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L'inquietudine in versi. Le opere di Marcantonio Cinuzzi e la letteratura religiosa eterodossaFadini, Matteo January 2014 (has links)
Questo lavoro trae origine dal fortuito ritrovamento di un manoscritto (Campori App. 423 [γ.T.6.15] della Biblioteca Estense Universitaria di Modena) durante le ricerche riguardanti la tesi di laurea magistrale. Quel manoscritto, di nessuna utilità per le indagini che stavo facendo allora, mi colpì per alcuni dei componimenti che racchiude e per le loro particolarità metriche. A seguito di controlli, il codice si è dimostrato un canzoniere contenente le rime giovanili di Marcantonio Cinuzzi, di cui costituisce un testimone mai prima citato. Marcantonio Cinuzzi, nato nei primi anni del Cinquecento a Siena, entra giovanissimo nell’Accademia degli Intronati con il nome di Scacciato Intronato. Rimatore non disprezzabile, si dedica a più riprese ai volgarizzamenti: traduce il De raptu Proserpinae, uscito postumo nel 1608, e il Prometeo di Eschilo, del quale esiste una edizione critica. Funzionario di Cosimo, partecipa al gruppo ereticale dei Sozzini; probabilmente è la protezione del duca a metterlo al riparo dalla prima ondata di processi inquisitoriali degli anni Cinquanta, ma non da quella successiva: incarcerato nel 1578, viene liberato alla fine del processo (1583); non è chiaro se a seguito di abiura. L’ultima attestazione del Cinuzzi in vita è la lettera di dedica del Rapimento di Proserpina, sottoscritta Della villa dell’Africa, il dì X di giugno 1592. L’agnizione di cui ho dato conto mi ha spinto a occuparmi della produzione poetica religiosa del senese: le Ode spirituali («il migliore prodotto della poesia protestante in Italia», secondo una forse troppo enfatica definizione di Marchetti) e il poemetto De la Papeida. Queste due opere sono sicuramente rappresentative della letteratura religiosa variamente eterodossa o comunque inquieta che venne prodotta in Italia a partire dalla metà degli anni Trenta del Cinquecento, segmento della nostra storia letteraria poco noto e fino ad anni recenti del tutto trascurato. Se la tesi gobettiana della mancata presenza della Riforma in Italia è stata superata dagli studi storici dell’ultimo cinquantennio, e se quindi oggi parlare di Riforma protestante e di eresie nell’Italia del XVI secolo è pratica diffusa, altrettanto non si può dire a proposito del versante letterario degli studi umanistici. Nelle nostre storie letterarie – di solito – il rapporto tra crisi religiosa, Riforma e letteratura è questione che viene affrontata a partire dal periodo post-tridentino e in relazione alle tensioni esistenti nella cultura e nella società di quella che è definita all’ingrosso Controriforma. Insomma: Torquato Tasso e la tormentata vicenda elaborativa della Gerusalemme, per voler compendiare il problema con una sola immagine. Per il resto, la nostra letteratura religiosa, quando non è produzione devozionale minore, sembra sostanziarsi per lo più nel genere laudistico di precedenti illustri. A partire almeno dagli studi di Delio Cantimori, Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi, Massimo Firpo e Silvana Seidel Menchi, le conoscenze sul versante storico dei movimenti eterodossi italiani e sulla storia della Riforma e delle inquietudini religiose sono diventate patrimonio condiviso, dopo i primi e in un certo senso pionieristici tentativi fatti dalla storiografia di parte protestante. Le ricerche, tra gli altri, di Gigliola Fragnito e di Ugo Rozzo hanno gettato nuova luce sulla censura libraria e su come questa influì sulla produzione letteraria contemporanea In più di una occasione questi storici hanno fatto riferimento ad alcuni testi letterari, citandoli come documenti esemplari di letteratura più o meno segnata dalla coeva battaglia religiosa. La informazioni prodotte da questo tipo di indagini non hanno però prodotto in ambito letterario un conseguente aggiornamento delle conoscenze; a parte alcuni importanti contributi, fino a pochi anni fa questa provincia della nostra storia letteraria era quasi del tutto sconosciuta. Più di recente, la crescita dell’interesse intorno alle “Muse sacre” e la riscoperta della letteratura, e in particolare della poesia, religiosa del Cinquecento e Seicento hanno stimolato gli studi, agevolando il recupero anche della produzione letteraria eterodossa e inquieta. Gli studi e le edizioni di testi curati, tra gli altri, da Davide Dalmas, Enrico Garavelli, Franco Pierno e Franco Tomasi, assieme ai lavori in corso sul Pasquino, rappresentano i primi frutti di questi sforzi sul versante a vario titolo ereticale della nostra letteratura. È in tale filone di studi che ambisce ad inserirsi questo lavoro. Ambito di interesse Il lavoro di ricerca si è concentrato sul rapporto tra la Riforma religiosa nelle sue varie declinazioni e i multiformi aspetti delle inquietudini religiose da una parte, e la produzione letteraria, segnatamente poetica, dall’altra. Le domande alla base di questo studio sono semplici: quanto è esteso il perimetro della poesia cinquecentesca composta anche come veicolo di idee religiose a vario titolo eterodosse? Quali furono le modalità di produzione e di ricezione di una letteratura che tematizzava la crisi religiosa e che spesso ambiva a giocare un ruolo diretto nella battaglia culturale e religiosa allora in piena evoluzione? In che modo questi testi poetici indicarono una strada di rinnovamento anche letterario, oltre che religioso? La storiografia su questo periodo ha insegnato a diffidare dalle definizioni troppo nette, anche perché spesso ottundono la capacità di cogliere veramente lo sviluppo e le dinamiche storiche. Analogamente, in questo lavoro ho cercato di non definire troppo rigidamente la pertinenza di singoli testi o di autori a categorie quali ‘ortodossia’, ‘eterodossia’ o ‘Riforma’. Ciò che interessava sono le opere letterarie partecipi della crisi religiosa da una posizione non convenzionale, in particolare i testi nei quali è possibile individuare un chiaro tentativo di proselitismo religioso. Si tratta di una doppia esclusione: la produzione di trattati come quella di Valdés è stata del tutto lasciata da parte, così come la letteratura religiosa programmaticamente cattolica, quale quella di Malipiero o Fiamma. Articolazione della tesi La tesi è divisa in due parti: nella prima parte (“Appunti per la storia della letteratura religiosa inquieta ed eterodossa”) si dà conto di cinque casi nei quali il rapporto tra il dissenso religioso e la letteratura è fondativo; nella seconda parte si presentano in edizione critica le due opere religiose di Cinuzzi. I primi cinque capitoli riguardano, nell’ordine: Celio Secondo Curione e la sua produzione poetica presente in due opere a stampa (1550 e 1552); la raccolta manoscritta Dello divino amore christiano di Antonio Brucioli (databile alla prima metà degli anni 50); i primi due volumi delle Rime spirituali, antologia uscita a Venezia tra il 1550 (volumi I e II) e il 1552 (volume III); le Sette canzoni spirituali di Bartolomeo Panciatichi (1576, ma la prima redazione è databile al 1560); infine la Comedia piacevole della vera antica romana, catolica et apostolica Chiesa (1611), volgarizzamento della commedia Phasma di Nicodemus Frischlin. Nel capitolo riguardante Curione si fornisce l’edizione critica dei 19 testi poetici presenti nel catechismo Una familiare et paterna institutione della Christiana religione – tutti, ad eccezione della canzone già edita da Prosperi – e l’edizione dei 2 sonetti che si leggono nelle Quatro lettere Christiane, entrambi esempi dell’impiego della letteratura per veicolare la Riforma religiosa e, almeno nel secondo caso, dell’uso della poesia per compendiare il messaggio teologico argomentato nei testi in prosa che precedono le liriche. L’unica opera poetica di Brucioli è stata più volte citata, ma mancava uno studio che desse conto della struttura e dei contenuti del testo, attestato da due corposi manoscritti. Nel capitolo propongo una datazione delle due redazioni dell’opera, individuo altri due manoscritti ora perduti e fornisco l’edizione di un gruppo di componimenti poetici, tra i quali la riscrittura della petrarchesca Vergine bella. L’antologia delle Rime spirituali ha richiamato più volte l’attenzione dei critici. Limitandomi ai primi due libri della raccolta, fornisco la tavola dei componimenti, cerco di delineare le probabili fonti e il messaggio complessivo che quel florilegio poetico presenta della produzione religiosa. A seguito del reperimento di duemanoscrittidiAntonioAgostinoTorti,autoredialcunicomponimentidella raccolta finora sostanzialmente sconosciuto, propongo il testo di due sestine. Dell’opera di Panciatichi, già segnalata da Firpo, ho potuto reperire un secondo manoscritto oltre a quello di dedica, attestante una diversa e precedente fase redazionale. Tale codice, appartenuto a Giovanni Domenico Scevolini, permette di meglio tratteggiare la figura di questo eccentrico domenicano e lascia intravedere la circolazione sotterranea che questa tipologia di letteratura poteva avere. Infine, nell’ultimo capitolo di questa parte ho affrontato il tardo volgarizzamento di una interessante commedia latina di Nicodemus Frischlin (Phasma), pièce nella quale è rappresentato il dibattito teologico interno al campo protestante. Sembra possibile che questa commedia, assieme ad un altro testo in italiano impresso l’anno prima dal medesimo editore, sia un estremo tentativo di propaganda religiosa tramite un’opera letteraria in un periodo nel quale i confini confessionali erano ormai stabiliti e invalicabili. Nel capitolo, presento l’edizione critica del IV atto della Comedia, che ben compendia l’intera opera. Nella seconda parte, invece, l’attenzione si concentra sulle opere di Cinuzzi. Il lavoro di ricerca ha permesso di reperire un terzo testimone delle odi (Urb. Lat. 758 della Biblioteca Apostolica Vaticana), accanto ai due già noti.11 I tre manoscritti attestano tre differenti fasi redazionali dell’opera: il Vaticano presenta 68 odi suddivise in quattro libri (47 in comune con gli altri), gli altri due, invece, 51. Il manoscritto ora a Cambridge è sicuramente una copia tratta dal manoscritto di dedica inviato al duca Cosimo, il Fiorentino è probabilmente il testimone di una successiva rielaborazione della stessa redazione in vista della stampa, mentre rilievi interni inducono a ritenere il Vaticano un testimone della primitiva redazione. L’edizione delle odi prende come testo-base il Fiorentino, probabile testimone dell’ultima volontà dell’autore, e presenta in apparato le varianti degli altri due manoscritti. Le 21 odi attestate dal solo Vaticano si possono leggere nell’appendice B, poiché non pertinenti alla redazione dell’opera testimoniata dagli altri due codici. Il poemetto De la Papeida è trasmesso dal solo manoscritto della Trinity College Library. L’opera in questione è adespota, ma rilievi interni e considerazioni esterne spingono ad attribuire definitivamente il testo a Cinuzzi. Lo stesso manoscritto trasmette anche due altri brevi componimenti che penso sia possibile attribuire a Cinuzzi.13 La Papeida è probabilmente un testo incompiuto e comunque si tratta di un’opera non rifinita dall’autore; questo fatto e l’esistenza di un unico testimone rendono a volte difficile stabilire un testo critico affidabile. La notevole estensione dei componimenti – le sole odi, complessivamente, constano di 4.000 – e l’impegno richiesto dalla prima parte delle tesi hanno reso irrealizzabile un commento approfondito. Si è optato per un commento puntuale ad alcuni luoghi della Papeida, soprattutto per esplicitare i riferimenti a personaggi storici e a testi altrimenti di difficile decifrazione. Ragione delle scelte Le tesi di dottorato nelle discipline filologico-letterarie, per consuetudine ormai invalsa, si presentano con le caratteristiche di una monografia. A prima vista, quindi, l’articolazione di questo lavoro può sembrare eccentrica. In effetti nella prima parte sono presentati cinque casi parzialmente slegati tra di loro e nella seconda si affronta la ricostruzione filologica di due opere di un autore differente rispetto a quelli analizzati all’inizio della tesi. Alcuni chiarimenti sono perciò d’obbligo. Questo lavoro non intende fornire il quadro complessivo della poesia religiosa eterodossa e inquieta del Cinquecento italiano, né presentare alcuni medaglioni che compendiano l’insieme di questo genere letterario. Una summa di questo segmento della nostra letteratura non potrebbe in ogni caso essere offerta per la ragione che allo stato attuale delle conoscenze mancano i dati per poterlo fare. La quasi totalità della poesia religiosa inquieta non è al momento conosciuta: se anche è nota l’esistenza di alcune opere, queste non sono state studiate a fondo, né pubblicate; è dubbio se siano state lette al di fuori di una ristretta cerchia di specialisti. Accanto a ciò, esiste un secondo ostacolo, anch’esso di natura testuale: mancano le necessarie conoscenze sui testi non strettamente letterari con i quali dialoga questo tipo di letteratura. La produzione di trattati, di pamphlet e, in generale, di opere di propaganda religiosa non è ancora studiata a dovere e in alcuni casi mancano le ricostruzioni dettagliate delle biografie degli autori e dei contatti che intercorrevano tra loro. Per fare un solo esempio, la monografia di riferimento per la vita di Curione è il lavoro di Kutter, in tedesco, che risale a più di mezzo secolo fa, per non citare il fatto che Edit16 riporta sotto il nome del figlio Celio Agostino un’opera del padre. Premesso tutto questo e sgombrato il campo da possibili equivoci, resta da chiarire che cosa voglia essere questo lavoro. Il titolo della prima parte (“Appunti...”) fornisce una prima spiegazione: in relazione alla poesia religiosa inquieta servono anzitutto dei sondaggi che, procedendo necessariamente per campioni, permettano di gettare luce su questa produzione. Prima di ogni altra cosa, occorre quindi avere edizioni affidabili dei testi e occorre ricostruire la storia della tradizione di queste opere. I cinque capitoli iniziali della tesi sono semplicemente un tentativo in questa direzione: degli scavi effettuati su alcune opere per le quali ho tentato di delineare i problemi filologici, di proporre un inquadramento critico e di presentare in edizione critica i testi oggetto d’analisi, integralmente laddove possibile oppure limitandomi ad alcune parti, in caso di una molte testuale eccessiva. I medaglioni della prima parte della tesi, quindi, rappresentato un primo tentativo di illuminare parzialmente il terreno sul quale si collocano le opere di Cinuzzi; senza una idea più chiara dello sfondo, infatti, anche i singoli pezzi del mosaico appaiono ancor più difficilmente comprensibili. Cinuzzi non fu un autore isolato; egli fu invece uno dei tanti intellettuali allora impegnati nella battaglia per il rinnovamento religioso, culturale e letterario, che si servirono della letteratura per intervenire nel dibattito coevo. Si tratta di un engagement storicamente perdente: a partire almeno degli anni Cinquanta del Cinquecento le sorti religiose della Penisola sono segnate e le variegate istanze di rinnovamento e di riforma sono destinate alla sconfitta. La riorganizzazione ecclesiale e dogmatica procedette spedita, di pari passo con il controllo religioso e culturale: la riforma, che pure ci fu, avvenne unicamente all’interno della Chiesa romana e venne gestita direttamente dalla gerarchia ecclesiale. Questa letteratura fu doppiamente perdente: tanto sul versante religioso, come detto, quanto sul piano letterario. L’evoluzione della nostra letteratura non tenne conto, o lo fece in minima parte, delle proposte implicite nelle opere religiose di queste tipo. Il tentativo di uscire dal petrarchismo per proporre una letteratura di impegno politico-religioso non ebbe sostanzialmente esito, così come l’auspicato connubio di poesia e discussione religiosa e politico-culturale. Un futuro studio che possa dar conto dell’insieme della letteratura religiosa partecipe delle inquietudini religiose del Cinquecento sarà il termine di un percorso di ricerca che procederà per successivi approfondimenti circoscritti.
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Commento testuale ai frammenti di EpicarmoTosetti, Sara January 2018 (has links)
Questo lavoro di tesi contribuisce allo studio della commedia dorica di V secolo a.C. attraverso l’analisi dei testi del suo maggior esponente, Epicarmo di Siracusa. Vengono presi in esame i frammenti autentici che è possibile attribuire con certezza ad un determinato dramma e, per ciascun brano, si provvede ad un commento dettagliato delle peculiarità linguistiche, drammaturgiche e contenutistiche. Il proposito della ricerca è stato capire come Epicarmo si collocasse nel panorama culturale siciliano in cui visse, indagare l’uso della variazione linguistica e ricercare le peculiarità dei suoi drammi. Per trovare risposta a questi interrogativi, è stato necessario adottare un approccio di tipo interdisciplinare, poiché non è possibile racchiudere tali tematiche nella sola letteratura greca di V secolo. Un contributo fondamentale proviene dagli studi di storia della lingua greca e dalla dialettologia, che hanno permesso di definire le peculiarità linguistiche del dorico in uso a Siracusa e di evidenziare eventuali discrepanze presenti nei testi del commediografo. Nel commento ai brani, infatti, è costante il confronto tra la forma linguistica adottata da Epicarmo e quella corrispondente nello ionico-attico. Importante si rivela anche il contributo della sociolinguistica, una teoria che dà importanza al condizionamento esercitato dai parlanti su una lingua. Lo studio dei testi epicarmei indaga anche se esistano elementi linguistici tali da caratterizzare un determinato personaggio in base al suo status sociale, alla sua provenienza e al suo genere sessuale. I risultati ottenuti dallo studio linguistico e testuale sono notevoli. Innanzitutto, Epicarmo porta in scena argomenti mitologici, storici e scene riprese dalla vita quotidiana, mescolandovi parodia e travestimento. Due personaggi in particolare, Eracle ed Odisseo, compaiono frequentemente nelle opere del commediografo e diventano protagonisti delle azioni più diverse. Rilevante è anche la quantità e la lunghezza dei cataloghi che caratterizzano i frammenti epicarmei e che rispondono a determinati scopi comici. La forma ad elenco, ripresa probabilmente dalla letteratura epica, sembra essere stata particolarmente cara ad Epicarmo, che la impiega in molti testi. Inoltre, è probabile che, almeno in alcuni drammi, fosse previsto un coro comico, anche se non è chiaro quanti individui lo componessero e quale fosse la sua funzione. Dal punto di vista linguistico, i testi del commediografo sono composti nel dialetto dorico di Siracusa, anche se compaiono talvolta alcune espressioni peculiari di altri dialetti. In qualche occasione, inoltre, i frammenti sembrano testimoniare la variazione sincronica in atto nella lingua parlata. In conclusione, la produzione comica di Epicarmo mostra un forte carattere regionale, evidente sia dalla scelta di scrivere in dorico sia dai numerosi riferimenti a prodotti tradizionali e ad argomenti locali. Tuttavia, la lingua e i contenuti del poeta risentono in larga misura anche dell’ambiente culturale e politico della Sicilia di V secolo a.C. e attestano relazioni tra il commediografo siracusano e gli intellettuali contemporanei, fra i quali spicca Eschilo.
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Thomas Stanley, editore di EschiloTedeschi, Chiara January 2011 (has links)
A survey on Thomas Stanley's Aeschylus edition, his sources and his philological work.
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Docmi κατά σχέσιν in EschiloAndreatta, Luisa January 2010 (has links)
The first part of this survey analyzes theories: the ancient doctrine and modern interpretations about dochmiac; the evidence on poems in responsion, the treatment by scholars, from 19th century on, of free responsions and other recent interpretations of this apparent licence; the problem of hiatus and brevis longo in dochmiacs. In the second part I analyzed strophic dochmiacs in the Persians, the Seven against Thebes, the Supplicants, Agamemnon, Coephores, Eumenides, Prometheus and the astrophic dochmiac of Pr. 425 ff. and Cho. 961-964. Finally I made up two Appendixes (index of responsions and index of the keywords). As far as colometry is concerned, I checked on microfilms or by means of digitally photographic reproductions the main manuscripts of the Oresteia: the Mediceus, the so-called prototriclinians and Demetrius Tricliniusâ s autograph (T), which is the ultimate achievement of the recensio made by this scholar on the text of Aeschylus. The Suppliants and the Coephores are trasmitted by a codex unicus. The Byzantine triad is handed down by more than one hundred of manuscripts: I saw the most important (MTGFVIRaQLK) for the Seven; I checked the Persians on MTGF, whereas for Prometheus I controlled the colometry of the Mediceus, but I extended my collation as to include other manuscripts in some cases, since dochmiacs are generally organized in compact structures (â systemsâ ), so that we can quite confidently rely on vulgate colometry, which often goes back to G. Hermann.
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An Esp Comparative analysis in medical research articles: spanish-englishRicart Vayá, Alicia 09 July 2008 (has links)
En la actualidad el inglés es el medio de comunicación y difusión de los resultados científicos, sin embargo los autores no necesariamente son nativos. Ante este panorama surge la necesidad de analizar las características de la redacción académica para los artículos científicos.
Para restringir el campo de estudio y poder ofrecer un análisis más exhaustivo la hipótesis de este trabajo se centra en la sección de las "Conclusiones" y en el campo de la medicina.
La hipótesis de partida del presente estudio es analizar las necesidades de los facultativos médicos para alcanzar suficiente destreza a la hora de escribir los artículos científicos en inglés. En este trabajo se asume la falta de dominio del idioma inglés por parte de los médicos españoles.
Con la finalidad de constatar la situación de los médicos españoles y alemanes a la hora de redactar artículos de investigación en inglés el primer paso fue la elaboración de una encuesta dirigida a investigadores españoles y alemanes en el campo de la medicina. Tras observar la evidente necesidad de apoyo lingüístico de los médicos españoles se establecieron como objetivos los siguientes puntos:
- presentar las pautas generales para la redacción científico-técnica en medicina.
- analizar las estructuras más recurrentes en el apartado de "Conclusiones" de los artículos de investigación médicos tanto en inglés como en español.
- llevar a cabo un análisis comparativo a nivel semántico, gramatical y sintáctico de las estructuras de ambos idiomas con la ayuda de la herramienta WordSimth(TM). De este modo se pueden establecer equivalencias en ambos idiomas tanto literales como no literales así como la falta de equivalencia.
- adicionalmente se lleva a cabo un estudio de la intrusión de neologismos en el lenguaje médico en los últimos años.
La literatura sobre redacción académica, retórica contrastiva, lingüística de corpus y traducción técnica se han usado como base para el análisis y procesado del corpus.
Una vez analizado el e / Ricart Vayá, A. (2008). An Esp Comparative analysis in medical research articles: spanish-english [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/2541
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Error in the learning and teaching of english as a second language at higher education levelMestre i Mestre, Eva María 22 July 2011 (has links)
Linguistic error has proven to be a recurrent area of interest for researchers. There exist several types of approaches to error; some studies have focused on specific errors, such as grammatical errors, others on more general or exogenous issues, such as the perception of error of the group object of study, etc. From the point of view of methodology, some have been dedicated to the definition and description of error, while others have studied the identification of erroneous uses of language. Several proposals for error categorisation have also been propounded.
In the case of error production in languages foreign to the speaker, the learning factor must also be included. Some authors have focused on the underlying reasons, questioning if the cause for errors rests upon an inadequate teaching method, or the actual teacher, or even if the cause is intrinsic to any learnt language, as opposed to the Mother Tongue.
From the principle that it is possible to improve the language proficiency level of students by looking at the errors produced, this doctoral dissertation studies pragmatic error in the production of written English.
In addition, it includes pedagogic perspectives that introduce a Second Language to potential speakers and the European Framework of Reference.
The thesis is structured as follows: the first part is dedicated to a theoretical justification of the research, with an introduction to Pragmatics, Error Analysis, Contrastive Analysis, Second Language Acquisition -in particular the Communicative Approach- and the European Framework for Languages. The third chapter is dedicated to the objectives. Chapter 4 explains the methodology used for data processing and analysis. The results are explained in chapter 5 and chapter 6 presents the conclusions derived from these.
To begin with, a proposal for error analysis and identification is presented. This takes into account error distribution and classification and language levels proposed in the Common Europea Framework of
Reference for Languages as an open tool for the analysis of errors
investigated. / Mestre I Mestre, EM. (2011). Error in the learning and teaching of english as a second language at higher education level [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/11277
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Análisis y validación de interfaces interactivas adaptadas al aprendizaje en dispositivos móviles sobre pantallas restrictivasGiménez López, José Luis 25 May 2012 (has links)
La presente tesis pretende abordar una problemática surgida desde los
últimos avances tecnológicos relacionados con la ubicuidad de los
dispositivos móviles y la necesidad de una adaptación formal y
tecnológica desde el punto de vista de la interacción hombre-maquina
que implique su uso eficaz para el aprendizaje de contenidos. La
existencia de numerosos métodos de interacción existentes en la
actualidad enfocados a la educación, como son el e-learning y el
m-learning necesitan una adecuación especifica que tome en cuenta las
limitaciones y restricciones que implican y que afectan directamente
al desarrollo de interfaces orientados al usuario.
El trabajo se centrará en analizar los factores, tanto a nivel social
como a nivel tecnológico que influyen en su uso por parte de
estudiantes, conocedores del medio a nivel social. Se estudiará la
problemática en la creación de contenidos específicos sobre este
soporte y su influencia en los usuarios. Paralelamente se realizará un
análisis múltiple y comparativo de aplicaciones enfocadas a
dispositivos móviles en el ámbito educativo. Por último se validará su
uso funcional y de usabilidad entre usuarios potenciales a nivel
universitario mediante el procesamiento de datos estadísticos
obtenidos de una encuesta elaborada para evaluar las aplicaciones
generadas a raíz de las investigaciones y desarrollos generados desde
el proyecto nacional PAULEX Universitas HUM2007-66479-C02-01. / Giménez López, JL. (2012). Análisis y validación de interfaces interactivas adaptadas al aprendizaje en dispositivos móviles sobre pantallas restrictivas [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/15863
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La simulación y juego en el desarrollo de las destrezas de producción en lengua inglesaAngelini, María Laura 08 June 2012 (has links)
Este trabajo de investigación parte de la pregunta de investigación ¿es la simulación telemática una metodología eficaz para el aprendizaje de las destrezas de producción en lengua inglesa? En consecuencia se plantea el estudio que responde a las dos hipótesis siguientes:
1. La simulación telemática es una estrategia eficaz para el aprendizaje de la expresión escrita en lengua inglesa.
2. La simulación telemática es una estrategia eficaz para el aprendizaje de la expresión oral en lengua inglesa.
Por otro lado, este trabajo pretende contribuir a la investigación-acción en el campo de metodologías de innovación educativa en pos de acercar la investigación y la práctica profesional en el ámbito de la enseñanza.
La estructuración de este trabajo de campo está compuesta de una introducción que describe en líneas generales la necesidad de una sociedad multilingüe y la situación de la enseñanza de lenguas hoy en día. Se hace un repaso de la evolución de la simulación y juego desde sus inicios hasta su aplicabilidad en la enseñanza y en la investigación. Se revisan los trabajos de investigación realizados hasta el momento sobre la eficacia de la metodología de la simulación y juego. Además, se aborda la metodología de la simulación y juego, su definición, principios, utilidad y beneficios de su implementación en el ámbito educativo, concretamente en la enseñanza de lenguas. Se realiza una descripción detallada de la simulación telemática ICONS en la que ha participado una parte de la población universitaria para llevar a cabo el presente experimento. La simulación telemática ICONS trata de una simulación a gran escala donde participan grupos multidisciplinares de todo el mundo, en comunicación sincrónica y asíncrona.
Se detallan los materiales utilizados, tanto los recursos humanos como técnicos y se especifican los métodos utilizados para comparar las estrategias docentes empleadas en la enseñanza y aprendizaje de la lengua inglesa como lengua extranjera en .............. / Angelini, ML. (2012). La simulación y juego en el desarrollo de las destrezas de producción en lengua inglesa [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/16011
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ANÁLISIS DESCRIPTIVO DE LA TRADUCCIÓN DE CULTUREMAS EN EL TEXTO TURÍSTICOGonzález Pastor, Diana María 18 October 2012 (has links)
El estudio plantea el reto de la traducción y la cultura a través del análisis de los elementos lingüístico-culturales o culturemas. La investigación tiene una doble vertiente: en primer lugar, el interés por el fenómeno de la interculturalidad y, en segundo lugar, la intención de describir los condicionantes y las variables que operan en la traducción de los textos turísticos, considerados como textos enmarcados en una categoría textual independiente. El corpus analizado se compone de 714 culturemas extraídos de guías Lonely Planet cuyos destinos son diferentes ciudades y regiones españolas. Los principales objetivos han sido: 1) llevar a cabo un estudio descriptivo de las técnicas de traducción utilizadas para la transmisión de los culturemas propios de la cultura española a través del empleo de un modelo de técnicas de traducción ya testado previamente; 2) realizar un estudio de los campos semánticos del texto turístico con mayor número de culturemas y focos culturales; y 3) proponer una clasificación de los culturemas según su dificultad para la traducción. El estudio concluye que existen distintos grados de transmisibilidad de los culturemas y que el préstamo y la amplificación lingüística son las técnicas más utilizadas por los traductores, quienes no siempre consiguen transmitir el 100% de la carga cultural. Esta investigación contribuye a cubrir el vacío académico existente y sienta las bases para futuros estudios que incluyen la localización, así como los nuevos géneros y modalidades de textos turísticos surgidas de Internet. / González Pastor, DM. (2012). ANÁLISIS DESCRIPTIVO DE LA TRADUCCIÓN DE CULTUREMAS EN EL TEXTO TURÍSTICO [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/17501
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Análisis crítico multimodal de la representació femenina en cortometrajes premiados en EspañaAcevedo Caradeux, Dinka Liliana 07 July 2014 (has links)
La disminución de costes de la tecnología digital y la masificación de Internet han supuesto un aumento en la cantidad de realizadores que pueden producir un cortometraje. Esto significa que la hegemonía del discurso audiovisual está moviéndose desde las grandes empresas mediáticas hacia los usuarios de la Web. En este campo, la representación de los géneros en las obras audiovisuales se ha estudiado desde la producción de las grandes industrias, por lo que pensamos que es necesario actualizar esa mirada y completar dichas investigaciones incorporando un análisis que involucre a los nuevos productores del discurso que no pertenecen a los grupos hegemónicos. En este trabajo hemos examinado 50 cortometrajes premiados en festivales españoles entre 2009 y 2011, para analizar la representación social de los géneros e identificar las principales líneas discursivas de los realizadores respecto a los roles de hombres y mujeres. La elección de cortometrajes premiados se debe a que en el premio hay un reconocimiento social, lo que nos permite comprender cuál es el discurso mayormente aceptado por la audiencia. A lo largo de nuestro análisis veremos cómo se manifiestan roles diferenciados respecto a hombres y mujeres, e identificaremos las características ideológicas latentes en el discurso, que reflejan las principales representaciones de género de los actuales directores de cortometrajes. En este sentido, nuestra principal hipótesis dice que el acceso a las nuevas tecnologías no sería suficiente para cambiar el discurso social en cuanto a la construcción de identidades, y los esfuerzos por lograr otras condiciones de visibilidad para construir un sujeto social diferente todavía son insuficientes. / Acevedo Caradeux, DL. (2014). Análisis crítico multimodal de la representació femenina en cortometrajes premiados en España [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/38616
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