazioni, lo spazio geografico mantiene ancora la sua rilevanza del definire le relazioni socio-economiche locali, aumentando il ruolo di città e regioni quali centri della maggioranza delle attività economiche. / Waldo Tobler, with his first law of geography, stated “Everything is related to everything else, but near things are more related than distant things" (Tobler, 1970). If it was certainly true in 1970, this belief is called into question in an era of development of Information and Communication Technologies (ICTs). In the debate over globalization processes, several scholars and journalists argue indeed that, with the increasing speed of telecommunications, physical distance is losing its explanatory power as determinant of socio-economical relationships (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). This dissertation aims to give a contribution to this debate, partially answering to the broad question “Does distance still matter?" and to draw possible policy implications. The purpose is to show the role of geographical distance in three different economic environments, characterized by diversified size of the unit of analysis. Results suggest that, even if at a global scale improvements in ICTs have changed the individual perception of the distance as deterrent in interactions, geographical space still maintains its relevance in defining local socio-economic relationships, increasing the role of cities and regions as the core of most of economic activities.
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La comunicazione medico-paziente in ginecologia: analisi multimodale degli aspetti verbali e non verbali del colloquio clinico / Physician-Patient Communication in Gynaecology: Multimodal Analysis of Verbal and Nonverbal Aspects of Clinical Consultation

VESCOVO, ANTONIETTA 28 February 2007 (has links)
Il presente lavoro di ricerca ha l'obiettivo di analizzare i primi minuti del colloquio clinico tra ginecologo e paziente, allo scopo di individuare gli elementi verbali e non verbali che caratterizzano questo scenario comunicativo. I colloqui sono stati videoregistrati e il comportamento è stato codificato mediante un software specifico, Theme, che ha permesso di rilevare sequenze comportamentali ripetute nel corso dell'interazione, denominate T-pattern. Il campione è costituito da 32 colloqui ginecologo-paziente, suddivisi in funzione delle variabili di ricerca. La prima variabile è la patologia della paziente (endometriosi o patologia oncologica), la seconda variabile è il numero di medici presenti al colloquio (un medico o più medici), la terza variabile è il ruolo rivestito nel corso del colloquio (medico o paziente). I risultati ottenuti hanno mostrato un effetto significativo della patologia e del ruolo sulla manifestazione di una serie di comportamenti verbali e non verbali. L'analisi dei T-pattern ha evidenziato che i gruppi di colloqui si differenziano in base all'organizzazione temporale e ritmica dell'interazione. / This research's aim is the analysis of the initial minutes of the clinical consultation in gynaecology, in order to identify the verbal and nonverbal aspects that characterize this communicative context. The interactions were video recorded and the behaviour coded using specific software, Theme that made possible the detection of repeated interactive behavioural patterns, called T-patterns. A total of 32 interactions between gynaecologists and patients were considered in this work. The interactions were grouped according to the research variables. The first variable is patient's disease (endometriosis or gynaecological cancer), the second one is the number of physicians taking part in the interaction (one physician or more physicians), the third one is the role during the consultation (physician or patient). The results showed that patient's disease and role have a significant effect on some verbal and nonverbal behaviour. T-pattern analysis illustrated that the consultations differ because of the temporal and rhythmic interactive organization.
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Lo spazio senso-motorio come rappresentazione dei comportamenti intersoggettivi : una nuova ipotesi sperimentale dalla filosofia alle neuroscienze / L'espace sensori-moteur en tant que "représentation" des conduites intersubjectives : une nouvelle hypothèse expérimentale entre philosophie et neurosciences / Sensori-motor space as representation of intersubjective behaviours : a new experimental hypothesis from philosophy to neuroscience

Teneggi, Chiara 21 May 2013 (has links)
La recherche s'appuie sur trois hypothèses fondamentales : 1) il existe un lien entre les processus cognitifs de bas et haut niveau; 2) l'espace sensori-rnoteur est une perception subjective; et 3) l'espace sensori-rnoteur varie en fonction des différentes conduites à l'intérieur des interactions sociales. La thèse soutient que l'espace sensori-rnoteur se laisse modeler par la simple co-présence humaine et par des interactions coopératives plutôt que non-coopératives. Les chapitres 1, II, III, ont pour but de décomposer et d'expliquer la signification des hypothèses 1), 2) et 3) qui débouchent sur la formulation de la thèse centrale que le chapitre TV démontrera expérimentalement. Le chapitre V ouvre des perspectives éthiques en formulant une nouvelle hypothèse sur le lien qui pourrait exister entre la perception de l'espace en situation d'interaction sociale et les jugements moraux. La recherche met en œuvre plusieurs des disciplines qui concourent aux sciences cognitives: la neuro-psychologie expérimentale, certains aspects de la psychologie sociale, mais aussi l'histoire de la philosophie et la philosophie de l'esprit contemporaine. / This research arises from the following three main hypotheses: 1) Low and high-level cognitive processes are bound together; 2) Sensorimotor space is a subjective perception; and 3) Sensorimotor space varies as a function of different types of social behaviours. The thesis argues that sensorimotor space is shaped by both mere co-presence of another human body and cooperative or uncooperative interactions. Chapters l, Il, III aim at analyzing and explaining the meaning of the first, the second and the third hypothesis in order to advance the primary thesis. Chapter V opens up an ethical perspective about a possible bound between spatial perception and moral evaluations during social interactions. This work is enriched by several constitutive disciplines of cognitive sciences : conternporary philosophy, philosophy of mind, experimental neuropsychology and some topics studied by social psychology. / La ricerca ha preso le mosse da tre ipotesi fondamentali: 1) Esiste un legame tra processi cognitivi di basso ed alto livello; 2) Lo spazio senso-motorio è una percezione soggettiva; 3) Lo spazio senso-motorio varia in funzione delle diverse modalità di interazione sociale. La tesi sostiene che lo spazio senso-motorio si lascia modulare dalla semplice co-presenza di un altro agente umano e da interazioni cooperative e non cooperative. I capitoli I, II, III, hanno lo scopo di scomporre e spiegare il significato della prima, seconda e terza ipotesi; giungendo a formulare la tesi centrale che sarà poi dimostrata sperimentalmente nel capitolo IV. Il capitolo V introduce future linee di ricerca nell’ambito dell’etica proponendo una nuova ipotesi sul legame che potrebbe sussistere tra la percezione dello spazio durante l’interazione sociale e i giudizi morali. Il lavoro svolto chiama ad operare insieme diverse discipline che concorrono a formare le scienze cognitive: la storia della filosofia, la filosofia della mente contemporanea, la neuropsicologia sperimentale ed alcuni temi della psicologia sociale.
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Agentività in interazione. Neuropsicologia delle affordances sociali / Agency in interaction. Neuropsychology of social affordances

CRIVELLI, DAVIDE 21 February 2013 (has links)
Le interazioni sociali richiedono che un agente sia in grado di selezionare ed elaborare informazioni ambientali rilevanti, che sia situato in un contesto complesso, e che interagisca con altri agenti, rispettando le opportunità e i vincoli di contesto. Riconoscere noi stessi e gli altri come agenti intenzionali è un passaggio cruciale per il processo generale di comprensione sociale e, in particolare, per la nostra capacità di percepire le intenzioni e gli scopi altrui. Tali competenze sociali sostengono il nostro sviluppo fisico, cognitivo e affettivo promuovendo interazioni adattive. Di conseguenza, una disfunzione di tali competenze può compromettere gravemente l’autonomia e la qualità di vita. Si ritiene che un sistema distribuito medi la percezione di agentività e degli stati mentali altrui, ma la struttura interna dei processi che costituiscono la nostra capacità di comprendere i nostri simili e di interagire adeguatamente è tuttora per buona parte sconosciuta. Il progetto ha come obiettivo indagare le fasi iniziali di tali processi e, in particolare, l’elaborazione precoce di cues sociali (social affordances) per la detezione di agentività e opportunità d’interazione in contesti sociali. È strutturato in tre studi principali: il primo mira a esplorare i correlati elettrofisiologici (ERPs e dati di source localization) dell’elaborazione di informazioni visive per la detezione di agentività in interazione; il secondo mira a indagare possibili marcatori (ERPs) del profilo delle competenze di comprensione sociale associate alla sindrome di Williams; il terzo ha testato, tramite TMS, il ruolo causale di rTPJ nel mediare l’elaborazione pre-riflessiva di agentività e intenzionalità nel comportamento osservato. / Social interactions require an agent to be able to select and process relevant environmental information, to be situated in a complex context and to interact with other agents, according to the opportunities and boundaries of that context. Sensing ourselves and detecting others as intentional agents is a crucial step for the overall social understanding process and, in particular, for our ability to perceive others’ intentions and goals. Those social skills foster our physical, cognitive and affective development by promoting adaptive interactions. Consequently, a dysfunction of such skills can seriously affect the autonomy and quality of life. A distributed system is thought to subserve the perception of agency and others’ mental states, but the internal structure of processes that constitute our ability to understand our similars and interact adequately is still largely unknown. This project aimed at investigating early stages of those processes and, in particular, the initial elaboration of social cues (social affordances) for the detection of agentivity and opportunities for interaction in social situations. It is structured in three main empirical studies: the first one aimed at looking electrophysiological correlates (ERPs and source localization data) of visual information processing for the detection of agency in interactions; the second one aimed at looking for possible markers (ERPs) of the uneven profile of basic WS social understanding; the third one tested the causal role of rTPJ in mediating pre-reflective processing of agency and intentionality from observed behaviour by means of TMS.
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La participation des citoyens à la fonction de juger en France et en Italie : une étude socio-anthropologique du jury populaire en cour d’assises / The jury system in France and Italy : a comparative socio-anthropological study of lay participation / La partecipazione dei cittadini alla funzione del giudicare in Francia e in Italia : uno studio socio-antropologico della giuria popolare in corte d’assise

Jolivet, Anne 12 December 2012 (has links)
L’objectif de cette recherche est de comparer les jurys criminels français et italien à travers une étude socio-anthropologique de la pratique judiciaire observable dans les cours d’assises. Il s’agit de rendre compte des différents aspects de l’expérience vécue par les jurés en étudiant minutieusement le rituel judiciaire ainsi que les interactions et relations qui se jouent entre les profanes et les professionnels de la justice le temps d’une session. Quels sont les résultats principaux qui émergent de la comparaison des jurys populaires français et italien ? Ils sont essentiellement de trois ordres. Premièrement, l’observation du « droit en mouvement » révèle que, malgré les similitudes des deux systèmes étudiés sur le plan théorique, la mise en œuvre pratique de la participation des citoyens au jugement des crimes est différente entre la France et l’Italie. Il est alors possible d’en détailler les mécanismes de fonctionnement au regard de la culture juridique de chacun des pays étudiés et en retour, les caractéristiques de chacun des jurys nous apportent des informations sur les mœurs démocratiques française et italienne. Deuxièmement, le jury populaire apparaît comme une « institution de sociabilité » pour les individus appelés à siéger temporairement à la cour d’assises. Cette dimension socialisante influence de manière décisive l’« expérience authentique » vécue par les jurés, et en fait une « expérience directe » de la souffrance d’autrui et du fonctionnement de la démocratie. Troisièmement, la comparaison des jurys criminels français et italien permet de rappeler la modernité et les enjeux actuels liés à la présence des profanes au sein de l’institution judiciaire. Le jury populaire peut être considéré comme une « institution bonne » capable à la fois de redonner de la crédibilité à l’institution judiciaire, de fournir aux acteurs professionnels la possibilité de « ré enchanter » leur quotidien, et enfin d’orchestrer une prise de conscience individuelle pour les jurés sur l’importance de leur participation pour le maintien du lien social. / The purpose of the research is to compare French and Italian juries through a socio-anthropological study of judicial practice in criminal courts. It reports on the different experiences of jurors by carefully studying court procedure, as well as the interactions and relations between laymen and legal professionals within a session.What are the main findings that emerge from comparing French and Italian juries? They can broadly be divided into three parts. Firstly, observation of "the law in motion" reveals that, despite the theoretical similarities between the two systems, the practicalities of involving citizens in judging crimes are different in France and Italy. It is then possible to examine the mechanics in view of the legal culture in both countries and, in return, the characteristics of their juries give us an insight into France and Italy’s democratic values. Secondly, juries appear to be a "socializing institution" for individuals who are required to attend court. This element of socialization has a decisive influence on the "authentic experience" of jurors, making it a "direct experience" of the suffering of others and the functioning of democracy. Thirdly, comparing French and Italian juries provides an opportunity to reflect on modern times and the current issues surrounding the presence of laymen within the judiciary. Juries may be seen as a "worthy" institution able to restore the credibility of the judicial system, stimulate legal professionals and raise individual awareness amongst jurors of the importance of their participation in maintaining social cohesion. / L’obiettivo di questa ricerca è di mettere a confronto la giuria popolare francese con quella italiana sviluppando uno studio socio-antropologico basato sulla pratica giudiziaria osservabile nelle corte d’assise. Si è cercato di mostrare le differenze nel modo di vivere l’esperienza di giurato osservando accuratamente, per ciascuno dei due contesti, il rituale giudiziario, le interazioni e le relazioni tra componenti laici e togati presenti durante una sessione. Quali sono i principali risultati che emergono del paragone delle giurie popolari francesi e italiane? Ne emergono soprattutto tre. Primo, sebbene ci siano delle somiglianze dell’impianto teorico su cui si fondano i due sistemi della giuria popolare, l’osservazione del “diritto in movimento” rivela quanto il loro funzionamento pratico sia diverso. Si descrivono nei dettagli i meccanismi del funzionamento della giuria popolare mettendoli in rapporto con la cultura giuridica di ogni paese mostrandoci, allo specchio, le caratteristiche dei loro costumi democratici. Secondo, la giuria popolare appare come un’“istituzione di sociabilità” per chi vi prende parte. La dimensione sociale influisce sull’“esperienza autentica” vissuta dai giurati agendo direttamente sul modo di percepire la sofferenza altrui e del funzionamento dei processi democratici. Terzo, il confronto tra giuria francese e italiana ci permette di porre l’accento sull’attuale modernità di questa istituzione e sulle sue implicazioni nella procedura penale. La giuria popolare può essere considerata come un’”istituzione buona” in grado di contribuire all’attendibilità del procedimento giuridico, di conferire autorevolezza alla pratica quotidiana dei magistrati togati e di indurre la consapevolezza, in ogni giudice popolare, dell’importanza della sua partecipazione attiva per il mantenimento del legame sociale.
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'MATERIALITY AND THE CONSTRUCTION OF INTERSUBJECTIVITY. HUMAN-ROBOT INTERACTION IN TYPICAL DEVELOPMENT AND THE USE OF THE OBJECTS IN ASD CHILDREN'

MANZI, FEDERICO 04 December 2018 (has links)
Gli obiettivi della presente tesi sono di analizzare, nei bambini con sviluppo tipico e atipico, la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'uso di oggetti nello sviluppo atipico (ASD) e attraverso l'interazione con un robot umanoide nello sviluppo tipico. Per quanto riguarda i robot umanoidi, il problema è osservare la possibile attribuzione di caratteristiche simili all'uomo a un robot che possa rendere l'interazione uomo-robot simile all'interazione uomo-uomo che è una classica interazione intersoggettiva per la presenza di due soggetti umani. Questo scopo viene indagato considerando due quadri teorici: 1) la Teoria della Mente che spiegano la costruzione dell'intersoggettività attraverso l'attribuzione di stati mentali ad altri; 2) Prospettiva socio-materiale che postula che in molti casi la costruzione dell'intersoggettività sia mediata dagli oggetti. Quindi, la domanda che sorge in questa dissertazione sui robot umanoidi è: cosa succede quando l'oggetto mediatore (il robot) è anche il partner interattivo. Per raggiungere questo scopo, la presente tesi investiga due temi principali: 1) i modelli di interazione con e l'attribuzione di una mente a un robot da parte di bambini con sviluppo tipico; 2) i modelli di interazione nello sviluppo atipico - bambini autistici - in un'interazione bambino-adulto mediata da oggetti. Il primo tema viene analizzato in una prospettiva teorica e un approccio metodologico innovativi, che porta a una comprensione dell'interazione bambino-robot. La prospettiva teorica collega il ruolo della Teoria della Mente alll'HRI; l'approccio metodologico osserva le strategie decisionali dei bambini nell'HRI, confrontando questi modelli comportamentali quando i bambini interagiscono con un essere umano e con un robot. Il secondo tema della tesi riguarda il ruolo dell'oggetto come mediatore della relazione tra bambini autistici e adulti. Questo viene studiato attraverso la prospettiva socio-materiale che suggerisce che le caratteristiche materiali degli oggetti e le loro qualità sociali intrinseche siano strettamente connesse. / The aims of the present dissertation are to analyse, in children with typical and atypical development, the construction of the intersubjectivity through the use of objects in atypical development (ASD) and through the interaction with a humanoid robot in typical development. About the humanoid robots, the issue is to observe the possible attribution of human-like features to a robot that can make the human-robot interaction similar to the human-human interaction that is a classic intersubjective interaction because of the presence of two human subjects. This purpose is investigated considering two theoretical frameworks: 1) Theory of Mind that explain the construction of the intersubjectivity through the attribution of mental states to others; 2) Socio-material perspective which postulates that the construction of the intersubjectivity is mediated by objects in many cases. Thus, the question arises in this dissertation about the humanoid robot is: what happen when the mediator object (the robot) is also the interactive partner. To achieve this purposes, the present thesis studies two main topics: 1) the interactional patterns with and the attribution of a mind to a robot by typically developing children; 2) the interactional patterns in atypical development - autistic children - in a child-adult interaction mediated by objects. The first topic is analysed in an innovative theoretical perspective and a through novel methodological approach, leading to an innovative understanding of the child-robot interaction. The theoretical perspective connects the role of Theory of Mind in HRI; the methodological approach observes children’s decision-making strategies in the HRI, comparing these behavioural patterns when children interact with a human and with a robot. The second issue of the thesis is about the role of the object as mediator of the relationship between autistic children and adults. This is studied through the Socio- material perspective that hypothesised that material features of the objects and their intrinsic social qualities are strictly connected.

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