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LA CLAUSOLA STATUTARIA DI DRAG ALONGPETA, GIORGIO 17 July 2013 (has links)
Il presente lavoro ha ad oggetto l’analisi del fenomeno giuridico della covendita, che, come noto, si è diffuso nella prassi negoziale italiana attraverso il recepimento di talune fattispecie negoziali nate e sviluppatesi negli ordinamenti anglosassoni.
In particolare, l’attenzione viene rivolta alle cc.dd. clausole di drag along (o “trascinamento”), le quali si inseriscono nell’ambito delle pattuizioni negoziali che comportano un obbligo di covendita.
Le ragioni della scelta di tale tema di ricerca risiedono nella diffusione di questo tipo di clausole nella disciplina dei rapporti societari. In effetti, la redazione di clausole che dispongono un obbligo di covendita rappresenta ormai una tecnica negoziale ampiamente diffusa nella pratica dei negozi acquisitivi di partecipazioni sociali.
La clausola di drag along è normalmente inserita all’interno di patti parasociali stipulati laddove venga effettuata un’acquisizione da cui risulti una società partecipata da una pluralità di investitori. Tuttavia, con sempre maggior frequenza, e nell’ambito di una certa tendenza alla “migrazione dal parasociale al sociale” quale effetto della nuova disciplina dei patti parasociali introdotta dalla riforma del diritto societario, questo genere di clausole viene inserito direttamente negli statuti delle società di capitali.
Il recepimento a livello statutario della clausola di trascinamento ha posto numerosi interrogativi in ordine alla relativa natura giuridica, validità ed efficacia. In particolare, gli aspetti che hanno costituito oggetto di maggiore attenzione da parte della dottrina e della giurisprudenza sono costituiti dalla collocazione sistematica della clausola statutaria di trascinamento e dalle relative condizioni di validità alla luce dei principi inderogabili dell’ordinamento societario.
Un profilo che, invece, non è stato adeguatamente approfondito attiene alla natura “sociale” o “parasociale” di una siffatta clausola statutaria.
Si tratta, peraltro, di un aspetto non secondario, atteso che, come cerca di dimostrare il presente lavoro, l’inserimento della clausola di trascinamento all’interno dello statuto sociale non sembrerebbe implicare di per sé il riconoscimento alla medesima di un valore “sociale” e, dunque, imporne automaticamente la valutazione della validità alla stregua del diritto societario.
In questa prospettiva, il presente lavoro procede, innanzitutto, ad una ricognizione delle clausole che vengono generalmente ricondotte nel genus della covendita: e ciò, segnatamente, al fine di ricostruire i tratti tipologici delle clausole di drag along, così da distinguerle dalle altre tecniche negoziali ricomprese nell’istituto della covendita. In particolare, si cerca di individuare l’ambito di applicazione di una siffatta clausola e gli interessi economici che essa è in grado di soddisfare. L’indagine compiuta dimostra che la clausola di drag along è di regola estranea alla sfera dell’ordinamento sociale e abitualmente inserita in patti parasociali stipulati da soci di società a struttura chiusa che presentano un elevato grado di investimenti specifici, in ragione della sua inerenza a specifiche operazioni di acquisizione societaria, caratterizzate dal normale interesse dei soci paciscenti alla massimizzazione del valore delle proprie partecipazioni sociali e dal fisiologico disinteresse degli stessi a vincolare i soci presenti e futuri ad un determinato assetto negoziale.
Successivamente, alla luce dei risultati raggiunti, obiettivo del lavoro è quello di dimostrare che la clausola statutaria di drag along può assumere carattere sociale o parasociale a seconda del caso concreto. In particolare, tale verifica, compiuta attraverso l’esame dei vari criteri di distinzione del sociale dal parasociale elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza, porta a ritenere che, al fine di riconoscere un rilievo sociale alla clausola statutaria di drag along, sia necessario che la stessa – oltre ad essere formulata in modo impersonale – soddisfi un ulteriore requisito: e, cioè, sia idonea a rispondere ad interessi sociali, destinati a soddisfare un’esigenza dell’ente o, indistintamente, dei soci in astratto, e non miri, invece, a gestire unicamente specifici rapporti tra soci.
Infine, vengono esaminate le conseguenze che derivano sul piano qualificatorio e disciplinare a seconda che la clausola statutaria di drag along assuma, nel caso concreto, carattere “sociale” o “parasociale”. In particolare, l’indagine cerca di dimostrare, da un lato, che, contrariamente a quanto solitamente si ritiene, il patto parasociale di trascinamento – così come la clausola statutaria di drag along di natura parasociale – non pare essere, a rigore, un patto che disciplina le condizioni di “circolazione” delle partecipazioni, ma un patto che regola le condizioni di “investimento” e di “disinvestimento” nella società, essendo normalmente volto a tutelare l’interesse di tutti i soci paciscenti alla massimizzazione del valore delle partecipazioni sociali; dall’altro lato, che la struttura funzionale della clausola statutaria di drag along di carattere sociale presenta delle analogie rispetto alla struttura funzionale degli istituti giuridici del riscatto azionario e dell’esclusione del socio di s.r.l., dovendosi pertanto ritenere valida nella misura in cui sia compatibile con il principio dell’equa valorizzazione della partecipazione obbligatoriamente dismessa che si ricava dagli artt. 2437 sexies e 2473 bis c.c. / The present work relates to the legal analysis of the phenomenon of co-sale, which, as noted, it is common practice in negotiating through the implementation of certain Italian case negotiating created and developed in the Anglo-Saxon legal systems.
In particular, attention is paid to cc.dd. drag along clauses (or "drag"), which are part of the negotiating stipulations that imply an obligation of co-sale.
The reasons for the choice of research topic that reside in the spread of such clauses in the discipline of corporate relationships. In fact, the wording of clauses that have an obligation to co-sale is now negotiating a technique widely used in the practice of shopping acquisitive of shareholdings.
The drag along clause is normally included in shareholders' agreements concluded when an acquisition is made, which result in a company owned by several investors. However, with increasing frequency, and within a certain tendency to "migrate from the parasocial to social" as a result of the new discipline of shareholders' agreements introduced by the reform of company law, such clauses are inserted directly into the statutes of the company capital.
The implementation of the statutory provision at the drag posed numerous questions as to its legal, valid and effective. In particular, the aspects that have been the subject of increased attention by the doctrine and jurisprudence are constituted by the systematic position of the statute and the drive conditions of its validity in the light of the overriding principles of corporate order.
A profile, however, has not been adequately thorough regards the "social" or "parasocial" of such a statute.
It is, however, an important aspect, since, as this paper seeks to demonstrate, the inclusion of the clause in the bylaws do not drag would seem to imply the recognition of itself to the same value of a "social "and, therefore, automatically impose the same way as the evaluation of the validity of corporate law.
In this perspective, this work proceeds, first, a survey of the clauses that are generally traced in the genus of the co-sale, and this, in particular, in order to reconstruct the typological features of the drag along clauses, so as to distinguish them from other negotiating techniques covered in the institution of co-sale. In particular, it seeks to identify the scope of such a clause and the economic interests that it is able to satisfy. The investigation carried out shows that the drag along clause is generally alien to the sphere of social order and usually included in shareholders' agreements concluded by shareholders of companies with a closed structure with a high degree of specific investments, because of its inherent specific corporate acquisitions, characterized by normal partners' interest in maximizing the value of their shareholdings and physiologically the same selflessness to bind the shareholders present and future negotiations to a specific structure.
Later, in the light of the results achieved, goal of the work is to demonstrate that the statute can take to drag along social or agreement depending on the case. In particular, the verification process, accomplished through the examination of the various criteria of social distinction by the agreement drawn up by the doctrine and case law, leads to the belief that in order to recognize a social relevance to the statute of drag along, it is necessary that the same - as well as being formulated in an impersonal way - to fulfill an additional requirement: it is, is likely to respond to social interests, to meet a need or entity, without distinction of members in the abstract, and is not intended, however to handle only specific relationships between members.
Finally, we examined the consequences on the level and discipline depending on whether the statute assumes drag along, in this case, "social" or " parasocial ". In particular, the survey seeks to demonstrate, firstly, that, contrary to what is usually considered the shareholders 'drag - as well as the statute of nature to drag along' agreement - does not seem to be, strictly speaking, a covenant governing the conditions of "circulation" of the investments, but a pact that regulates the conditions of "investment" and "disinvestment" in society, being generally aimed at protecting the interest of all shareholders to maximize the value of equity, on the other hand, the functional structure of the statute to drag along for social presents similarities with respect to the functional structure of legal institutions and the exclusion of equity of redemption partner srl, having to therefore be considered valid to the extent that both compatible with the principle of fair value of the investment which is made mandatory abandoned by the articles 2437 sexies e 2473 bis c.c.
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Prêmio por controle no mercado brasileiroSouza, Vitor Frango de 30 January 2014 (has links)
Submitted by Vitor Frango (vitorpollo@yahoo.com.br) on 2014-03-10T14:51:32Z
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Previous issue date: 2014-01-30 / This study aims to estimate the control premium in the Brazilian stock market, based on the price differential between classes of stocks with different voting rights. In Brazil for the period from 01/07/2003 to 28/06/2013 the average control premium is positive, a result that differs from those found in previous studies, where the control premium is negative. This paper investigates the determinants that imply this voting shares valuation relative to the non-voting share. Particularly, the paper analyzes the impact of the liquidity, dividends differential, the negative impact of the extension of the right of the Tag Along for non-voting shares, the negative impact of ADR companies, a negative impact when firms are classified with upper level corporate governance in BMF&Bovespa. Finally, the positive impact when the major shareholder holding more than 50% of the voting shares and government holding more than 20% of voting shares. / Este trabalho visa estimar o prêmio por controle no mercado acionário brasileiro, com base no diferencial de preços entre espécies de ações com direitos diferenciados de voto. No Brasil para o período de 01/07/2003 a 28/06/2013 a média do prêmio por controle foi positivo, resultado que difere dos encontrados em estudos anteriores, onde o prêmio por controle é negativo. Este trabalho investiga os determinantes que implicam na valorização da ação ordinária em relação à ação preferencial. Em particular, o trabalho analisa os impactos da liquidez, do diferencial dos dividendos, o impacto negativo da extensão do direito do Tag Along para ações preferenciais, o impacto negativo das empresas que possuem ADR, impacto negativo quando a empresas está classificada com nível superior de governança corporativo da BMF&Bovespa e pro fim, o impacto positivo para quando o acionista majoritário detêm mais de 50% das ações ordinárias e da participação do governo nas empresas que possui 20% das ações ordinárias.
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Alienação de controle e benefícios privados no Brasil: uma releitura sob novo ambiente regulatório e de governança corporativaCotrim, Eduardo Lucas 09 August 2017 (has links)
Submitted by Eduardo Cotrim (edulucascotrim@yahoo.com.br) on 2017-09-11T21:41:56Z
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Previous issue date: 2017-08-09 / In the last decades several papers have tried to estimate and explain the existence of control block premium in a number of countries. A lot of factors are related to it, like the private benefits of control, shareholder structure, the stage of corporate governance development in each country, idiosyncratic characteristics of the companies, etc. This paper studies the Brazilian stock market taking into account the evolution occurred since the early 2000 in terms of laws and rules of corporate governance. It was found that a high premium is paid to take control of the companies in Brazil and that larger premiums are verified in transaction involving companies with lower corporate governance practices. / Nas últimas décadas diversos estudos tiveram por objetivo quantificar e explicar a existência de prêmios pago por blocos de controle em inúmeros países. Muitos fatores estão relacionados a tal variável, como benefícios privados derivados do controle, estrutura acionária, estágio de evolução da governança corporativa em cada economia, aspectos específicos referentes às companhias, etc. Este trabalho aborda o mercado de capitais brasileiro em um ambiente mais desenvolvido em termos de leis e governança corporativa se comparado aos trabalhos acadêmicos do início da década de 2000. Foi verificado que existe um prêmio de controle significante nas transações com alienação de controle no país, além de haver indícios de que os maiores prêmios sejam pagos em transações envolvendo empresas listadas em segmentos de governança corporativa mais baixos.
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O instituto da incorporação de ações / Stock for stock exchange transactionsPonczek, Daniel Kalansky 06 April 2011 (has links)
O presente trabalho tem por objeto o estudo do instituto da incorporação de ações. Para tanto, será analisado, (i) no primeiro capítulo, o regime legal vigente e sua natureza jurídica, apresentando-se as diferenças em relação à operação de incorporação de sociedade, fazendo inclusive um contraste com o direito norte-americano; (ii) no segundo capítulo, a proteção dos acionistas minoritários em operações de incorporação de controlada e eventual impedimento de voto do acionista controlador, analisando-se os recentes pareceres de orientação emitidos pela CVM; (iii) no terceiro capítulo, o estudo do instituto do tag along e do fechamento de capital e necessidade de realização de oferta pública em operações de incorporação de ações que impliquem transferência de controle ou cancelamento de registro de companhia aberta, à luz das últimas operações realizadas no mercado; (iv) no quarto capítulo, a discussão dos principais precedentes nos quais a CVM decidiu impor restrições ou impedir a realização de operações de incorporação de ações por entender ter havido um tratamento não equitativo entre os acionistas minoritários e controladores, com o objetivo de demonstrar a alteração do comportamento do órgão regulador no decorrer dos anos / The present work aims the study of the stock-for-stock exchange transactions (incorporação de ações). For this purpose, it will be examined (i) in the first part, the current legal regime and legal nature, contemplating differences with the statutory merger (incorporação de sociedade), including a comparison with the US law, (ii) in the second part, the protection of minority shareholders in the context of parent-subsidiary mergers and possible exclusion from voting of the controlling shareholder, taking into account the recent opinions issued by the Brazilian Securities and Exchange Commission (CVM), (iii) in the third part, the study of the tag along rights and the regulation for delisting companies and the need to conduct a tender offer in stock-for-stock exchange transactions involving transfer of control or delisting of a publicly-held company in light of recent transactions, and (iv) in the fourth part, the discussion of the key precedents on which CVM has decided to impose restrictions or prevent the conduct of stock-for-stock transaction under the understanding that there was inequitable treatment of minority shareholders and controlling shareholders, in order to demonstrate the change of the CVMs understanding over the years.
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O instituto da incorporação de ações / Stock for stock exchange transactionsDaniel Kalansky Ponczek 06 April 2011 (has links)
O presente trabalho tem por objeto o estudo do instituto da incorporação de ações. Para tanto, será analisado, (i) no primeiro capítulo, o regime legal vigente e sua natureza jurídica, apresentando-se as diferenças em relação à operação de incorporação de sociedade, fazendo inclusive um contraste com o direito norte-americano; (ii) no segundo capítulo, a proteção dos acionistas minoritários em operações de incorporação de controlada e eventual impedimento de voto do acionista controlador, analisando-se os recentes pareceres de orientação emitidos pela CVM; (iii) no terceiro capítulo, o estudo do instituto do tag along e do fechamento de capital e necessidade de realização de oferta pública em operações de incorporação de ações que impliquem transferência de controle ou cancelamento de registro de companhia aberta, à luz das últimas operações realizadas no mercado; (iv) no quarto capítulo, a discussão dos principais precedentes nos quais a CVM decidiu impor restrições ou impedir a realização de operações de incorporação de ações por entender ter havido um tratamento não equitativo entre os acionistas minoritários e controladores, com o objetivo de demonstrar a alteração do comportamento do órgão regulador no decorrer dos anos / The present work aims the study of the stock-for-stock exchange transactions (incorporação de ações). For this purpose, it will be examined (i) in the first part, the current legal regime and legal nature, contemplating differences with the statutory merger (incorporação de sociedade), including a comparison with the US law, (ii) in the second part, the protection of minority shareholders in the context of parent-subsidiary mergers and possible exclusion from voting of the controlling shareholder, taking into account the recent opinions issued by the Brazilian Securities and Exchange Commission (CVM), (iii) in the third part, the study of the tag along rights and the regulation for delisting companies and the need to conduct a tender offer in stock-for-stock exchange transactions involving transfer of control or delisting of a publicly-held company in light of recent transactions, and (iv) in the fourth part, the discussion of the key precedents on which CVM has decided to impose restrictions or prevent the conduct of stock-for-stock transaction under the understanding that there was inequitable treatment of minority shareholders and controlling shareholders, in order to demonstrate the change of the CVMs understanding over the years.
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Incidencia del derecho en la creación y funcionamiento de las Joint Ventures. Análisis de la organización jurídica de las Joint Ventures en la Unión Europea, con especial referencia a EspañaPauleau, Christine 17 November 2000 (has links)
La trascendencia práctica del tema del régimen jurídico de las joint ventures es indudable. En los Estados miembros de la Unión Europea, y más especialmente en España, las joint ventures remiten a una idea de mayor eficiencia económica, permitiendo a las empresas formar alianzas entre ellas, y así mejorar su competitividad, adaptando sus estructuras a las dimensiones crecientes de los mercados europeos y mundiales.Las joint ventures no están reguladas como tales en ninguna legislación nacional europea. El derecho comunitario se concentra por su parte en el análisis de los efectos de estas operaciones sobre la competencia. Las joint ventures adquieren en la práctica, únicamente, su contenido jurídico.Este estudio tiene por objetivo presentar un análisis a la vez teórico y práctico del régimen jurídico de las joint ventures, intentando definir el "valor añadido" del trabajo del jurista profesional cuando interviene en la creación y el funcionamiento de las joint ventures. La adopción de esta óptica funcionalista permite integrar el análisis de los diversos aspectos jurídicos de las joint ventures, sus estructuras contractuales y societarias así como su tratamiento en derecho de la competencia, que se abordan tradicionalmente en estudios separados, e insistir en la interelación existente entre las diversas ramas del derecho afectadas. Este estudio se concentra esencialmente en las cuestiones planteadas por las joint ventures en el ámbito del derecho de las obligaciones y del derecho societario.El jurista profesional desempeña, en primer lugar, una función de naturaleza organizativa, creando un conjunto de reglas obligatorias (reglas jurídicas) para todas las empresas participantes en la operación, de acuerdo con sus intereses estratégicos. El resultado puede ser, por ejemplo, la conclusión de un simple contrato, la constitución de una AEIE o la de una sociedad de capital. La complejidad de la organización jurídica de la joint venture impide estudiar de manera separada, como dos piezas aisladas, el llamado acuerdo de base de la joint venture por un lado, y la sociedad eventualmente constituida, la llamada filial común, por otro. El hecho de no entender la filial común como parte de un todo unitario y más complejo no permite describir correctamente las especialidades del régimen aplicable a dicha sociedad frente a sociedades constituidas en otros contextos económicos. La organización compleja de las joint ventures se diferencia de otros negocios jurídicos complejos por razón de su finalidad económica específica, la de establecer una alianza entre empresas. Tal como indica el derecho comunitario de la competencia, la joint venture es una operación en la que: (i) participan dos o más empresas independientemente activas en el mercado; (ii) se agrupan recursos necesarios al desarrollo de una actividad económica común en el seno eventualmente, pero no obligatoriamente, de una entidad separada (la llamada empresa común"); (iii) las empresas participantes ejercen un control conjunto sobre dicha actividad económica común. Estos tres elementos forman el núcleo de la definición de la joint venture en derecho.La cuestión de la validez y eficacia jurídica de los pactos presentes en el contrato complejo de joint venture, cuando implica la existencia de una sociedad de capital, es la que más dificultades plantea. El problema respecto a la joint venture, como respecto a muchos otros contratos complejos, es organizar un discurso sobre el uso de la libertad y sus consecuencias en el ámbito del derecho de sociedades.Mientras el jurista profesional organiza la joint venture, atrae también la atención del legislador sobre las necesidades jurídicas de las empresas que deciden "aliarse" en el seno de una joint venture. Los pactos presentes en los contratos complejos de joint venture no dependen únicamente del contenido del derecho aplicable a la sociedad "filial común" por ejemplo, sino también de la creatividad de los juristas profesionales. Las finalidades a cubrir por el contrato lo serán en regla general mediante combinaciones originales y complejas de mecanismos jurídicos, demostrándose una vez más el papel relevante de la práctica en la formación del derecho. Como consecuencia, puede observarse una tendencia a la flexibilización del derecho aplicable a las sociedades de capital, sobre todo en los países europeos continentales. Esta adaptación del derecho a la realidad práctica se observa también, y de manera significativa, en otras ramas del derecho, como en derecho de la competencia donde el legislador intenta introducir un tratamiento cada vez más pragmático de los efectos producidos por las joint ventures sobre los mercados. El análisis de la organización jurídica de las joint ventures en la práctica demuestra, sin embargo, la falta de utilidad y de oportunidad de una ordenación legal de la joint venture como tal en Europa. Como en el caso de la organización de la empresa, basta con que los operadores "candidatos" a la alianza encuentren en el derecho positivo los legal tools, o instrumentos jurídicos, adaptados a los objetivos económicos legítimos que persiguen ( por ejemplo, diversas formas sociales, la AIE, la UTE, la cuenta en participación etc), y sobre la base de los cuales puedan conservar y reforzar el sentimiento de confianza que necesitan tener en la operación y en su "aliado" para alcanzar con éxito estos objetivos. / This study provides a comprehensive analysis of both practical and theoretical legal issues raised by joint ventures in Europe. In the European Union member states and especially in Spain, joint ventures are viewed as a high efficient strategic operation - allowing alliances between firms, which may improve their competitiveness and adapt them to the growing dimensions of European markets and to the new global economy. Joint ventures are not organised as such by any statute law in Europe. European law focuses on the analysis of the effects they may produce on competition. Joint ventures obtain a legal content only in practice.The aim of this study is to define the "added value" of the practical work of lawyers, when they take part in processes of creation of joint ventures. This question allows to integrate the analysis of different legal aspects of joint ventures - their contractual and corporate structure as well as their legal treatment under competition law - which are traditionally treated in separate studies, and to point out the existence of on-going interfaces between them. This study focuses essentially on the contractual and corporate aspects of joint ventures. Practitioners set up, first of all, mechanisms which are compulsory - i.e. legal rules - for the firms involved in the operation according to their strategic interests. The result may be, for instance, the creation of a mere "contractual joint venture", of an European Economic Interest Grouping, or the incorporation of a "joint venture company". The complexity of the joint venture legal organisation prevents from studying separately the so-called "joint venture agreement" on which is based the operation, and the company which may be incorporated within it. The joint venture company is only a part of a more complex ensemble, which needs to be understood as such in order to be correctly analysed.The complex legal organisation of joint ventures differs from any other complex legal organisations because of its specific purpose, ie. establish a strategic alliance between firms. It aims to organise an operation in which: (i) participate two or more firms independently active on the market; (ii) are gathered the resources necessary to carry out a common business activity, possibly but not obligatory within a separate entity; and (iii) the participating firms jointly control the common business activity. Those three features are at the basis of the legal definition of joint ventures.The question of the legal validity and efficiency of the terms and conditions present in incorporated joint venture agreements is the more problematic one for the practitioners. The main difficulty in relation with joint ventures like in relation with many other complex agreements is to determine the limits of use of contractual freedom in company law.While organising the operation, the practitioners are also drawing the attention of the legislator on the legal needs of the firms willing to enter into alliances. The terms and conditions present in joint venture agreements depend not only on the content of the statute law applicable to the joint venture company for example, but also on the creative skills of the practitioners. The joint venture agreement needs to cover different purposes generally through original and complex combinations of legal mechanisms, proving once again the relevant role of practice in the generation of law.As a result, it is possible to observe a certain "flexibilization" of the rules in company law, especially in continental Europe. This new tendency develops in parallel with the movement observed in competition law towards a more realistic and pragmatic analysis of joint venture effects on the markets.The analysis of the legal organisations of joint ventures existing in practice demonstrates however the lack of necessity for a statutory regulation of this (strategic) operation in Europe. Like in the case of the organisation of a firm, the economic players willing to enter into strategic alliances only need to find in statute law different "legal tools" which may adapt their legitimate economic interests - such as different company forms, the Economic Interest Grouping, the partnership - and on the basis of which they can conserve and reinforce the confidence they need to have in their partner and in the operation in order to achieve successfully their purposes.
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