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L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART / The art of public spaces: actors and practices of Public Art

MAZZUCOTELLI SALICE, SILVIA 21 December 2009 (has links)
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art. Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva. Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio. / This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art. The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities. Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
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TRA TERRA E CIELO. SPAZIO REALE E METAFORICO IN THE LAND’S END (1834) DI HARRIET MARTINEAU / Between Earth and Heaven: Real and Metaphorical Space in The Land’s End (1834) by Harriet Martineau

RANGHETTI, CLARA 14 February 2011 (has links)
Questa tesi esamina il significato e il ruolo che lo spazio ha assunto nella vita e nell’opera di Harriet Martineau. Nella prima parte della tesi l’attaccamento al – o il rifiuto del – luogo, i.e., la casa, è stato ritenuto significativo per lo sviluppo identitario e il senso di benessere esperiti da Martineau. Il racconto economico di Martineau datato 1834 e intitolato The Land’s End è stato scelto invece quale focus nella seconda parte della tesi – scelta basata sulla possibilità di illustrare una strategia narrativa che si avvale dell’utilizzo concreto e simbolico di immagini spaziali da parte della scrittrice. / This dissertation examines the meaning and the role of place in Harriet Martineau’s life and work. In the first part of the dissertation, the attachment to – or rejection of – place, i.e. home, has been acknowledged as significant in Martineau’s development of self-identity and feeling of well-being. Moreover, Martineau’s 1834 economic tale entitled The Land’s End has been chosen as the focus for the second part of the dissertation – a choice based on the possibility of showing the woman writer’s narrative strategy and use of space images in both a concrete and symbolic way.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. Proust

Karam, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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La Estampa Líquida. El Tensioactivo como Medio de Expresión Artístico / La Stampa Liquida. Il Tensioattivo come Mezzo di Espressione Artistica

Simarro Escobar, Antonio 16 October 2020 (has links)
[ES] La presente tesis doctoral lleva por título La estampa líquida. El tensioactivo como medio de expresión artístico. Reúne la investigación de diversos artistas, cuyas obras surgen a partir de las posibilidades creativas de un químico tensor. Son el reflejo de nuevas estrategias y de la incorporación de nuevos materiales como medio creativo contemporáneo, y que tomamos como referentes para la invención de un nuevo método de entintado calcográfico. Esta indagación toma como punto de partida los conceptos de tiempo y espacio, dos términos inherentes y complementarios, consecuencia directa del rastro y la huella derivada de una realidad social. La Modernidad líquida, categoría que define este estado actual y figura de cambio constante y de interinidad, acuñada por el sociólogo Zygmunt Bauman, nos sirve como metáfora para la interpretación de estos nuevos recursos. Del mismo modo, este ensayo recoge un análisis del diálogo permanente entre aquellos detalles cotidianos y desapercibidos, receptáculos contenedores de un devenir en forma de esfera, representación que adoptamos del filósofo Peter Sloterdijk. Realizamos también, una aproximación a lo que fue una revolución en las vanguardias en el mundo de la gráfica: La técnica de la simultaneidad del color, inventada por el artista británico Stanley William Hayter y proceso primigenio del que surge esta tesis. Asimismo, se examinan aquellas técnicas de creación pictóricas, afines a nuestro estudio experimental, de las cuales nos imbuimos directamente. Como resultado del estudio del efecto de transitoriedad tensioactiva, esta tesis propicia nuestra producción artística personal: Recuerdo del trayecto, que ilustra dicha evolución química a través del tiempo inmortalizado en forma de estampa. / [CA] La present tesi doctoral porta per títol L'estampa líquida. El tensioactiu com a mitjà d'expressió artístic. Reunix la investigació de diversos artistes, les obres dels quals sorgixen a partir de les possibilitats creatives d'un químic tensor. Són el reflex de noves estratègies i de la incorporació de nous materials com a mitjà d'expressió artístic contemporani, i que prenem com a referents per a la invenció d'un nou mitjà d'entintat calcogràfic. Aquesta indagació pren com a punt d'eixida els conceptes de temps i espai, dos termes inherents i complementaris, conseqüència directa del rastre i la petjada derivada d'una realitat social. La Modernitat líquida, categoria que defineix aquest estat actual i figura de canvi constant i de interinitat, encunyada pel sociòleg Zygmunt Bauman, ens servix com a metàfora per a la interpretació d'aquests nous recursos. De la mateixa manera, aquest assaig recull una anàlisi del diàleg permanent entre aquells detalls quotidians i desapercebuts, receptacles contenidors d'un esdevenir en forma d'esfera, representació que adoptem del filòsof Peter Sloterdijk. Realitzem també una aproximació al que va ser una revolució a les Avantguardes en el món de la gràfica: La tècnica de la simultaneitat del color, inventada per l'artista britànic Stanley William Hayter i procés primigeni del que sorgeix aquesta tesi. Així mateix, s'examinen aquelles tècniques de creació pictòriques, afins al nostre estudi experimental, de les quals ens inbuïm directament. Com a resultat de l'estudi de l'efecte de transitorietat tensioactiva, aquesta tesi propicia la nostra producció artística personal: Recuerdo del trayecto, que il·lustra l'esmentada evolució química a través del temps immortalitzat en forma d'estampa. / [IT] La presente tesi di dottorato si intitola La stampa liquida. Il tensioattivo come mezzo di espressione artistica. Nel nostro lavoro intendiamo riunire le ricerche di vari artisti, le cui opere nascono dalle possibilità creative di un tensore chimico. Esse riflettono le nuove strategie e l'incorporazione di nuovi materiali come mezzo creativo contemporaneo, che prendiamo come riferimento per l'invenzione di un nuovo metodo per inchiostrare la matrice calcografica. Questa indagine prende come punto di partenza i concetti di tempo e spazio, due termini intrinseci e complementari, conseguenze dirette e prodotti derivanti da una determinata realtà sociale. La Modernità Liquida, categoria riferita allo status quo della società contemporanea, che rappresenta in costante cambiamento e una condizione ad interim, coniata dal sociologo Zygmunt Bauman, serve come metafora per l'interpretazione di queste nuove risorse. Allo stesso modo, questo saggio cattura un'analisi del dialogo permanente tra quei dettagli quotidiani e inosservati, i contenitori di un divenire in forma di sfera, così come apprendiamo dal filosofo Peter Sloterdijk. Abbiamo anche operato un'approssimazione a quella che è stata una rivoluzione nel mondo della grafica: la tecnica della concorrenza del colore, la cui partenità si ascrive all'artista britannico Stanley William Hayter, primo processo da cui nasce questa tesi. Inoltre, il nostro alvoro esamina anche quelle tecniche di creazione pittorica, simili al nostro studio sperimentale e di cui il nostro lavoro è fortemente impregnato. Come risultato dello studio dell'effetto della transitorietà surfattante, questa tesi promuove la nostra personale produzione artistica, Recuerdo del trayecto, che illustra questa evoluzione chimica attraverso il tempo immortalato sotto forma di stampa. / [EN] This doctoral thesis is named La estampa líquida. El tensioactivo como medio de expresión artístico (The Liquid Print. Surfactant as a resource of artistic expression). It gathers the investigation of different artists whose works arise from the creative possibilities of a tensor chemical. They are the reflection of new strategies and of the incorporation of new materials as a contemporary creative resource, and they are considered an example for the invention of a new chalcographic inking method. This investigation takes the concepts of time and space as a starting point. These concepts are inherent and complementary, a direct consequence of the trace and the print that stem from a social reality. The Liquid Modernity, a category which defines this current state and a symbol of constant change and temporariness, coined by sociologist Zygmunt Bauman, acts as a metaphor for the interpretation of these new resources. Likewise, this essay gathers an analysis of the permanent dialogue between those daily and unnoticed details, containing receptacles of a spherical future, a representation adopted from philosopher Peter Sloterdijk. We also carry out an approximation to what was a revolution in Avant-garde in the world of graphic arts: the technique of viscosity printing, invented by British artist Stanley William Hayter, an original process from which this thesis stems. Additionally, we examine those pictorial techniques of creation, related to our experimental study and from which we are directly influenced. As a result of the study of the effect of surfactant transience, this thesis fosters our personal artistic production: Recuerdo del trayecto, which illustrates this chemical evolution through the time immortalized in the shape of a print. / Simarro Escobar, A. (2020). La Estampa Líquida. El Tensioactivo como Medio de Expresión Artístico [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/152187 / TESIS
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Bios éducatifs : problèmes du biopouvoir dans les représentions littéraires et filmiques du milieu éducatif (1984-2015)

Allouch, Hanen 12 1900 (has links)
No description available.
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EDUCARE ALL' AUTENTICITA' ESISTENZIALE. IDENTITA' E PROGETTO DI SE'

CASADIO, ISABELLA GINEVRA GILDA ADELE MARIA 23 March 2009 (has links)
Il presente lavoro muove dall’idea che nell’autenticità sia possibile rintracciare una tematica importante per la teorizzazione pedagogica e un obiettivo rilevante per la formazione, soprattutto in questa epoca storica in cui l’uomo è sempre più spaesato, frammentato, in bilico nel rischio di perdersi e di non pervenire mai a sé stesso. La prospettiva dell’autenticità risulta aspetto rilevante della pienezza esistenziale della persona, ma è anche una dimensione valoriale e una “direzione intenzionale” capace di orientare e fornire direttrici di senso al percorso educativo, poiché non esiste intervento educativo che non sia sostenuto dalla ricerca di portare a compimento le possibilità più proprie dell’educando. È anche una indicazione epistemologica e metodologica attraverso la quale l’educatore rispetta la possibilità dell’educando di esistere secondo il più proprio poter-essere, il che si traduce nel riconoscere e sostenere il suo progetto di mondo, nell’alimentare il suo desiderio di divenire pienamente quello che può essere, nel far sì che si assuma la responsabilità di dare forma alla sua originale presenza nel mondo. Il riferimento teoretico è individuabile principalmente nell’ambito della pedagogia fenomenologico-esistenziale (ivi compresi i suoi sviluppi nell’ermeneutica e nelle filosofie della persona), con rimandi ai principali esponenti di tale orientamento in ambito filosofico e psicologico oltre che, principalmente, pedagogico. Nel percorso di ricerca sono stati individuati molteplici nuclei tematici di approfondimento, dovuti alla dimensione “di confine” dell’autenticità che tocca più campi educativi quali: relazione, comunicazione, cura, etica, identità, progetto, scelta, libertà, temporalità, morte, dolore, vita emotiva, tempo, corpo, spazio. La tesi si articola in due sezioni che procedono da considerazioni teoretico-pedagogiche verso indicazioni pratico-educative. / This works takes as a departing point the idea that authenticity is an important issue in pedagogical theorization as well as a relevant goal for education, and particularly so in the current historical era when the human being is increasingly bewildered, fragmented and subject to the risk of losing oneself and never attaining selfhood. Beside being an important aspect of existential wholeness, authenticity may act as a directional goal able to steer and provide meaning to an educational journey aiming to bring into actuality the person’s potentials. Authenticity also provides epistemological and methodological directions through which the educator respects the individuality of the person to be educated. The theoretical approach here adopted mostly refer to phenomenological-existential pedagogy (including developments in hermeneutics and philosophies of the person), with additional references to the main exponents of such perspective in philosophy, psychology and, mostly, theory of education. During the research process many themes have been thoroughly investigated, because of the boundary spanning nature of authenticity, which touches upon several educational fields, including: relationships, communication, care, ethics, identity, project, choice, freedom, temporality, death, sorrow, emotional life, time, body, space. The thesis consists of two sections that go from theoretical-pedagogical considerations to practical-educational directions.
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IL BALLO DI COPPIA IN STRADA A MILANO: SOCIEVOLEZZA E APPARTENENZA NELL'INTIMITA' DELLO SPAZIO PUBBLICO / Partner dance in the street in Milan: sociability and belonging in the intimacy of public space

CARDINALE, SARA 06 November 2017 (has links)
Il ballo sociale di coppia è una forma di svago che è tornata ad essere praticata da giovani e adulti soprattutto dagli anni Novanta. Questa ricerca sociologica ha per oggetto gli eventi di ballo sociale di coppia che hanno luogo attualmente a Milano in spazi pubblici, soprattutto nel centro città, senza autorizzazioni formali e privi di finalità di lucro. L’ipotesi di base è che questi eventi, organizzati da gruppi di ballerini attraverso reti sociali online, siano parte di un fenomeno sociale unico. I tipi di ballo coinvolti sono il tango argentino, la mazurka francese neotrad, lo swing e i balli del sud Italia. Questo lavoro, attraverso l’osservazione partecipante in situazione e interviste in parte semistrutturate e in parte biografiche, mira ad individuare i significati specifici che distinguono tale pratica urbana dal ballo di coppia in luoghi istituzionali e quale sia il ruolo giocato dello spazio pubblico nel differenziare i due oggetti. Nell’analisi delle interviste, l’ambito di significato relativo alla socialità collettiva si è distinto rispetto agli altri per corposità e complessità, è stato perciò scelto come chiave interpretativa del fenomeno. Questa pratica si rivela, infine, una forma di socievolezza e un ambiente sociale in cui esperire un’intimità di gruppo generata da interazioni estemporanee tra conoscenti, e trova negli spazi pubblici della città il suo teatro di espressione privilegiato. / In Western culture, social partner dances have re-emerged as a leisure activity for young and adults since the 90’s. This sociological research concerns social partner dancing events taking place in public spaces in Milan nowadays, especially in the city centre. They are organized through online social networks by groups of dancers who occupy the public space without any formal license and any profit-mindedness; Argentinian tango, French mazurka, swing, and Southern Italian dances are the types of dances involved. The underlying assumption is that these street events are part of a unique social phenomenon. By means of an at home perspective to participant observation, semistructured, and in-depth interviews, this work aims, firstly, to find specific meanings to this practice by comparing it to partner dances performed in institutional places; and secondly, to identify the role of public space in this framework. The collective sociality dimension of meaning has been chosen as a key to interpretation, since it stood out for complexity and relevance. This urban practice turns out to be a kind of simmelian sociability and an environment to experience a group intimacy produced by extemporary interactions of acquaintances; of which urban public spaces, furthermore, prove to be a perfect theatre to its full expression.
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Transférabilité des savoirs et des compétences dans la formation et la mobilité professionnelle des éducateurs spécialisés dans l’espace européen. Étude comparative entre l’Italie et la France / Transferability of knowledge and skills in the training and professional mobility of educators specializing in the European area. Comparative study between Italy and France / La trasferibilità delle conoscenze et delle competenze nella formazione e la mobilità professionale degli educatori nello spazio europeo. Studio comparativo tra Italia e Francia

Romano, Luciano 27 October 2017 (has links)
Cette recherche s’inscrit dans le cadre plus large d’une cotutelle de thèse en Sciences de l’Éducation entre les Universités de Nice et de Turin. Nous sommes partis du constat que l’organisation de l’éducation spécialisée en Europe est loin d’être homogène. Ainsi, en Italie, contrairement à la France, la formation en travail social est confiée aux universités. Depuis l’inscription de la formation française dans le cadre européen en 1989, la réorganisation des contenus de formation et la mise en conformité avec le reste de l’Europe a provoqué une révision profonde du modèle pédagogique de référence et de la conception même de la profession. À partir de cette étude comparative, notre thèse étudie l’impact de ce nouveau modèle de transmission et de reconnaissance des savoirs sur la professionnalisation des travailleurs sociaux, afin d’envisager comment le cadre européen agit à travers ses deux postulats : la transférabilité des savoirs et des compétences professionnelles. En partant d’un secteur spécifique comme celui de l’éducation spécialisée, notre thèse explore le double aspect de la formation – transférabilité des savoirs- et de la professionnalisation – transférabilité des compétences –afin de vérifier s’il est judicieux de parler d’une véritable "Europe des métiers du social". / This research is incorporated within the wider framework of a thesis in Educational Studies which was co-tutored by the University of Nice in France and the University of Turin in Italy. We started by observing that the organisation of specialised education in Europe is far from being homogeneous. Consequently, Social Work Education in Italy is entrusted to Universities, yet not in France. Since French education was incorporated within the European Framework in 1989, the re-organisation of the educational content and its compliance with the rest of Europe has led to a deep reviewing of both the pedagogical model of reference and the conception of the profession itself. Moving from this comparative study, our thesis analyses the impact of this new model of transmission and recognition of knowledge on the professionalization of social workers in order to understand how the European framework acts through the two following postulates : the transferability of knowledge and the transferability of professional expertises. Starting from the specific field of specialised education, our study explores the double aspect of education – knowledge transferability – and professionalization – expertises transferability – in order to verify whether it is wise to talk about a common “European approach to social work”. / Questa tesi in Scienze dell’Educazione ha visto la luce nell’ambito di una co-tutela tra l'Università di Nizza e l’Università di Torino. La premessa è che la professione dell’educatore in Europa è tutt’altro che omogenea. In Italia, sin dagli anni Novanta, la formazione degli educatori è affidata alle università e conserva una base disciplinare. In Francia, invece, essa é delegata alle scuole regionali ed é declinata in competenze. Inoltre, nel 2010 é stata attuata una profonda revisione del modello pedagogico in nome dell’adesione alle norme che regolano lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). In questo quadro si colloca il nuovo modello di trasmissione e di riconoscimento dei saperi proposto dall’Europa, basato su due postulati : la trasferibilità delle conoscenze e delle competenze professionali. Partendo da un settore specifico come quello dell’educazione professionale, la ricerca si è proposta di esplorare il doppio aspetto della comparazione dei sistemi di formazione – trasferibilità delle conoscenze – e professionali – trasferibilità delle competenze – al fine di verificare se è possibile parlare di una "Europa dei mestieri del sociale".

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