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Tystnad - talande tystnad : Luckor och möjlighetsutrymmen i Alice Munros novell "Hateship, friendship, courtship, loveship, marriage" / Silence - speaking silence : Gaps and spaces of possibilities in Alice Munro's short story "Hateship, friendship, courtship, loveship, marriage"

Adrian, Anderson January 2017 (has links)
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La grammaire de DO et ses emplois dans l'anaphore verbale / The grammar of DO and its various uses in verb phrase anaphora

Oger, Kimberly 06 December 2019 (has links)
Cette thèse propose une étude transversale des principales réalisations de DO dans l'anaphore verbale en anglais, à savoir : do this/that/it, do so, ellipse post-auxiliaire (EPA) et DO britannique. Chaque anaphorique fait l'objet d'une étude approfondie fondée sur un échantillon de plusieurs centaines d'occurrences authentiques prélevées dans le BNC et le COCA, ainsi que le corpus de Bos & Spenader (2011). Plusieurs variables sont analysées, notamment le registre, la nature grammaticale de DO, les propriétés sémantiques et syntaxiques du déclencheur d'antécédent, l’identité de sujet et d'état de choses, les alternances de polarité, de modalité, d'aspect, de temps et de voix ainsi que la présence éventuelle d'adjoints contrastifs ou non contrastifs.Une attention particulière est portée au DO britannique, c'est-à-dire l'emploi de formes non finies de DO anaphorique essentiellement limité au registre conversationnel de l'anglais britannique, qui n'a jamais fait l'objet d'une étude empirique auparavant. A partir d’un échantillon de 483 occurrences prélevées dans la composante orale du BNC et vérifiées systématiquement à l'écoute, cette étude met en lumière certaines caractéristiques socio-culturelles et situationnelles qui favorisent son utilisation, en plus de ses propriétés linguistiques et discursives. Ainsi, cette étude aboutit à la conclusion que le DO britannique constitue une réalisation particulière de l'EPA, qui met en œuvre des formes non finies du DO auxiliaire. / This dissertation presents research across the main types of verb-phrase anaphora involving DO, viz. do this/that/it anaphora, do so anaphora, post-auxiliary ellipsis (PAE) and British English DO. Each anaphor underwent close analysis based on a sample of several hundreds of occurrences retrieved from the BNC and the COCA, as well as Bos & Spenader's (2011) corpus. Different variables were studied including register, the grammatical status of DO, semantic and syntactic properties of antecedent triggers, identity of subjects and states of affairs, the presence or absence of contrastive and non-contrastive adjuncts, as well as polar, modal, aspectual, temporal and voice alternations.One item of particular interest involves British English DO which bears a strong resemblance to PAE, except that it involves non-finite forms of DO and is generally restricted to British conversational English. Unlike PAE, British English DO has never before been the focus of study based on empirical data. In this research, 483 naturally-occurring examples taken from the Spoken component of the BNC as well as the accompanying metadata and recorded material were fully examined. Sociolinguistic and situational information was investigated, as were the linguistic properties and discourse conditions that make the use of British English DO felicitous. The result has led to a far better understanding of the phenomenon. In particular, it was found that British English DO can be considered a sub-type of PAE, which involves non-finite forms of auxiliary DO.
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Il frammento nominale nell’italiano digitato colloquiale. Proposta di classificazione sintattica, prospettive di analisi e applicazioni sul campo

Comandini, Gloria 10 December 2021 (has links)
Questo studio si concentra sull’analisi di un fenomeno assai comune nell’italiano e ben attestato da oltre un secolo in diverse altre lingue, antiche e moderne: le costruzioni prive di un verbo in forma finita nel loro nucleo sintattico principale, che evidentemente non sono state oggetto di una ellissi e che non sempre possono essere definite frasi. Dopo le analisi su questo fenomeno fatte da Mortara Garavelli (1971) sullo scritto letterario e da Cresti (1998) sul parlato colloquiale, in questa ricerca si vuole indagare la natura delle costruzioni senza verbo in una nuova varietà di italiano, ossia lo scritto informale e dialogico prodotto sul web, che sarà definito in questa ricerca come italiano digitato colloquiale (IDC). Pertanto, questo studio adotta un approccio corpus-based, ricercando le costruzioni senza verbo in una raccolta di testi di IDC realmente prodotti, ossia nel corpus COSMIANU (Corpus Of Social Media Italian Annotated with Nominal Utterances) (Comandini et al., 2018). Si è dunque deciso di individuare il fenomeno sulla base della definizione di enunciato nominale di Ferrari (2011; 2014), ma adottando due prospettive sintattiche ancora mai applicate in ambito italiano: la teoria sentenzialista di Merchant (2004; 2006; 2010) e quella non-sentenzialista di Barton & Progovac (2005), entrambe applicate in inglese a strutture ellittiche definite frammenti senza antecedente esplicito. Pertanto, si è deciso di definire le strutture senza verbo studiate come frammenti nominali, nell’ottica tanto di inquadrare un fenomeno che, nella nuova varietà di lingua studiata, assume forme diverse rispetto allo scritto letterario e al parlato colloquiale, quanto di unire simbolicamente due tradizioni di studio delle costruzioni senza verbo che non si sono mai incontrate, ossia quella italo-francese, risalente a Meillet (1906), e quella anglo-americana, risalente a Sweet (1900). Grazie all’analisi dei frammenti nominali nell’italiano digitato colloquiale in ottica non-sentenzialista, si so-no individuate undici classi di frammenti nominali, alcuni dei quali possono essere considerati delle frasi, poi-ché contengono o un rapporto predicativo tra due costituenti, o una Tense Phrase al proprio interno. Sul fronte dell’analisi sentenzialista, invece, si è ipotizzata l’esistenza di una nuova categoria di frammenti nominali, nei quali è stato eliso un elemento pro e un verbo essere. Grazie al contributo tanto della teoria sentenzialista, quanto di quella non-sentenzialista, è stato possibile notare come l’ IDC abbia come uno dei tanti tratti diagnostici proprio la presenza di frammenti nominali che ne incarnano le caratteristiche principali, ossia: a) l’estrema natura dialogica, che quindi spiega l’alta presenza di formule di saluto e di ringraziamento (es.: CIAO A TUTTE LE FANS; grazie 1000000000000) e di interiezioni (es.: bleah!); b) la forte aderenza al contesto comunicativo, con frammenti nominali che hanno come nodo iniziale un NP, un DP o un AP che fa direttamente riferimento a un elemento precedentemente reso rilevante nel contesto (es.: Bellissimoooooooooooo !!!!!!!!!!!!), oppure a un elemento immediatamente successivo, di cui si specifica la natura (es.: una domanda... perché é all'inverso?). Successivamente, si è testato come l’individuazione e l’analisi sintattica dei frammenti nominali possa aiutare a comprendere e a riconoscere meglio l’hate speech. Analizzando i frammenti nominali portatori d’odio nel corpus di tweet razzisti POP-HS-IT (Comandini & Patti, 2019), si è notato come l’ IDC d’odio presenti le medesime classi di frammenti nominali individuate in COSMIANU, ma in percentuali diverse, con una partico-lare rilevanza dei frammenti nominali che hanno come nodo iniziale un FocP (es.: FUORI QUESTE MERDE UMANE DALL'ITALIA). Inoltre, si è trovata una notevole presenza di frammenti nominali di classe FocP (es.: pezzi di merda loro e tutto l’islam) corrispondenti alle frasi esclamative studiate da Munaro (2006) (es.: Noioso, il tuo amico!), in cui l’elemento focalizzato a sinistra (pezzi di merda) è sempre una caratteristica intrinseca e non temporanea del soggetto (loro e tutto l’islam). Questa tipologia di frammenti nominali esclamativi e focalizzati veicola alcune delle caratteristiche più universali dell’hate speech, ossia l’espressione di un odio generalizzato e non dibattibile verso una categoria di persone vista come un gruppo monolitico. L’individuazione dei frammenti nominali più caratteristici dell’hate speech potrebbe aiutare i tool automatici ad annotare i testi d’odio in maniera più accurata.
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Marcas cohesivas y construcción del sentido: análisis y comparación de estrategias traductoras

Cunillera Domènech, Montserrat 14 June 2002 (has links)
Aquesta tesi és un estudi descriptiu que s'inscriu en un doble àmbit d'anàlisi, discursiu i traductològic. Es proposa un doble objectiu: per una banda, analitzar un conjunt de marques de cohesió franceses en dos tipos de textos diferents (un text polític i un text literari) per tal de mostrar la pertinència d'aquests elements lingüístics en la construcció del sentit; i per altra banda, descriure i comparar les principals estratègies traductores utilitzades en les traduccions castellanes del corpus per recuperar les esmentades marques de cohesió i veure quines en són les conseqüències en el nivell micro i macrotextual.Les marques de cohesió seleccionades per a l'anàlisi són les repeticions, les anàfores pronominals, l'ordre intrafràstic i interfràstic, les elipsis, algunes formes de creativitat lèxica, la puntuació, la unitat et i una sèrie de connectors argumentatius. / This doctoral thesis is a descriptive study which falls into the general framework of discourse and translational analysis. The study has two main aims: on the one hand, it firstly analyses the role of some French cohesive devices in two different types of texts (a political text and a literary one) in order to show how relevant they are to the construction of meaning. On the other hand, the study describes and compares the main translational strategies used in the Spanish target texts to translate these linguistic devices. Moreover, the analysis shows the consequences of these translational strategies both on the microstructure and the macrostructure of the target texts. The cohesive devices we have chosen to analyse include repetitions, pronominal anaphors, order into the sentences, ellipsis, lexical creativity, punctuation, the French conjunction "et" and some discourse markers.
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NaV1.5 Modulation: From Ionic Channels to Cardiac Conduction and Substrate Heterogeneity

Raad, Nour 16 January 2014 (has links)
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