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Reviews of <em>Il greco a Firenze e Pier Vettori (1499–1585)</em>, by Davide Baldi; <em>La nascita del Rinascimento a Firenze</em>, by Anna Canonica-Sawina.

Maxson, Brian 01 January 2016 (has links)
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LA VITA DI DANTE DI LEONARDO BRUNI: EDIZIONE CRITICA E COMMENTO

ROGNONI, ROBERTA 03 April 2009 (has links)
LA VITA DI DANTE DI LEONARDO BRUNI: EDIZIONE CRITICA E COMMENTO Il lavoro è stato strutturato e realizzato così da dare alla luce l’edizione critica della Vita di Dante, che Leonardo Bruni scrisse nel 1436 assieme a quella del Petrarca, sul modello delle Vite di Plutarco. Le due biografie sono state tramandate nei secoli soprattutto insieme, come un’unica opera, ma hanno conosciuto pure una circolazione indipendente, nella tradizione manoscritta e in quella a stampa; ciò perché entrambe le Vite sono di per sé organismi indipendenti, dotati di propria autonomia, che, inseriti tra un Proemio generale e un Parallelo tra i due poeti, vengono ad assumere un aspetto unitario. Tale situazione di partenza ha consentito di poter lavorare anche solo sulla biografia dantesca, potendo approdare a risultati inediti e decisivi, rimandando l’edizione della Vita petrarchesca ad altra sede. Dall’editio princeps (1671) in poi, le Vite sono state pubblicate più volte nel corso dei secoli, ma sempre senza che venisse posta sotto vaglio critico la tradizione del testo, nella sua complessità e ricchezza di testimonianze. Questa edizione critica della Vita di Dante, dunque, ha il fine aprire l’accesso al testo bruniano in una modalità tutta nuova, basata su principi ecdotici, nella volontà di restituire la lezione genuina e il più vicino possibile all’originale. Per fare ciò sono stati sottoposti a recensio tutti i codici della Vita di Dante oggi conosciuti, a partire dal Repertorium Brunianum di James Hankins e da lì sviluppando la ricerca, con l’approdo a nuovi dati. Una volta recensita la tradizione è stato possibile costruire lo stemma codicum, in base agli errori evidenti, fino alla redazione del testo critico, dotato di apparato. Trattandosi di un’opera piuttosto attraente, non solo per il piglio critico con cui il Bruni “storico” la concepisce e realizza, ma anche per le numerose informazioni che ci dà, anche inedite, circa la vita del poeta e i fatti fiorentini a lui contemporanei, questa biografia dantesca è stata corredata anche di un commento, finora mai realizzato, così da approfondirne la lettura e sollecitare nuove riflessioni sul testo. Per fornire un’istantanea della tradizione che, “dialogando” con lo stemma, mettesse in luce i legami tra i codici, anche dal punto di vista contenutistico, è stata, infine, realizzata anche una sezione descrittiva dei testimoni recensiti, grazie ai dati reperiti nei cataloghi, nei repertori e in altre opere rilevanti, nonché aggiungendo una serie di informazioni che provengono da un’osservazione diretta degli esemplari. / This work is the critical edition of Life of Dante, written by Leonardo Bruni in Florence in the may of 1436, with the Life of Petrarch as like a Plutarch's lives (Vite Parallele). Every life is an independent text, being together, at the same time, an unitary work, because the have a "Proemio" and a "Parallelo between Dante and Petrarch" which are like a frame for all the work. This is the first critical edition of brunian Dante's Life: the text has been edited more times from the editio princeps (1671), but never including an analysis of all the manuscripts. This critical edition is equipped with a commentary, the first has been published. At last, the work show all descriptions of the manuscripts.
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Bisanzio, gli stati italiani e il Concilio di Ferrara -Firenze (1438 - 1439). Aspetti Politici ed Economici

GATTESCHI, ALBERTO 20 June 2007 (has links)
Il 29 maggio 1453, dopo un assedio di circa otto settimane, Costantinopoli fu conquistata dal sultano ottomano Mehmed II. La caduta della città fu un duro colpo per la cristianità occidentale, che non era riuscita a valutare la gravità della sua situazione e aveva mandato, nonostante molte promesse, un aiuto del tutto insufficiente. Le polemiche sui mancati soccorsi coinvolsero principalmente il pontefice Niccolò V, il re di Napoli Alfonso d'Aragona e Venezia. La decadenza dell'impero bizantino era tuttavia cominciata da lungo tempo, era stata accelerata dalle funeste conseguenze della quarta crociata ed era divenuta irreversibile allorché i Turchi, impadronitisi dell'intera Asia Minore, avevano attaccato e sistematicamente occupato i territori bizantini in Grecia e nell'Europa orientale. I sovrani della dinastia paleologa si convinsero che solo da Occidente sarebbe potuto giungere a Bisanzio un soccorso efficace e, per ottenerlo, si rivolsero ai papi, all'imperatore, ai sovrani dei principali stati europei, alle repubbliche e ai principati italiani. Condizione irrinunciabile posta dall'Occidente per l'invio di adeguati soccorsi era l'unione delle Chiese greca e latina, che i Bizantini sostenvano dovesse essere ricercata solo attraverso un concilio ecumenico. Il Papato, dopo la conclusione del Grande Scisma e il ristabilimento dell'unità nella Chiesa romana, dovette affrontare la sfida del movimento conciliare; esso la vinse, grazie anche al successo conseguito nel 1439 a Firenze, dove fu proclamata solennemente l'unione di cattolici e ortodossi. Eugenio IV, dopo una lunga contrapposizione con il concilio di Basilea, aveva trasferito il sinodo in Italia, dove, nella prima metà del Quattrocento, si stava assistendo alla graduale formazione di entità statali territoriali: alcune di esse, le repubbliche di Venezia e Genova in particolare, avevano svolto per secoli un ruolo politico-economico di primo piano nell'Oriente bizantino. / On 29 May 1453, after a siege of some eight weeks, Constantinople fell to the Ottoman sultan, Mehmed II. The fall of the city came as a bitter shock to Western Christendom, which had failed to see its plight and had, in spite of promises, sent it negligible help. Bitter controversies followed, involving mainly pope Nicholas V, the king of Naples, Alfonso of Aragona, and Venice. The long decline of the Byzantine Empire, which had been quickened by the outcome of the fourth crusade, became irreversible as the Turks conquered the whole of Asia Minor and occupied the Byzantine territories of Greece and Eastern Europe. The Palaelogan emperors were persuaded that Byzantium could be saved only by Western help; to obtain it, they addressed popes, the Western emperor, European Kings and Italian states. The main condition for proper aid from the West was the union of Greek and Latin Churches; in Byzantine opinion, however, it might be attained exclusively through an oecumenical council. Papacy, after the vicissitudes of the Great Schism, had to face the challenge of the conciliar movement, which it won thanks to the successful, even if ephemeral, result of the council of Florence as well. There, in July 1439, the union between Catholic and Orthodox Churches was solemnly celebrated. The synod had been moved by pope Eugenius IV, after harsh quarrels with the council of Basel to Italy, where, in the first half of fifteenth century, bigger territorial states were forming. Some of them had been long time playing an important political and economical part in the Byzantine East.
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L’eredità di Giambologna in Tirolo: Hans Reichle, scultore tra Firenze e la Baviera

Padovani, Francesca 17 November 2021 (has links)
La tesi consiste in uno studio monografico aggiornato, il primo in lingua italiana, dedicato allo scultore bavarese Hans Reichle, che fu un abile interprete della Maniera fiorentina al di là e al di qua delle Alpi. Il bavarese frequentò la bottega di Giambologna dal 1587 c. al 1594, anni di intenso studio durante i quali gettò le basi sulle quali costruì il successo di una vita: la memoria degli anni fiorentini e l’influenza del maestro si percepiscono in tutte le opere del catalogo del bavarese, dagli esordi fino alla piena maturità. La tesi è dedicata interamente all’esame della vita e dell’attività dello scultore. Inizialmente si ripercorre la biografia di Reichle, esaminando le opere realizzate nel corso della vita e il prestigio che queste guadagnarono. In questa prima parte emerge l’evoluzione del linguaggio dello scultore e, in particolare, il suo cimentarsi con tecniche che finora gli studi non avevano ammesso nel catalogo: si tratta di importanti novità che gettano luce su aspetti del tutto inediti della carriera dello scultore. Invece nella seconda parte della tesi si discutono alcuni casi-studio relativi alle imprese principali di Reichle. Un capitolo è poi dedicato all’eredità lasciata dallo scultore in Tirolo e agli allievi e collaboratori che affiancarono Reichle nel corso della sua vita. Le ultime due parti della tesi sono dedicate all’esame dell’inventario inedito del bavarese - che ha portato alla luce significative novità relative tanto alla biografia quanto alla sua attività - al catalogo delle opere di Reichle e dei suoi allievi, e infine all'appendice documentaria.
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"LO ASSEDIO ED IMPRESA DE FIRENZE". EDIZIONE CRITICA CON COMMENTO / "Lo assedio ed impresa de Firenze". Annotated critical edition

STICCO, CARLOTTA FRANCESCA MARIA 31 May 2017 (has links)
Oggetto della tesi è l'edizione crtica commentata de "Lo assedio ed impresa de Firenze" di Mambrino Roseo da Fabriano (Perugia, G. Cartolari, 1530). L'elaborato è stato strutturato in tre sezioni. Al testo critico si è premesso lo studio ecdotico, con disamina grafico-linguistica e nota metrica. Si è quindi fatta seguire l'edizione del poemetto in ottave, corredata di ricostruzioni storiche e di un repertorio delle fonti e delle formule canterine. In calce, da ultimo, si è approntato un lessico bellico, raccolta di lemmi e fraseologie proprie della narrazione in ottava rima. / This dissertation focuses on the annotated critical edition of "Lo assedio ed impresa de Firenze" by Mambrino Roseo da Fabriano (Perugia, G. Cartolari, 1530) and is divided into three sections. The critical text is introduced with an ecdotic study, which analyses graphical and linguistic elements too and includes metrical annotations. The second section comprises the edition of this short poem in octave stanzas, featuring historical reconstructions and an index of sources and cantos. Lastly, the endnotes comprise a glossary of war-related language, compiled using terms and expressions characteristic of Italian "ottava rima" texts.
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DU RURAL À L'URBAIN. INTÉGRATIONS, USAGES ET GESTIONS DE L'ARBRE DANS LES PAYSAGES DE LA MÉDITERRANÉE NORD-OCCIDENTALE.

Pardo, Corinne 14 December 2005 (has links) (PDF)
Fondé sur le double constat de l'abandon des activités proto-industrielles des garrigues boisées et de l'introduction, quelque quarante années plus tard, de Quercus ilex L. en milieu urbain, ce travail de recherche révèle, grâce à l'analyse des politiques de gestion du patrimoine arboré de Montpellier (France), Firenze (Italie) et Valencia (Espagne), les dynamiques territoriales impliquées par l'évolution statutaire des arbres, et du chêne vert en particulier. Les nouvelles fonctions ornementales et culturelles qui sont attribuées à cette espèce, désormais argument et instrument du développement durable, s'associent, jusqu'à parfois les masquer, aux fonctions originelles, nourricières et forestières. Si l'arbre, révélateur des mutations territoriales successives, s'impose comme l'un des marqueurs privilégiés des paysages méditerranéens, le chêne vert s'inscrit quant à lui comme un élément moteur de nouvelles territorialités de la Méditerranée nord-occidentale.
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CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA"

Yagüe Gómez-Reino, Silvia 14 March 2016 (has links)
[EN] The main subject of this work is consolidation of wall paintings with inorganic materials under the point of view of the "Scuola Fiorentina", of restoration. Only through the exam of the historical evolution of the "Scuola Fiorentina" of restoration and the study of the socio-cultural context where such evolution took place, it is possible to completely understand how an activity that had a vertiginous growth, would have later converted, the "Scuola Fiorentina" in an international reference and in an undisputed pioneer in the field of restoration. The existence of an official organized agency "Gabinetto di resaturi della Sopraintendenza di Firenze", the catastrophic events that suffered the Florentine territory during the Second World War, and during the flood of 1966, caused a fundamental change in the culture of restoration that drove to put together science and restoration, forever. One of the most important outcomes of such merger was finding of the method Ammonium/Barium ("Dini-Ferroni"). The method was invented thanks to the genius and intuition of the chemist Enzo Ferroni, and due to the talent of the restorer Dino Dini who understood the importance of the joint between a scientific method with the practical hand-action of the restorer. From that moment, it will be clear the preference of the "Scuola Fiorentina" in the use of inorganic material for treatments on surface of mineral matrix. The method of Ammonium-Barium, is a desulphating procedure with a consolidation effect based on two phases with the application of two reagents. The main goal is the transformation of the sulphur ion of the disjointed surface into a compound, crystal and tip-chemically compatible with the carbonated surface, and the re-cohesion of the substrate by means of the compounds that come from the treatment. Since XXI century, due to an even stronger effort to apply science to restoration, also nanotechnologies bounced into restoration. They have been contributing to satisfy the effectiveness and compatibility of the pre-consolidation interventions, that are essential in case of severe disaggregation of paint layer. Pre-consolidation interventions with nanoparticles before the cleaning of the wall surfaces, are clearly related to the method of Ammonium/Barium, because they represent the preliminary interventions necessary to carry out the method with success. The Opificio delle Pietre Dure (OPD), is a governmental agency thank to which I have been able to learn techniques carried out through said methodologies. OPD is the main referent of the current "Scuola Fiorentina" of restoration and it has been characterized for its clear preference in the use of inorganic materials for the treatments on paint layers in carbonated matrix. / [ES] La consolidación de las pinturas murales con materiales inorgánicos, bajo la visión de la escuela fiorentina de la restauración, es el tema principal de este trabajo. A través del estudio del recorrido histórico de la scuola fiorentina de la restauración y del análisis del contexto socio-cultural, se puede entender cómo se pudo desarrollar vertiginosamente, una actividad que convirtió en pocos años a la scuola fiorentina, en ejemplo internacional e indiscutible pionera en el campo de la restauración. La existencia de un centro oficial organizado, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", junto a los acontecimientos catastróficos que sufrió el territorio florentino en la IIªGuerra Mundial, y las inundaciones de Florencia de 1966, marcaron un cambio radical en la cultura de la restauración que unió para siempre la ciencia y la restauración. Unión que culminará con el descubrimiento del método "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"), gracias al ingenio y la intuición, del químico Enzo Ferroni; y al restaurador Dino Dini, que supo valorar la importancia de la unión del pensamiento científico a la acción práctica-manual del restaurador. A partir de ese momento se configurará la clara preferencia de la scuola fiorentina, en la elección de materiales inorgánicos para las intervenciones sobre sustratos de matriz mineral. El método Ammonio-Bario, es un tratamiento desulfatante con efecto consolidante articulado en dos fases en base a la aplicación de dos reactivos, cuyo objetivo principal, es la trasformación del ión del azufre de la superficie disgregada en un compuesto cristalo-químicamente compatible con la matriz carbonatada, y la recoesión de dicho sustrato a través de los compuestos resultantes del tratamiento. En un esfuerzo aún mayor de la ciencia aplicada a la restauración, las nanotecnologias irrumpen en el campo de la restauración a partir del siglo XXI y estan contribuyendo a satisfacer la eficacia y compatibilidad de las operaciones pre-consolidantes; imprescindibles en situaciones de fuerte disgregación del sustrato pictórico. Las intervenciones de consolidación preventiva (pre-consolidación), realizadas a través de tratamientos de nanoparticulas; en fase propedéutica a la limpieza de las superficies murales; tiene un claro nexo de unión con el método de Ammonio-Bario, ya que completa las intervenciones preliminares necesarias para poder llevar a cabo con éxito dicho método. El Opificio delle Pietre Dure (OPD), institución ministerial gracias a la cual, he podido aprender las técnicas realizadas a través de dichas metodologías es referente principal de la actual scuola fiorentina de la restauración, y se caracteriza por su clara preferencia en el uso de materiales inorgánicos en las intervenciones que realizan sobre sustratos pictóricos en matriz carbonatada. / [CA] La consolidació de les pintures murals amb materials inorgànics, sota el punt de vista de scuola fiorentina de la restauració, és el tema principal del present treball. Mitjançant l'estudi del recorregut històric de la scuola fiorentina de la restauració i de l'anàlisi del context socio-cultural, es comprèn com es va desenvolupar, vertiginosament, una activitat que va convertir en pocs anys la scuola fiorentina, en un exemple internacional i en una indiscutible pionera al camp de la restauració. La existència d'un centre oficial organitzat, "Gabinetto di restauri della Soprintendenza di Firenze", conjuntament amb els episodis catastròfics que va patir el territori florentí a la II Gerra Mundial, així com les inundacions de Florència de 1966, van marcar un canvi radical a la cultura de la restauració que va unir per sempre la ciència amb la restauració. Unió, que va culminar amb els descobriment del mètode "Ammonio-Bario" ("Dini-Ferroni"); gràcies a l'ingeni i la intuïció del químic Enzo Ferroni i del restaurador Dino Dini, que va saber valorar la importància de la unió del pensament científic amb l'acció pràctica-manual del restaurador. A partir d'aquest moment es configurarà la clara preferència de la scuola fiorentina, en l'elecció de materials inorgànics per a les intervencions sobre substrats de matrius minerals. El mètode Ammonio-Bario, és un tractament desulfatant amb efecte consolidant, que s'articula en dos fases en base a l'aplicació de dos reactius, amb l'objectiu principal de transformar el ió del sofre de la superfície disgregada en un compost cristalo-químicament comptatible amb la matriu carbonatada, i la recoesió de l'esmentat substrat mitjançant els compostos resultants del tractament. Amb un esforç encara més gran de la ciència aplicada a la restauració, les nanotecnologies irrompen en el camp de la restauració a partir del Segle XXI i contribueixen a satisfer l'eficàcia i compatibilitat de les operacions pre-consolidants; imprescindibles en situacions de forta disgregació del substrat pictòric. Les intervencions de consolidació preventiva (pre-consolidació), realitzades mitjançant tractament de nanopartícules; en fase propedèutica a la neteja de les superfícies murals; te un nexe d'unió evident amb el mètode de Ammonio-Bario, ja que complerta les intervencions preliminars necessàries per poder dur a terme amb èxit el referit mètode. L'Opificio delle Pietre Dure (OPD), institució ministerial gràcies a la qual he pogut aprendre les tècniques realitzades mitjançant aquestes metodologies, és referent principal de l'actual scuola fiorentina de la restauració, i es caracteritza per una clara preferència en l'ús de materials inorgànics en les intervencions que realitzen sobre substrats pictòrics en matriu carbonatada. / Yagüe Gómez-Reino, S. (2016). CONSOLIDACIÓN CON MATERIALES INORGÁNICOS EN RESTAURACIÓN DE PINTURA MURAL. LA VISIÓN DE LA "SCUOLA FIORENTINA" [Tesis doctoral]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/61776
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Die Macht der Sterne

Klingner, Annett 04 June 2018 (has links)
Darstellungen der Planeten und ihrer Kinder gehörten zu den ersten paganen Bildern, die im Spätmittelalter produziert und rezipiert wurden. Während der rund 200 Jahre ihres hauptsächlichen Auftretens, bis zum Ende des 16. Jahrhunderts, erreichten sie eine enorme Popularität. Im Weltbild des Mittelalters und der frühen Neuzeit war jeder Mensch von dem Gestirn geprägt, unter dessen Einfluss er geboren wurde. Dieser Planet bestimmte, wie man körperlich und charakterlich beschaffen war, welchen Beruf man ausübte und welche gesellschaftliche Stellung man erwarten durfte. Der Geburtsmoment sorgte für eine lebenslange, familiäre Verbindung zum Gestirn, man wurde quasi zu dessen Kind. Die Macht der Sterne zeichnet die Entwicklung von der ersten Erwähnung der Planetenkinder in Schriftquellen, über die Herausbildung eines relativ stabilen ikonografischen Kanons in verschiedenen Medien, funktionsgebundene Variationen bis zum Aufgehen in anderen Bildgattungen nach. Die zumeist siebenteiligen Zyklen stellen sich als Teil eines weit ausgebauten Beziehungsgefüges und Verweissystems dar, in dem sich das jeweilige gesellschaftliche Bild der Zeit spiegelt. Die Darstellungen dokumentieren zudem zentrale Entwicklungen des individuellen Denkens bis zum Ende des 16. Jahrhunderts. Sie zeigen, wie das jeweils aktuelle kosmologische Verständnis und Wissen einem breiten Publikum durch Bilder vermittelt werden konnte, wie dies mit dem religiösen Leben vereinbar war oder sich im Alltag niederschlug. Planetenkinder-Darstellungen hatten im Verlauf ihrer Geschichte vielfältige Funktionen. In ihnen manifestierte sich die Vorstellung einer Einheit der Dinge in zahlreichen Analogien. Gezielt eingesetzt wurden die Bilder zur Markierung sozialer Aufstiege, politischer Interessen und der Reklamation von Machtansprüchen sowie der Repräsentation von Einfluss bzw. Verherrlichung von Auftraggebern. Die Bilder zeigen philosophische Diskurse auf, verweisen auf konkrete historische Ereignisse und bewerten diese. / Representations of the planets and their children were among the first pagan images to be produced and adopted in the late Middle Ages. During the circa 200 years in which they mainly appeared, up until the end of the sixteenth century, they became enormously popular. In the worldview of the Middle Ages and early modern era, every person was believed to be influenced by the celestial body under whose influence they were born. This planet determined one’s physical appearance and character, one’s profession, and the social standing one could expect. The moment of birth ensured the continuation of a life-long, familiar connection to this celestial body, and a person was effectively considered its “child”. Die Macht der Sterne traces these developments from the first written references to the children of the planets, through to the emergence of a relatively stable iconographical canon in various media, variations in terms of function, as well as their appearance in other pictorial genres. These cycles, usually consisting of seven parts, presented themselves as part of a highly elaborate relational structure and system of references which reflected the current social worldview. The images also document key developments in individual thought up until the end of the sixteenth century. They show how the prevailing understanding of the cosmos and knowledge could be communicated to a wide audience by means of imagery, how this was reconciled with religious life, and how it was reflected in everyday life. Over the course of their history, images of the children of the planets served a variety of functions. By means of a number of analogies they illustrated the notion of the unity of all things. These images were also consciously employed to underscore social advancement, political interests, and the reassertion of claims to power as well as representations of influence or the glorification of patrons. These depictions also highlight philosophical discourses and refer to concrete historical events while offering evaluations of these phenomena.

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