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L'esperienza dell'etica nell'esercizio del ruolo manageriale / The Experience of Ethics in the Managerial RoleCECCHINATO, FABIO 28 March 2007 (has links)
Viene esplorata l'esperienza della dimensione etica nel ruolo manageriale attraverso una analisi su tre piani: quello dell'esperienza soggettiva, della relazione interpersonale e infine il livello istituzionale / The experience of ethics in managerial role is explored at three different levels of analysis: the individual level, the interpersonal level and the institutional level.
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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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L'ERMENEUTICA DEL SOGGETTO IN MICHEL FOUCAULTREDAELLI, ENRICO 19 April 2010 (has links)
La tesi è un'analisi critica dei presupposti teoretici del metodo genealogico di Foucault. Il problema del soggetto è perciò indagato in relazione a allo statuto di verità della filosofia foucaultiana. Lo scopo è mostrare i problemi e le contraddizioni a cui va incontro il "senso" del gesto genealogico. / This thesis is a critical analysis of the theoretical principles of Foucault’s genealogical method. The problem of the subject is inquired into its relationship with the statute of truth of the foucauldian philosophy. The aim is to show the problems and the contradictions of the sense of the genealogy.
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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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LA FAGLIA DEL SIMBOLICO. FREQUENTARE IL REALE IN LACAN, DELEUZE E DERRIDACORNA, SARA 29 May 2018 (has links)
Il presente lavoro si propone di indagare lo sviluppo di alcuni concetti chiave dell’insegnamento di Jacques Lacan. In particolare, si è messa alla prova la legge del significante, l’azione del linguaggio nella dinamica di soggettivazione messa in campo dallo psicoanalista francese. L’irruzione della nozione di godimento (jouissance) nel registro del simbolico obbliga a ripensare il rapporto fra l’orizzonte dell’Altro e quello dell’Uno, il rapporto fra simbolico e reale, nella costituzione del soggetto. L’ipotesi che muove questa ricerca è che per tentare di rintracciare la piega del reale nell’insegnamento lacaniano sia necessario lasciarsi guidare dal pensiero di due grandi filosofi del Novecento: Gilles Deleuze e Jacques Derrida. È nel rapporto fra questi tre pensatori francesi che si è potuta rilanciare la partita della soggettività come nucleo inaggirabile che unisce filosofia e psicoanalisi. / The dissertation investigates the development the most important contributions of Jacques Lacan to the field of philosophy and psychoanalysis. In particular, it focuses on the law of the signifier, namely, the role that language plays in the formation of the subject. The work also explores how Lacan’s insistence on the relationship between jouissance and the symbolic realm has an impact on the way he thinks about the formation of the subject and about the relationship between the Other, the symbolic, and the real. In order to understand real’s role in Lacan’s thought, the dissertation argues, it is necessary to consider the work of two important philosophers, Gilles Deleuze and Jacques Derrida, as they both show that subjectivity constitutes the unavoidable nexus between philosophy and psychoanalysis.
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A loucura como constructo discursivo e sintoma social : uma análise do funcionamento da ideologia e do inconsciente na constituição dos sujeitosGodoy, Ana Boff de January 2016 (has links)
Partendo dal quadro teorico dell‟Analisi del Discorso pêcheuxtiana (AD), teoria del linguaggio che opera sull‟interrelazione della lingua/del linguaggio, della storia (ideologia) e dei processi dell‟inconscio come forma di costituzione delle persone (chiamate soggetti da questa teoria), la presente tesis ha come scopo dimostrare che la pazzia o la follia si presenta come un costrutto discorsivo ben come un sintomo sociale. Per costrutto discorsivo si capisce una costruzione ideologica (anche se inconscia o negata) modellata da una formazione immaginaria che tiene l‟immaginario sociale (ed è da esso tenuta), operando, di conseguenza, su tutti i rapporti interpersonali e le pratiche sociali. In un capitolo analitico-epistemologico, si prosegue il percorso della storia della follia (o della sua discorsivisazione) con l‟obiettivo di comprendere il suo significato, i suoi effetti di senso e la sua iscrizione nel tempo e nello spazio. Da questo percorso, è possibile desumere: i. il manicomio come archivio di soggetti, delle loro memorie e del loro oblio; ii. le differenti formazioni discorsive (FDs) riguardo la follia/pazzia; iii. il principio organizzativo dei rapporti di poteri (oppure la loro giustificazione) attraverso una nuova categoria discorsiva chiamata delegazione discorsiva; iv. la normosi intesa come patologia della normalità. Di seguito, si fa l‟analise dell‟oggetto discorsivo scelto, il film Vincere (2009), del regista Marco Bellocchio, il quale racconta la storia segreta del dittatore fascista Benito Mussolini, quale sia, la storia di sua amante Ida Dalser e del loro figlio, Benito Albino, i quali sono scartati nel manicomio come forma di proteggere l‟immagine del Duce e del regime fascista, quest‟ultimo percepito come manifestazione normotica della follia ben come sintomo che si iscrive nel corpo sociale. / Partindo do referencial teórico da Análise do Discurso pêcheuxtiana (AD), teoria da linguagem que trabalha na interrelação da língua(gem), da história (ideologia) e dos processos inconscientes na constituição dos sujeitos, a presente tese objetiva demonstrar que a loucura se apresenta como um constructo discursivo e como um sintoma social. Por constructo discursivo entende-se uma construção ideológica (ainda que inconsciente ou negada) forjada a partir de uma formação imaginária que sustenta o imaginário social (e é por ele sustentada), operando, consequentemente, em todas as relações intersubjetivas e práticas sociais. Em um capítulo analítico-epistemológico, percorre-se a história da loucura (ou da discursivização da loucura) a fim de compreender sua significação, seus efeitos de sentido e sua inscrição no tempo e no espaço. A partir desse percurso, torna-se possível entender: i. o manicômio como arquivo de sujeitos, de suas memórias e esquecimentos; ii. as diferentes formações discursivas (FDs) da/sobre a loucura; iii. o princípio organizador das relações de poder (ou a sua justificação) por meio de uma nova categoria discursiva, que se denomina delegação discursiva; iv. a normose como patologia da normalidade. Prossegue-se, então, à análise de um objeto discursivo, o filme Vincere (2009), do diretor Marco Bellocchio, o qual conta a história secreta do ditador fascista Benito Mussolini, a saber, a história de sua amante Ida Dalser e do filho que teve com ela, Benito Albino, os quais são descartados ao manicômio como forma de proteção da imagem do Duce e do regime fascista, percebido como manifestação normótica da loucura bem como sintoma que se inscreve no corpo social.
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Ästhetische Implikationen der Satzlehre: In Tönen denken – über Töne nachdenken und redenJans, Markus 17 October 2023 (has links)
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Dalla relazione. Desiderio e Legge nell'opera di Alexandre Kojève / DALLA RELAZIONE. IL DESIDERIO E LA LEGGE. UNO STUDIO SU ALEXANDRE KOJÈVE / From the relationship. Desire and Law in the work of Alexandre KojèveCIMMARUSTI, CLAUDIA 23 March 2017 (has links)
Questo studio intende sondare la potenzialità speculativa di una filosofia squisitamente kojèviana che nasca dalla relazione originaria e originante tra il Desiderio e la Legge.
Il privilegio ermeneutico accordato a questo plesso per un’indagine monografica dell’opera di Kojève si deve all’intuizione di un’unità fondamentale del suo pensiero.
Si tratta di iniziare una ricerca sulla relazione analizzata alla luce della nuova ontologia che Kojève cercava di pensare.
Noi sappiamo che Kojève è passato alla storia come l’«interprete di Hegel», come il doctor subtilis dei leggendari Seminari sulla Fenomenologia dello Spirito.
L’Introduction à la lecture de Hegel è stato il Libro-Evento che ha lasciato il segno nel clima della Parigi del bagliore intellettuale degli anni Trenta e dei suoi insigni protagonisti, ma non fu che la punta dell’iceberg della produzione scientifica del nostro autore.
La ricostruzione dell’opera omnia di Kojève, pertanto, è stata la base a partire dalla quale è divenuto possibile questo lavoro.
A partire dagli scritti giovanili viene svelata la matrice scientifica e, allo stesso tempo, speculativa della riflessione kojèviana mediante la rilettura del Journal d’un philosophe (1920-1923) e dell’Idée du déterminisme dans la physique classique et dans la physique moderne (1932).
La domanda sottesa, formulata in parte dallo stesso Kojève, è la seguente : è possibile associare la rivoluzione quantistica in fisica alla rivoluzione freudiana considerando che la determinazione relativa della realtà fisica implica e presuppone l’esistenza dell’inconscio psichico ?
Le osservazioni preliminari sulla scienza sono state funzionali a fornire una risposta affermativa a tale questione e a presentare la genealogia della tesi principale di questo lavoro : il soggetto kojèviano non è solamente, à la Butler, un soggetto di desiderio ; ma, piuttosto, un soggetto di desiderio e legge. / This work seeks to explore the potential of the philosophy of Kojève, which has its offspring in the relation between Desire and Law.
This plexus is regarded as the hermeneutic theme of the work of Kojève, based on the intuition of a fundamental unity within his thought.
This study aims at starting a research about relationship, in the light of Kojève’s nouvelle ontologie.
Kojève is regarded as «the interpreter» of Hegel and the doctor subtilis of the legendary Seminars on the Phenomenology of Spirit.
The Introduction à la lecture de Hegel was the work that revolutionised the scholars in Paris in the 1930s, but it was only the tip of the iceberg of the author’s scientific production.
Therefore, the reconstruction of the opera omnia of Kojève is the base of this work, which could not have been possible without it.
The scientific and speculative roots of Kojève’s thought are evident since the early works of the author , and particularly the Journal d’un philosophe (1920-1923) and l’idée du déterminisme dans la physique classique et dans la physique moderne (1932).
The main question, partly formulated by Kojève himself, is the following : can we associate the quantic revolution in physics to the revolution of psychoanalysis, given that the relative determination of physic reality implies the existence of the psychological unconscious ?
The preliminary observations on science have been fundamental in order to give a positive answer to this question. They also represent the foundations of this research. According to Kojève, the subject is not simply, as Butler would hold, a subject of desire ; but a subject of desire and law.
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Approche phénoménologique et vécu non duel / Phenomenological approach and non-dual living / Perspectiva fenomenológica y vivencias no duales / Approccio fenomenologico e vissuto non duello / Avvicinera fenumenulogica è campà non-dualiRouvier, Shanti 15 December 2017 (has links)
Le thème de la « non dualité » (advaïta vedanta) ouvre sur des questions liées à un vécu au-delà de nos identifications, dont celles à notre corps et à un « moi » séparé. Nous nous appuyons sur la rencontre avec des personnes témoignant d’un vécu « non duel », dans une approche phénoménologique. Cette recherche aspire à donner un nouvel ancrage à la psychologie, dans le terreau de la philosophie. D’autres questions sont abordées, telles que celles de l’identité, de nos représentations, de la réalité, de la pensée et de sa distinction d’avec la conscience, notre rapport à la souffrance, au temps, et l’intensité du vécu lorsqu’il se situe dans le présent, l’appréhension de ce qu’est la réalité pour nos témoins dans ce présent et sans la saisie par la pensée, et la disparition de la distinction sujet/objet au niveau de l’Être. Nous tentons aussi d’aborder la quête d’un absolu, en rendant compte de l’accueil de la vie telle que celle-ci nous apparaît, dans sa singularité et dans son immanence.Nous pointons aussi la difficulté de nos témoins de dire avec des mots la teneur de leur vécu, ce qui aboutit souvent à des paradoxes, mais nous tentons aussi de montrer que la rencontre est vivante et que ce n’est pas tant ce qui se dit, que ce qui sous-tend ce qui est dit, qui a valeur de vérité et d’authenticité. Le vécu « non duel » nous permet ainsi d'envisager une écoute libre de la pensée limitante, ancrée dans une résonance corporelle et émotionnelle. Enfin, il donne à la Conscience une dimension essentielle, à la fois de respect de ce qui se donne à voir et à entendre, et de réponse possible à la quête de l’Être qui sommeille en tout être humain. / The theme of "non duality" (advaïta vedanta) raises questions regarding living beyond our identifications, such as identifications with our body and with a separate “me". We build on meetings with people testifying of a non-dual living, and we do so with a phenomenological approach. This research aspires to give psychology a new anchorage in philosophy’s fertile ground.Other questions are approached, such as those of identity, of our representations, of reality, of thought and its distinction from consciousness, also raised are questions on our relation with suffering, with time, with the intensity of living when this living is situated in the present, with the apprehension of what reality is for our witnesses in this present without the grasp of thought, and with the end of the distinction subject/object at the level of the Being. We also try to tackle the topic of the quest for the absolute, while reflecting on the way we can welcome life as it appears to us, in its uniqueness and its immanence.We also point out the difficulty for our witnesses to put into words the content of their living, a situation which often leads to paradoxes. On the other hand, we also try to show that the meeting is full of life, and that it is not so much what is said than what underlies what is said - including the silence and the presence –that bears truth.Non-duality thus allows us to consider a listening free from limiting thought, anchored in a physical and emotional resonance. Lastly, it gives Consciousness an essential dimension, that of respect for what is given to be seen and to be heard, and that of a possible answer for the quest of Being which lies dormant in every human being. / El tema de la « no dualidad » (advaita vedanta) nos lleva a entender que las vivencias van másallá de nuestras identificaciones, incluso aquellas relacionadas con nuestro cuerpo y con un« yo » diferenciado.Nos apoyamos en el encuentro con personas que comparten su testimonio sobre vivencias« no duales » desde una perspectiva fenomenológica. Intentamos así apropiarnos lo másíntimamente posible de la capacidad de interpelación de estas vivencias evitando cualquierinterpretación. Esta investigación aspira a ofrecer un nuevo arraigo en la psicología dentro delámbito de la filosofía y a su capacidad de iniciar el proceso de descubrimiento del ser y delsujeto « conocedor ».También profundizo en otras cuestiones como aquellas relacionadas con la identidad, nuestrasrepresentaciones, de la realidad, del pensamiento y su diferenciación con la conciencia. Asímismo, nuestra relación con el sufrimiento, con el tiempo y la intensidad de lo vivido cuandoéste se hace presente. Abordamos igualmente la aprehensión de lo que es la realidad para laspersonas que compartieron su testimonio de este presente sin ser captado por el pensamientoy finalmente, la desaparición de la diferenciación entre sujeto y objeto a nivel del Ser.Intentamos igualmente plantearnos el deseo de búsqueda de un absoluto, relatando la acogidade la vida tal cómo se nos presenta en su singularidad e inmanencia.Consideramos importante señalar la dificultad para nuestros entrevistados de nombrar elcontenido de sus vivencias, lo que nos lleva a menudo a paradojas y, como una vez esaspalabras son dichas, pueden atraparnos en la cárcel de las certezas del saber. Sin embargointentamos también demostrar que el encuentro tiene vida y que no es tanto lo dicho como losobreentendido que tiene valor de verdad y autenticidad, incluso el silencio y el peso de unapresencia.La vivencia « adual » nos permite contemplar una escucha libre del pensamiento limitadorenraizado en una resonancia corporal y emocional. En conclusión, es la vivencia « adual » laque da a la Consciencia una dimensión esencial a la vez de respeto de lo que se ofrece a ver ya entender y de respuesta posible a la búsqueda del Ser latente en todo ser humano. / Il tema della « non dualità », advaïta vedanta, apre su delle domande legate ad un vissuto al dilà delle nostre identificazioni di cui queste al nostro corpo ed a un « io » diviso.Ci appogiamo sull’incontro con le personne che manifestano di un vissuto « non duello », in unapproccio fénomenologico. Tentiamo di afferare questo vissuto al più vicino a ciò che puòvenire ad interrogarci, evitando le interpretazione. Questa ricerca aspira a dare un nuovoancorraggio alla psicologia, nel concime della filosofia, ed in ciò che questa ultima porta in essodi messa in moto un movimento d’un processo di scoperta dell’essere e del « soggettoconoscente ».Altre temi sono abbordate, come queste dell’identità, delle nostre rappresentazioni, della realtà,del pensièro e della sua distinzione della coscienza, il nostro rapporto alla sofferenza, al tempo,e l’intensita del vissuto quando si trova nel presente, l’apprensione di ciò che è la realta per inostri testimoni in questo presente e senza inserimento del pensiero, e la scomparsa delladistinzione soggetto/oggeto al livello dell’essere. Tentiamo anche di abbordare la ricerca di unassoluto en che rende conto dell’accoglienza della vita come questa c’appare, nella suasingolarità e nella sua immanenza.Puntiamo anche la difficoltà dei nostri testimoni di dire con le parole il contenuto della loroesperienza, ciò che spesso porta ai paradossi e anche come una volta affermati le parolepossono richiudersi come una trappola, quello del sapere. Ma tentiamo anche di monstrare chel’incontro è vivente e che ha valore di verità, non tanto ciò che se dice che ciò che sottende ciòche è detto, e di autenticità, compreso il silenzio ed il contenuto di una presenza.Il vissuto « non duello » ci permette cosi di considerare un ascolto libero del pensiero limitativo,radicato in una risonanza corporea ed emotiva. Finalmente dà alla coscienza una dimenzioneessenziale, al tempo stesso di rispetto di ciò che si da a vedere ed a sentire, e di rispostapossibile alla missione dell’essere che sta dormendo in ogni essere umano. / U tema di a « non dualità », advaïta vedanta, cunduci à quistioni ligati à un campà aldilà d'inostri idintificazioni, trà i quali quilli à u nostru corpu è à un mè stessu staccatu.Ci appughjemu à nant'à u scontru cù parsoni testimuniendu d'un campà "non-duali" in un’avvicinera fenumenulogica. Pruvemu à pighjà stu campà u più strettu di ciò ch'ellu pò venaintarrugà trà mezu à no, evitendu l'intarpretazioni. Sta ricerca brama di dà un zocculu novu à apsiculugia, in u tarricciu di a filusuffia, chì porta in pettu a missa in baddu d'un prucessu discuparta di l'Essaru è di u sughjettu cunniscenti.D'altri quistioni sò avvicinati, com’è quilli di l'idintità, d'i nostri raprisintazioni, di a rialità, di upinsà è di a so distinzioni da incù a cuscenza, u nostru rapportu cù u patimentu, u tempu,l'intinsità di u campà quand'ellu si poni ind'u prisenti, circà di piddà ciò chì hè a rialità pà i nostritestimoni ind’è stu prisenti è senza essa chjappu da u pinsà, è a disparizioni di a distinzionisughjettu/ughjettu à u livellu di l'Essaru. Pruvemu dinò à evucà a cerca di un assulutu,rendendu contu di l'accogliu di a vita tali ch’ella ci si figura, in a so singularità è in a soimmanenza.Puntemu dinò a difficultà d'i nostri testimoni di dì incù parolli u cuntinutu di u so campà, ciò chìsbocca cunduci à spessu à paradossi è dinò comu una volta cacciati ditti i parolli si ponirichjoda com’è una trappula, quilla di u sapè, ma pruvemu dinò à mustrà chì u scontru hè vivu èchì ùn hè tantu ciò chì si dici, chì susteni ciò chì hè dittu, chì t'hà un valori di verità è disputichezza, includendu u silenziu è l’esistenza u tenidori d'una prisenza.U campà "non duali" ci parmetti cusì di pruspettà un ascoltu libaru di u pinsà limitanti, ancuratuin un ribombu curpurali è emuziunali. Insomma, dà à a Cuscenza una diminsioni essenziali,attempu di rispettu di ciò chì si dà à veda è à senta, è di risposta pussibuli à a cerca di l'Essaruchì durmiciulighja in ogni umanu.
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